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Lavoro SINDACATO

Martella: ‘Emergenza spinga l’Europa a tornare a pensare e agire in grande’

«I giornali svolgono un servizio essenziale, perchè attraverso la trasmissione di notizie utili e veritiere forniscono a tutti una bussola aggiornata sui passi da compiere per uscire da questa situazione. Per questo la stampa va aiutata e sostenuta». Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’editoria, Andrea Martella, in un’intervista rilasciata al quotidiano Il Messaggero.

«Soprattutto in momenti come questo, la stampa ha un ruolo decisivo, e lo Stato ha il dovere costituzionale di mettere i giornalisti nelle condizioni di svolgere al meglio le loro funzioni. Va tenuta in piedi l’intera filiera: editori, stampatori, distributori fino alle edicole», ha affermato Martella.

«Se c’è una lezione da assimilare da questa nuova epidemia, è che l’informazione di qualità, quella che dimostra di avere fonti credibili, deve essere considerata a pieno titolo parte integrante della strategia complessiva di risposta alle emergenze. Per questo non esito a parlare di presidio essenziale. – ha quindi proseguito il sottosegretario. – L’opinione pubblica, intimorita da quanto sta accadendo, chiede buona informazione, credibile, di servizio, si aspetta indicazioni utili, voci autorevoli ed affidabili, con la massima trasparenza e senza sensazionalismi. Insieme ai siti del governo e della protezione civile, la stampa ha anche il compito di contrastare il dilagare di fake news che mirano al caos, a turbare l’ordine pubblico».

«Il settore editoriale – ha poi specificato – nel corso di questi anni, ha sicuramente sofferto. Ora si tratta di innescare una svolta e il governo farà quanto nelle sue possibilità per accompagnarla. Alcuni provvedimenti sono già stati adottati. Altri potrebbero trovare posto nel decreto economico che il governo si appresta a varare. In ogni caso, stiamo preparando una riforma organica, che ho battezzato Editoria 5.0 e che presenteremo non appena possibile».

Martella è intervenuto nel merito anche attraverso una lettera inviata al quotidiano Il Sole 24Ore, auspicando che «questa nuova e comune emergenza europea sia occasione e ragione per un’Europa che torni a pensare e ad agire in grande».

Secondo quanto dichiarato dal sottosegretario, il Governo «ha chiari gli obiettivi: difendere il lavoro, sostenere la liquidità delle imprese, agire sul versante fiscale, sbloccare buoni investimenti pubblici», ed «ha confermato la sostenibilità della finanza pubblica e la ripresa del percorso di aggiustamento e di crescita dopo il superamento della fase emergenziale. Operiamo, inoltre, mantenendo un confronto saldo e costruttivo con le istituzioni europee».

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SINDACATO

Coronavirus, uffici del Sindacato disponibili solo via telematica e telefonica

In coerenza con le ultime disposizioni governative, la segreteria del Sindacato Giornalisti Journalisten Gewerkschaft rimane aperta e fornisce informazioni per Sindacato CASAGIT e INPGI esclusivamente in via telefonica e mail, fino al prossimo 3 aprile.

Gli uffici del Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige rimangono aperti regolarmente, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 12. Tuttavia, in linea con le recenti disposizioni del Governo, e con le raccomandazioni delle autorità sanitarie per contenere la diffusione del Covid-19 (coronavirus), il Sindacato invita gli iscritti a NON presentarsi personalmente negli uffici. Tale invito, valido anche per le pratiche di Inpgi e Casagit, è valido fino al prossimo 3 aprile. Per il periodo di validità del decreto ministeriale, non sarà attivo il consueto sportello del martedì mattina presso l’Ordine dei giornalisti di Trento.

Per quanto riguarda la Casagit, come comunicato dall’azienda nei giorni scorsi, non vi sono problemi imminenti, in quanto il termine della consegna delle pratiche per il rimborso – riferite al quarto trimestre del 2019 – è stato prorogato al 30 aprile. Si consiglia, limitatamente al periodo dell’emergenza, di spedire per posta le pratiche di rimborsi e di chiedere eventuali spiegazioni o chiarimenti per telefono o attraverso posta elettronica.

Uguali misure precauzionali riguardano le consulenze (legale, fiscale e del lavoro) che il sindacato fornisce gratuitamente agli iscritti. I consulenti saranno comunque raggiungibili telefonicamente o attraverso posta elettronica.

Il sindacato invita i colleghi ad adottare misure di precauzione anche nelle redazioni e sui luoghi di lavoro.

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Articolo 21 GRUPPI

Le ‘Parole non sono pietre’e la Carta d’Assisi a Civiltà Cattolica

Nella sala convegni della rivista Civiltà Cattolica di Roma si è svolto venerdì 28 febbraio scorso un dibattito -seminario dal titolo “Parole non pietre” organizzato da Articolo 21 e dalla Federazione nazionale della stampa, alla presenza dei rappresentanti di tutte le fedi religiose riuniti insieme per la prima volta. Un evento senza precedenti per il valore simbolico, ma soprattutto per una comunanza d’intenti, capace di andare oltre a semplici promesse all’insegna di un dialogo antireligioso, sociale, politico, civile alla base di ogni democrazia. Un dialogo basato sulla convivenza pacifica e rispettosa delle idee e dei pensieri altrui. “Parole non pietre” si basa sulla Carta d’Assisi: un documento sottoscritto in precedenza il 3 maggio 2019 nella sede della Federazione nazionale della stampa dai tre esponenti più autorevoli delle religioni monoteiste. Un appello urgente soprattutto ai giornalisti a cui viene chiesto d pubblicare le notizie con un linguaggio consono e rispettoso della dignità altrui. Un’informazione corretta e scevra da parole usate come pietre, epiteti irripetibili, insulti e denigrazioni verso i più deboli, gli emarginati, gli stranieri. Un linciaggio mediatico mediante la violenza verbale capace poi di tramutarsi anche in atti fisici.

Nella Carta di Assisi è citato al punto nove uno dei principi cardini titolato “Connettiamo le persone”: «La società non è un groviglio di fili, ma una rete fatta di persone: una comunità in cui riconoscersi come fratelli e sorelle. Il pluralismo politico, culturale, religioso è un valore fondamentale. Connettiamo le persone». Contro ogni forma d’odio e razzismo la parola è fondamentale se utilizzata affinché si possano costruire dei “ponti e non innalzare dei muri” come spesso ricorda il presidente della FNSI Giuseppe Giulietti, l’artefice di queste tre giornate culminate domenica 10 marzo con la deposizione della “Panchina della Memoria” (realizzata dall’associazione Leali delle Notizie di Ronchi dei Legionari) nel Ghetto ebreo di Portico d’Ottavia di Roma, e dedicata a giornalisti e tipografi ebrei romani vittime della deportazione. Erano presenti Ruben Della Rocca, vice presidente della Comunità Ebraica di Roma; Mario Venezia, presidente della Fondazione Museo della Shoah; David Sassoli presidente del Parlamento europeo e della sindaca di Roma Virginia Raggi.

Nella sede  di Civiltà Cattolica si sono susseguiti gli interventi di Raffaele Lorusso segretario generale della Federazione nazionale della stampa, Guido D’Ubaldo, segretario del Cnog, Roberto Natale, coordinatore Comitato scientifico di Articolo21; padre Antonio Spadaro, direttore de La Civiltà Cattolica; Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero delle Comunicazioni della Santa Sede; Muhammad Abd al-Salam, segretario dell’Alto Comitato per l’attuazione documento sulla fratellanza; Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma; Alessandra Trotta, moderatrice della Chiesa Valdese; Abdellah Redouane, segretario generale del Centro islamico culturale d’Italia; il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’Editoria, Andrea Martella. Le loro firme sono state apposte sul disegno realizzato da Mauro Biani che rappresenta un ponte formato da una penna su cui si incontrano dei giovani provenienti da entrambe le direzioni.

Ad aprire il convegno Elisa Marincola portavoce di Articolo 21 che ha spiegato come l’iniziativa “Parole non pietre”  dove  confronto serviva per fornire una « sana informazione e una condivisione per noi a noi stessi», rifacendosi a quanto scritto nella Carta d’Assisi, e annunciando il saluto video registrato di Liliana Segre presidente della Commissione parlamentare contro il razzisimo, l’antisemitismo e la discriminazione: «le parole contro l’odio non sono pietre, sono messaggi che non hanno credo politico, religioso ma sono universali che uniscono e non dividono. Portano conforto. Per chi ha sofferto per le pietre il fatto che si parli di pace è importante. Sono felice che tante persone di fedi diverse si riuniscano per celebrare la pace sotto il cielo di Assisi e abbiano firmato la Carta d’Assisi».

Padre Antonio Spadaro, direttore della rivista Civiltà Cattolica (fondata nel 1850, la più antica d’Italia) ha ribadito come sia fondamentale operare con professionalità per «avere a cuore una delle architravi della nostra democrazia. La declinazione in tutte le forme di comunicazione ci fa chiedere quale società ho in mente? Quale voglio costruire? Lo stesso presidente della Repubblica Sergio Mattarella ci rivolge un monito quando dice di “sentirsi e riconoscerci in una comunità di vita e di comune destino”. Questo significa condividere valori e prospettive, diritti e doveri, parole da scolpire. I media svolgono un ruolo fondamentale nella comunicazione che costituisce un ambiente reale e non virtuale e ogni informazione crea delle relazioni e ogni comunicazione diventa informazione. In questi tempi una malattia epidemica ci mette sotto stress attaccando anche la nostra fisiologia della nostra anima ma dobbiamo combattere anche un’altra influenza ed eliminare l’odio contro il diverso. Viviamo in bolle filtrate dove ci mettiamo in contatto solo con chi la pensa come noi ».

Padre Spadaro ha voluto ricordare anche Antonio Megalizzi come un esempio di chi voleva contrastare ogni forma di linguaggio responsabile di alimentare intolleranza e odio verso gli altri. Un pensiero ripreso anche da Raffaele Lorusso segretario generale della FNSI: «Parole e non pietre richiama alla responsabilità di azioni condivise e il Congresso di Levico ha rappresentato lo spartiacque tra chi ritiene che uno vale uno e che si riconosce nella Costituzione antifascista. In un’ottica di post verità c’è chi si sforza di raccontare i fatti e c’è chi fa scatenare reazioni scomposte e irrazionali e attraverso l’uso di parole responsabili si cerca di far allontanare chi ne fa un utilizzo demagogico. Il confronto può diventare acceso ma non deve trasformarsi in una permanente chiamata alle armi, ad una narrazione che tende ad escludere e non ad includere. Dobbiamo tutti collaborare a costruire ponti e non muri e alimentare il terreno fertile si cui operare in questo senso. La Rete ha ingigantito il fenomeno su cui si basa il concetto distorto dell’uso delle parole. Viviamo in una democrazia liberale dove si sta cercando di ostacolare – ha proseguito Lorusso – la mediazione e i confronti alla base stessa della democrazia. L’accesso alla Rete rende possibile il fenomeno di proliferazione dell’utente con la creazione di gruppi chiusi dove si propagano fenomeni di paura. Voglio citare Stefano Rodotà (il primo Garante per la protezione dei dati in Italia, ndr) il quale facendo riferimento all’habeas corpus (“che tu abbia il tuo corpo”, ndr) parlò della necessità di arrivare alla definizione di “habeas data” estendendo alla Rete il diritto come sancito dall’habeas corpus di curare un fenomeno che ha la responsabilità di aver creato disagio sociale, diseguaglianze e violazione dei pari diritti di tutti e delle eguaglianze».

Se l’habeas corpus è stato pensato per tutelare l’essere umano nella sua integrità fisica (nel rispetto della sua dignità di corpo fisico) a garanzia dei propri diritti, oggi è fondamentale poter proteggere la libertà di una persona riconoscendo l’esistenza di un corpo digitale. «Il disagio sociale che si è venuto a creare è il risultato di politiche sempre meno attente fino ad aver creato false notizie e questo ha agevolato l’azione dei professionisti della demagogia. È necessario ridurre le diseguaglianze e gli ultimi del mondo del lavoro. Anche le parole tornino ad avere il loro significato» – ha concluso Raffaele Lorusso.

In un’epoca dominata dalle tecnologie digitali in cui la vita di ciascuno è condizionata in modo sempre più invasivo parlare di corpo digitale assume un significato preciso e non si può prescindere da quelle che sono le modificazioni e invasioni della propria libertà e dignità personale. Connessioni pervasive, divulgazione di dati sensibili, fino ad arrivare ad un uso compulsivo e distorto e responsabile di alimentare anche una disinformazione generalizzata. Tutto viene rilevato da queste tecnologie e reso pubblico, ogni gesto, azione fisica ed emotiva spesso manipolata. Roberto Natale del comitato scientifico di Articolo 21 ha poi spiegato l’importanza della Carta d’Assisi: «non è solo una carta dei giornalisti ma essa confluisce sulla strada dei diritti creata a fine anni Ottanta dal gruppo di Fiesole, ma è anche la carta dei doveri . Va contrastata la disintermediazione. Dobbiamo tutti noi giornalisti dimostrare la nostra responsabilità per impedire la marea montante dell’odio. L’assemblea parlamentare europea ha richiamato l’Italia per il linguaggio d’odio che imperversa nella nostra politica e nell’informazione. La Carta d’Assisi non nasce dal buonismo, non chiede di guardare la realtà con gli occhiali rosa ma di accertare e raccontare solo la verità. Lo ha ribadito anche il presidente Mattarella nel premiare semplici cittadini che non è un problema di essere buonisti; il tema del buonismo è emerso come riflesso condizionato nei media vedi certi titoli di giornali – ha spiegato Roberto Natale – come “prove tecniche di strage”; “accogliamo tutti anche i virus”; “ ora ci diamo tutti una calmata!”. La società non si regge sulla legge della lacerazione sociale, dobbiamo imparare a dare l’informazione con i numeri giusti altrimenti ci si avvelena tra quella che è la dimensione reale e quella della percezione ricevuta dei cittadini. Noi giornalisti abbiamo la responsabilità di combattere l’emotività».

Il direttore dell’Osservatore Romano Andrea Monda ha voluto ricordare nella circostanza dell’evento anche la catastrofe umanitaria che si è verificata in Siria con un milione di sfollati dove molti media omettono di darne notizia. Anche questo è un modo di fare disinformazione alla pari di chi scrive false notizie. «La Carta d’Assisi ci dice come una società incapace di reggere non cresce se si alimenta solo dentro le camere dell’ego e se ciascuno si connette solo con se stesso. Dobbiamo tenere vivo il dialogo». Il governo era rappresentato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’Editoria, Andrea Martella il quale ha portato un contributo efficace alla discussione (approvato dall’Ordine dei giornalisti che ha concesso i crediti formativi -deontologici): «Quando le parole vengono usate in modo strumentale contro l’interlocutore visto come un nemico, diventano un mezzo per colpire, per indurre paura e attaccare e mortificare l’altro. Per impedire il permesso di far entrare gli individui e gli altri popoli e alimentare il tempo dell’odio e dell’intolleranza che si diffonde, penso all’omofobia, al bullismo, al sessismo e al razzismo. l’odio è uno solo (riferendosi alla strage in Germania da parte di un uomo verso i turchi, alla strage in Nigeria, Burkina Faso, ndr) e il movente che sia razziale e di genere è la stessa cosa. L’odio è una pulsione negativa e compagno di viaggio dell’umanità come tutte le altre pulsioni. Emanuele Macaluso (politico e giornalista, ndr) aveva spiegato come “la grammatica ha liberato l’insulto” e ora si può odiare apertamente grazie ad una normalizzazione dialettica (negativa, ndr) e alla base dell’odio c’è la violenza verbale. L’incitamento all’odio e le notizie false (e i media ne sono spesso responsabili, ndr) progrediscono in parallelo – ha spiegato Martella – anche se non bisogna demonizzare internet e i social, questi hanno fatto crescere un lato oscuro, dove si è creato il clima dell’odio. Va sostenuta la complessa partita normativa con la creazione di regole pubbliche e l’autoregolamentazione in nome di una battaglia culturale. I nativi digitali che anno conosciuto il principio dell’informazione reale (la generazione di chi è cresciuto insieme alla diffusione delle nuove tecnologie informatiche, ndr). Esiste uno scarto tra percezione e realtà e alfabetizzazione funzionale, causa anche la scarsa lettura».

Il sottosegretario Martella ha ricordato anche l’impegno per la commissione per l’equo compenso rivolta alla professione giornalistica, la ricostituzione dell’osservatorio contro le intimidazioni ai giornalisti e in conclusione ribadendo la necessità di credere nel «principio del bene sempre presente in ogni credo e anche quello della laicità». Paolo Ruffini prefetto del Dicastero delle Comunicazioni della Santa Sede: «i titoli accattivanti dei giornali diventano titoli cattivi e anche le storie peggiori possono avere la possibilità di riscatto e di trasformazione». Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma: «stiamo vivendo in una fase dove assistiamo ad una costruzione di un’ideologia basata sulla divisione ed è preoccupante perché è già accaduto. Un finalismo asservito alla propaganda. Ringrazio Giuseppe Giulietti per la sensibilità dimostrata e per l’ascolto condiviso nel cercare di fermare i linguaggi d’odio, il pericolo di un’implosione è forte e grave e non è solo limitato ai noi ebrei e altre minoranze, ma a tutta la società».

La chiusura del dibattito è stata affidata al presidente della Federazione nazionale della stampa: «i processi democratici sono fatti dalle comunità e non dai leader solitari. Ci sono trasmissioni televisive con alti indici di ascolto ma dal basso indice di dignità. Per farlo devi essere radicale sull’analisi ma la radicalità è dare voce all’urlo, all’insulto. I politici vengono chiamati nelle trasmissioni televisive e questo diventa un problema democratico. (Il sociologo Zygmunt Bauman e il filosofo Loenidas Donskis, sono gli autori di “Cecità morale”; quest’ultimo scrive: “Se un politico non va in tv, non esiste – ma questa ormai è storia vecchia. La novità è che, se non sei sui social network, neanche tu esisti”. Cit. da “Cercami su “Instagram. Tra Big Data, solitudine e iperconnessione” di Serena Valorzi e Mauro Berti (Reverdito edizioni). Noi siamo stati accolti qui a Civiltà Cattolica da Padre Spadaro mentre in altri luoghi ci escludono – ha ricordato Giulietti e a lui sono state rivolte spesso delle accuse attaccandolo per le sue prese di posizione contro il sovranismo. Ci sono dei giornalisti che devono andare a casa per aver dimostrato di essere squadristi in quello che scrivono. Noi, invece, firmiamo di nuovo la Carta d’ Assisi per dire no alla penna come strumento di guerra surrettizio, ma uno strumento di conoscenza. Per ricordare i tanti giornalisti n carcere ora dall’altra parte del Mediterraneo. Per la liberazione dalle querele bavaglio. Per dire no ad una cultura del “me ne frego” responsabile di aver ammorbato il nostro paese. Il nostro impegno deve essere condiviso a tutti senza essere mai una corporazione e dobbiamo disarmare chi usa le parole come pietre». Come quelle ascoltate in questi giorni commentando l’emergenza del Covid 19 (coronavirus) come ha fatto, ad esempio, Vittorio Sgarbi. 

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SINDACATO

Iscrizioni al Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige 2020

Se vuoi dare forza all’azione del Sindacato dei giornalisti a favore delle fasce più deboli della categoria, dentro e fuori le redazioni, e contribuire alla difesa della professione, sei ancora in tempo per iscriverti al Sindacato giornalisti Trentino Alto Adige.

Tutte le quote d’iscrizione restano invariate: 65 € per i professionali e i freelance; 50 € per i collaboratori.

Sono state confermate anche le agevolazioni per i nuovi iscritti praticanti e collaboratori: per il primo anno, i praticanti non dovranno, quindi, versare la quota annuale, ma solo la quota di servizio dello 0,30%. La quota annuale verrà versata dai praticanti nuovi iscritti solamente a partire dal secondo anno. Per i giornalisti collaboratori nuovi iscritti, la quota annuale versata all’atto dell’iscrizione avrà valore per i primi due anni di iscrizione.

Ecco un riepilogo delle quote 2020: 

  • Professionali: quota di servizio dello 0,30% più quota annuale di 65 €;
  • Pensionati: quota di servizio dello 0,30%;
  • Freelance (professionali cui non può essere applicata la quota dello 0,30%): quota fissa di 65 €;
  • Collaboratori: quota annuale di 50 €.

Potrai pagare la quota:

  • nei nostri uffici di Bolzano, in Via dei Vanga 22, o presso l’Ordine dei Giornalisti a Trento, in via Grazioli 5;
  • con bonifico bancario intestato al Sindacato giornalisti Trentino Alto Adige al seguente IBAN: IT95 O 060 4511 6020 0000 0238 000, Cassa di Risparmio di Bolzano, Agenzia 2, Corso Libertà 84.

Informazioni e servizi sui siti www.fnsi.it e www.sindacatogiornalistitnbz.it, presso i nostri uffici e al numero di telefono 0471 971438.

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Lavoro PREVIDENZA E SALUTE

Prima edizione del premio giornalistico Fernando Cioffi

Un concorso nazionale, promosso da Abc Irifor del Trentino e dedicato alla memoria di Fernando Cioffi, dedicato ai giornalisti della carta stampata, del settore radiotelevisivo e del web che hanno trattato con parrticolare sensibilità il tema della disabilità sensoriale.

Abc Irifor del Trentino, polo di servizi per la disabilità visiva e uditiva, nato dalla fusione tra la Cooperativa Sociale Irifor del Trentino onlus e l’associazione Abc onlus, promuove un premio per segnalare i giovani giornalisti che, nei diversi media, hanno raccontato e raccontano con particolare sensibilità e creatività il tema della disabilità sensoriale nei suoi vari aspetti, della prevenzione della cecità e della riabilitazione visiva, in una sfida per il futuro verso il miglioramento della qualità della vita per tutti e verso l’inclusione di ogni diversità.

Il premio è dedicato alla figura di Fernando Cioffi, storico presidente di AbC IRIFOR, ma soprattutto promotore in Trentino di un sistema che, attraverso la prevenzione, l’assistenza e la riabilitazione, ha migliorato la salute e l’autonomia dell’individuo disabile perseguendo l’obiettivo di una più elevata qualità di vita personale, famigliare e comunitaria.  Questa prima edizione del Premio è nata anche grazie alla preziosa collaborazione di importanti realtà: Cassa di Trento, Diatec Group, Federazione Nazionale Stampa Italiana, Fondazione Antonio Megalizzi IAPB Italia Onlus (la sezione italiana dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità), ITAS Mutua, Ordine dei Giornalisti Trentino Alto Adige, Trentino Volley e Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Trento.

Qui il regolamento e il modulo di partecipazione.

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Lavoro SINDACATO

Coronavirus, Sindacato chiede atteggiamento responsabile

Sul coronavirus, facciamo proprio l’appello ai giornalisti del presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti a mantenere un atteggiamento responsabile e a non propalare fake news. Lo afferma un comunicato congiunto di sindacato regionale giornalisti, Assostampa Trento ed Ordine dei Giornalisti.


In questo momento di massima attenzione – prosegue la nota – l’opinione pubblica ha bisogno di notizie professionali di qualità, continua la nota.
Notizie incontrollate e non verificate possono ingenerare il panico, conclude il comunicato.

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Casagit PREVIDENZA E SALUTE

Casagit, pratiche del 2019 prorogate al 30 aprile

Data la situazione di emergenza provocata dall’epidemia da nuovo coronavirus, il CdA di Casagit Salute ha adottato un pacchetto di misure straordinarie rivolte ai soci.

Gli uffici della Direzione generale della SOMS Casagit Salute di via Marocco 61 a Roma restano aperti, operativi e garantiscono tutti gli attuali servizi ai soci.

In caso di uleriori provvedimenti straordinari che dovessero imporre la chiusura degli uffici, verrebbero comunque garantiti:

  • il servizio di autorizzazione ai ricoveri presso le strutture convenzionate
  • il servizio di risposta ai soci tramite e-mail, dalle ore 8 alle 18 di ogni giorno

Oltre allo spostamento della scadenza per la presentazione delle pratiche del quarto trimestre 2019 già posticipata al 30 aprile 2020,  vengono adottati i seguenti provvedimenti :

  • la scadenza dei pagamenti relativi al secondo trimestre del 2020 viene posticipata al 31 maggio
  • non vengono richieste le prescrizioni per accertamenti e visite specialistiche (a fronte di motivazioni legate all’attuale situazione di emergenza)
  • il contributo per non autosufficienti  relativo al I° trimestre 2020 viene corrisposto anticipatamente, a marzo (anziché ad aprile)
     

Chiarimenti in merito a rimborsi di tamponi, mascherine e igienizzanti:

  • rimborso del ticket ed eventuale quota regionale per i tamponi, qualora dovessero essere disponibili
  • mascherine e igienizzanti non sono mai stati contemplati dal tariffario, quindi non sono rimborsabili.

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Articolo 21 GRUPPI

‘Parole non pietre’: giornalisti, studenti, artisti, istituzioni insieme contro i discorsi di odio

«I giornalisti – ha detto il presidente della Fnsi Giuseppe Giulietti nella seconda giornata dell’iniziativa “Parole non pietre” – devono rispettare la Costituzione che vieta squadrismo, antisemitismo, le aggressioni alle diversità e istituisce il principio di uguaglianza tra le religioni, non discrimina tra opinioni politiche e tra i sessi. Il dovere dei giornalisti è ricordare la Costituzione contrastando chi usa le parole come pietre per uccidere la diversità».

L’incontro si concentrava sul tema dell’informazione inclusiva e delle iniziative da intraprendere per promuovere una narrazione capace di costruire ponti e non muri, nell’ambito della manifestazione “Parole non pietre”, promossa dall’associazione Articolo21 con, fra gli altri, Fnsi, Usigrai e Ordine dei giornalisti del Lazio. Dopo gli incontri di venerdì 28 febbraio, nella sala “Walter Tobagi” della Fnsi si sono ritrovati rappresentanti del sindacato, di Assostampa e Ordini regionali, di associazioni, scuole, istituzioni, direttori di giornali ed emittenti, politici, artisti: tutti insieme per una grande alleanza contro i discorsi di odio che inquinano la convivenza civile.

Dopo il saluto di Roberto Natale, la Coordinatrice nazionale per la lotta contro l’antisemitismo, Milena Santerini ha illustrato la relazione “La piramide dell’odio in Italia”, prodotta nella scorsa legislatura dalla commissione “Jo Cox”, con particolare attenzione riguardo al fenomeno dell’antisemitismo e alla sua diffusione tramite web e social. Il commissario Agcom, Antonio Nicita, si è poi soffermato sulle iniziative messe in campo dall’Authority nel contrasto all’hate speech, spiegando che «il linguaggio dell’odio nelle trasmissioni televisive e nei media può essere sanzionato e va denunciato».

Spazio quindi alle testimonianze di Alessio Falconio, direttore di Radio Radicale, Marco Tarquinio, direttore di Avvenire e Andrea Monda, direttore de L’Osservatore Romano. Mentre Stefano Corradino, direttore di articolo21.org, ha letto il messaggio di saluto della ministra Lucia Azzolina e Renato Parascandolo ha presentato il concorso “Rileggiamo l’articolo 34 della Costituzione” rivolto agli studenti delle scuole.

L’assessora al Turismo della Regione Lazio Giovanna Pugliese ha presentato la campagna “Io non odio”. Angelo Chiorazzo ha portato le testimonianze di alcuni ragazzi della comunità Auxilium. Federica Angeli ha raccontato la sua esperienza di giornalista sotto scorta. Anna Del Freo, segretaria generale aggiunta della Fnsi e componente del Comitato esecutivo della Federazione europea dei giornalisti, ha ricordato l’impegno del sindacato dei giornalisti, non solo in Italia.

Laura Boldrini ha approfondito il tema dell’odio in rete, ricordando la Carta dei diritti di Internet e il giurista Stefano Rodotà, e portato la sua esperienza di bersaglio degli odiatori online. Mimma Caligaris ha raccontato il lavoro della Commissione pari opportunità della Fnsi che ha portato alla stesura del Manifesto di Venezia per la corretta informazione sulla violenza di genere. Luca Perrino ha spiegato come è nata l’iniziativa della “panchina della memoria”, realizzata da Cristina Visintini e donata dall’associazione Leali delle Notizie, che verrà inaugurata domenica 1 marzo al ghetto di Roma. I presidenti degli Ordini regionali e i rappresentanti delle Associazioni regionali di Stampa e dei circoli territoriali di Articolo21 hanno arricchito la giornata con gli spunti e le esperienze provenienti dai territori.

I partecipanti all’incontro hanno quindi lanciato un appello, insieme con Amnesty International, per la liberazione di Patrick Zaki, lo studente e attivista per i diritti umani in detenzione preventiva in Egitto dal 7 febbraio. Nel corso dell’incontro sono anche stati consegnati due riconoscimenti “alla carriera” al regista Giuliano Montaldo e al giornalista Vincenzo Mollica.

Una delegazione della Fnsi e di Articolo21, insieme con il direttore della Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro, accolti dal segretario generale Abdellah Redouane, ha infine fatto visita alla Grande Moschea e al Centro Islamico Culturale d’Italia dove verrà promossa nei prossimi mesi una nuova tappa dell’iniziativa “Parole non pietre” perché, come ha ricordato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione dei 50 anni dal conferimento della Medaglia d’oro al valor militare al Comune di Stazzema, luogo dell’eccidio nazista del 12 agosto 1944, «il germe dell’odio non è sconfitto per sempre. Il timore del diverso, il rifiuto della differenza, la volontà di sopraffazione, sono sentimenti che possono ancora mettere radici, svilupparsi e propagarsi».

E dunque il contrasto all’odio e alle parole che lo alimentano deve essere un impegno costante.

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SINDACATO

Lorusso: ‘Ridurre le disuguaglianze per disinnescare il clima d’odio’

Il segretario Fnsi ha aperto nella sede della Civiltà Cattolica la tre giorni di iniziative dedicate all’importanza di promuove una informazione responsabile e inclusiva. Con lui il presidente Giulietti, il segretario del Cnog, Guido D’Ubaldo, il sottosegretario all’Editoria Martella, i rappresentati di Articolo21 e delle confessioni religiose. Padre Spadaro: «Usiamo le parole per costruire insieme la nostra democrazia».

Religiosi, politici e giornalisti a confronto sui temi dell’informazione e su come veicolare messaggi in grado di costruire ponti e non muri. Questo il filo conduttore della prima giornata di “Parole non pietre”, la manifestazione promossa dall’associazione Articolo21 con la Federazione nazionale della Stampa italiana, l’Usigrai, l’Ordine dei giornalisti del Lazio, il Centro Astalli, la Civiltà Cattolica e numerose altre realtà, in programma da venerdì 28 febbraio a domenica 1 marzo. All’apertura dei lavori, nella sede della Civiltà Cattolica, insieme con il direttore della rivista, padre Antonio Spadaro, erano presenti, fra gli altri, il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti; la portavoce e il coordinatore del comitato scientifico di Articolo21, Elisa Marincola e Roberto Natale; il segretario del Cnog, Guido D’Ubaldo; il sottosegretario all’Editoria, Andrea Martella; padre Mauro Gambetti, custode del Sacro Convento di San Francesco; Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero delle Comunicazioni della Santa Sede; Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma; Alessandra Trotta, moderatora della Tavola Valdese; Abdellah Redouane, segretario generale del Centro islamico culturale d’Italia; il disegnatore Mauro Biani, che ha donato all’iniziativa la vignetta “Parole non pietre”. La senatrice a viva Liliana Segre e Muhammad Abd al-Salam, segretario dell’Alto Comitato per l’attuazione documento sulla fratellanza, hanno inviato un video messaggio di saluto.

«Occorre una riflessione nella categoria che parta dal rispetto delle persone per contrastare la demagogia e i linguaggi dell’odio, anche affinché i giornalisti recuperino il loro ruolo nella costruzione dell’opinione pubblica. E occorre usare le parole con responsabilità, raccontando i fatti per quello che sono. Così come è necessario contrastare gli algoritmi dell’odio e della paura», ha affermato il segretario generale Lorusso, dopo l’introduzione di Elisa Marincola.

«Il confronto – ha aggiunto – può e a volte deve essere aspro, ma non può diventare una chiamata alle armi. E non si può cadere nell’inganno che la mancanza di regole nella rete si possa tradurre in libertà di offendere o nel superamento del ruolo dei professionisti dell’informazione, perché profilare gli utenti, creare le camere dell’eco significa aprire le porte alla diffusione di paure e rancori. Al contrario, il confronto è necessario per superare gli steccati e aprire la società, anche per superare quelle disuguaglianze che contribuiscono a creare il clima che genera odio. E il ruolo dell’informazione nel superare le disuguaglianze, le discriminazioni e fake news è fondamentale. L’inclusione e l’attenzione agli ultimi devono essere punti cardine di un percorso per creare una società più giusta e far sì che le parole possano tornare ad avere il loro significato e a non essere usate come pietre».

Guido D’Ubaldo ha ribadito la necessità di prendere le distanze da polemiche violente e di scegliere le parole giuste per disinnescare linguaggio di odio e per costruire ponti e non muri. Roberto Natale si è soffermato sui concetti della Carta di Assisi e ha ribadito che l’articolo 21 della Costituzione non può essere preso a pretesto per sdoganare insulti e incitamento all’odio.

«Si rovesci la tendenza in atto sul dilagare delle fake news come in questi giorni» e si punti ad un «valore dell’informazione che parta dalla attendibilità delle fonti», ha chiesto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Andrea Martella. «La stampa – ha aggiunto – ha un ruolo decisivo e il governo ha il dovere di mettere i giornalisti nelle condizioni di svolgere al meglio le loro funzioni. Momenti come questo hanno a che fare con la qualità della nostra convivenza. Imprescindibile il ruolo dell’informazione: le parole possono essere mezzo per ferire,  attaccare, mortificare le diversità, alzare muri, separare, creare nemici». E dunque è necessario, «un atto, che sviluppi un codice di linguaggio allontanando le parole d’odio», ha concluso.

«Vogliamo comunicare un messaggio di coesione sociale, cioè vogliamo essere uniti per costruire la nostra società. Questo incontro, in particolare, questa prima sessione, mette insieme giornalisti, politici, religiosi perché tutti noi insieme abbiamo parole per costruire insieme la nostra democrazia», ha evidenziato Antonio Spadaro.

«La sintesi delle differenze crea qualcosa di bello. La cifra della comunicazione è una contaminazione vicendevole, un’arte sviluppata attraverso la parola viva», ha osservato padre Gambetti, puntando l’attenzione sull’importanza di educare ed educarsi. Paolo Ruffini ha ricordato l’interesse della Santa Sede per i temi della manifestazione e nello specifico per il tema dell’etica degli algoritmi. Mentre Abdellah Redouane e Alessandra Trotta hanno evidenziato l’importanza di aver voluto raccogliere i punti di vista delle diverse confessioni religione.

In chiusura il monito di Giuseppe Giulietti a dar vita ad una informazione capace di costruire, anziché distrugge, ribadendo il ruolo centrale dell’intermediazione nella formazione dell’opinione pubblica e le responsabilità dei media nella costruzione di dialogo e confronto. Al termine della mattinata i presenti hanno firmato il manifesto “Parole non pietre”, realizzato dalla illustrazione di Mauro Biani.

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SINDACATO

Lavoro autonomo, insediata la Commissione nazionale

Insediata la Commissione lavoro autonomo nazionale (Clan) della Fnsi che, presieduta dal segretario generale aggiunto freelance Mattia Motta, ha confermato coordinatore il triestino Maurizio Bekar. L’uscente è stato eletto con 11 voti, mentre la romana Solen De Luca ha ricevuto due preferenze. Ai lavori della Clan si sono affiancati quelli dell’assemblea nazionale che ha indicato i tre rappresentanti dei freelance nella Commissione contratto. I prescelti sono il milanese Giuseppe Ceccato (16 voti), la napoletana Roberta De Maddi (13), l’aostano Alessandro Mano (13). Hanno ricevuto preferenze, inoltre, la romana Gaia Giuliani (6), la milanese Nicoletta Morabito (6), il torinese Massimiliano Borgia (2). Registrata anche una scheda bianca.

«Si apre una fase nuova di rappresentanza per i giornalisti non dipendenti nel segno dell’inclusione e della responsabilità – dichiara Motta –. È importante sostenere sui territori le colleghe e i colleghi che si stanno organizzando in coordinamenti che fanno riferimento alle Assostampa e alle commissioni regionali del lavoro autonomo. Denunciare il falso lavoro autonomo che inquina l’informazione in Italia attraverso organizzazione, mobilitazione e, se necessario, conflitto è la prospettiva per passare dalla protesta alla proposta, dalla resistenza al progetto». 

Fonte: FNSI