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FREELANCE Lavoro

Sostegno al reddito anche ai giornalisti lavoratori autonomi

La ministra Catalfo, di concerto con il ministro delle finanze Roberto Gualtieri, ha firmato il decreto che fissa le modalità di attribuzione del Fondo istituito con il decreto legge “Cura Italia”. Il bonus di 600 euro, che va a sommarsi alle misure già deliberate dall’istituto, va richiesto all’Inpgi. Il segretario Fnsi: «I limiti di reddito fissati permetteranno di soddisfare una platea ampia di colleghi».

Anche professionisti e lavoratori autonomi iscritti alle casse di previdenza private, e dunque anche i giornalisti lavoratori autonomi iscritti alla Gestione separata Inpgi, avranno un indennizzo di 600 euro per il mese di marzo. La ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Nunzia Catalfo, di concerto con il ministro delle Finanze, Roberto Gualtieri, ha firmato il decreto interministeriale che fissa le modalità di attribuzione del Fondo per il reddito di ultima istanza per chi ha subito danni all’attività dalla diffusione del coronavirus istituito con il decreto legge ‘Cura Italia’.

«Lo stanziamento del bonus per il sostegno al reddito dei professionisti autonomi e precari iscritti agli istituti previdenziali privati è un importante segnale di attenzione nei confronti di lavoratori privi di adeguati strumenti di tutela. I limiti di reddito fissati per accedere al contributo di 600 euro permetteranno di soddisfare una platea ampia di giornalisti», osserva Raffaele Lorusso, segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana.

«Come auspicato dalla Fnsi – prosegue – il contributo statale sarà erogato attraverso l’Inpgi e le altre casse professionali e, aspetto non secondario, per un numero significativo di giornalisti andrà a sommarsi alle misure di sostegno già deliberate dallo stesso Inpgi. È un risultato importante per il cui raggiungimento è stato fondamentale il confronto costante fra la Fnsi e il governo».

Un confronto, conclude Lorusso, «che continuerà per far sì che al comparto dell’informazione, ai giornalisti e a tutti gli addetti, che stanno dimostrando di svolgere con professionalità, spirito di sacrificio e abnegazione il ruolo di servizio pubblico essenziale, vengano assicurate anche nelle settimane a venire misure di sostegno adeguate per continuare a fornire ai cittadini gli strumenti di conoscenza necessari per affrontare la difficile emergenza che vivono il Paese e il mondo».

La ministra Catalfo, intanto, ha già anticipato che «si tratta di un primo intervento per fronteggiare immediatamente la situazione di emergenza», ribadendo che «siamo già al lavoro sulle nuove misure per il decreto di aprile, dove l’obiettivo è di prevedere, per queste categorie di lavoratori, un indennizzo di importo superiore».

LA SCHEDA
Il bonus va richiesto, a partire dal 1° aprile 2020, alla Cassa di previdenza lo schema predisposto dai singoli enti previdenziali. La domanda deve essere corredata dalla dichiarazione del lavoratore interessato, da copia del documento d’identità e del codice fiscale, dalle coordinate bancarie o postali per l’accreditamento dell’importo.

Sarà erogato:

  • ai lavoratori che abbiano percepito nell’anno di imposta 2018 un reddito non superiore a 35.000 euro la cui attività sia stata limitata dai provvedimenti restrittivi emanati in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da Covid-19;
  • ai lavoratori che abbiano percepito nell’anno di imposta 2018 un reddito compreso tra 35.000 e 50.000 euro e abbiano cessato o ridotto o sospeso la loro attività in conseguenza dell’emergenza epidemiologica.0


L’indennità verrà corrisposta a condizione che il soggetto richiedente abbia adempiuto agli obblighi contributivi previsti con riferimento all’anno 2019.

Per i giornalisti che hanno i requisiti, il bonus andrà a sommarsi alle misure di sostegno già deliberate dal Comitato amministrato dell’Inpgi.

PER APPROFONDIRE

Dal seguente link è possibile scaricare il modulo per richiedere il bonus

Al collegamento, le FAQ predisposte dalla Federazione nazionale della stampa sulle misure di sostegno per i lavoratori autonomi (scaricabili anche di seguito)

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Inpgi PREVIDENZA E SALUTE

Inpgi stanzia 42 milioni di euro per i giornalisti autonomi

Al fine di ampliare ed estendere il perimetro degli iscritti beneficiari di misure economiche compensative dello stato di difficoltà determinato dall’emergenza in atto, con specifico riferimento a coloro che svolgono la professione in forma autonoma, oggi il Comitato amministratore dell’istituto Inpgi ha adottato un primo pacchetto di provvedimenti che consentono di offrire, in via straordinaria, un articolato sistema di tutele che incidono sui temi della genitorialità, della salvaguardia della liquidità, del sostegno al reddito e dell’accesso al credito.

«Le iniziative adottate – ha spiegato la Presidente Marina Macelloni – costituiscono un insieme di misure che integrano i provvedimenti già adottati dal Governo e quelli che lo saranno in seguito, incidendo su diversi aspetti e mirano, quindi, a offrire – in un’ottica solidaristica – un quadro di tutele quanto più ampio possibile e comportano, sul piano finanziario, un impegno non banale, quantificabile in circa 42 milioni di euro. Naturalmente nelle prossime settimane valuteremo eventuali ulteriori misure che possano rispondere alle esigenze dei colleghi in difficolta».

Sono state introdotte le seguenti iniziative:

CONGEDI PARENTALI

E’ stata estesa anche in favore dei giornalisti iscritti alla Gestione separata la facoltà – già prevista dall’esecutivo per i lavoratori autonomi iscritti presso la Gestione separata dell’INPS – di usufruire di un numero di giornate di permesso per congedo parentale, fino ad un massimo di 15, per le quali è prevista l’erogazione di una indennità economica. Il beneficio è riservato agli iscritti con figli fino a 12 anni ovvero anche di età superiore, se disabili. Il provvedimento acquisirà efficacia operativa non appena interverrà la relativa approvazione ad opera dei Ministeri vigilanti.

DIFFERIRE IL PAGAMENTO DEL CONTRIBUTO MINIMO 2020 E DEI CONTRIBUTI A SALDO SUI REDDITI 2019

Al fine di preservare la situazione di liquidità degli iscritti, è stata prevista la facoltà – per i colleghi che nell’anno 2019 abbiano conseguito un reddito esclusivamente da lavoro autonomo non superiore a 30 mila euro – di effettuare il pagamento del contributo minimo 2020 anche successivamente alla scadenza del 31 luglio 2020 e fino alla scadenza del saldo, prevista per il 31 ottobre 2021, senza applicazione di sanzioni e avvalendosi, ove richiesto, di una rateazione semestrale. Inoltre, sempre in favore della medesima categoria di colleghi, il pagamento del contributo a saldo sui redditi 2019, la cui scadenza è prevista per il 31 ottobre 2020, potrà essere effettuato in modalità rateale, senza aggravio di interessi, fino a un massimo di 12 mesi.

La misura sarà efficace subito dopo la relativa approvazione da parte dei Ministeri vigilanti.

INDENNITA’ ECONOMICA PER CONTRAZIONE DELL’ATTIVITA’

Tra le conseguenze più evidenti della situazione di emergenza vi è la sospensione di una serie di attivtà sociali, culturali e sportive, che hanno determinato il venir meno di una serie di incarichi da parte dei colleghi che operano nei rispettivi settori interessati. Fermo restando che, sul piano generale, il Governo ha previsto una misura di sostegno all’attività dei lavoratori autonomi con un indennizzo economico (600 euro una tantum) a beneficio dei soli iscritti alle gestioni autonomi INPS, mentre è stata demandata ad un successivo decreto ministeriale l’eventuale adozione di incentivi economici per il resto dei lavoratori autonomi (inclusi quelli iscritti agli enti e casse previdenziali dei professionisti) costituendo a tal fine un fondo dotato di uno stanziamento di 300 milioni.

Il Comitato amministratore dell’Inpgi ha comunque previsto l’erogazione di un assegno una tantum, dell’importo pari a 500 euro, in favore dei colleghi iscritti in via esclusiva alla Gestione separata dell’Istituto che, nell’ultimo triennio, abbiano conseguito un reddito compreso tra 2.100 euro e 30.000 euro e che abbiano registrato, nel trimestre marzo-maggio 2020, un calo dei compensi di almeno il 33% rispetto a quelli conseguiti nell’ultimo trimestre (ottobre – dicembre) del 2019.
La misura trova la propria copertura finanziaria nei residui dello stanziamento per l’attuazione del programma di assistenza sanitaria integrativa avviato in collaborazione con la CASAGIT e, pertanto, l’accesso all’indennità è riservato ai colleghi che non abbiano già usufruito di detto vantaggio.

Qui è possibile scaricare il modulo “richiesta indennita 500 euro emergenza coronavirus”

SOSPENSIONE DEL PAGAMENTO DELLE RATE DEI PRESTITI E ACCESSO AGEVOLATO AL CREDITO

Per non penalizzare la situazione di liquidità derivante dalla contrazione dell’attività professionale, i colleghi che hanno in corso un piano di rateizzo per il rimborso di un finanziamento erogato dalla gestione separata dell’Istituto potranno, autocertificando la situazione di difficoltà conseguente all’emergenza sanitaria in atto, ottenere la sospensione, fino ad un massimo di12 mesi e senza sgravio di interessi, del pagamento delle rate dovute.

Inoltre, gli iscritti alla gestione separata che, a causa dell’emergenza, abbiano visto ridotti i propri compensi nel trimestre marzo-maggio 2020 in misura almeno pari al 33% rispetto ai compensi percepiti nel trimestre ottobre-dicembre 2019, potranno richiedere un prestito, a tasso zero, con piano di rateizzo della durata fino a 36 mesi, per un importo variabile in funzione dell’entità della riduzione del volume dei compensi e dell’anzianità contributiva presso la predetta Gestione previdenziale, in un range comunque compreso tra 2.000 euro e 25.000 euro.

Qui è scaricabile il modulo richiesta sospensione pagamento rate prestito GS

Qui è scaricabile il modulo per la domanda prestito solidale GS

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Lavoro SINDACATO

Covid-19, Fnsi in videoconferenza con Martella: ‘Sostenere l’informazione’

«L’impegno straordinario dei professionisti dell’informazione, nonostante il calo conclamato dei fatturati pubblicitari stia creando problemi di liquidità e di tenuta per le aziende, richiede un intervento del governo che, attraverso misure mirate, possa sostenere lo sforzo di tutto il mondo dei media per assicurare ai cittadini un’informazione corretta e veritiera». Lo ha detto Raffaele Lorusso, segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, nel corso di un incontro in videoconferenza, questa mattina, con il sottosegretario con delega all’Editoria, Andrea Martella.

«La fase di emergenza che vivono l’Italia e un numero sempre più alto di Paesi nel mondo – ha osservato Lorusso – rende sempre più chiaro il ruolo fondamentale e insostituibile dell’informazione nell’aiutare i cittadini a conoscere, comprendere e formarsi delle opinioni. La quasi totalità dei mezzi di informazione ha moltiplicato gli spazi dedicati alle notizie, ai reportage e agli approfondimenti». Uno sforzo più volte riconosciuto dallo stesso sottosegretario Martella e da numerosi esponenti del governo e del Parlamento.

Per questo il segretario generale della Fnsi ha espresso al sottosegretario l’auspicio che nei prossimi decreti che saranno adottati dal governo vengano previste ulteriori misure di sostegno per tutta la filiera dell’informazione. «Giornali, televisioni e siti web – ha detto Lorusso – stanno soffrendo per il calo della raccolta pubblicitaria dovuta alla chiusura di numerose attività produttive e commerciali. L’informazione è stata inserita fra i servizi pubblici essenziali, e di questo va dato atto al governo, ma adesso è necessario che quel flusso quotidiano di notizie e approfondimenti continui ad essere garantito. Per questo sono auspicabili nuove misure di sostegno che, partendo dallo sblocco degli 80 milioni dovuti alla Rai, possano garantire la sopravvivenza delle aziende e la salvaguardia dell’occupazione nella carta stampata e nell’emittenza radiotelevisiva locale. Nessuno pensa a interventi a pioggia. Sono però necessarie risorse legate al rispetto da parte delle singole testate del ruolo di servizio pubblico essenziale e del pluralismo delle voci, oltre che degli obblighi contrattuali nei confronti di giornalisti e dipendenti».

Il segretario generale della Fnsi ha ribadito la necessità di mettere a punto procedure che riconoscano come soggetti a rischio anche i giornalisti e gli operatori in prima linea nell’emergenza Covid-19. «Per questi colleghi – ha sottolineato – è auspicabile che le autorità sanitarie valutino le situazioni di maggiore esposizione e dispongano, per mutua protezione, l’effettuazione dei tamponi».

Si è parlato anche dei giornalisti freelance e precari. «Nel prendere atto della volontà del governo di sbloccare entro pochi giorni i contributi anche per i liberi professionisti iscritti agli istituti di previdenza privati previa presentazione di una domanda – ha rilevato Lorusso – è necessario che i prossimi decreti coinvolgano nel percorso di individuazione delle misure anche le singole casse professionali, alcune delle quali, Inpgi compreso, si stanno già attivando per investire risorse proprie in favore degli iscritti alle gestioni separate».

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GRUPPI

‘Scegliamo di guadagnare in profondità’. Intervista all’arcivescovo di Trento Lauro Tisi

Non scriviamo degli altri quello non vorremmo fosse scritto di noi”: è questo l’incipit della Carta di Assisi. Don Lauro, come si sta comportando l’informazione durante la pandemia da Covid-19?
«Riconosco quanto sia essenziale l’apporto mediatico in questi incredibili giorni. Ma quanto sta avvenendo aumenta a livello esponenziale la responsabilità di chi produce informazione e di chi la consuma, rilanciando con forza la prospettiva indicata nel Manifesto di Assisi contro i muri mediatici».

Mai come in questo momento servono compassione, fraternità, la capacità di mettersi dalla parte delle vittime e di non anteporre l’indice di ascolto a quello del rispetto della dignità di ogni persona: cosa emerge dalle cronache di questi giorni?
«In questi giorni di clausura forzata dettata dall’emergenza, si invera pienamente la profezia del “villaggio globale” introdotta in anni non sospetti da Marshall McLuhan. Lo conferma, fuor di metafora, la rapida e inesorabile espansione del contagio a livello mondiale. Lo avvalora, rispetto al contesto mediatico a cui propriamente si riferiva lo studioso canadese, l’importanza strategica degli strumenti di comunicazione, in particolare quelli digitali.  Oggi la notizia – prodotta e consumata – sembra essere bene di primissima necessità, un pane quotidiano assunto quasi con foga, al punto da doversi inventare termini come “infodemia” per descrivere negativamente il fenomeno».

Quale effetto le hanno provocato le immagini trasmesse in tutto il mondo delle bare trasportate sui camion militari a Bergamo?««
«Tra le altre abitudini, è stata completamente stravolta la nostra pratica di fede, a cominciare dall’impossibilità di celebrare comunitariamente l’Eucarestia. Ma c’è di più: soffriamo tutti oltremodo di fronte all’atroce cronaca di persone che si spengono in solitudine. Donne e uomini ai quali è riservato solo un fugace saluto, caricati su colonne di camion mimetici dove le bare scorrono via, freddi numeri di un bollettino di guerra».

Non le sembra surreale questa situazione che vede una overdose di informazione da una parte e dall’altra un allontanamento ed un isolamento?
«Viviamo un paradosso evangelico: per volerci bene dobbiamo stare distanti uno dall’altro. In un’ottica di responsabilità collettiva vien meno la possibilità di frequentare i gesti della prossimità. Mai avrei immaginato di dover raccomandare ai miei fedeli – in diretta tv e streaming, ma senza averne davanti i volti – che restare a casa è un atto d’amore, la prima vera eucarestia. E tuttavia anche in ambito ecclesiale si approfitta del contesto drammatico per dar vita a scontri surreali sulla fede, attaccandoci gli uni gli altri con la scusa di difendere “la verità”, quando, in realtà, a muoverci è solo l’orgoglio e la presunzione».

A toni urlati e sensazionalistici usati talvolta a sproposito in questo tempo, cosa propone la Chiesa di Trento per bocca del suo vescovo?
«Sogno che il rallentamento della vita in cui siamo forzatamente immersi possa essere abitato dal silenzio e dall’ascolto: potremmo così frenare il rumore assordante di tante parole che rischiano solo di aumentare l’ansia e l’apprensione.
Mi affido alla riflessione di alcune monache di clausura della Diocesi di Trento. Donne abituate all’isolamento e al silenzio, da claustrali parlano a noi “claustrali forzati” invitandoci a “scegliere di guadagnare in profondità”. “È questo – scrivono – l’unico modo per raggiungere le periferie talora così poco frequentate del nostro cuore, perché tutto sia più luminoso e sereno. E quando tutto questo sarà passato – perché passerà – poter ritornare tutti alla normalità della vita più veri e più umani, a vantaggio di tante persone affaticate, marginalizzate, povere, sole, per le quali trovare comunque, anche oggi in tempo di ritiro e isolamento, modi fraterni ed efficaci di prossimità».

Cosa deve insegnare questa emergenza planetaria a noi giornalisti in particolare?
«Se il mondo della comunicazione – professionisti e fruitori – riuscisse a vivere questo tempo come occasione per provare ad essere più veri e più umani, allora l’emergenza non sarà piombata invano tra noi».

Con l’impegno da parte nostra di proporre quando sarà finita l’emergenza una riflessione pubblica sul tema a Trento sulla “Carta di Assisi – Le parole non sono pietre proprio”, insieme all’arcivescovo Lauro Tisi.

(Autore: Rocco Cerone; fonte: Articolo21; foto: Gianni Zotta)

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FREELANCE Lavoro

Gli autonomi nel decreto ‘Cura Italia’: segnale positivo dal Governo

I giornalisti autonomi, precari e freelance, al pari di tutti i liberi professionisti, sono compresi nelle misure di tutela e sostegno previste dal decreto “Cura Italia”. Il risultato, che smentisce le voci inesatte diffuse da alcuni giorni sul “web”, è da ascriversi all’incessante attività di interlocuzione della Federazione della stampa italiana (FNSI), impegnata negli ultimi giorni in un confronto continuo con l’esecutivo. Le risorse per sostenere i giornalisti autonomi e le partite Iva non saranno disponibili da subito, ma verranno inserite all’interno di un decreto ministeriale adottato dal Ministero del lavoro entro trenta giorni. Per tale ragione, ha precisato il segretario generale Raffaele Lorusso, il lavoro della FNSI proseguirà anche nei prossimi giorni.

«Come preannunciato dal governo alla Fnsi nelle numerose interlocuzioni dei giorni scorsi – ha detto Lorusso – i giornalisti sono stati assimilati a tutte le altre categorie di professionisti che fanno riferimento alle Casse previdenziali private. È quindi plausibile che le misure saranno individuate di concerto con le singole casse previdenziali, Inpgi compreso, in tempi auspicabilmente brevi».

L’inserimento dei giornalisti autonomi all’interno del decreto, con tutela pari a quella di tutti i liberi professionisti, rappresenta un segnale importante per la categoria, e un implicito riconoscimento del ruolo centrale dell’informazione da parte del Governo guidato da Giuseppe Conte. «Ci auguriamo – ha commentato Mattia Motta, presidente della Commissione lavoro autonomo FNSI – che questo traguardo si possa riverberare positivamente anche sui lavori del Tavolo per l’equo compenso. Allargare le tutele retributive ai lavoratori non dipendenti è di vitale importanza per l’intera compagine giornalistica».

Il provvedimento, nello specifico, prevede per i professionisti la costituzione di un fondo per il reddito di “ultima istanza”. Si tratta di uno strumento per il riconoscimento di una indennità economica ai lavoratori. Alla definizione del  decreto che dovrà essere emanato, nell’arco di un mese, dal Ministero del lavoro concorreranno tutti gli istituti previdenziali delle professioni ordinistiche, tra cui l’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani (Inpgi).

Per evitare la diffusione di notizie false, che trovano terreno di propagazione tra lavoratori sotto pressione a causa della diminuzione del carico lavorativo, il coordinamento dei lavoratori giornalisti autonomi, precari e freelance di #ControCorrente ha lanciato un appello alla responsabilità. «Ci troviamo – si legge nel testo – in un momento in cui è richiesta a tutti serietà e responsabilità. Ci sono persone che hanno lavorato per giorni e continueranno a farlo in silenzio e con onestà. Non lasciamo che il loro sforzo per la categoria sia confuso con le manie di protagonismo elettorale di pochi».

(Fonte: Articolo21)

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FREELANCE Lavoro

Cura Italia, Fnsi: ‘Accolte richieste su sgravi e autonomi, ora nuove misure’

«Vanno accolte con favore le prime misure di sostegno della filiera dell’informazione che il governo ha inserito nel decreto ‘Cura Italia’. È però necessario che ai provvedimenti adottati ne seguano altri perché, nella fase di eccezionale emergenza che attraversa il Paese, i media professionali rappresentano l’unico e insostituibile canale di informazione certificata per i cittadini e l’argine contro le fake news e i troppi ciarlatani che imperversano nella rete». Lo afferma, in una nota, Raffaele Lorusso, segretario generale della FNSI.

«L’interlocuzione del sindacato dei giornalisti con il governo – afferma – prosegue perché vengano messe in campo nuove e più incisive misure di sostegno per la stampa. Oltre agli sgravi sulla pubblicità e al credito di imposta per le edicole, occorre individuare interventi che consentano a tutte le realtà della carta, della radio, della televisione e del web che stanno impegnando i giornalisti su tutto il territorio nazionale nel racconto dell’emergenza di proseguire nella loro attività, facendo fronte al calo dei ricavi. Va riconsiderata la decisione di non assegnare alla Rai le risorse che le spettano e affrontata la situazione dei giornali e delle radio e delle TV locali, che senza aiuti concreti rischiano di interrompere i prodotti informativi e di licenziare i giornalisti. Nessuno invoca contributi a pioggia: è necessario legare le misure di sostegno, dirette o indirette, alla salvaguardia dei livelli occupazionali e al rispetto da parte delle aziende degli obblighi retributivi, previdenziali e contrattuali».

Il lavoro della FNSI va avanti anche sul versante della tutela dei lavoratori autonomi e precari. «Contrariamente a quanto sta circolando in rete in queste ore, ad opera di chi neanche in una situazione come questa rinuncia alla propaganda e alla demagogia – sottolinea Lorusso – le risorse per sostenere i giornalisti lavoratori autonomi e le partite Iva non sono immediatamente disponibili, ma dovranno essere inserite in un decreto del ministero del Lavoro che sarà adottato nei prossimi trenta giorni. Come preannunciato dal governo alla FNSI nelle numerose interlocuzioni dei giorni scorsi, i giornalisti sono stati assimilati a tutte le altre categorie di professionisti che fanno riferimento alle Casse previdenziali private. È quindi plausibile che le misure saranno individuate di concerto con le singole Casse, Inpgi compreso, in tempi auspicabilmente brevi».

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SINDACATO

Sindacato: solidarietà ai colleghi del Corriere dell’Alto Adige

Il Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige esprime solidarietà e vicinanza al cdr e a tutti i colleghi del Corriere dell’Alto Adige in quarantena per il Coronavirus.

«Questo caso di contagio, al pari degli altri che si sono verificati in tutta Italia – afferma il segretario regionale Rocco Cerone – dimostra che i giornalisti (dipendenti, collaboratori, free-lance) sono da considerarsi categorie a rischio, che mettono a repentaglio la loro salute per garantire ai cittadini una corretta e costante informazione, bene primario e irrinunciabile, anche e soprattutto nel bel mezzo di questa drammatica emergenza sanitaria».

Il Sindacato regionale giornalisti auspica che l’azienda metta a disposizione dei colleghi gli strumenti adeguati per il telelavoro.

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Lavoro SINDACATO

Fnsi in videoconferenza con Martella: «L’informazione non si ferma, tutelare i più deboli»

L’impegno dei giornalisti continua, pur fra difficoltà sempre più diffuse. «È necessario che le aziende si attrezzino per tutelare la salute sia dei colleghi che lavorano nelle redazioni sia di quelli, collaboratori, autonomi e precari compresi, che continuano a seguire l’emergenza sul campo», ha evidenziato il segretario Lorusso, auspicando che gli operatori dei media siano inseriti fra le categorie a rischio. Il sostegno e la solidarietà del sindacato a quanti «hanno sopperito con grande abnegazione alla chiusura delle redazioni». Il sottosegretario Martella in Fnsi

«L’informazione non si ferma. L’impegno dei giornalisti italiani continua, pur fra difficoltà sempre più diffuse e visibili. È però opportuno che anche le aziende facciano la loro parte, mettendo i giornalisti nelle condizioni di lavorare in condizioni di sicurezza». Lo ha detto il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, in una videoconferenza, questa mattina, fra i vertici del sindacato dei giornalisti e il sottosegretario con delega all’Editoria, Andrea Martella.

«I giornalisti italiani stanno dando dimostrazione di grande professionalità e senso del dovere – ha sottolineato Lorusso -. Anche in situazioni di grande precarietà, come la chiusura di alcune redazioni per il verificarsi di alcuni casi di positività al Covid-19, non è mai venuto meno il flusso di informazioni corrette per i cittadini. A tutti i colleghi che, dal Piemonte al Veneto alla Puglia, hanno sopperito con grande abnegazione alla chiusura delle redazioni, vanno il sostegno e la solidarietà della Fnsi. Il protocollo per la sicurezza riguarda anche tutti i lavoratori dell’informazione. Per questo è necessario che tutte le aziende si attrezzino per tutelare la salute sia dei giornalisti che lavorano nelle redazioni sia di quelli, collaboratori, autonomi e precari compresi, che continuano a seguire l’emergenza sul campo. Il confronto con i comitati di redazione, che in alcune realtà non c’è mai stato, deve essere costante e nessuna azienda può sottrarsi: ne va della salute di chi lavora e della qualità dell’informazione. Da questo punto di vista, sarebbe auspicabile che i giornalisti e gli operatori dell’informazione fossero inseriti fra le categorie a rischio, individuando strutture sanitarie ad hoc dove effettuare eventuali controlli medici».

Il segretario generale della Fnsi è tornato a sollecitare la necessità di mettere in campo misure di tutela, soprattutto reddituale, per i giornalisti autonomi e precari. «Anche su questo aspetto – ha sottolineato – l’auspicio è che il governo possa sostenere, nella stessa misura delle altre categorie di professionisti lavoratori autonomi, anche i giornalisti non contrattualizzati. È una richiesta che la Fnsi ha avanzato già nelle primissime ore dell’emergenza. In questa situazione è chiaro che i giornalisti meno tutelati sono i più esposti. Dal loro impegno in questa fase si dovrà partire, conclusa l’emergenza, per riprendere il confronto sul contrasto al lavoro precario e la valorizzazione della dignità del lavoro e delle persone, troppo spesso calpestati da politiche aziendali all’insegna dei tagli. La sensibilità a questi temi più volte dimostrata dal sottosegretario Martella lascia ben sperare».

Di seguito, alleghiamo il protocollo di accordo per contrasto del coronavirus raggiunto dai sindacati e dal Governo:

Fonte: FNSI

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FREELANCE Lavoro

Lorusso: ‘Il Governo sostenga il settore, soprattutto i lavoratori autonomi e precari’

«Il telegiornale Rai della Puglia trasmesso da una postazione mobile in piazza per la temporanea chiusura della redazione a causa della positività di un collega al Covid-19, sedi svuotate, giornalisti costretti a lavorare in condizioni disagiate, spesso con turni massacranti, sono l’immagine emblematica dell’informazione al tempo del Coronavirus. I giornalisti italiani, a tutte le latitudini e senza distinzione di testata, stanno dando prova di grande professionalità, orgoglio e senso di responsabilità. Garantire il diritto dei cittadini ad essere informati, nello spirito dell’articolo 21 della Costituzione, è l’imperativo di tutti i giornalisti, a prescindere dalle difficoltà oggettive e dai rischi per la salute. Tutto andrà bene anche grazie all’informazione professionale che, in una fase come questa, è come una luce nel buio. Per questa ragione, fondamentale è il riconoscimento di servizio pubblico essenziale disposto dal governo per tutta la filiera dell’informazione. Un passaggio, sostenuto dalla FNSI, al quale dovranno auspicabilmente seguire provvedimenti di sostegno al settore, ma anche e soprattutto ai lavoratori autonomi e precari, che sono già i più colpiti sotto il profilo economico. L’interlocuzione fra FNSI e governo è costante. La disponibilità dell’esecutivo a farsi carico delle difficoltà dei giornalisti, al pari di quelle delle altre categorie di professionisti, nei provvedimenti annunciati per le prossime ore è un segnale importante ed è auspicabile che rappresenti la premessa per affrontare seriamente – a emergenza conclusa – il tema della lotta al precariato». Lo afferma, in una nota, Raffaele Lorusso, segretario generale della FNSI.

(Fonte: FNSI)

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SINDACATO

#Controcorrente: FNSI in contatto con il Governo per sostenere la professione

La tutela del lavoro giornalistico autonomo è un punto centrale nella politica sindacale della Fnsi. Come gli avvocati, i commercialisti e molte altre categorie di professionisti, anche i lavoratori autonomi giornalisti possono andare incontro ad una riduzione del reddito dovuta per esempio alla riduzione di pagine dei quotidiani o alle difficoltà nella mobilità. Il miglior sostegno al reddito resta il lavoro e per questo la Fnsi è impegnata non soltanto ad assistere tutti i comitati di redazione per far sì che tutte le testate giornalistiche possano continuare ad operare in condizioni di sicurezza, senza subire limitazioni o penalizzazioni, ma anche a tenere aperto un canale diretto di comunicazione con il governo per garantire che l’informazione professionale e di qualità resti accessibile a tutti. Per questo ha sostenuto l’inserimento di tutta la filiera dell’informazione, dai centri stampa alle edicole, fra le attività essenziali e di pubblica utilità.

L’interlocuzione della FNSI con il Governo punta ad assicurare ai giornalisti la maggior copertura e il maggior sostegno possibili. Per le categorie professionali, come quella giornalistica, il governo con il primo decreto ha deciso che debbano essere le casse previdenziali private a farsi carico del sostegno al reddito e dei necessari interventi straordinari a carico dei lavoratori non dipendenti. Proprio in queste ore l’Inpgi è in attesa delle risposte ad una serie di quesiti, posti attraverso l’Adepp (l’Associazione delle casse previdenziali e delle professioni), per mettere a punto provvedimenti di sostegno.

#Controcorrente

(Immagine: Simone Ramella, Wikimedia commons)