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SINDACATO

Sjg e Fnsi, no alla fusione di Corriere del Trentino e Corriere dell’Alto Adige

Nell’esprimere soddisfazione per la decisione di direzione politica e aziendale di volere aprire il sito web del Corriere dell’Alto Adige, unica testata locale del gruppo RCS che al momento non ha ancora una versione online, e nello stesso tempo la promessa dell’assunzione di 12 contratti a termine, di cui 3 a Trento ed uno a Bolzano, il Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige Journalisten Gewerkschaft e la FNSI esprimono forte preoccupazione e perplessità per il disegno di unificare, di fatto, i dorsi locali del Corriere del Trentino e del Corriere dell’Alto Adige, con due prime pagine differenti per mantenere le due testate e che prevederà due ribattute per dare più risalto alle notizie di Trento nell’edizione diffusa in Trentino e alle notizie di Bolzano nell’edizione venduta in Alto Adige ed una parte comune di economia, ambiente, cultura, tutto in chiave regionale.

La fusione dei due dorsi attualmente di 12 pagine in uno di 16 – ad avviso del sindacato regionale giornalisti e della FNSI – rischia di vanificare l’esperienza ventennale dei due dorsi locali, che sono stati festeggiati il 23 novembre 2023 a Mezzolombardo in pompa magna dall’editore Urbano Cairo, dal direttore Luciano Fontana e dal caporedattore Alessandro Russello.

L’enunciazione di volere interpretare la Regione Trentino Alto Adige Südtirol come un’unica entità signfica non capire le peculiari realtà trentina da un lato e sudtirolese, ladina ed italiana dall’altra, continua la nota.

Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige e FNSI, nel ritenere che il disegno aziendale possa mettere a rischio la rappresentazione politica, sociale, economica, culturale e sportiva di questi territori compositi e multiculturali, invitano editore e direzione politica a riconsiderare il format immaginato, con uno che possa salvaguardare la preziosa esperienza maturata in oltre 20 anni dal Corriere del Trentino e dal Corriere dell’Alto Adige.

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SINDACATO

Giornalisti del Trentino A.Adige: ‘No al controllo della politica’

L’informazione non può essere sottoposta al controllo della politica. Lo affermano con forza i comitati e fiduciari di redazione di Rai Südtirol, Rai Ladinia, Tgr italiana di Bolzano, Esecutivo Usigrai, Dolomiten, FF, Orf Südtiroler Heute, Alto Adige, dorsi del Corriere della sera di Trento e Bolzano, ANSA regionale, Salto.bz, VB33, unitamente a Sindacato, Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige, FNSI e CNOG.

In un comunicato congiunto esprimono forte preoccupazione per la proposta di istituire a Bolzano un comitato consultivo per i media, contenuto nel programma di coalizione elaborato in vista dell’approvazione della nuova giunta provinciale.

Ingenera inoltre allarme la formulazione di volere monitorare gli sviluppi definiti “indesiderati” ed, a seconda delle valutazioni, indirizzare i finanziamenti ai media privati per “preservare la pluralità dei media”.

Ricordiamo ai responsabili politici altoatesini e sudtirolesi che l’articolo 21 della Costituzione repubblicana è ancora in vigore e che esso tutela la professione giornalistica che non può essere sottoposta a censura, autorizzazioni o controlli di qualsiasi tipo: la legge ordinistica con il collegio di disciplina, la normativa sulla diffamazione già consentono a chi si sente leso nella sua reputazione di difendersi. Senza contare la  presenza del CORECOM ed, a livello nazionale, della commissione parlamentare di vigilanza per il servizio pubblico radiotelevisivo.

Sono piuttosto i giornalisti ad essere sotto attacco con le cosiddette querele bavaglio o querele temerarie che hanno lo scopo di intimorire ed autocensurare i giornalisti.

Dopo l’approvazione in prima lettura al Senato alla vigilia di natale della legge del deputato di Azione Enrico Costa che vieta la pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare, 4 giorni fa la proposta del parlamentare di FDI Federico Mollicone di volere certificare digitalmente le notizie, adesso è il turno dell’organismo di controllo politico sui media altoatesini-sudtirolesi.

Notizia che evidentemente conferma l’allergia del potere politico a qualsiasi tipo di controllo da parte della libera stampa e della libera informazione.

Gli organismi sindacali ed ordinistici regionali e nazionali si opporranno con forza  all’istituzione di questo comitato politico di controllo dell’informazione.

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Information darf keiner politischen Kontrolle unterworfen werden. Dies bekräftigen die Redaktionen von Rai Südtirol, Rai Ladinia, Tgr Bozen, Usigrai, Dolomiten, FF, Tageszeitung, Orf Südtirol Heute, Alto Adige, Corriere della sera von Trentino und Südtirol, ANSA, Salto.bz, VB33, zusammen mit der Gewerkschaft Journalistenkammer von Trentino Südtirol, Fnsi und CNOG.

In einer gemeinsamen Aussendung äußern sie große Besorgnis über den Vorschlag, einen Medienbeirat in Südtirol einzurichten, der im Koalitionsprogramm enthalten ist, das im Hinblick auf die Genehmigung durch die neue Landesregierung erstellt wurde.

Besorgniserregend ist auch die Formulierung, man wolle als “unerwünscht” definierte Entwicklungen beobachten und je nach Einschätzung Beiträge den privaten Medien zukommen lassen, um die “Medienvielfalt zu erhalten”.

Wir möchten die Südtiroler und die Südtiroler Politiker daran erinnern, dass Artikel 21 der Verfassung immer noch in Kraft ist und dass er den Journalistenberuf schützt, der keiner Zensur, keiner Genehmigung und keiner Kontrolle unterworfen werden darf: Das Gesetz zur „Ordnung des Journalistenberufes“ mit der Disziplinarkommission und die Gesetzgebung, die den Bereich Verleumdungen regelt, ermöglichen es bereits denjenigen, die sich in ihrem Ruf geschädigt fühlen, sich zu verteidigen. Ganz zu schweigen von der Präsenz des Landeskommunikationsbeirates und auf nationaler Ebene der parlamentarischen Aufsichtskommission für den öffentlich-rechtlichen Rundfunk. Vielmehr sind es die Journalisten, die mit sogenannten Knebel- und Einschüchterungsklagen angegriffen werden, die darauf abzielen, Journalisten einzuschüchtern und sogar zu zensieren. Nachdem an Heiligabend im Senat in erster Lesung das Gesetz des Abgeordneten Enrico Costa zum Verbot der Veröffentlichung von Untersuchungshaftanordnungen angenommen wurde, vor vier Tagen der Vorschlag des FDI-Abgeordneten Federico Mollicone, Nachrichten digital zertifizieren zu wollen, ist nun die Südtiroler Medienaufsicht an der Reihe. Nachrichten, die offensichtlich die Aversion der politischen Macht gegen jede Art von Kontrolle durch die freie Presse und die freie Information bestätigen.

Die Journalistengewerkschaft und die Journalistenkammer auf regionaler und nationaler Ebene werden sich gegen die Einrichtung dieses politischen Informationskontrollgremiums energisch wehren.

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SINDACATO

Una passeggiata ‘contro ogni bavaglio’: al via la mobilitazione della Fnsi

Una passeggiata contro ogni bavaglio al diritto dei cittadini ad essere informati e per la dignità della professione. Si è aperta così, con una prima protesta simbolica, la mobilitazione della Fnsi proclamata all’indomani del via libera della Camera dei deputati all’emendamento presentato da Enrico Costa che vuole vietare la pubblicazione, integrale o per stralci, delle ordinanze di custodia cautelare.

«L’emendamento Costa è solo l’ultimo atto di un percorso che vuol far perdere dignità alla nostra professione: dalla riforma Cartabia alla stretta sulle intercettazioni alla riforma della diffamazione in discussione in Senato è lampante la volontà di restringere il perimetro del diritto-dovere di informare», ha detto Alessandra Costante, segretaria generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, nel corso della riunione di Giunta esecutiva che ha preceduto il flash mob.

L’iniziativa era stata organizzata in concomitanza con la conferenza stampa di fine anno della premier Giorgia Meloni, prevista per il 28 dicembre e poi rinviata al 4 gennaio 2024. «Chiediamo alle colleghe e ai colleghi che per lavoro parteciperanno alla conferenza stampa di chiedere conto alla presidente Meloni di questa volontà del suo governo e della sua maggioranza di limitare il diritto dei cittadini a conoscere», l’esortazione della segretaria Costante.

«Servono più domande, non meno. Più informazione, non meno. In questi giorni qualcuno ha abusato di un valore: il garantismo. Dobbiamo spiegare che i veri garantisti vogliono più trasparenza, non meno», ha rilevato il presidente della Fnsi, Vittorio di Trapani, nel corso del dibattito in sala Tobagi prima che i rappresentanti del sindacato dei giornalisti uscissero, bavaglio sulla bocca, per le strade di Roma.

Quindi il flash mob, con le foto davanti al Senato, a Montecitorio e sotto Palazzo Chigi. E l’appuntamento alla prossima tappa della mobilitazione: il 3 gennaio, giorno in cui si riunirà la Conferenza dei fiduciari e Comitati di redazione per decidere i prossimi passi della protesta contro ogni bavaglio e per la dignità della professione giornalistica.

Fonte: FNSI

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Bavaglio alla stampa, il 28 dicembre parte la mobilitazione

Si è riunita oggi la Giunta esecutiva della Fnsi con la Consulta dei presidenti e segretari delle Associazioni regionali di Stampa per organizzare la mobilitazione, che dovrà arrivare allo sciopero generale, contro l’emendamento Costa, norma che si prefigge di censurare la stampa e limitare il diritto dei cittadini a conoscere le notizie.

Giovedì 28 dicembre 2023 la Federazione nazionale della Stampa, come annunciato, non parteciperà alla conferenza stampa di fine anno della premier, espressione di una maggioranza che vuole stringere il bavaglio intorno all’informazione.

Quel giorno, invece, la Fnsi promuoverà una protesta simbolica che coinvolgerà i presidenti e i segretari delle Associazioni regionali, i cronisti e giornalisti tutti. A seguire, il 3 gennaio prossimo sarà convocata la Conferenza dei Comitati di redazione per stabilire la scansione delle azioni che dovranno portare allo sciopero generale, uno sciopero contro la censura di Stato e per rivendicare l’identità e la dignità della nostra professione.

La protesta di Fnsi e Associazioni regionali di Stampa proseguirà fino allo sciopero generale con l’organizzazione di presidi davanti alle prefetture italiane. In queste azioni sarà importante essere affiancati dalla società civile e dalle organizzazioni che si battono per la carta costituzionale e la democrazia.

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Fonte: FNSI

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Rischio bavaglio sulle ordinanze di custodia cautelare

Rischia di farsi ancora più soffocante il bavaglio “di Stato” alla stampa. Nei giorni che precedono Natale la Camera dei deputati è chiamata a pronunciarsi (a scrutinio segreto) su un emendamento alla legge di delegazione europea presentato dal deputato di Azione Enrico Costa il cui obiettivo è quello di vietare la pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare fino alla chiusura delle indagini preliminari.

La cornice entro la quale si vuole inserire la nuova stretta è quella dell’attuazione della direttiva europea sulla presunzione di innocenza, contro la quale la Fnsi si è già rivolta alla Commissione europea, denunciando più volte anche in piazza i danni che arreca al lavoro dei giornalisti e al diritto di cronaca.

“Al fine di garantire l’integrale e compiuto adeguamento alla direttiva”, si legge nel testo presentato da Costa, si delega il governo ad adottare, su proposta del ministro per gli Affari Europei e del ministro della Giustizia, uno o più decreti legislativi entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge.

Nell’esercizio di tale delega, qualora l’emendamento venisse approvato, il governo sarebbe tenuto a seguire “il seguente principio e criterio direttivi specifico: modificare l’articolo 114 del codice di procedura penale prevedendo, nel rispetto dell’articolo 21 della Costituzione e in attuazione dei princìpi e diritti sanciti dagli articoli 24 e 27 della Costituzione, il divieto di pubblicazione dell’ordinanza di custodia cautelare finché non siano concluse le indagini preliminari ovvero fino al termine dell’udienza preliminare”.

Oltre a quella di Enrico Costa, il testo reca la firma del deputato di Italia Viva, Davide Faraone. Il governo ha dato parere negativo, ma la maggioranza è divisa e, se non venisse ritirato, l’emendamento avrebbe serie possibilità di essere approvato.

«Il bavaglio è sempre più stretto intorno all’informazione», rileva Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi. «Questo emendamento – incalza – renderebbe proibitivo il lavoro dei cronisti, ma è esattamente ciò che vuole certa politica allergica alla libertà di stampa. Anzi, alla libertà. Norme di questo tipo servono solo al potere, non certo ai cittadini».

Fonte: FNSI

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SINDACATO

Quota sindacale pensionati – 2024 – Rentnerbeitrag

Bolzano,15.12.2023

Care/i Colleghe/i,

Come ben sapete, da un anno e mezzo il contributo di ottantamila euro dell’INPGI si è dimezzato e potrebbe essere azzerato con il 1° luglio 2024 se non interverrà una convenzione tra il nuovo gruppo dirigente INPGI-FNSI ed associazioni regionali di stampa. Entro quella data dovrebbero svolgersi le elezioni dell’INPGI 2, che, in base all’attuale bozza di statuto di cui si ha conoscenza, non prevede la precedente articolazione territoriale che si basava sugli uffici di corrispondenza territoriali.

I contributi INPGI, CASAGIT, dello 0,30% FNSI e della quota aggiuntiva da parte di colleghe/i attivi hanno finora garantito risorse sufficienti per sostenere le spese di funzionamento del Sindacato Giornalisti e di ufficio di corrispondenza INPGI e CASAGIT, a cominciare dal pagamento degli stipendi delle nostre tre preziose collaboratrici.L’ufficio di Bolzano in via dei Vanga 22 è a disposizione di tutte/i non solo attivi, ma anche pensionati, con servizi che si stanno trasformando come quelli di un patronato con la collaborazione della Confesercenti a Bolzano per lo svolgimento di qualsiasi tipo di pratica, anche fiscale a condizioni agevolate per gli iscritti al Sindacato Giornalisti. Inoltre, la segreteria è stata sempre di grande aiuto e collaborazione nel disbrigo di pratiche come lo SPID, la PEC indispensabile per essere iscritti all’Ordine o di verifica, attraverso lo SPID di pratiche pensionistiche. È in via di definizione un accordo di collaborazione con la Cassa di Risparmio Bolzano – Sparkasse che prevede uno sconto del 50% sul contro premium, il più completo erogato dalla banca, che ha sportelli in tutto il Trentino Alto Adige. Infine il 23 giugno 2023 è arrivata l’autorizzazione ad ente formatore che qualifica ulteriormente il Sindacato Giornalisti, attività complementare a quella dell’Ordine. Inutile ricordare infine il ruolo cruciale che ha svolto la FNSI nella difesa delle pensioni sia in essere che future all’atto del passaggio dall’INPGI all’INPS, con il rischio concreto di un ricalcolo dell’assegno sia per il passato che per il futuro.

Per potere garantire la sostenibilità del nostro sindacato e pagare regolarmente gli stipendi, il consiglio direttivo è stato costretto a prendere la decisione di proporre una quota a titolo volontario  per il 2024.

Rivolgiamo, quindi, un appello alla solidarietà intergenerazionale chiedendo anche ai pensionati di contribuire alla casa comune, nella consapevolezza che la maggior parte di chi è in quiescenza riceve emolumenti superiori alla  maggioranza dei colleghi in attività.

Per dare il buon esempio, sia il segretario Rocco Cerone sia il tesoriere Heinrich Pernter hanno già provveduto al versamento della propria quota di cento euro. Confidiamo che il gesto possa essere emulato anche dai colleghi e dalle colleghe in indirizzo.

Il versamento della quota va eseguito con bonifico bancario sul c/c presso la Cassa di Risparmio di Bolzano, Agenzia 2, Corso Libertà 84, IBAN:

IT95 O 060 4511 6020 0000 0238 000.

Il segretario regionale Rocco Cerone – Il tesoriere Heinrich Pernter

Bozen, den 15.12.2023

Liebe Kolleginnen und Kollegen,

wie ihr wisst, wurde der INPGI-Beitrag von 80.000 Euro in den letzten anderthalb Jahren halbiert und könnte am 1. Juli 2024 auf Null reduziert werden, falls es nicht zu einer Einigung zwischen der INPGI-FNSI-Führung und den regionalen Journalistengewerkschaften kommt. Bis zu diesem Zeitpunkt sollte es Wahlen zur INPGl-2-Führung geben. Der Statutenentwurf sieht nach derzeitiger Kenntnislage die bisherige Organisation auf Grundlage territorialer Korrespondenzbüros nicht vor. Die Beiträge von INPGI und CASAGIT, der Dienstleistungsbeitrag von 0,30 % des Gehalts und der zusätzliche Jahresbeitrag der berufstätigen Kollegen haben bisher ausreichende Mittel garantiert, um die Betriebskosten der Journalistengewerkschaft und der Korrespondenzbüros von INPGI und CASAGIT zu decken, angefangen bei der Zahlung der Gehälter an unsere drei geschätzten Mitarbeiterinnen.

Das Büro in der Bozner Wangergasse 22 steht allen Berufstätigen und auch den Rentnern jederzeit mit verschiedenen Dienstleistungen zur Verfügung. Es ist in Zusammenarbeit mit dem Confesercenti-Verband zu einer Art Patronat geworden. Zu günstigen Bedingungen erbringt es für alle Gewerkschaftsmitglieder jegliche Art von Leistungen ­einschließlich Steuerbeistand. Außerdem bietet das Gewerkschaftssekretariat stets Hilfe bei der Einrichtung von SPID und PEC, beides unerlässlich für die Mitgliedschaft bei der Journalistenkammer und bei Rentenangelegenheiten. Ferner ist ein Abkommen mit der Sparkasse über einen 50-prozentigen  Rabatt auf die Gebühren in Ausarbeitung. Das Abkommen wird in allen Filialen in Südtirol und dem Trentino gültig sein. Auch erhielt die Gewerkschaft am 23. Juni die Zulassung als Ausbildungseinrichtung, womit sie die Tätigkeit der Journalistenkammer ergänzen kann. Hervorzuheben ist schließlich der maßgebliche Einsatz des Gewerkschaftsdachverbandes FNSI bei der Verteidigung der derzeitigen und der zukünftigen Renten. Beim Übergang der Rentenkasse vom INPGI zum INPS bestand nämlich die tatsächliche Gefahr, dass die bereits ausbezahlten und die künftigen Renten nach dem wesentlich ungünstigeren Beitragssystem anstelle des gehaltsabhängigen Systems berechnet würden.

Um die Nachhaltigkeit unserer Gewerkschaft und die pünktliche Bezahlung der Gehälter zu garantieren, sah sich der Gewerkschafsvorstand gezwungen, einen Jahresbeitrag auf freiwilliger Basis für das Jahr 2024 vorzuschlagen. Wir appellieren daher an die Generationen übergreifende Solidarität und ersuchen auch die Rentner um einen Beitrag zum gemeinsamen Haus. Wir tun das im Bewusstsein, dass die meisten Rentner über höhere Einkünfte verfügen als die berufstätigen Kollegen.

Mit gutem Beispiel vorangegangen sind sowohl Sekretär Rocco Cerone als auch Schatzmeister Heinrich Pernter, indem sie bereits einen Beitrag von je 100 Euro eingezahlt haben. Wir vertrauen darauf, dass auch möglichst viele Kolleginnen und Kollegen diesem Beispiel folgen wollen.

Die Zahlung des  Mitgliedsbeitrags hat per Banküberweisung auf nachstehendes Konto zu erfolgen:

Südtiroler Sparkasse, Agentur 2, Freiheitsstr. 84, Bozen, IBAN IT95 O 060 4511 6020 0000 0238 000

Der Regionalsekretär Rocco Cerone  – Schatzmeister Heinrich Pernter

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SINDACATO

Giornalisti in piazza a Roma contro il ddl diffamazione

Giornalisti in campo per sensibilizzare opinione pubblica e addetti ai lavori sui pericoli legati al disegno di legge di riforma della diffamazione in discussione in commissione Giustizia del Senato. Per lanciare l’allarme, la Fnsi ha convocato in piazza Santi Apostoli a Roma una riunione straordinaria del Consiglio nazionale, giovedì 14 dicembre 2023, invitando a partecipare i rappresentanti degli organismi della categoria, parlamentari, magistrati.

«È un ddl pericoloso perché allontana l’Italia dagli standard europei», ha sottolineato il presidente della Federazione della Stampa, Vittorio di Trapani, aprendo la manifestazione con un ricordo di Antonio Megalizzi, ucciso cinque anni fa in un attentato a Strasburgo. Poi anche parole di sostegno ai colleghi della Dire, vittime di «editori che continuano a licenziare».

«Ci troviamo di fronte a due azioni parallele, in Italia e in Europa, che si stringono a tenaglia sulla libertà di stampa – ha sottolineato la segretaria della Fnsi, Alessandra Costante -. Il ddl sulla diffamazione è un testo liberticida, perché uccide la capacità dei giornalisti di cercare e pubblicare notizie».

Costante ha quindi puntato il dito contro la volontà di Italia, Francia e Germania di consentire, nell’ambito della discussione sulla legge europea sulla libertà dei media, la possibilità di mettere sotto controllo i telefoni dei giornalisti nel nome della sicurezza nazionale. «Ma quale è la definizione di sicurezza nazionale? – si è chiesta -. Tutto può essere sicurezza nazionale. Dobbiamo far sentire la nostra voce e riunire la gente nel nome delle nostre richieste».

«Abbiamo condiviso con la Federazione gli emendamenti al disegno di legge, che ci auguriamo venga modificato. Quanto previsto nel ddl è molto inadeguato», ha detto il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli, invitando i parlamentari a sostenere la proposta sull’equo compenso messa a punto dal Consiglio nazionale.

Il segretario Usigrai, Daniele Macheda, ha messo in evidenza come il tema riguardi a vicino anche il servizio pubblico. Il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Giuseppe Santalucia, ha ricordato che «il diritto all’informazione è essenziale per la qualità della democrazia» e che «occorre trovare il giusto contemperamento tra i diversi diritti».

All’iniziativa hanno partecipato anche Salvo Guglielmino (Cisl), Giulia Guida (Slc Cgil), Fabrizio Cassinelli del Gruppo Cronisti Lombardi, giornalisti del Cdr dell’Ansa e della rete NoBavaglio, con il portavoce Marino Bisso, Anna Del Freo, nella veste di componente italiana dell’Esecutivo della Efj e Paolo Borrometi, referente della Fnsi per i progetti di educazione alla legalità.

Hanno espresso il loro sostegno Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana e Walter Verini del Pd, in piazza insieme ad altri parlamentari dei loro partiti.

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SINDACATO

Addio a Marco Gardenghi, una vita per il sindacato

È morto Marco Gardenghi, amico, collega, compagno di battaglie sui diritti e contro il precariato Una giornata triste quella di oggi 10 dicembre anche per il Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige.

È morto Marco Gardenghi, amico e collega, compagno di tante battaglie per i diritti di chi fa informazione e contro il precariato in tutte le sue forme. Gardenghi aveva 69 anni: si è spento all’ospedale di Ferrara, la sua città, dopo una lunga malattia vissuta con caparbietà, dignità, forza, senza lamentazioni, così come ci ha insegnato a vivere la vita professionale e quella sindacale.

«Il Sindacato regionale si stringe alla famiglia di Marco, alla moglie Vita e alla figlia Elisabetta, ma anche alla sua seconda famiglia, l’Aser, l’Assostampa dell’Emilia Romagna, in particolare a Matteo Naccari, cui lo stesso Marco aveva passato il testimone, e a Paolo Amadasi, attuale presidente. Marco c’era sempre. Preparato, disponibile, generoso e polemico. Sì polemico, di quella polemica costruttiva, convinta e sempre e solo tesa al bene collettivo, mai per tornaconto personale».

Chi vorrà salutare Marco, lo potrà fare venerdì 15 dicembre alle 14.20 nell’Aula del Commiato della Certosa di Ferrara.

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CONTRATTI

Dolomiten, approvato accordo sindacale. Sjg e Fnsi: ‘Nuovo inizio nelle relazioni con il gruppo’

«Una richiesta di cinque prepensionamenti ed un’uscita volontaria incentivati in cambio di tre nuove assunzioni è stata presentata al Ministero del Lavoro da Athesia Druck per il quotidiano sudtirolese di lingua tedesca di Bolzano Dolomiten. L’accordo sindacale è stato approvato oggi pomeriggio dall’assemblea di redazione». Lo si legge in un comunicato diffuso dal Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto-Adige lunedì 13 novembre 2023.

«All’intesa – prosegue la nota – si è arrivati dopo un serrato confronto con l’azienda da parte della redazione e del comitato di redazione, assistiti dal Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige Journalisten Gewerkschaft insieme alla Federazione nazionale della Stampa italiana, alle migliori condizioni possibili per i prepensionandi e per la redazione, scongiurando ulteriori ammortizzatori sociali per la redazione. Nonostante l’ingente contributo pubblico statale percepito, Athesia Druck ha presentato un serio piano di riorganizzazione della redazione per ridurre il costo del lavoro e favorire il ringiovanimento della redazione in un’ottica di sviluppo crossmediale del prodotto, in particolare sul digitale».

La nota si chiude con una considerazione: «Sindacato regionale giornalisti e Fnsi, visto l’impegno dell’azienda ad assumere giovani giornalisti in numero superiore a quello prescritto dalla legge per i piani finalizzati ai prepensionamenti, ritengono che l’accordo odierno rappresenti un nuovo inizio nelle relazioni sindacali con il gruppo editoriale di proprietà della Famiglia Ebner dopo la chiusura traumatica del Trentino».

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Inpgi

Contro le fake news

Il Cda dell’Inpgi a fine giugno 2021, rispondendo alla legge che imponeva il riequilibrio dei conti dell’istituto, tra le altre cose aveva previsto l’istituzione di un contributo previdenziale aggiuntivo temporaneo dell’1% su base annua per i successivi 5 anni a partire dal 1/1/2022. A fine 2021 il governo ha deciso il passaggio della previdenza dei giornalisti dipendenti nell’Inps. Il Cda dell’Inpgi ha quindi sospeso l’applicazione della delibera chiedendo un parere ai ministeri competenti i quali però ne hanno ribadito l’efficacia nei primi 6 mesi del 2022, cioè fino al passaggio definitivo all’Inps. A ottobre del 2023 l’Inps ha chiesto alle aziende il pagamento entro il 2023.

Va chiarito che, secondo la delibera approvata dal cda dell’Inpgi, non si tratta di un versamento a fondo perduto, ma di un versamento contributivo; un versamento che andrà quindi a incrementare il proprio “castelletto” che poi determinerà la pensione. Trattandosi quindi di un versamento contributivo, l’importo va a detrarre l’ammontare complessivo del reddito e quindi ad abbassare la tassazione generale che verrà automaticamente conguagliata nella propria busta paga: fino a 15.000 euro lordi è il 23%, da 15.001 a 28.000 è il 25%, da 28.001 a 50.000 euro lordi è il 35%, oltre 50.000 è il 43%.Alcuni esempi. Reddito di 40.000 euro lordi annui. Aliquota 1% su base annua 400 euro applicazione per 6 mesi 200 euro. Detrazione del 35% per l’abbassamento del reddito complessivo 70
pagamento effettivo 130 euro. Reddito di 60.000 euro lordi annui.
Aliquota 1% su base annua 600 euro applicazione per 6 mesi 300 euro
Detrazione del 43% per l’abbassamento del reddito complessivo 129
pagamento effettivo 171 euro. Reddito di 80.000 euro lordi annui.
Aliquota 1% su base annua 800 euro applicazione per 6 mesi 400 euro
Detrazione del 43% per l’abbassamento del reddito complessivo 172
pagamento effettivo 228 euro. Reddito di 100.000 euro lordi annui. Aliquota 1% su base annua 1.000 euro applicazione per 6 mesi 500 euro
Detrazione del 43% per l’abbassamento del reddito complessivo 215
pagamento effettivo 285 euro. Il proprio montante contributivo, quello che cioè determinerà la pensione, viene aumentato dell’intero importo previsto dall’aliquota aggiuntiva (per redditi di 40.000 euro sono 200 euro, per quelli da 100.000 sono 500) e non da quanto trattenuto in busta paga. Un’ultima cosa. Il rispetto della legge che imponeva a Inpgi l’obbligo di tentare una manovra sui conti dell’istituto ha consentito all’istituto di presentarsi con le carte in regola alla successiva trattativa che ha portato a un risultato assolutamente non prevedibile: LE PENSIONI DEI GIORNALISTI, NONOSTANTE IL PASSAGGIO ALL’INPS, VENGONO CALCOLATE CON IL SISTEMA MISTO E CON IL SISTEMA RETRIBUTIVO FINO AL 2016. Questo fatto ha permesso di mantenere inalterate le pensioni che nel caso opposto avrebbero avuto un taglio che, per i lavoratori con maggiore anzianità, poteva arrivare anche al 30%.