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SINDACATO

Lotta al precariato e Inpgi, FNSI: «Sì ai tavoli con il governo, ma pronti alla mobilitazione»

La Federazione nazionale della stampa italiana (FNSI) prende atto della dichiarata volontà del governo di giungere in tempi brevi a soluzioni negoziate su lotta al precariato, equo compenso e messa in sicurezza dell’Inpgi. La giunta esecutiva e la Consulta delle Associazioni regionali di Stampa hanno condiviso con il segretario generale Raffaele Lorusso la volontà di arrivare a risultati soddisfacenti, attraverso il confronto costruttivo con gli editori e lo stesso governo.

Il sostegno pubblico al settore è indispensabile e imprescindibile, ancor più in una situazione di difficoltà resa drammatica dalla pandemia. Allo stesso tempo, è auspicabile che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il governo trovino il coraggio, mancato fino ad oggi, per dar seguito alle dichiarazioni di intenti, mettendo in campo provvedimenti concreti per tutelare e rafforzare il mercato del lavoro. La dignità delle persone, la lotta alle diseguaglianze, il diritto a un’equa retribuzione non possono essere temi buoni soltanto per i convegni e i talk show, ma richiedono una chiara volontà politica per adottare interventi mirati e risolutivi.

Con la stessa celerità e la stessa determinazione con cui vengono messe a punto e sostenute norme “ad aziendam”, nonostante i rilievi dell’Unione europea, da parlamento e governo è lecito attendersi un’accelerazione su proposte di legge e provvedimenti che riguardano il settore nel suo complesso – dalla cancellazione del carcere per i cronisti al contrasto alle querele bavaglio, fino alla riforma del servizio pubblico radiotelevisivo  – da tempo in discussione e finiti su un binario morto.

Lo stesso discorso vale per la messa in sicurezza dell’Inpgi. Nel dare atto al governo di aver espresso la disponibilità a intraprendere un percorso graduale e condiviso di messa in sicurezza dei conti dell’Istituto, con provvedimenti da inserire già nella prossima legge di Bilancio e sgombrando il campo da equivoci legati a presunte garanzie pubbliche, peraltro vietate dalla legge, la Fnsi sarà al fianco del gruppo dirigente dell’Inpgi nella battaglia per l’autonomia, presupposto indispensabile per garantire la libertà di informazione.

Alla parole devono seguire i fatti. Il primo banco di prova, da questo punto di vista, sarà il mercato del lavoro. L’impegno del governo ad adottare un provvedimento sul contrasto al precariato nel caso in cui le parti sociali non trovassero un accordo entro il prossimo 15 febbraio dovrà essere mantenuto. Ulteriori rinvii e perdite di tempo richiederanno la messa in campo di tutte le azioni di mobilitazione e di lotta.

(Fonte: FNSI)

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SINDACATO

Ddl diffamazione e liti temerarie, FNSI: «Vogliono annacquare la riforma»

«L’esame in aula al Senato dei ddl sulle liti temerarie e la riforma della diffamazione a mezzo stampa, che comincerà domani, rischia di trasformarsi in una beffa per i giornalisti. Le riforme, il cui obiettivo è quello di sanzionare chi promuove azioni giudiziarie temerarie contro i giornalisti e cancellare il carcere per i cronisti, rischiano di esserlo soltanto di facciata. Nelle ultime ore, infatti, ha ripreso corpo quel partito trasversale agli schieramenti che punta a imbavagliare i giornalisti e gli organi di informazione». Lo affermano, in una nota, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana.

«Anche fra le forze di maggioranza – proseguono – c’è chi sta lavorando alacremente per ridurre al minimo le sanzioni contro chi, attraverso querele e richieste di risarcimento danni, punta a impedire ai giornalisti di fare il loro lavoro, stravolgendo il senso della proposta presentata dal senatore Primo Di Nicola. Allo stesso tempo, si aumentano le sanzioni pecuniarie a carico di giornalisti ed editori in caso di diffamazione. La volontà di colpire giornalisti e organi di stampa è palese. Se c’è qualcuno, anche nella maggioranza di governo, che spera di far passare sotto silenzio quello che è un chiaro attacco al diritto di cronaca, approfittando dell’emergenza sanitaria, si sbaglia. Qualsiasi colpo di mano troverà, anche in questa fase, una ferma presa di posizione».

Fonte: FNSI

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SINDACATO

Firmato contratto con tra Sindacato giornalisti e Provincia di Trento. Cerone: «Il massimo risultato possibile»

I giornalisti che lavorano nella Provincia Autonoma di Trento avranno un contratto giornalistico della pubblica amministrazione. Dopo oltre un anno di lavoro, che ha visto impegnata la delegazione sindacale FNSI e del Sindacato dei Giornalisti del Trentino Alto Adige, la firma è arrivata nella sera di ieri, a Trento, presso la sede di APRaN, con Cgil, Cisl, Uil, Fenalt enti locali del Trentino. Si tratta del primo contratto che norma la figura del giornalista pubblico in Italia.

La decisione della realizzazione di un nuovo contratto segue le tre sentenze della Corte costituzionale e della modifica della legge 150 sugli uffici stampa, che imponevano la trasformazione del contratto privatistico Fieg-FNSI in quello delle autonomie locali, per le quali era stato stabilito il termine del 31 ottobre 2019. Nella contrattatizione, è stato decisivo il contributo del presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, che ha consentito il raggiungimento dell’intesa.

Il contratto prevede Inpgi, Casagit, quota di servizio, aggiornamento professionale obbligatorio durante l’orario di lavoro, smart working anche per i tempi determinati e l’intervento del Sindacato dei giornalisti FNSI in tutte le negoziazioni afferenti la figura professionale del giornalista pubblico tra gli elementi normativi più significativi del nuovo contratto.

La nuova figura professionale troverà applicazione intanto negli uffici stampa della giunta e del consiglio della Provincia Autonoma di Trento. Il Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige si attende ora nuove assunzioni dal riordino dell’intero comparto comunicazione ed una diminuzione del precariato giornalistico di colleghi che lavorano come giornalisti senza tutele.

«E’ il massimo risultato possibile che si poteva raggiungere nella cornice disegnata dalla giunta provinciale di Trento», ha commentato il segretario regionale Rocco Cerone.

PER APPROFONDIRE – Di seguito è allegato il testo del Contratto giornalistico dell’ufficio stampa della giunta e del consiglio della Provincia Autonoma di Trento siglato ieri sera da Cgil, Cisl, Uil, Fenalt enti locali, con l’intervento della FNSI, attraverso il Sindacato Giornalisti del Trentino Alto Adige.

(Foto: Wikipedia Commons)

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SINDACATO

Uspi-Cisal, operazione avventurista che danneggia giornalisti e aziende

L’Associazione di Francesco Vetere si illude di scavalcare la FNSI e sottoscrive un accordo con un’organizzazione autonoma per regolare il lavoro giornalistico nelle testate periodiche, online no-profit. Il Sindacato unitario dei giornalisti continuerà a lavorare per assicurare un inquadramento economico e normativo degno per tutti i giornalisti del settore.

La sottoscrizione di un contratto giornalistico fra Uspi e Cisal è un’operazione avventurista e priva di qualsiasi efficacia concreta per i giornalisti che operano nel settore online, dei periodici e no profit. Tale accordo, che rafforza il giudizio della FNSI sull’inaffidabilità dell’Uspi come interlocutore, avrà l’unico effetto di produrre un danno sul piano previdenziale e assistenziale ai giornalisti, ma anche alle stesse aziende, che subiranno un aumento di costi.

È un’operazione che la FNSI denuncerà in ogni sede, a cominciare da quella governativa, provvedendo all’immediata revoca del patto di alleanza approvato, a norma di Statuto, dal Consiglio nazionale su proposta dell’allora segretario generale aggiunto Carlo Parisi.

La Fnsi considera impraticabile qualsiasi ipotesi di ulteriore interlocuzione con l’Uspi e continuerà a lavorare con le altre associazioni datoriali del settore per assicurare ai colleghi coinvolti nella cessazione del contratto Fnsi-Uspi trattamenti economici e normativi che ne valorizzino dignità e professionalità.

(Fonte: FNSI)

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SINDACATO

SJG e FNSI, solidarietà a Heidy Kessler e alla Redazione tedesca Rai di Bolzano

La difesa dell’indipendenza delle testate e dell’autonomia professionale di ciascun giornalista sono per il sindacato principi irrinunciabili e non negoziabili. Va per questo respinto e condannato con forza il tentativo dell’editore Michl Ebner di strumentalizzare un comunicato di Fnsi e Sindacato giornalisti Trentino Alto Adige per interessi personali, arrivando a chiedere al presidente Rai Foa, all’amministratore delegato Salini, al direttore TGR Casarin e al presidente della commissione parlamentare di vigilanza Barachini di intervenire nei confronti di un presunto accanimento nei suoi confronti della caporedattrice Heidy Kessler e di parte della redazione di lingua tedesca di Bolzano.

Lo affermano in una nota Raffaele Lorusso e Rocco Cerone, segretario generale FNSI e regionale del SJG.

L’editore Michl Ebner deve sapere, ove non glielo avessero spiegato, che l’autonomia e l’indipendenza di un giornalista non può mai essere prevaricata: la responsabile della redazione tedesca della Rai di Bolzano non aveva alcun obbligo di pubblicare il comunicato sindacale perché, nella sua autonomia, è libera di dare spazio alle notizie che considera rilevanti.

Nel caso in questione, l’editore Michl Ebner finge di ignorare che la presa di posizione del sindacato dei giornalisti nei confronti di un comunicato della Lega che, ad urne aperte, sollecitava la necessità di affrontare il tema della concentrazione di testate nelle mani di un solo gruppo editoriale in Trentino Alto Adige riguardava i tempi e i modi, ma non la sostanza. E’, infatti, sotto gli occhi di tutti, ed il Sindacato dei giornalisti lo ha sottolineato più volte, che in Trentino Alto Adige esiste un problema di concentrazione editoriale che riguarda l’editore Michl Ebner, proprietario della quasi totalità dei quotidiani, compreso quello di lingua tedesca, di una radio e di un sito web.

Il problema va affrontato con serietà e determinazione nelle sedi competenti perché sono in gioco il pluralismo dell’informazione, i delicati equilibri tra le comunità etniche e linguistiche del Trentino Alto Adige ed i livelli occupazionali.

A nessun editore, a livello nazionale come a livello locale, può essere consentito di assumere posizioni dominanti sul mercato. Il rischio è che qualcuno, in un evidente delirio di onnipotenza, si illuda di poter comandare anche in Rai.

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SINDACATO

Pluralismo, solidarietà SJG e FNSI ai giornalisti del gruppo Athesia

Più che un’iniziativa a tutela del pluralismo dell’informazione, quella annunciata da alcuni esponenti della Lega sembra un’azione punitiva contro il gruppo Athesia, e in particolare contro i giornalisti che lavorano nelle testate del Trentino-Alto Adige, assicurando ogni giorno un’informazione libera e professionale. A loro va la solidarietà della FNSI.

È indubbio che la legge 416 del 1981, che pone limiti alle concentrazioni proprietarie a livello nazionale, vada profondamente rivista e aggiornata, anche alla luce dello sviluppo e della diffusione dell’informazione digitale. Nessuno può però usare un tema così delicato come una clava per colpire decine di professionisti, con il risultato di metterne a rischio i posti di lavoro.

A nessuno può sfuggire, infatti, che sono sempre meno coloro che sono disposti a investire nell’editoria. La fase di profonda crisi del settore a livello planetario, anche in Italia rischia di far scomparire testate storiche, facendo venire meno il diritto dei cittadini ad essere informati in molte aree del Paese.

In questo scenario occorre da una parte incoraggiare gli investimenti nell’informazione di qualità e dall’altra ragionare su uno statuto dell’impresa editoriale che salvaguardi l’autonomia delle testate dai possibili interessi delle proprietà e dalle pressioni della politica.

Chissà perché, però, quando si parla di assicurare indipendenza dell’informazione e autonomia delle redazioni – si veda la mai risolta questione del servizio pubblico radiotelevisivo – la politica, salvo rare eccezioni, decida di non decidere.

Raffaele Lorusso

segretario generale della FNSI

Rocco Cerone

segretario del Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige

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Formazione SINDACATO

La passione per la verità: un libro, un progetto. Al via il confronto a Bolzano

Lunedì 28 settembre alle 9 alla Kolpinghaus di Bolzano, prima uscita pubblica del laboratorio di studio e di ricerca nazionale sulle fake news lanciato in Italia tra Università di Padova, Sindacato veneto dei giornalisti, FNSI. La presentazione è promossa dall’Università di Bolzano, dal Sindacato e dall’Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige e da Articolo21.

La proposta del centro studi e ricerca nazionale è rivolta ad associazioni, istituzioni e cittadini che intendono contrastare non solo le fake news ma che rischiano di inquinare non solo il giornalismo ma anche le istituzioni democratiche.

Saranno presenti, tra gli altri,  la protettrice dell’Università di Padova Laura Nota, il professore Roberto Reale (autori del libro “La passione per la verità”, Franco Angeli editore), il presidente della FNSI Giuseppe Giulietti, i professori Federico Boffa e Francesco Ravazzolo dell’Unicersità di Bolzano. Interverranno anche Patrick Rina della ORF di Bolzano, la rappresentante dell’Associazione bielorussi di Trento Ekaterina Ziuziuk, la vicepresidente della Fondazione Antonio Megalizzi, Federica Megalizzi.

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Lavoro SINDACATO

Editoria, Fnsi: “Recovery Fund sia occasione per ripensare il settore”

In audizione alla Camera, il sottosegretario all’editoria Andrea Martella auspica che l’uso dei fondi Ue rappresenti «una sfida da vincere per mettere in sicurezza il sistema editoriale» e delinea interventi che, per il segretario Lorusso, sono «condivisibili» e da tradurre al più presto in legge. Usigrai: «Si stanno creando le condizioni per arrivare alla riforma della Rai».

Un momento dell’audizione del sottosegretario Martella (Foto: @Montecitorio)

L’occasione del Recovery Fund è «una sfida da vincere per mettere in sicurezza il sistema editoriale italiano», fondamentale per la nostra democrazia. Da questo assunto prende le mosse la relazione del sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’editoria Andrea Martella alla Commissione cultura della Camera sulle linee programmatiche per l’uso dei fondi europei. Posizione in piena sintonia con quella del segretario generale della FNSI, Raffaele Lorusso, secondo cui «il Recovery Plan rappresenta un’occasione formidabile per ripensare dalle fondamenta il settore dell’informazione, il cui ruolo è essenziale e insostituibile per la tenuta delle istituzioni democratiche. Per questo – osserva Lorusso – è necessario avviare al più presto un confronto fra governo e parti sociali per far sì che la nuova legge dell’editoria 5.0 agevoli l’innovazione e la trasformazione digitale delle imprese, mettendo al centro la tutela del lavoro giornalistico».

Sulla necessità di tutelare e valorizzare il lavoro dei giornalisti si sofferma Martella. «È necessario scoraggiare ogni forma di elusione o di dumping contrattuale. In un quadro generale di difesa dell’informazione di qualità, è indispensabile affrontare anche il tema della dignità del lavoro giornalistico e del contrasto alla precarietà», evidenzia, anticipando investimenti in «capitale umano».

Tra le ipotesi di intervento anche sostegno allo sviluppo digitale, incentivi per una transizione green, sostegni per i beni strumentali, per rafforzare la cyber security, supportare e incentivare la trasformazione tecnologica e la formazione del personale: un progetto ambizioso per il quale servirà un «finanziamento adeguato», che però è ancora prematuro quantificare. E nel frattempo, spiega il sottosegretario, «il governo sta lavorando sull’editoria 5.0, i fondi europei offrono in questo senso un’occasione in più per aumentare l’ambizione della riforma di sistema che stiamo portando avanti».

Interventi strutturali che per Raffaele Lorusso sono «condivisibili perché fondamentali» e pertanto vanno tradotti al più presto in una nuova legge di sistema. «Non è più pensabile – incalza il segretario generale Fnsi – che i sostegni diretti e indiretti al settore siano svincolati dal rispetto delle leggi e dalla corretta applicazione del Contratto nazionale di lavoro. Il contrasto al dumping contrattuale e alla precarietà dilagante, attraverso il superamento per legge di forme di inquadramento che agevolano e incentivano lo sfruttamento dei giornalisti, rappresenta un punto irrinunciabile per il sindacato dei giornalisti».

Su questo punto in particolare, «così come sull’annunciata volontà di mettere mano alla riforma del servizio pubblico radiotelevisivo, si misurerà la credibilità delle misure che si intendono adottare. Il Recovery Plan deve essere l’occasione per cambiare radicalmente il settore dell’informazione, non può diventare l’ennesima distribuzione di risorse a pioggia», conclude Lorusso.

Fra i temi toccati da Martella, infatti, anche la riforma della Rai. «È arrivato il momento di affrontare il tema della governance», osserva il sottosegretario. Parole «importanti e condivisibili nei contenuti», commenta l’esecutivo Usigrai, che osserva: «Si stanno creando le condizioni per arrivare realmente in tempi rapidi alla necessaria riforma. Regole di nomina dei vertici, nuova e potenziata centralità del servizio pubblico, risorse certe e adeguate: sono le chiavi per arrivare finalmente alla più volte annunciata riforma della Rai».

Fonte: FNSI

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SINDACATO

SJG: proprogate resitrizioni di accesso agli uffici di Bolzano per pandemia

Ai Colleghe/i Associate/i al Sindacato Giornalisti del Trentino Alto Adige. Alle colleghe e ai colleghi iscritte/i CASAGIT

Vorrei rivolgere a tutte le colleghe ed a tutti i colleghi che, a vario titolo, si rivolgono agli uffici del Sindacato Giornalisti del Trentino Alto Adige Journalisten Gewerkschaft Sϋdtirol, un appello accorato alla tolleranza, alla resilienza ed alla pazienza: stiamo vivendo tempi eccezionali che richiedono risposte eccezionali. Le proteste ricevute personalmente, attraverso le segretarie o ancora per il tramite del Fiduciario CASAGIT Franz Volgger, risultano francamente incomprensibili.

Come è noto a tutte/i, l’emergenza coronavirus non è terminata – i notiziari radiotelevisivi ed i giornali ne parlano quotidianamente – e quindi occorre continuare a mantenere la massima cautela per tutelare il bene primario che è la salute delle nostre preziose collaboratrici, che non hanno mai fatto mancare la loro disponibilità sia durante il lockdown che dopo.

Proprio perché l’emergenza sanitaria non è finita, e chissà per quanto tempo durerà ancora, mi vedo costretto a prorogare a tempo indeterminato la sospensione delle trasferte all’ODG di Trento per raccogliere la documentazione per i rimborsi CASAGIT e continuare la restrizione all’accesso degli uffici del Sindacato in via dei Vanga 22.

Le Colleghe ed i colleghi – da Trento – possono spedire per posta ordinaria la documentazione di rimborso CASAGIT (ricordandosi di fotocopiare la stessa prima di inviarla) e da Bolzano possono lasciare le pratiche CASAGIT nella cassetta della posta del Sindacato Giornalisti (anche in questo caso, rammentando di fotocopiarne il contenuto), facendo presente che la posta non va assolutamente smarrita.

L’assistenza telefonica ed in posta elettronica per chi avesse bisogno di informazioni sulla CASAGIT, sull’INPGI e su tutte le materia sindacali continua come sempre o agli uffici del Sindacato (0471971438 – sindgewe@gmail.com), contattamendo il segretario regionale (rocco@cerone.eu – 335 524 1938), il fiduciario CASAGIT (franz.volgger47@gmail.com), il fiduciario INPGI (g.piccoli@giornaletrentino.it): assistenza che non è mai venuta meno e continuerà ad essere fornita come sempre.

Confido nella comprensione di tutte le persone di buon senso.

Cordiali saluti.

Rocco Cerone

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An die Kolleginnen und Kollegen in der Journalistengewerkschaft. An die Kolleginnen und Kollegen in der CASAGIT

Ich möchte alle Kolleginnen und Kollegen, die sich mit verschiedenen Anliegen an die Büros der Journalistengewerkschaft wenden, zur Toleranz, Gelassenheit und Geduld aufrufen. Wir leben in einer besonderen Zeit und diese erfordert außerordentliche Entscheidungen. 

Mir erscheinen die Proteste, die mir von den Sekretärinnen und dem CASAGIT-Vertrauensmann Franz Volgger zugetragen wurden, unverständlich. 

Wie ihr alle wisst, ist die Coronavirus-Notlage noch nicht beendet. Die Nachrichten in Radio und Fernsehen und die Zeitungen berichten nach wie vor täglich davon. Daher ist immer noch höchste Vorsicht geboten, um das höchste Gut, die Gesundheit unserer Mitarbeiterinnen, zu schützen. Carmen Amadori, Barbara Giardini und Monica Debenedetti haben durchgehend gearbeitet, während des Lockdown und auch anschließend. 

Eben weil die gesundheitliche Notlage noch nicht beendet ist, sehe ich mich gezwungen, die Außendienste im Sitz der Journalistenkammer in Trient, bei denen Rechnungen für eine Kostenrückerstattung durch die CASAGIT entgegengenommen werden, auf unbestimmte Zeit auszusetzen. Auch der Zugang zu den Büros in der Wangergasse 22 in Bozen bleibt bis auf Weiteres untersagt. 

Kolleginnen und Kollegen aus Trient können ihre Unterlagen mit der Post verschicken (bitte daran denken, vorher Kopien anzufertigen), Kolleginnen und Kollegen aus Bozen können diese im Postfach der Journalistengewerkschaft hinterlegen. Auch für sie gilt: Kopien nicht vergessen. 

Für Informationen über die CASAGIT, das INPGI oder das Arbeitsrecht steht das Büro telefonisch unter der Rufnummer 0471 – 97 14 38 oder per Mail unter sindgewe@gmail.com zur Verfügung. Das gilt auch für den Sekretär selbst (rocco@cerone.eu – 335 52 41 938). Wir haben Unterstützung immer gewährt und werden es auch weiter tun. 

Ich hoffe auf das Verständnis und den Hausverstand von euch allen. 

Freundliche Grüße!

Rocco Cerone

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Giornalisti minacciati SINDACATO

Mattarella ricorda Mauro De Mauro: «Esempio di giornalismo»

La sera del 16 settembre 1970 il giornalista dell’Ora venne rapito sotto casa da sicari mafiosi. Il suo corpo non fu più trovato. «I dubbi irrisolti e l’esito negativo dei procedimenti giudiziari costituiscono una sconfitta per le Istituzioni e, al tempo stesso, continuano a sollecitare l’impegno affinché si squarci il velo degli occultamenti», scrive il Capo dello Stato.

«Mauro De Mauro venne rapito cinquant’anni or sono da sicari mafiosi e il suo corpo non fu più trovato. In questo giorno di ricordo, desidero esprimere anzitutto la mia vicinanza e solidarietà ai familiari e a quanti conobbero e lavorarono con De Mauro, apprezzandone le qualità umane e l’impegno professionale. Ricerche e indagini non sono giunte a piena verità sulle ragioni e le responsabilità dell’efferato omicidio. I dubbi irrisolti e l’esito negativo dei procedimenti giudiziari costituiscono una sconfitta per le Istituzioni e, al tempo stesso, continuano a sollecitare l’impegno affinché si squarci il velo degli occultamenti». Lo scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del cinquantesimo anniversario della scomparsa del giornalista.

«Palermo, la società siciliana e l’intero Paese – prosegue il Capo dello Stato – hanno sempre riconosciuto la matrice mafiosa: per questa ragione De Mauro è diventato un simbolo della comunità che vuole liberarsi dal giogo della criminalità e che intende affermare il principio di legalità come condizione di civiltà e di sviluppo. De Mauro rappresenta anche, con il suo sacrificio, il giornalismo che compie fino in fondo il proprio lavoro, che cerca di far luce su vicende oscure con coraggio, che non si accontenta di versioni di comodo, che esercita la propria libertà per assicurare, nel pluralismo, le libertà di tutti. Sono tanti i giornalisti che nel mondo pagano il prezzo più alto per questo impegno. Il loro esempio è un testimone ora affidato a tutti i colleghi e alle generazioni più giovani».

(Fonte: FNSI)