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Articolo 21 GRUPPI

La satira umoristica turca è di casa allo Studio d’arte Andromeda di Trento

La satira umoristica ha una patria d’eccellenza: la Turchia ma è di casa anche in Italia a Trento. Lo Studio d’arte Andromeda è un’associazione culturale opera in questa città da oltre quarant’anni e svolge un’intensa attività grafica in campo internazionale. In ambiti come la satira, illustrazione, pittura, grafica e fumetto. Organizza ogni anno una rassegna internazionale di satira e umorismo e a Trento sono arrivati artisti di fama internazionale: Zavrel, Reggiani, Thole, Negrin, Anna Castagnoli, Oscar Sabini, Ana Ventura, Svetlan Junacovic, Javier Zabala, la Scuola di disegno anatomico del Rizzoli di Bologna, tra i tanti che figurano nell’elenco. Tra le tante collaborazioni l’Andromeda mantiene da molto tempo anche un legame particolare con i disegnatori e illustratori della Turchia. Un gemellaggio che vale la pena approfondire vista la situazione in cui riversa questa nazione. Assunta Toti Buratti è una delle fondatrici dell’Associazione di cui è anche vicepresidente, dopo aver svolto la carriera di docente di materia in disegno dal vero presso l’Istituto statale d’arte Alessandro Vittoria di Trento. Sulla satira umoristica in Turchia e sul lavoro svolto negli anni per invitare i disegnatori di tutto il mondo a Trento, ci ha rilasciato un’intervista mentre l’attività artistica dell’Andromeda è sospesa a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19.

Assunta Toti Buratti, ‘Chi ha paura del lapis cattivo’

«La prima considerazione necessaria per parlare dell’importanza della cultura artistica nel settore della satira umoristica è quella di smettere di pensare come i turchi siano solo un popolo dedito al fumo: un banale luogo comune! In Turchia c’è una storia importante sulla satira e l’umorismo paragonabile a quello della Francia, mentre noi in Italia siamo rimasti indietro causato dalle conseguenze di vent’anni di censura durante il Fascismo che impediva ogni libera espressione. Quando iniziai a frequentare negli anni ‘70, il Salone Internazionale dell’Umorismo di Bordighera, (è stato uno dei principali festival dedicati al disegno umoristico organizzati in Europa, fondato subito dopo la fine della seconda guerra mondiale da Cesare Perfetto, ndr) partecipavano disegnatori come Raymond Penet (l’ideatore dei celebri“fidanzatini”) e Nehar Tüblek, uno dei disegnatori turchi più conosciuti , vincitore di numerosi premi anche in Italia, come quello di Bordighera e alla Biennale internazionale dell’umorismo d’arte di Tolentino. Con il tempo ho capito bene la realtà della Turchia in cui si poteva svolgere un’intensa attività satirica a cui veniva dato ampio spazio sui giornali – spiega la disegnatrice – , cosa che da noi in Italia non ci sognavamo nemmeno.

Nehar Tüblek

Negli anni a seguire mi hanno invitata a far parte della giuria che esaminava i partecipanti alla rassegna internazionale di Istanbul. Sono una delle quattro artiste negli anni ‘80 che disegnavano satira umoristica in Italia. Ad Istanbul partecipavano illustratori da tutto il mondo e venivamo ospitati in un palazzo storico dove un tempo era l’harem delle vedove del sultano, poi trasformato in un centro di calcografia per i stampatori. Qui ci siamo riuniti per una settimana con il compito di selezionare le opere umoristiche e satiriche. In Turchia in passato i disegnatori venivano trattati con riverenza e considerati dei personaggi molto amati e rispettati, alla pari degli scrittori». Visionare le tante illustrazioni e vignette realizzate dagli artisti ed esposte all’Andromeda di Trento fa capire come questa forma artistica sia fondamentale per l’esercizio e la libertà di pensiero in democrazia.

Nehar Tüblek

«Sono tornata una seconda volta in Turchia – prosegue Assunta Toti Buratti – per la rassegna internazionale di Istanbul il cui presidente della giuria era Metin Peker. Un giorno siamo stati invitati a visitare una redazione di un giornale ed io avevo in mano un piccolo libro d’illustrazione dal titolo “Sorridere piano”; lo vede un giornalista e avvicinandosi mi disse: “Sorridere piano, disegnare forte”». Scrive Fazila Mat in un interessante e approfondito articolo pubblicato sul sito www.balcanicaucaso.org dal titolo “Fare satira politica e religiosa in Turchia. La forza della tradizione umoristica (…)”: «le riviste d’umorismo sono un prodotto e anche un riflesso delle molteplici realtà contraddittorie che coesistono in Turchia e che, secondo alcuni umoristi, rappresentano la fonte dalla quale attingere il sorriso. La stampa satirico-umoristica a Costantinopoli risale alla seconda metà del XIX secolo. Le riviste del periodo, ispirate nei disegni ai coevi francesi e inglesi, oltre a segnare il passaggio da una cultura umoristica orale a quella su carta stampata, diedero anche voce alle preoccupazioni politiche, morali e religiose della società multietnica ottomana».

Tornando ai giorni nostri la disegnatrice dell’Andromeda ci racconta anche dell’incontro con uno degli artisti turchi più celebri: Metin Peker: «Ricordo quando durante una riunione di disegnatori Peker mi abbracciò con forza. Aveva fatto tre anni di carcere a causa di un colpo di Stato avvenuto in precedenza e solo dopo la caduta del regime era stato liberato. Pubblicava sulla rivista Karikatür che tradotto in italiano significa caricatura e viene utilizzata per disegnare i visi delle persone, mentre nel resto del mondo questa espressione artistica è carica di significati. Ora prevale il cartoon inglese. Su un numero di Karikatür è stata pubblicata in copertina una mia vignetta. Un’altra rivista online importante è Fenamizah (pubblicata fino al 2017, ndr). Tra di noi disegnatori ci sentivamo spesso e ho ricevuto spesso l’invito da parte dei colleghi turchi.

Il clima satirico in Turchia è alimentato da diverse manifestazioni come quella della Biennale di Ankara; in una di queste edizioni hanno partecipato anche i giovani del nostro laboratorio dell’Andromeda invitati in rappresentanza dell’Italia. A Smirne, nel centro storico, c’è il Museo dell’umorismo e della satira dei popoli del Mediterraneo dove io sono stata invitata in rappresentanza dell’Italia. Qui ho conosciuto il direttore del Museo, Eray Özbek, invitato poi a Trento dove è stato premiato come migliore disegnatore nella nostra rassegna, uno dei giurati alla rassegna internazionale di Bodrum sostenuta da un mecenate come Aidin Dogan (nel 2018 il Sole 24 Ore pubblicò un articolo in cui veniva riportata la notizia della vendita di alcuni dei suoi principali media d’opposizione in Turchia. Una situazione attuale in cui molti giornalisti sono stati arrestati e destano forte apprensione per le loro condizioni, ndr)».

La Turchia è stata anche la patria di Mustafa Kemal Atatürk, considerato come un eroe e padre nobile, eletto presidente della Repubblica e fautore della laicizzazione dello stato. Tra le sue prime iniziative intraprese la chiusura delle scuole religiose in favore di un sistema di istruzione pubblica centralizzato e l’abolizione dei tribunali religiosi. Un’altra personalità prestigiosa per la cultura turca è Nâzım Hikmet: poeta, drammaturgo e scrittore turco, è considerato uno dei più importanti poeti turchi dell’epoca moderna. Subì diverse condanne e fu incarcerato per 14 anni. I suoi libri sono stati tradotti in tutto il mondo mai nella sua lingua originale. Muore a Mosca nel 1963.

@Copyright Bertani editore 1988 Nuova editrice Verona – Studio d’Arte Andromeda

Assunta Toti Buratti cita anche la rassegna umoristica di Istanbul più quotata al mondo: «Vengono assegnati ventimila euro di premio da destinare al vincitore del concorso internazionale Nasreddin Hodja Cartoon Contest, aperto ai caricaturisti di tutto il mondo, ed il tema scelto ad ogni edizione biennale è in linea con le principali questioni del mondo più uno fisso, quello della situazione delle donne. Un mecenate finanzia le scuole per bambine orfane e un laboratorio fatto da non disegnatori. In Turchia c’è lo sforzo per emancipare le donne. La satira serve anche a scopi educativi».

L’Andromeda nel 1988 ha realizzato una rassegna di grafica umoristica dal titolo “Chi ha paura del lapis cattivo” dove sono state esposte opere di Marta Anderle, Giovanna Avancini, Giorgio Bertani, Cetrioli Salsa e Fantasia, Giuseppe Marchi, Carlo Martinelli, Rudi Patauner, Luigi Penasa, Giorgio Masera, Umberto Rigotti, Assunta Toti Buratti,Paolo Vitti, e con l’adesione di Aldo Bortolotti, Vauro Senesi, Vauro Senesi, Leonardo Cemak.

Rudi Patauner, ‘Chi ha paura del lapis cattivo’

Lassociazione è composta da Giulia Pedrotti che ricopre la carica di presidente, Assunta Toti Buratti è la vicepresidente, i consiglieri sono Lorenza Sebastiani, Romano Oss, Umberto Rigotti, Luigi Penasa, Alessandro Alfonsi, Nadezhda Simeonova

(Fonte: Articolo21; autore: Roberto Rinaldi; in apertura foto di Umberto Rigotti ‘Chi ha paura del lapis cattivo’ – Studio d’Arte Andromeda Trento 1988)

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SINDACATO

Rinviato a lunedì 18 maggio lo sciopero di giornalisti e tecnici di Video33/SDF

Rinviato a lunedì 18 maggio lo sciopero di giornalisti e tecnici di Video33/Sdf. Lo annunciano – in una nota – il Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige/Südtirol (Sjg-FNSI) e la FistelSgb Cisl.

Dopo l’indizione dello sciopero, la proprietà ha pagato la mensilità di febbraio. Rimangono inevase ancora marzo e aprile, che scadrà il 15 maggio.

Considerando che i ritardi dei pagamenti sono avvenuti ripetutamente anche negli ultimi due anni, rimane lo stato di agitazione dei dipendenti e lo sciopero viene pertanto aggiornato a lunedì 18 maggio prossimo.

Si rimane comunque a disposizione della proprietà per una trattativa seria in merito al futuro dell’azienda. Se non cambierà l’atteggiamento di assoluta mancanza di trasparenza tenuto fino ad oggi dalla stessa, tutte le decisioni assunte nell’assemblea del personale svoltasi lo scorso 4 maggio si intendono confermate.

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GRUPPI Lavoro

Santa Marta, Francesco prega per i giornalisti: ‘In tempo di pandemia rischiano tanto’

«Che il Signore aiuti gli uomini e le donne che lavorano nei mezzi di comunicazione in questo lavoro di trasmissione, sempre, della verità», ha esortato il pontefice introducendo la messa trasmessa in diretta e offerta per tutti coloro che soffrono a causa del coronavirus.

Papa Francesco torna a rivolgere un pensiero a quanti lavorano nei media e che, in questo tempo di pandemia, lavorano e rischiano tanto.

«Preghiamo oggi per gli uomini e le donne che lavorano nei mezzi di comunicazione. In questo tempo di pandemia rischiano tanto e il lavoro è tanto. Che il Signore li aiuti in questo lavoro di trasmissione, sempre, della verità». Questa la preghiera di introduzione del pontefice alla messa trasmessa in diretta da Santa Marta e offerta per tutti coloro che soffrono a causa del coronavirus.

(Fonte: FNSI)

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SINDACATO

Sciopero giornalisti e tecnici di Video 33/Sdf

In sciopero giornalisti e tecnici di Video33/SDF venerdì 8 maggio 2020. Lo annunciano in una nota congiunta il Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige Journalisten-Gewerkschaft (Sjg-FNSI)e la Fistel-Sgb Cisl.

La decisione per sollecitare il pagamento degli ultimi tre mesi di stipendio: febbraio, marzo ed aprile 2020 e di tutte le spettanze ad essi collegate. Non avendo ricevuto alcun impegno credibile sulla tempistica dei pagamenti delle retribuzioni arretrate, nonostante tre infruttuose riunioni in videoconferenza per raggiungere un accordo per la cassa integrazione per l’emergenza Covid-19 e per accedere alla Cig in deroga, le due organizzazioni sindacali sono state costrette a prenderne atto e a confermare lo stato di agitazione.

L’assemblea congiunta di giornalisti e tecnici ha dato mandato a Sindacato Giornalistie Fistel-Sgb Cisl di proclamare lo sciopero, riservandosene la revoca se i vertici di RosengartenMedia Srl provvederanno all’accredito delle competenze arretrate dei dipendenti sui rispettivi conti correnti entro giovedì 7 maggio.

Sindacato Giornalistie Fistel-Sgb Cisl si riservano qualsiasi altra azione per tutelare il patrimonio aziendale ed i diritti dei lavoratori.

Non avendo ricevuto alcun impegno credibile sulla tempistica dei pagamenti delle retribuzioni arretrate, nonostante tre infruttuose riunioni in videoconferenza per raggiungere un accordo per la cassa integrazione per l’emergenza Covid-19 e per accedere alla Cig in deroga, le due organizzazioni sindacali sono state costrette a prenderne atto e a confermare lo stato di agitazione.

Rocco Cerone (Sjg-FNSI)

Michele Buonerba (Sgb Cisl)

Bianca Maria Catapano (Fistel-Sgb Cisl)

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Journalisten und Techniker von Video33/SDF sind am Freitag, 8. Mai zum Streik aufgerufen: Das teilen in einer gemeinsamen Stellungnahme die Journalistengewerkschaft Trentino-Südtirols und die Fachgewerkschaft Fistel im SGBCISL mit.

Der Arbeitsausstand ist ausgerufen worden, um die Bezahlung der ausstehenden drei Monatsgehälter für Februar, März und April 2020 sowie die damit zusammenhängenden Ansprüche einzufordern.

Da die beiden Gewerkschaften keine glaubwürdige Zusage hinsichtlich des Zeitpunkts der Auszahlung der ausständigen Gehälter erhalten haben und drei Sitzungen per Videokonferenz nicht zu einer Einigung über den Lohnausgleich infolge der COVID-19-Notsituation und zum Zugang zum außerordentlichen Lohnausgleich geführt haben, sahen sie sich gezwungen, die Protestmaßnahmen zu bestätigen.

Bei einer Versammlung haben die Journalisten und das technische Personal die Journalisten-gewerkschaft und die Fistel SGBCISL beauftragt, einen Streik auszurufen. Sie behalten sich vor, den Streik zu widerrufen, falls die Verantwort-lichen der Rosengarten Media GmbH den Beschäftigten die ausständigen Gehälter bis Donnerstag 7. Mai überweisen.


Die Journalistengewerkschaft und die Fistel SGBCISL behalten sich weitere Schritte vor, um die Rechte der Arbeitnehmer zu wahren.

Rocco Cerone (Sjg-FNSI)

Michele Buonerba (Sgb Cisl)

Bianca Maria Catapano (Fistel-Sgb Cisl)

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Articolo 21 GRUPPI

Giornata mondiale della libertà di stampa: dibattito dell’associazione Leali delle Notizie

Oggi, 3 maggio, si celebra la Giornata mondiale della libertà di stampa indetta dalle Nazioni Unite. L’associazione Leali delle notizie di Ronchi dei Legionari ha organizzato un incontro online su uno dei principi cardini della nostra Costituzione, sancito dall’articolo 21. Il dibattito sulla libertà di stampa, moderato dal collega Roberto Rinaldi, è stato pubblicato questa mattina. Sono intervenuti il presidente della Federazione nazionale della stampa (FNSI) Giuseppe Giulietti, il segretario del Sindacato dei giornalisti/Journalisten-Gewerkschaft Trentino Alto Adige-Südtirol (Sjg) Rocco Cerone e la giornalista e scrittrice Tiziana Ciavardini.
Il confronto è visibile – di seguito – direttamente sul portale del Sindacato del Trentino Alto Adige.

L’immagine in apertura dell’articolo è stata cortesemente donata dal vignettista trentino Fabio Vettori ad Articolo21, per ricirdare il valore della libertà di stampa.

«Siamo sempre stati in prima linea nella difesa della libertà di stampa e abbiamo ritenuto doveroso celebrare la giornata del 3 maggio anche quest’anno – spiega Luca Perrino, presidente di Leali delle Notizie – , proprio perché crediamo molto in questo valore, abbiamo realizzato a partire da ottobre le panchine della libertà di stampa e dal 2018 le consegniamo ogni anno un premio in memoria di Daphne Caruana Galizia, una giornalista la cui vita è stata sacrificata in nome della libertà di stampa».

L’evento rientra negli appuntamenti di “Aspettando il festival…” in modalità online nuova e in fase di sperimentazione per l’associazione. L’incontro telematico del 3 maggio permette dunque non solo di ricordare e festeggiare la libertà di stampa, ma anche di avvicinarsi per tappe al cuore del Festival del Giornalismo, la cui speranza è quella di poterlo riorganizzare in autunno. L’incontro con gli interventi dei quattro relatori è stato registrato sulla piattaforma Zoom e inserito nel canale Youtube di Leali delle Notizie.

La Giornata Mondiale della Libertà di Stampa è solo il primo appuntamento online, in quanto l’associazione sta già preparando almeno altri due incontri. L’iniziativa è stata supportata anche dall’amministrazione regionale (Direzione cultura) e dal Comune di Ronchi dei Legionari. Leali delle Notizie continua a lavorare e ad essere vicina alla popolazione anche in questo periodo di emergenza dovuta alla pandemia del coronavirus Covid-19, non permettendo contatti sociali e in attesa di riabbracciarsi più forti non appena sarà possibile.

Intervengono:

Beppe Giulietti
Nato a Roma il 19 ottobre 1953. Le scuole elementari svolte a Napoli, le medie e il liceo classico a Venezia. L’Università a Roma, dove ha pensato bene di laurearsi in Lettere dedicando la tesi agli anabattisti perché già allora provava un’irresistibile attrazione per gli eretici, gli irregolari, quelli che diffidano dei dogmi e delle sante o laiche inquisizioni. Entrato come giornalista alla Rai nel 1979. Dopo un decennio trascorso nella sede del Veneto, ha fondato insieme ad altri il gruppo di Fiesole, da qui la successiva attività sindacale come segretario dell’Usigrai, il sindacato dei giornalisti della Rai. Attualmente è il presidente nella Federazione nazionale della Stampa. Anima l’attività dell’associazione Articolo 21 e del giornale Articolo21.org, su cui scrive.

Rocco Cerone
Giornalista e segretario regionale del Sindacato del Trentino Alto Adige-Journalisten Gewerkschaft, 60 anni, ha lavorato per 34 anni presso la Rai, prima a Roma al Tg1, poi al Giornale radio unificato, quindi all’Evelina-Eurovisione. Dal 1993 è subentrato alla Tgr di Trento, come conduttore del Giornale radio e del Telegiornale regionale; nel 2003 ha vinto il Premio Giornalistico “Carlo Casalegno” per l’editoria locale dei Rotary Italiani. Consigliere nazionale della Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi).

Tiziana Ciavardini
Antropologa culturale, giornalista e scrittrice. Ha studiato presso l’università ‘La Sapienza’ di Roma e si è dedicata allo studio delle religioni, del dialogo interreligioso e interculturale. Ricercatrice, ha insegnato al Department of Anthropology – Faculty of Social Science – Chinese University of Hong Kong. Ha vissuto tra Medio Oriente, Estremo Oriente e Sud Est Asiatico. In particolare, ha trascorso gli ultimi 13 anni nella Repubblica Islamica dell’Iran, interessandosi agli sviluppi interni socio-politici del paese e alla condizione della donna in Medio Oriente. Si occupa di comunicazione e di “fake news” attraverso articoli mirati alla lotta contro la manipolazione delle informazioni. Scrive di temi relativi a Iran e Islam, terrorismo, immigrazione e donne nelle società islamiche. Collabora con Repubblica.it, IlFattoQuotidiano.it (dove ha un blog) VanityFair, Articolo21, QCode . Docente di Master sul terrorismo presso la Link Campus University di Roma. Ha scritto “Ti racconto l’Iran. I miei anni in terra di Persia”, presentato lo scorso dicembre 2018 alla fiera dell’editoria “PiùLibriPiùLiberi”, presso La Nuvola Roma/Eur. Il libro è dedicato alle donne iraniane.

Roberto Rinaldi
Laureato in Discipline delle Arti Musica e Spettacolo DAMS nella Facoltà di Lettere e Filosofia di Bologna. Ha conseguito una specializzazione in Psicologia Clinica nell’indirizzo differenziale scolastico della Facoltà di Medicina e Chirurgia di Bologna e un perfezionamento in modelli di ricerca e nella formazione degli adulti dell’Istituto di Pedagogia della Facoltà di Lettere e Filosofia di Milano. È giornalista pubblicista, direttore responsabile di Rumorscena.com. Componente del direttivo regionale del Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige, coordinatore del Presidio di Articolo 21 del Trentino Alto Adige, collabora e scrive per il giornale online Articolo21.org. È inoltre docente formatore della Scuola per le professioni sociali di Bolzano e supervisore del tirocinio sanitario.

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FREELANCE

Superare il precariato per dare dignità a migliaia di lavoratori

La precarietà rende il lavoro e le condizioni di vita più difficili, nel giornalismo come in ogni settore produttivo. In queste settimane di “lockdown”, quando l’intero Paese si è fermato, i giornalisti hanno continuato a svolgere il loro compito in prima fila, garantendo quotidianamente informazioni verificate su quanto stava accedendo nel nostro Paese e nel Mondo. Molti dei professionisti che hanno assicurato la copertura delle notizie più rilevanti dai territori maggiormente colpiti dal coronavirus, talvolta rischiando in prima persona, erano privi di un contratto di lavoro stabile. Ancora una volta parliamo di collaboratori, atipici, freelance a partita Iva. Televisioni, emittenti radiofoniche locali e giornali sono riusciti a fornire quotidianamente notizie sulla grave situazione in atto grazie all’impegno dei colleghi meno tutelati, pagati spesso poco, al di sotto della soglia di povertà. 

L’impegno profuso con grande responsabilità dalla parte più debole della categoria giornalistica in queste ultime settimane è stato encomiabile, e mentre qualche parte della società non si è lasciata sfuggire l’occasione per proporre nuovi bavagli alla stampa, la popolazione ha mostrato in larga parte l’apprezzamento per il lavoro svolto dai professionisti, autonomi o precari che fossero. Al contempo, è emersa una nuova attenzione nei confronti dell’informazione giornalistica, ed una maggiore richiesta di notizie attendibili. Lo stesso sottosegretario all’editoria Andrea Martella, nei giorni scorsi, ha posto come prioritarie, anche durante l’emergenza Covid-19, la definizione dell’equo compenso per i lavoratori autonomi e le misure di contrasto del lavoro precario. Un passaggio importante, che va a toccare uno dei nervi scoperti nel settore dell’editoria. 

Superare il precariato significa dare dignità a migliaia di giovani e meno giovani che da anni si trovano a lavorare con diritti ridotti, incertezza retributiva, impossibilità di costruire un futuro stabile.

Oggi, 1 maggio, ricordiamo come il lavoro è un valore che la nostra Repubblica riconosce come diritto e quale strumento per garantire a sé e alla propria famiglia un’esigenza dignitosa e libera, contribuendo alla vita dell’intero Paese. La politica non può continuare quindi a sottovalutare le condizioni del lavoro caratterizzate dal precariato, dal lavoro nero, sommerso, da elevati tassi di disoccupazione e dall’insicurezza a cui sono costretti ad operare molti giovani che vogliono intraprendere questa professione.

Martella ha compiuto un passo importante – lo ha sottolineato chiaramente il segretario generale Raffaele Lorusso – che va nella direzione giusta, da anni indicata dalla FNSI. Ciò, tuttavia, non è ancora sufficiente. Con forza ribadiamo che il rispetto della dignità professionale e umana del lavoro giornalistico è per noi un obiettivo irrinunciabile, perché un’informazione libera, autorevole ed attendibile è possibile solamente riconoscendo il lavoro e la dignità di questi lavoratori.

(Fonte: Articolo21; autore: Lorenzo Basso)

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ISCRIZIONE Lavoro

Coronavirus, aggiornate le Faq per i giornalisti e nuova autocertificazione

Pubblichiamo le risposte fornite dagli uffici della Fnsi alle domande più frequenti sulle novità introdotte con le norme in materia di contrasto all’epidemia da coronavirus. Il documento sarà di volta in volta integrato con le indicazioni relative alle future disposizioni normative. In allegato i modelli di autocertificazione per gli spostamenti a scopo professionale.

Anche i giornalisti hanno bisogno dell’autocertificazione se devono spostarsi per lavoro? Posso fruire del congedo speciale per genitori lavoratori? I giornalisti hanno diritto al bonus Baby-sitting? È prevista una indennità specifica per i giornalisti freelance che hanno cessato, ridotto o sospeso la loro attività a causa dal coronavirus? Durante l’emergenza l’editore può imporre le ferie? Cosa deve fare l’azienda per garantire la sicurezza nelle redazioni contro il pericolo di contagio?

Sono alcune delle domande rivolte dai giornalisti italiani agli uffici della Fnsi in questi tempi di pandemia da coronavirus. Per comodità pubblichiamo nel file allegato in calce le risposte del direttore della Federazione nazionale della Stampa italiana, Tommaso Daquanno, alle domande più frequenti, con brevi spiegazioni e riferimenti alla vigente normativa in materia. Il documento sarà di volta in volta aggiornato con le indicazioni relative alle eventuali future disposizioni.

Sempre in allegato riportiamo, infine, due modelli di autocertificazione (sì: è necessario compilarla e portarla con sé quando ci si sposta, anche per lavoro), uno per i giornalisti lavoratori autonomi, uno per i giornalisti lavoratori dipendenti, per gli spostamenti esclusivamente a scopo professionale.

Coronavirus Faq Fnsi 27apr20

 Autocertificazione giornalisti lavoratori autonomi

Autocertificazione giornalisti lavoratori dipendenti

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Inpgi PREVIDENZA E SALUTE

Accesso agevolato al credito: accordo Inpgi 2 con Bnl

Tra le esigenze prioritarie del mondo del lavoro autonomo e dei liberi professionisti che emergono nella situazione di difficoltà determinata dall’emergenza Covid-19, vi è quella di fronteggiare la crisi di liquidità derivante dalla contrazione dell’attività professionale. Per tale ragione, il Comitato amministratore della Gestione separata Inpgi ha adottato, lo scorso 27 marzo, un provvedimento che – oltre a consentire ai colleghi che hanno in corso un piano di rateizzo per il rimborso di un finanziamento erogato dalla predetta gestione, la sospensione fino ad un massimo di 12 mesi, senza alcun onere, del pagamento delle rate dovute – ha introdotto la possibilità di richiedere un prestito, a tasso zero, con piano di rateizzo della durata fino a 36 mesi, per gli iscritti che hanno subito una contrazione significativa, pari almeno al 33%, dei loro compensi. I dettagli informativi e il modulo di richiesta sono consultabili qui .

Di pari passo, anche un primario Istituto di credito (Bnl) ha avviato un programma di finanziamento, a condizioni vantaggiose, dell’attività dei liberi professionisti e dei lavoratori autonomi, di cui possono avvalersi anche i giornalisti. Le condizioni e i termini dell’iniziativa sono consultabili qui .

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Lavoro SINDACATO

Fnsi, servono nuove misure per sostenere l’informazione

La Giunta Esecutiva della FNSI e la Consulta delle Associazioni regionali di stampa, alla luce delle misure prese dal governo per affrontare l’emergenza Covid-19, chiedono con forza all’esecutivo e ai ministeri competenti di prevedere nuove e più incisive misure di sostegno, intervenendo in maniera coerente e decisa sul settore dell’informazione. Se l’informazione, come riconosciuto dal governo, è un bene pubblico essenziale, vanno previsti interventi mirati per consentire la prosecuzione dell’attività e garantire il futuro degli organi di stampa e la salvaguardia dell’occupazione dei giornalisti e degli altri addetti. Per questa ragione, la FNSI chiede al governo di partecipare, nelle forme che saranno ritenute opportune, ai tavoli di confronto e concertazione con le parti sociali.

Prevedere la definizione di uno strumento speciale, come la Cassa integrazione in deroga, per affrontare la situazione di crisi non può significare, automaticamente, che l’emergenza COVID-19 debba pesare sulle retribuzioni e sul percorso previdenziale dei singoli giornalisti. Le risorse per la contribuzione figurativa, anche in questo frangente, devono essere destinate all’ente previdenziale di categoria, l’INPGI. Poiché l’attuale normativa prevedel’assegnazione di contributi figurativi alla gestione INPS anche per i giornalisti che accedono agli ammortizzatori COVID, la FNSI chiede al Governo di definire in via normativa l’assegnazione all’Istituto di previdenza dei giornalisti italiani delle risorse per la contribuzione figurativa.

I giornalisti italiani dicono no alla strategia di agevolazioni o sospensioni dei pagamenti degli oneri contributivi alle aziende editoriali, se queste iniziative non saranno accompagnate dalle stesse misure di tutela e ristoro economico a sostegno dell’INPGI che il Governo sarà costretto ad attivare per l’INPS.

È inoltre apprezzabile che il Governo abbia voluto riconoscere il ruolo delle parti sociali definendo, con la circolare INPS n. 8 dell’8 aprile 2020, che gli ammortizzatori sociali speciali COVID-19 debbano essere autorizzati solo con accordo sindacale. Un impegno che va ribadito anche in altre iniziative da assumersi nelle singole aziende per gestire l’emergenza, come per esempio, l’utilizzo delle ferie, arretrate e correnti.

Il sindacato dei giornalisti non è disponibile ad assecondare gli editori e le loro organizzazioni datoriali in iniziative unilaterali, in forzature interpretative delle norme e nella rincorsa strumentale a ogni forma di sussidio pubblico per fare cassa e tagliare il costo del lavoro.

L’eventuale accesso ad ammortizzatori speciali per la gestione dell’emergenza Covid-19 deve passare casomai attraverso la definizione di un protocollo fra ministeri competenti, sindacato dei giornalisti ed editori, che fissi criteri univoci per tutto il territorio nazionale e possa essere immediatamente recepito da Regioni e Province autonome.

In assenza di regole valide su tutto il territorio nazionale, la Federazione Nazionale della Stampa Italiana sottoscriverà accordi di ammortizzatori speciali COVID-19 esclusivamente in presenza di garanzia diretta dell’azienda ad assumersi il rischio, retributivo e contributivo, del periodo di ammortizzazione richiesto. Soltanto così, infatti, si potranno garantire i giornalisti nel caso in cui la domanda, per qualsiasi motivo, venisse sospesa e/o non approvata. Per la stessa ragione, la Federazione Nazionale della Stampa Italiana sottoscriverà accordi in presenza di riduzione accertata dell’attività, correlata all’emergenza Covid-19, solo con la formula della rotazione fra tutti i giornalisti e non asseconderà la richiesta di CIG al cento per cento senza la contestuale sospensione totale di ogni attività.

Il sindacato dei giornalisti ritiene condivisibile la scelta del Governo di vietare la distribuzione dei dividendi alle aziende che hanno avuto accesso ai prestiti garantiti dallo Stato fino a quando i prestiti stessi non saranno restituiti. Questa è la via maestra anche per il riconoscimento a qualsiasi titolo degli ammortizzatori sociali anche alle aziende editoriali: non potranno essere concessi alle aziende che chiudono bilanci in utile, distribuiscono dividendi e pagano super stipendi e bonus ai manager.

La Federazione Nazionale della Stampa Italiana ritiene che agli ammortizzatori sociali COVID-19 non possano essere riconosciuti alle agenzie di stampa nazionali, già titolari di convenzioni pubbliche per le quali percepiscono contributi che non risulta siano stati sospesi. L’eventuale riconoscimento della CIG-Covid a siti web e testate on line avverrà solo in presenza di un accordo sindacale sulla tracciabilità degli articoli e dei servizi pubblicati.

In ogni caso, la Federazione Nazionale della Stampa Italiana ritiene che alla Cig con causale Covid- 19 debbano avere accesso prioritariamente le piccole aziende editoriali, e non quelle che appartengono a gruppi quotati in borsa. Anche alla luce della citata circolare del ministero del Lavoro dell’8 aprile, la FNSI ritiene, inoltre, che l’applicazione di tale misura debba riguardare in via prioritaria quelle realtà che non sono coperte dalla legge 416/81 oppure quelle che, pur rientrando nel suo perimetro, hanno esaurito gli ammortizzatori sociali specifici per il settore, nonché quelle con meno di 5 dipendenti.

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Patrick Rina (Orf): ‘Il giornalismo educatore civico’

Patrick Rina è un giornalista della radiotelevisione pubblica austriaca ORF (Österreichischer Rundfunk) e lavora nella redazione di Bolzano. Nato a Merano nel 1987 è figlio di un uomo originario della Sicilia (il padre è di Castelvetrano, in provincia di Trapani) e di una donna di lingua tedesca altoatesina/sudtirolese (la madre è nata a Glorenza – Val Venosta, in provincia di Bolzano). Giornalista professionista ha superato l’esame a Roma nel 2013 e conosce bene la realtà dell’Alto Adige, sia come nativo ma anche per la sua professione, che lo porta ad osservare con un occhio di riguardo (lavorando per un’emittente estera ma sul suolo italiano), le dinamiche politiche, sociali e culturali di una terra ricca ma anche contraddittoria per molti aspetti. Bilingue perfetto, è un collega esperto e sensibile nel comunicare attraverso la televisione, grazie alla sua identità linguistica duplice.

Patrick Rina è iscritto al Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige e la conversazione si svolge rigorosamente al telefono per rispettare le norme dettate dall’emergenza sanitaria Covid – 19.

«Per noi giornalisti della televisione austriaca è importante appartenere anche al circuito sindacale della FNSI, una novità e una spinta propulsiva per lavorare bene. La nostra redazione non aveva un fiduciario, né tanto meno un comitato di redazione. Come televisione estera con giornalisti italiani ci si sente come delle figure mediatiche ibride. Io ho studiato però nelle scuole di lingua tedesca a Merano e facendo questo lavoro mi è stata data la possibilità di analizzare la situazione particolare dell’Alto Adige con una prospettiva da “forestiero”. Ritengo che la stampa italiana ma anche europea viva un momento particolarmente difficile, alla luce di come vengono date le notizie da alcuni media italiani ma anche di quelli tedeschi, in particolare i tabloid. C’è bisogno di maggiore pacatezza nel dare informazioni. Penso in particolare al tema del Covid-19 o coronavirus. È necessario possedere una maggiore ratio nel senso illuministico del termine perché osservo come molti giornali usino dei toni quasi propagandistici, urlati, come fosse una chiamata alle armi e questo mi preoccupa perché non è l’obiettivo del vero giornalismo e della stampa. La propaganda non può essere presente nel dare informazioni così delicate come nel caso della pandemia. Sembra una caccia alle streghe nei confronti dei politici e dei cosiddetti “untori”. Si cercano dei colpevoli. Consiglio di rileggere Réné Girard (antropologo, critico letterario e filosofo francese: la sua l’idea è che ogni cultura umana è basata sul sacrificio come via d’uscita dalla violenza mimetica, ndr), l’ideologo del capro espiatorio, ovvero l’invenzione del colpevole.

Al Museo diocesano di Trento (ora chiuso) nelle ultime settimane era proprio in corso la mostra dal titolo “L’invenzione del colpevole. Il ‘caso’ di Simonino da Trento dalla propaganda alla storia” (a cura di Domenica Primerano con Domizio Cattoi, Lorenza Liandru, Valentina Perini e la collaborazione di Emanuele Curzel e Aldo Galli, ndr). Quando si manifestano sentimenti legati alla paura e all’odio questi si diffondono ovunque nella società e si cerca di trovare un solo colpevole (Girard definisce questo fenomeno come “capro espiatorio” che in antichità poteva essere o un animale o un essere umano e destinato ad essere colpevole per far si che una comunità si coalizzi senza dividersi, ndr)».

«L’ideologia della paura – prosegue Patrick Rinasi è manifestata anche attraverso la stampa germanica quando ha iniziato a criticare la sanità italiana accusandola di non essere preparata ad affrontare il coronavirus. Non dobbiamo costruire delle notizie frutto di stereotipi mentre osservo, al contrario, come molti articoli pubblicati – in Italia e nel mondo di lingua tedesca – abbiano un tono nazionalistico. Viene in mente la cosiddetta influenza spagnola, la quale tra il 1918 e il 1919 causò milioni di morti nel Mondo, una pandemia terribile. Non aveva un’origine spagnola ma fu solo la stampa spagnola a scriverne perché non era soggetta a censura, e da qui l’appellativo “spagnola”. Fu dato il nome di “spagnola” per via che solo in Spagna (nazione non coinvolta nella prima guerra mondiale) la stampa non era soggetta a censura (la diffusione del virus fu censurato dagli altri stati parlando di un’epidemia limitata alla Spagna, le cui cause  non trovano una spiegazione scientifica univoca, ndr). Anche noi operatori dell’informazione così attenti ora alla crisi globale siamo coinvolti in questo meccanismo ed è proprio ora che dobbiamo dimostrare come fare i giornalisti sia un’arte e una professione qualificata. Forse questa pandemia del coronavirus potrà far rinascere il giornalismo seriamente perché la stampa deve comunicare le informazioni accertate, dimostrabili scientificamente. Contano la verità dei fatti e la continenza verbale perché è arrivata l’ora della serietà! Ai miei amici continuo a fare queste domande: tu credi al video dell’amico mandato tramite i social o credi all’informazione dei professionisti? Credi a qualcuno che non ha controllato prima? Oppure ad un lavoratore del sapere responsabile che fa una verifica prima di pubblicare in prima pagina una notizia?»

Il giornalista ha studiato storia ad Innsbruck e letteratura tedesca a Venezia ma per motivi professionali ha lasciato, dedicandosi anima e corpo alla famiglia e al suo lavoro, del quale esprime un senso etico e deontologico fuori dal comune: «Ancora non lo posso dire se il giornalismo potrà rinascere, raccontando solo la verità dei fatti, la verità scientifica non falsata e semplificata (anche per il Covid-19 molta stampa sta dimostrando di non accertare la veridicità delle fonti e si azzarda in teorie e spiegazioni prive di fondamento, ndr). Io però voglio rivolgere un appello a tutti i colleghi di responsabilizzarsi sempre di più per diventare veri educatori civici! Bisogna narrare ai lettori e ai telespettatori i valori e i vantaggi della nostra democrazia liberale, dicendo di sì alla forza della collettività democratica, sì all’individuo, al cittadino che si sente parte della comunità, della civitas. La stampa deve ricordare sempre l’importanza della democrazia mentre le reti unificate – forse sono necessarie solo in questo momento (per la pandemia del coronavirus, ndr), ma il lievito democratico è rappresentato dal pluralismo come l’agorà, preludio della democrazia.

I giornalisti devono essere i “cani da guardia” della democrazia e vigilare su certi atteggiamenti, visto che siamo in una crisi. C’è la presenza delle forze della polizia, in molti paesi i servizi segreti hanno accesso a dati sensibili, come quelli dei telefoni cellulari. C’è anche l’utilizzo dei droni. Il monitoraggio degli spostamenti se limitato al periodo dell’emergenza sanitaria va bene, ma non deve essere prolungat0. Vorrei che ci fosse una discussione pacata su questi argomenti. Purtroppo la stampa si dimentica presto del passato ma una democrazia liberale, plurale è rappresentata dall’impegno di tutto il Parlamento italiano. Bisogna sempre dire no convintamente a tutte le derive e bramosie autoritarie come è accaduto in Ungheria con Orbàn che ha ottenuto i pieni poteri dal Parlamento della sua nazione. Non si può governare senza il parlamento e i giornalisti dovrebbero servirsi sempre della ratio e della propria intelligenza a proposito di informazione e disinformazione. Sarebbe utile leggere cosa ha scritto Kant a proposito di persuasione e convinzione nel divulgare un pensiero».

“Quando essa è valida per ognuno che soltanto possegga la ragione, allora il fondamento di essa è oggettivamente sufficiente, e allora la credenza si dice convinzione. Se essa ha il suo fondamento nella natura particolare del soggetto, è detta persuasione. La persuasione è una semplice apparenza, poiché il fondamento del giudizio che è unicamente nel soggetto, vien considerato come oggettivo. Una persuasione io posso tenermela per me, se pure io mi ci trovo bene, ma essa non può né deve, volersi rendere valida al di fuori di me” (brano tratto da Immanuel Kant, Critica della Ragion Pura)

Rina non ha dubbi che il praticare il giornalismo con intelligenza sia fondamentale anche oggi per affrontare una situazione così sconvolgente per tutto il pianeta, colpito dalla pandemia: «Ci aiuterà anche in questa crisi nella descrizione della nostra società e penso a quella italiana come a  quella austriaca e germanica. Il nostro tempo assomiglia ai tipici sintomi da fine secolo con una società che sembra ballare su un vulcano e oscillare tra carnevale e quaresima. Si muove così tra positivismo idolatrato e una superstizione del pensiero magico. Mancano solo i flagellanti. Questa “coincidentia oppositorum” mi ricorda le parole del filosofo tedesco Theobald Ziegler che descrisse l’alba del Novecento come un’unione degli opposti. Ci sono tante similitudini con gli incipienti anni Venti del Duemila. Il compito dei giornalisti è ora più che mai quello di essere chiari e di usare un linguaggio possibilmente senza malintesi, fraintendimenti e sensazionalismi. Francis Bacon, filosofo e politico inglese vissuto tra il Cinquento e Seicento, si dedicò agli idòla fori ossia “della piazza”: molte parole non hanno un significato e non si riferiscono a nulla di reale e derivano da false teorie, da un linguaggio fallace ricco di malintesi ed  informazioni obnubilate. Sono sostanzialmente le fake news di oggi. Vedo nella nostra categoria il rischio di cadere in questo errore. Bisogna fare molta attenzione a non allontanarsi da una professionalità deontologicamente corretta. Ma ora anche il cittadino deve assumersi le sue responsabilità. Il cittadino solidale ha a cuore la comunità e non è un semplice esecutore di provvedimenti altrui. Io auspico che ci possano essere più cittadini figli dell’illuminismo. Ora ci sono dei doveri nei confronti della comunità, come quello di stare a casa. Consiglio di leggere il romanzo “La peste” di Albert Camus. Il libro parla sì di una tragedia, ma il messaggio principale ai posteri è quello della forza della solidarietà e della forza dell’avvedutezza».

(Roberto Rinaldi; fonte: Articolo 21)