Categorie
SINDACATO

Sjg contro inerzia di Comuni e Provincia sui compensi nei bandi per giornalisti

Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige, Gruppo uffici stampa regionale e Assostampa Trento, d’intesa con la Fnsi, «deplorano l’inerzia del Consorzio dei Comuni e dell’assessore provinciale agli Enti locali Mattia Gottardi sul tema dei compensi irrisori contenuti nei bandi per i giornalisti che collaborano con i municipi Trentini».

Da oltre un anno, spiega in una nota il sindacato territoriale, «sono stati avviati contatti con il presidente Paride Gianmoena e con il direttore Marco Riccadonna e successivamente con l’assessore provinciale agli Enti locali Mattia Gottardi per discutere dell’applicazione del contratto del profilo del giornalista pubblico PAT almeno nei grandi comuni e dell’elaborazione di un equo compenso negli altri municipi che continuano ad emettere bandi che prevedono compensi che offendono la dignità dei lavoratori, ma senza giungere ad alcun risultato. Dispiace – rimarcano i rappresentanti sindacali – perché una collaborazione andrebbe a sostegno delle municipalità offrendo loro la consulenza circa la normativa giornalistica inerente gli uffici stampa».

Sia la Provincia Autonoma di Trento sia il Consorzio dei Comuni, proseguono i giornalisti trentini, «sembrano rinunciare alle competenze autonomistiche mentre non più tardi del 7 aprile a Roma è stato siglato un accordo quadro nazionale tra l’Aran e la Fnsi sugli uffici stampa della pubblica amministrazione, Comuni compresi. Non sembra interessare inoltre ai dirigenti del Consorzio dei Comuni l’accordo contrattuale sul lavoro autonomo del contratto collettivo di lavoro giornalistico siglato dalla Fnsi con Anso e Fisc per siti online e periodici locali che prevedono retribuzioni dignitose, che indiscutibilmente rappresentano un parametro da prendere come riferimento».

Facendo appello proprio alle competenze autonomistiche della PAT, «che ha consentito la firma del primo contratto giornalistico pubblico in Italia, il sindacato dei giornalisti – concludono Assostampa regionale, Gruppi Uffici Stampa e Assostampa provinciale – è disponibile in qualsiasi momento ad aprire un confronto serio sul tema».

Categorie
SINDACATO

Fnsi-Aran, firmato l’accordo che regola i contratti dei giornalisti della PA

Dopo il parere favorevole del Consiglio dei ministri, lo scorso 10 marzo, alla pre-intesa raggiunta dalle parti il 5 maggio 2021 e dopo il via libera della Corte dei conti, giovedì 7 aprile 2022 la firma che rende il testo definitivamente efficace.

Aran, Federazione nazionale della Stampa italiana e Confederazioni sindacali rappresentative dei comparti di contrattazione della Pubblica amministrazione hanno sottoscritto oggi, giovedì 7 aprile 2022, il testo definitivo dell’Accordo per la specifica regolazione di raccordo del personale profili informazione della PA. Ad apporre la firma sono stati il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo, il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso e i rappresentanti delle sigle sindacali della Pubblica amministrazione.

Dopo il parere favorevole da parte del Consiglio dei ministri, lo scorso 10 marzo, all’ipotesi di accordo raggiunta dalle parti il 5 maggio 2021, e dopo il via libera della Corte dei conti, con la firma di oggi il testo, che resta invariato, diviene definitivamente efficace. Entrerà in vigore l’8 aprile 2022.

L’accordo riguarda il personale dipendente dalle Amministrazioni ricomprese nei comparti di contrattazione collettiva di cui al Contratto collettivo nazionale quadro del 13 luglio 2016 che svolge attività di informazione ai sensi della legge 150/2000 inquadrato nei profili professionali appositamente istituiti dai contratti di comparto del triennio 2016-2018.

L’intesa consente l’inquadramento dei giornalisti che saranno assunti nei quattro comparti del settore pubblico (funzioni centrali, funzioni locali, sanità, istruzione e ricerca) salvaguardando le posizioni di lavoro dei colleghi assunti prima del 2018 con contratto di lavoro Fieg-Fnsi e ai quali, in seguito ad alcune pronunce della Corte costituzionale, non era più applicabile il contratto di lavoro dei giornalisti.

Ai fini del reinquadramento, il testo individua le confluenze del personale tenendo conto delle qualifiche del contratto di lavoro giornalistico e delle aree o categorie del contratto di riferimento e riconosce un assegno ad personam con i relativi criteri di riassorbibilità.

Confermata anche la possibilità di aderire a Casagit Salute e ribaditi, infine, il diritto insopprimibile del giornalista alla libertà di informazione e di critica, il dovere di rettifica e l’obbligo inderogabile al rispetto della verità sostanziale dei fatti.

PER APPROFONDIRE

Allegata di seguito la circolare esplicativa del direttore della Fnsi, Tommaso Daquanno, inviata alle Associazioni Regionali di Stampa e alla Giunta esecutiva.  Circolare Accordo Aran – Fnsi

(Fonte: FNSI)

Categorie
SINDACATO

Contrarietà Sjg a smantellamento dell’ufficio stampa Comune di Bolzano

Da quella che era la composizione originaria dell’ufficio stampa del Comune di Bolzano di 4 posti (2 a tempo pieno e 2 a tempo parziale 50%), ad oggi rimane un solo giornalista e non si comprende come sia possibile in un momento storico in cui la funzione informativa delle pubbliche amministrazioni assume sempre più rilevanza, depotenziare così drasticamente il diritto dei cittadini di Bolzano ad essere informati, anche alla luce del valore costituzionalmente garantito del diritto degli stessi di essere correttamente e tempestivamente messi al corrente delle attività del municipio. Senza contare la necessità di garantire una informazione che tenga correttamente conto delle esigenze di bilinguismo che con la presenza di una sola unità giornalistica non potrà essere assicurata.
Nessuna risposta da parte del sindaco – nonché collega giornalista – Renzo Caramaschi e dell’amministrazione comunale alla richiesta di un incontro urgente, anche alla luce anche dell’approvazione da parte della Provincia autonoma di Bolzano del contratto del profilo del giornalista pubblico, firmato oltre che dalla PAB anche dal Consorzio dei Comuni e dall’Azienda sanitaria e, di conseguenza, valido anche nei Comuni altoatesini.
La modifica unilaterale della pianta organica dell’ufficio stampa costituisce un vulnus alla contrattazione giornalistica che se non risolta pacificamente sfocerebbe in un contenzioso legale.

(Foto: Mauro Mazzio, Wikimedia)

Categorie
SINDACATO

Solidarietà SJG ai giornlisti di Editoriale nazionale

Il Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige solidarizza ed è al fianco del coordinamento dei Comitato di redazione del gruppo Editoriale Nazionale che pubblica Qn, Quotidiano.net, il Resto del Carlino, la Nazione e Il Giorno, che ha proclamato l’astensione dal lavoro domenica 3 aprile contro la decisione dell’azienda del presidente della Fieg, Andrea Riffeser Monti, di tagliare la foliazione del lunedì.

Pubblichiamo nell’ordine il comunicato diffuso ieri sabato 2 aprile alle colleghe e ai colleghi e il botta e risposta fra editore e cdr di oggi

Alle colleghe e ai colleghi,
il Coordinamento dei Comitati di redazione del gruppo Editoriale Nazionale (Qn, Quotidiano.net, il Resto del Carlino, la Nazione e Il Giorno) proclama sciopero per la giornata di domani, domenica 3 aprile, dopo la decisione dell’azienda di tagliare drasticamente la foliazione del lunedì, impoverendo i fascicoli di cronaca nazionale, sportivi e di cronaca locale.
Nei tavoli con l’azienda, i Cdr hanno tentato invano di porre un argine all’ennesimo ridimensionamento dei giornali deciso dall’editore Andrea Riffeser Monti che non sazio di un piano di crisi che prevede decine di prepensionamenti, di un pesante regime di cassa integrazione del corpo redazionale, chiede ancora sacrifici ai giornalisti riducendo al minimo le presenze domenicali e massacrando il giornale del lunedì, come già avvenuto al Giorno. Tutto questo ingannando i lettori con campagne pubblicitarie fasulle annunciando più pagine quando in realtà vengono più che dimezzate.
I giornalisti dell’Editoriale Nazionale sono stanchi di vedere bistrattate testate storiche e radicate da secoli in importanti città da chi pensa solo ai propri tornaconti personali. Per questo motivo lo sciopero di domani impedirà la pubblicazione di giornali ridotti all’osso che i nostri lettori non meritano, non aggiornando anche i siti delle testate.
I Cdr organizzeranno altre forme di manifestazione e di lotta nei prossimi giorni.

A tutti i giornalisti del Gruppo
Ho letto con dispiacere e profonda amarezza la mail dei Comitati di Redazione che annuncia lo sciopero per domani. Non Vi nascondo che questa azione oltre ad essere in spregio a qualsivoglia buona regola di corrette relazioni industriali, si inserisce in un momento di grande difficoltà per il settore e l’azienda.
Ricordo a tutti che come Vostro Editore da oltre trent’anni ho garantito a Voi e alle Vostre famiglie la regolarità nei pagamenti delle retribuzioni.
Contrariamente a quanto riferito le iniziative di riduzione del costo del lavoro sono necessarie per garantire la continuità aziendale e per far fronte all’aumento insostenibile dei costi delle materie prime, Vi ricordo a tal proposito che il costo della carta, dell’energia, delle lastre, è aumentato più del doppio in questo ultimo periodo.
Il piano di prepensionamenti al contrario di quanto viene riferito deve essere visto come un’opportunità. L’azienda a fronte di investimenti cospicui è riuscita ad ottenere l’accesso al beneficio pensionistico per numerosi di Voi, che senza alcun intervento traumatico ha raggiunto il traguardo pensionistico lasciando il testimone a tantissimi nuovi giornalisti che sono stati inseriti anche nella neonata redazione web che conta ormai più di 34 unità.
Come Vostro Editore sono profondamente deluso perché tale iniziativa appare non solo inopportuna ma anche ingiusta soprattutto perché si colloca in un momento difficilissimo per le nostre aziende e per l’intero settore che mi pregio ancora di presiedere come FIEG, il cui solo scopo è quello di ricercare nuove risorse per sostenerci e dare continuità alle aziende editoriali.
Confido che tale iniziativa sindacale del tutto inaspettata, che peraltro mi risulta non condivisa da tutte le redazioni, possa essere ancora revocata per il bene delle nostre testate storiche e per i lettori che ingiustamente verrebbero privati del loro giornale.
Andrea Riffeser Monti
Bologna, 3 aprile 2022

All’attenzione dell’editore Andrea Riffeser Monti
intanto le ricordiamo che da chi è editore, come lei, di una azienda condannata in passato per comportamento antisindacale non prendiamo lezioni di sindacato. Conosciamo benissimo le difficoltà che vive il mondo dell’editoria e la situazione della nostra impresa, sappiamo che i costi dell’energia e delle materie prime aumentano e infatti a gennaio abbiamo concordato di alzare il numero di giornate di cassa integrazione, tagliando ulteriormente le buste paga, proprio per aiutare con il nostro sacrificio a far quadrare i bilanci. Tagli che vanno avanti da tantissimi anni: glielo ricordiamo. Vero, i prepensionamenti sono un’opportunità per molti di noi, ma di investimenti non se ne sono visti e nella nuova redazione web non ci sono stati ancora inserimenti, anzi per ora non è altro che una sommatoria dei redattori che già lavoravano a internet. Come lei sa, prepensionamento in questa azienda non vuole dire rinnovamento: il giornale è pieno di articoli firmati dai pensionati, alcuni dei quali continuano a frequentare tranquillamente le sedi del giornale anche dopo la pensione, con tanto di ufficio e stipendio, in barba a ogni regola. Siamo noi a essere delusi da lei che ogni mese ci chiede tagli e intanto pensa a come riscuotere il suo milionario Trattamento di fine rapporto attingendo dalle casse dell’Editoriale Nazionale: risulta dai bilanci. Nessuno di noi si è tirato indietro ai tavoli sindacali, molte nostre proposte sono servite a sistemare tantissime cose che non andavano e anche nell’ultima trattativa abbiamo solo chiesto di non massacrare le cronache locali, quelle sportive e il fascicolo nazionale che come sa sono ancora la principale fonte di reddito di questo gruppo. Sono mesi che ci confrontiamo con i suoi manager, non ci siamo mai sottratti, ma le decisioni non possono essere prese in maniera unilaterale come lei vorrebbe, pensando solo a ridurre il costo del lavoro indiscriminatamente e senza mai pensare al prodotto che viene proposto in edicola e sul web.
Per tutti questi motivi è ora di dire basta a questa politica che la contraddistingue da anni (pagare gli stipendi poi non è qualcosa per la quale essere elogiati, ma è previsto dai contratti e dalle leggi), attingendo da una parte alle nostre buste paga e dall’altra a fondi statali, e per questo ribadiamo lo sciopero di oggi in tutte le redazioni dei nostri giornali (Uor del web compresa) diffidando chiunque dall’aggiornamento dei siti internet delle testate in sciopero. Ai colleghi diciamo che lavorare oggi sarebbe uno sgarbo ai lettori (il prodotto in edicola domani in tutte le regioni sarebbe penoso) e alla loro professionalità in un momento nel quale l’unità del corpo redazionale è fondamentale. L’unica strada per revocare lo sciopero è tornare già da oggi alle edizioni complete, senza accorpamenti.
Il Coordinamento dei Cdr dell’Editoriale Nazionale

Categorie
Articolo 21 Formazione

Raccontare la Verità : come informare promuovendo una società inclusiva

PADOVA – Un corso organico e inedito, diverso dagli altri” è scritto nella presentazione della seconda edizione del Corso di Alta Formazione: “ “Raccontare la Verità. Come informare promuovendo una società inclusiva” promosso in un momento storico drammatico dove l’informazione deve occuparsi di pandemia e guerra in Ucraina. Il corso è organizzato dall’Università di Padova, Federazione nazionale della stampa italiana, Sindacato giornalisti Veneto, Sindacato giornalisti Trentino Alto Adige e Articolo 21, che segue la prima edizione conclusa il 13 novembre 2021 con la presentazione delle tesi discusse in seduta plenaria a Palazzo Bo, sede del rettorato dell’Università . Il corso diretto da Laura Nota e ha visto anche la presenza di Salvatore Soresi, professori ordinari presso il Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia Applicata dell’Università degli Studi di Padova. Nato dall’alleanza fra il mondo della ricerca e il mondo dell’informazione sancita dal Protocollo sottoscritto dal rettore dell’Ateneo Rosario Rizzuto e dal segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso nell’ottobre 2019.

L’adesione dell’Ordine nazionale e del Veneto dei giornalisti, del Centro di ateneo per i diritti umani Papisca, del Dipartimento di filosofia, sociologia, pedagogia e psicologia applicata e del Laboratorio di ricerca e intervento per l’orientamento alle scelte (Fisppa e Larios) dell’Università di Padova (Fisppa), del Forum diseguaglianze e diversità, della Società italiana per l’orientamento (Sio), della Rete delle università per lo sviluppo sostenibile (Rus), della Fondazione Nervo Pasini di Padova.

Chi scrive ha frequentato la prima edizione e può confermare la validità scientifica per la proposta didattica-formativa offerta, utile a chi svolge la professione di giornalista ma non solo: alla nuova edizione del corso si possono iscrivere anche chi svolge a vario titolo ruoli all’interno dell’ecosistema della comunicazione in generale e che abbia conseguito il diploma di scuola media superiore. Nel corso delle lezioni che ho seguito è stato possibile assistere a relazioni proposte da docenti universitari, esperti nel campo della comunicazione, della comunicazione, da giornalisti, i quali hanno contribuito a infondere una conoscenza multidisciplinare di ampie vedute, con l’ottica di promuovere una cultura dell’informazione garante di un’obiettività che sappia contrastare ogni forma di falsificazione delle notizie: ovvero le famigerate fake news. Gli argomenti seguivano un percorso tematico in grado di mantenere alta l’attenzione grazie anche alla possibilità di porre delle domande al termine delle lezioni a carattere interattivo. Si è parlato di sistema dell’informazione e della comunicazione attuale e il divario sempre più crescente fra la realtà e la sua narrazione. Di particolare rilevanza è stata la discussione sugli effetti della disintermediazione e il pensiero critico come strumento per difendersi dal pregiudizio, la pericolosità della sempre più crescente cultura dell’odio sui social, una vera e propria dittatura dove si alimentano le discriminazioni che si ripercuotono tra chi non ha gli strumenti adatti per discriminare il reale dal falso.

Cerimonia di premiazione Articolo21 a Laura Nota e Salvatore Soresi Palazzo Bo Padova (nella foto da sinistra: Laura Nota, la rettrice UniPd Daniela Mapelli, Mariangela Gritta Grainer presidente Articolo21 Veneto, il professor Salvatore Soresi e Giuseppe Giulietti presidente Fnsi)

Ampio spazio è stato riservato nel fornire informazioni utili per costruire contesti inclusivi e sostenibili incentrati sui diritti umani e saper individuare le diverse forme di manipolazione e come possano essere evitate. L’utilizzo di linguaggi inclusivi e il ruolo del giornalista che deve rispondere a precisi ruoli “educativi” nel contesto di un attivismo sociale. Di particolare interesse sono stati gli interventi di giornalisti esperti nel settore delle inchieste come Sigfrido Ranucci autore e conduttore di Report, l’emergenza dettata dalle querele bavaglio per impedire una libera informazione rivendicata come obiettivo primario nell’esercizio della professione e difesa dalla Federazione nazionale della stampa il cui presidente è Giuseppe Giulietti, tra i relatori del corso che anche nella nuova edizione in programma da maggio sarà presente.

Tutti i corsisti al termine delle lezioni hanno potuto presentare le tesi che vertevano su argomenti in grado di trattare tematiche di inclusione sociale: dallo sport al teatro in carcere, infodemia e pandemia, il fenomeno dei rider., l’educazione digitale, etica e informazione. Il corso dell’anno accademico conta dieci lezioni on line, ogni 15 giorni, il sabato dalle 9 alle 13, e in alcuni casi il venerdì dalle 14.30 alle 18.30 al termine delle quali verrà rilasciato un Diploma universitario. A tenere le lezioni saranno coloro che studiano l’informazione e coloro che l’informazione la fanno, vale a dire docenti universitari di facoltà umanistiche e scientifiche e giornalisti esperti, i quali interagiscono fra loro e con i corsisti.

Abstract tesine partecipanti corso 2021 – sindacato giornalisti veneto


Foto di gruppo dei corsisti prima edizione Corso di Alta Formazione Raccontare la Verità. Come informare promuovendo una società inclusiva

La seconda edizione del Corso di Alta Formazione “Raccontare la Verità. Come informare promuovendo una società inclusiva

Il progetto di collaborazione strutturata fra Ateneo patavino e Fnsi ha lo scopo di organizzare delle iniziative finalizzate all’inclusione quale sinonimo di comprensione, confronto interdisciplinare, dialettica con la tecnologia, presa di coscienza della necessità di combattere la narrazione ostile, il linguaggio d’odio, la gestione dei social nel loro essere opportunità e veicolo di manipolazioni collettive e di disinformazione. Prima la pandemia sanitaria, ora la guerra in Ucraina: due fronti che seppur diversi hanno messo e stanno mettendo sul tavolo degli imputati sia chi fa informazione sia chi fruisce l’informazione, ovvero la loro capacità critica nel riconoscere la propaganda e le fabbriche del farlo, ma anche di leggere oltre al testo il contesto. Il corso di alta formazione si inserisce in quello che è stato definito “Laboratorio Padova”, a sottolinearne l’originalità di un’esperienza che sta facendo scuola.

L’inaugurazione è in programma Giovedì 5 maggio 2022 alla presenza della rettrice dell’Università di Padova, Daniela Mapelli, del presidente e il segretario generale della Federazione nazionale italiana stampa, Giuseppe Giulietti e Raffaele Lorusso, del presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Carlo Bartoli, il presidente di Articolo21, Paolo Borrometi, la direttrice del corso professoressa Laura Nota. Seguirà la Lectio magistralis dell’economista francese Julia Cagè.

Nella lezione di Sabato 14 maggio si parlerà di “Ecosistema complesso e frammentato della comunicazione, anticorpi di verità e pensiero critico” con le relazioni di Monica Andolfatto, Laura Nota, Roberto Reale. Sabato 28 maggio un focus su “L’industria editoriale e gli over the top, l’informazione professionale contro il sensazionalismo, la disintermediazione, la manipolazione” dove interverranno Antonio Nicita, Paolo Pagliaro, Mirco Tonin, quest’ultimo professore alla LUB di Bolzano che sigla la collaborazione tra i due atenei.
Sabato 11 giugno: “Inclusione e diritti umani per favorire una “innovazione sociale”: contro discriminazioni e pregiudizi con le lezioni di Giampiero Griffo, Stefania Mannarini, Marco Mascia
Venerdì 24 giugno: “Il falso mito della libertà della Rete: i media veicolo di discriminazioni e disuguaglianze, passato e presente” che vede la presenza di Paola Barretta, Elisabetta Camussi, Igiaba Scego. Sabato 9 luglio:“Dal linguaggio d’odio al linguaggio inclusivo e validità e attendibilità dei processi di raccolta delle informazioni”, docenti: Enrico Ferri, Ilaria Di Maggio, Maria Cristina Ginevra, Laura Nota, Sara Santilli, Salvatore Soresi. Sabato 3 settembre: “Informazione sotto attacco: il giornalismo di inchiesta sociale tra minacce, intimidazioni, querele bavaglio. Intervengono Floriana Bulfon, Stefano Lamorgese, Elisa Marincola, Sigfrido Ranucci,
Sabato 17 settembre: “Riconoscere le fabbriche del falso e della propagand: fact checking, intelligenza artificiale e accessibilità”: lezione con Ombretta Gaggi, Walter Quattrociocchi, Fabiana Zollo. Venerdì 30 settembre: “La libertà di informazione: diritti, doveri, tutele tra Carte e mercato del lavoro. Proposte di percorsi possibili”, docenti: Marina Castellaneta, Tommaso Daquanno, Alberto Piccinini, Giancarlo Tartaglia. Ottobre/novembre data da definire. Discussione elaborato finale.

raccontare la verità – corso alta formazione università di padova – sindacato giornalisti veneto

Il corso di alta formazione “Alfabetizzazione digitale a scuola: Promuovere la passione per la verità e l’inclusione”

L’Università di Padova propone anche Il corso di alta formazione “Alfabetizzazione digitale a scuola: Promuovere la passione per la verità e l’inclusione” organizzato nell’ambito delle iniziative promosse dall’Ateneo di Padova per la costruzione di contesti inclusivi in collaborazione con l’Istituto comprensivo n. 2 Bassano del Grappa, la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, il Sindacato Giornalisti Veneto, l’Associazione Articolo 21, il Centro di Ateneo Diritti Umani “Antonio Papisca” e il Laboratorio Larios dell’Università di Padova, la Società Italiana Orientamento, e con il patrocinio della RUS Rete delle Università Italiane per lo Sviluppo Sostenibile, Forum Disuguaglianze e Diversità e l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (Asvis).Il corso è rivolto ad insegnanti, educatori/educatrici e personale scolastico di ogni ordine e grado interessanti alle tematiche dell’inclusione nell’età evolutiva e si propone di stimolare negli stessi un pensiero critico in grado di esaminare i fenomeni complessi che compongono l’eco-sistema della digitalizzazione, a sua volta inserito in un macrocosmo socio-politico-economico-culturale, che può favorire disuguaglianze e la diffusione di visioni distorte della realtà, relazioni improntate ad aggressività, cinismo e sfruttamento, con il conseguente aumento delle vulnerabilità. I partecipanti e le partecipanti saranno dunque stimolati e stimolate a riflettere sulle difficoltà che il contesto socio-politico-economico-culturale può comportare nel corso dell’età evolutiva, e a riconoscere stereotipi, pregiudizi, manipolazioni, fake news, linguaggi offensivi e di violenza diffusi in rete.

Il corso si prefigge, altresì di favorire nei partecipanti e nelle partecipanti la capacità di individuare traiettorie inclusive, sostenibili e incentrate sulla giustizia sociale, in accordo con l’obiettivo 4 (Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti e tutte) e l’obiettivo 10 (Ridurre le disuguaglianze tra i paesi e all’interno degli stessi) dell’Agenda 2030, da contrapporre a processi di esclusione e degrado delle relazioni nei contesti scolastici e di avviare laboratori di promozione di abilità sociali inclusive e tese alla giustizia sociale nei contesti scolastici. I partecipanti e le partecipanti saranno dunque stimolati e stimolate ad agire nelle loro attività professionali facendo riferimento ad approcci inclusivi e sostenibili; a ricorrere a metodologie e procedure qualitative e quantitative di valutazione dell’inclusività dei contesti scolastici; a progettare, implementare e verificare l’efficacia di interventi a vantaggio dell’inclusione scolastica

La cerimonia di apertura del Corso si terrà il giorno 5 maggio 2022. Le 60 ore formative saranno realizzate il giovedì o il venerdì pomeriggio ogni 15 giorni, fra maggio e ottobre 2022.

Alfabetizzazione digitale a scuola | Università di Padova (unipd.it)

Categorie
SINDACATO

L’Assegno Unico e Universale (Auu) erogato da Inps anche ai giornalisti

L’Assegno unico e universale è un sostegno economico riconosciuto dall’Inps a tutte le famigliecon figli e quindi anche ai giornalisti, attribuito per ogni figlio a carico e fino al compimento dei21 anni (al ricorrere di determinate condizioni), senza limiti di età per i figli disabili.La sua peculiarità consiste nel fatto che l’accesso al contributo – nella sua misura minima -spetta a tutte le famiglie con figli, a prescindere dal reddito familiare che influisce solo nelladeterminazione dell’ammontare dell’Assegno, come meglio spiegato in seguito.

L’Assegno è definito unico, in quanto finalizzato alla semplificazione e al contestualepotenziamento degli interventi diretti a sostenere la genitorialità e la natalità, e universale inquanto viene garantito in misura minima a tutte le famiglie con figli a carico, anche in assenza diIsee o con Isee superiore alla soglia di euro 40.000. L’importo spettante varia in base allacondizione economica del nucleo familiare sulla base di Isee valido al momento della domanda,tenuto conto dell’età e del numero dei figli nonché di eventuali situazioni di disabilità dei figli. Lo stesso sarà erogato a tutte le famiglie e varrà dal settimo mese di gravidanza fino alcompimento del 21° anno di ciascun figlio fiscalmente a carico.

La prestazione spetta ai nuclei familiari in cui ricorrono le seguenti condizioni:

1. per ogni figlio minorenne a carico e, per i nuovi nati, decorre dal settimo mese digravidanza;

2. per ciascun figlio maggiorenne a carico, fino al compimento dei 21 anni che: – frequenti un corso di formazione scolastica o professionale, ovvero un corso dilaurea; – svolga un tirocinio ovvero un’attività lavorativa e possieda un reddito complessivoinferiore a 8mila euro annui;- sia registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici perl’impiego; – svolga il servizio civile universale;

3. per ogni figlio con disabilità a carico, senza limiti di età.

L’importo dell’Assegno unico e universale per i figli a carico è determinato sulla base dellacondizione economica del nucleo familiare, verificata tenendo conto dell’ Isee in corso di validità. Come detto, l’Assegno unico per i figli a carico, poiché è una misura “universale”, può essererichiesto anche in assenza di Isee ovvero con Isee superiore alla soglia di euro 40mila. In tal caso, saranno corrisposti gli importi minimi dell’Assegno previsti dalla normativa.

Circa l’effettivo importo dell’Assegno è prevista:

– una quota variabile modulata in modo progressivo e si va da un massimo di 175 euro perciascun figlio minore con Isee fino a 15mila euro, a un minimo di 50 euro per ciascunfiglio minore in assenza di ISEE o con ISEE pari o superiore a 40mila euro. Gli importidovuti per ciascun figlio possono essere maggiorati nelle ipotesi di nuclei numerosi (per i figli successivi al secondo), madri di età inferiore a 21 anni, nuclei con quattro o più figli,genitori entrambi titolari di reddito da lavoro, figli affetti da disabilità;

– una quota a titolo di maggiorazioni transitoria per compensare l’eventuale perditaeconomica subita dal nucleo familiare, se l’importo dell’Assegno dovesse risultareinferiore a quello che deriva dalla somma dei valori teorici dell’Assegno al Nucleo Familiare (componente familiare) e delle detrazioni fiscali medie (componente fiscale),che si sarebbero percepite nel regime precedente la riforma.

Per elaborare l’importo dell’Assegno unico universale l’Inps ha rilasciato un appositosimulatore (clicca qui per calcolare).

L’Assegno unico e universale è corrisposto dall’Insp anche ai giornalisti ed è erogato alrichiedente ovvero, a richiesta anche successiva, in pari misura tra coloro che esercitano laresponsabilità genitoriale, mediante accredito su conto corrente bancario o postale, ovveroscegliendo la modalità del bonifico domiciliato. In fase di compilazione della domanda (che si segnala deve essere presentata con cadenzaannuale e quindi rinnovata ogni 12 mesi, relativamente al periodo di erogazione: marzo-febbraio dell’anno successivo) il genitore richiedente potrà indicare le modalità di pagamentoprescelte anche con riferimento all’altro genitore (es. Iban dell’altro genitore, per quanto apropria conoscenza). Qualora il genitore richiedente non dovesse indicare la modalità dipagamento dell’altro genitore esercente la responsabilità genitoriale, quest’ultimo potràprovvedere autonomamente a inserirlo, accedendo alla domanda del richiedente con le propriecredenziali. In tal caso, il pagamento della quota al secondo genitore decorre da quando talescelta di accredito al 50% è stata comunicata all’Inps.

Per le domande presentate a gennaio e febbraio 2022, l’Assegno sarà corrisposto a partire dalcorrente mese di marzo. I relativi pagamenti sono in corso di accredito proprio in questi giorni. Mentre, per le domande presentate dopo il 28 febbraio 2022 l’Assegno unico e universale saràerogato il mese successivo a quello di presentazione della domanda e sarà comprensivo degliarretrati a decorrere da marzo, purché la domanda sia presentata entro il 30 giugno 2022. Per le domande presentate, invece, dopo il 30 giugno 2022, l’assegno unico spetterà solo dal mesedi presentazione della domanda, ma senza arretrati da marzo.

In quanto assegno unico, con l’entrata in vigore dell’Assegno unico e universale, a decorrere dalmese di marzo 2022 sono abrogate le seguenti misure di sostegno alla natalità, in quanto assorbite dall’Assegno:

– il premio alla nascita o all’adozione (Bonus mamma domani);- l’assegno ai nuclei familiari con almeno tre figli minori;

– gli assegni familiari ai nuclei familiari con figli e orfanili;

– l’assegno di natalità (cd. Bonus bebè);

– le detrazioni fiscali per figli fino a 21 anni.

L’Assegno unico, invece, non assorbe né limita gli importi del bonus asilo nido. L’Assegno è inoltre compatibile con la fruizione di eventuali altre misure in denaro a favore deifigli a carico erogate dalle Regioni, Province autonome di Trento e di Bolzano e dagli enti locali. È infine compatibile con il Reddito di Cittadinanza.

Per i percettori del Reddito di Cittadinanza l’importo dell’Assegno è erogato, con le stesse modalità di erogazione del RdC, medianteaccredito sulla carta RdC di cui gli stessi sono in possesso.Per la determinazione del reddito familiare l’Assegno unico non si computa nei trattamentiassistenziali e lo stesso Assegno unico e universale non concorre alla formazione del redditocomplessivo ai fini Irpef.

L’Assegno unico e universale per i figli a carico riguarda tutte le categorie di lavoratori dipendenti( sia pubblici che privati), lavoratori autonomi, pensionati, disoccupati, inoccupati. La misura è riconosciuta a condizione che al momento della presentazione della domanda e pertutta la durata del beneficio, il richiedente sia in possesso congiuntamente dei seguenti requisitidi cittadinanza, residenza e soggiorno:

– sia cittadino italiano o di uno Stato membro dell’Unione europea o suo familiare, titolaredel diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, oppure sia cittadino di unoStato non appartenente all’Unione europea in possesso del permesso di soggiorno UE persoggiornanti di lungo periodo, oppure sia titolare di permesso unico di lavoro autorizzatoa svolgere un’attività lavorativa per un periodo superiore a sei mesi o titolare di permessodi soggiorno per motivi di ricerca autorizzato a soggiornare in Italia per un periodosuperiore a sei mesi;

– sia soggetto al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia;

– sia residente e domiciliato in Italia;

– sia o sia stato residente in Italia per almeno due anni, anche non continuativi, ovvero siatitolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durataalmeno semestrale.

Ai nuclei familiari percettori del Reddito di Cittadinanza l’Assegno unico e universale è corrispostod’ufficio dall’Inps, senza necessità di presentare apposita domanda.L’assegno decorre dal corrente mese di marzo 2022 e la relativa domanda è annuale(comprendendo le mensilità che vanno da marzo a febbraio dell’anno successivo). La stessa poteva essere presentata a partire dal 1° gennaio 2022 da uno dei due genitori esercenti laresponsabilità genitoriale a prescindere dalla convivenza con il figlio, anche autonomamenteattraverso il sito Inps con una agevole procedura, purché in possesso delle credenziali di accesso(tramite Pin, Spid, Cie e Cns) alla sezione myinps del sito web dell’Inps.

La domanda può essere presentata anche mediante tutore del figlio ovvero del genitore,nell’interesse esclusivo del tutelato. Al compimento della maggiore età, i figli possono presentarela domanda in sostituzione di quella eventualmente già presentata dai genitori e richiedere lacorresponsione diretta della quota di Assegno loro spettante.

Categorie
SINDACATO

Tagli ai Tg regionali, la Rai condannata per comportamento antisindacale

Accolto il ricorso presentato dai rappresentanti dei giornalisti del servizio pubblico. «L’azienda – rilevano – dovrà fornire al sindacato tutti gli elementi che era stata sollecitata a dare e inoltre pubblicare a sue spese sui principali quotidiani italiani il decreto del Tribunale che dice quanto i vertici hanno sbagliato in questa vicenda».

Il Tribunale civile di Roma ha condannato la Rai per comportamento antisindacale per il taglio dell’edizione notturna dei Tg regionali. La decisione, secondo il giudice, è avvenuta senza la preventiva consultazione del competente organismo sindacale. Il Tribunale ha così dato ragione all’Usigrai, che aveva impugnato davanti al giudice il provvedimento dell’azienda, d’intesa con la Fnsi, presentando denuncia attraverso l’Associazione Stampa Romana.

«Ora la Rai, che non ha voluto sentire ragioni sulla necessità di percorrere le strade previste dal contratto, dovrà rifare tutta la procedura prevista, fornire al sindacato tutti gli elementi che era stata sollecitata a dare e inoltre pubblicare a sue spese sui principali quotidiani italiani il decreto del Tribunale che dice quanto i vertici dell’azienda hanno sbagliato in questa vicenda; soldi pubblici anche questi che si potevano risparmiare semplicemente con il dialogo», rilevano i rappresentanti dei giornalisti del servizio pubblico.

«I nostri appelli al confronto – aggiungono – hanno avuto bisogno del giudice per essere ascoltati, dopo che anche la sollecitazione della commissione di Vigilanza Rai ai vertici aziendali per un dialogo costruttivo erano caduti nel vuoto».

La decisione del giudice, incalza l’ Esecutivo Usigrai, «ristabilisce i fatti anche in relazione all’immagine e alla funzione del sindacato che il mancato rispetto delle regole da parte dell’azienda aveva tentato di intaccare. Evidenzia anche la singolare tempestività con cui l’azienda ha tentato di convocarci per una “informativa” su decisioni già prese mortificando così il ruolo della consultazione in una mera presa d’atto. Bene abbiamo fatto – prosegue l’organismo sindacale – a non rispondere a quello che il giudice ha definito “un tentativo di correre ai ripari” dopo che ci era stato impedito un reale confronto attraverso l’annuncio della decisione già presa da parte dell’Ad Fuortes davanti alla Commissione di Vigilanza. La violazione, scrive il giudice, appare palese».

Per i giornalisti, inoltre, «il tenore inequivocabile delle frasi pronunciate dall’Ad nella sede istituzionale e la precisazione della data in cui la terza edizione sarebbe stata cancellata non dà adito a dubbi su quanto è avvenuto. Ogni tentativo di mettere nell’angolo la rappresentanza dei lavoratori è stato oggi svelato dal provvedimento del Tribunale del lavoro. Chi, tra i vertici aziendali, non ha voluto prendere atto di quanto stava accadendo, chi ha cercato di raccontare una storia diversa, oggi deve fare i conti con questo provvedimento e trarne le dovute conseguenze».

L’Usigrai ringrazia quindi gli avvocati Bruno del Vecchio e Francesco Bronzini «che con il loro lavoro hanno ricostruito e rappresentato in giudizio tutta la vicenda e le giornaliste e i giornalisti della Rai che hanno sostenuto l’azione del sindacato a tutela del contratto e del ruolo della rappresentanza di lavoratrici e lavoratori».

(Fonte: FNSI)

Categorie
GRUPPI

L’informazione tra pandemia e guerre, una riflessione di Roberto Reale

L’informazione tra cronaca e propaganda, tra spettacolarizzazione e approfondimento: come e quanto l’attualità tragica della guerra in Ucraina sta mettendo in discussione il ruolo dell’informazione professionale e dello stesso giornalista. Sarà uno degli argomenti che verranno affrontati nella seconda edizione del corso di Alta formazione Università di Padova- Fnsi “Raccontare la verità: come informare promuovendo una società inclusiva e contrastare le fake news”: iscrizioni entro il 7 aprile, inizio lezioni il 5 maggio.

Intanto vi proponiamo la riflessione di Roberto Reale, uno dei docenti del corso che vede nell’organizzazione anche il Sindacato giornalisti Veneto con quello del Trentino Alto Adige e l’adesione dell’Ordine nazionale e veneto dei giornalisti.

Tempo di guerra, tempo di atroci sofferenze, enormi rischi, incredibili paradossi. L’altro giorno incrocio un conoscente, persona cordiale e perbene, già elettore leghista. Mi dice che Putin è un pazzo e che bisogna bombardare Mosca. Gli rispondo che non mi pare una grande idea visto l’arsenale nucleare di cui dispone e che la follia di Putin, posto che di questo si possa parlare, deve essere retrodatata almeno al 2006, a quel 7 di ottobre in cui venne uccisa a Mosca la coraggiosa giornalista Anna Politkoskaja. Gli chiedo: perché nel frattempo in tanti in Italia, Europa, Stati Uniti l’hanno celebrato come un modello o hanno continuato a fare ottimi affari con lui e i suoi oligarchi?

Gli domando anche come si sia formato queste opinioni, mi risponde che guarda la televisione, cerca di non perdersi nessuna trasmissione. È vicino ai 60 anni, normale che per lui sia così, anche se è giusto qui non dimenticare che, nella distribuzione delle tragiche immagini del conflitto, un ruolo preponderante lo stanno avendo, per i più giovani, social come Tik Tok e Instagram.

Ma tv e social sono poi oggi “mondi così distanti”? Ho visto copertine di telegiornali con filmati fatti coi cellulari con mezzi e edifici bruciati ma completamente decontestualizzati ( russi, ucraini?), ho visto prime pagine di quotidiani con corpi straziati offerti a “grandezza naturale”. E da dove venivano quelle immagini se non dai social, dal flusso continuo che ci arriva dai campi di battaglia? Mi è tornata in mente una nobile parola, che in Italia purtroppo ha assunto pure obliqui significati, la parola rispetto. Nel suo senso migliore sta per la nostra capacità di volgere lo sguardo all’indietro, cioè soffermarci, chiederci cosa stiamo facendo, evitare di gettare nel calderone ogni tipo di immagine senza averle dato un robusto contesto interpretativo. Altrimenti vanno in onda spezzoni di videogiochi, scene provenienti da altri conflitti, copertine mai pubblicate di settimanali americani.

La “nebbia di guerra” del nostro tempo consiste in un moltiplicarsi esponenziale delle fonti, dei documenti visivi. Che effetti ha tutto questo sulla gente, sul pubblico? Qualcuno ha scritto che siamo al prevalere dell’osceno sul tragico, qualcosa che ti dà l’illusione di vivere gli eventi ma crea assuefazione non partecipazione vera. Altri hanno chiamato in causa la spettacolarizzazione che produce solo reazioni emotive, un rullo compressore che radicalizza ogni punto di vista senza produrre conoscenza. Sono tutti problemi seri. Mi limito qui a osservare che la parte migliore della nostra offerta informativa è arrivata dagli inviati sul campo che hanno, in condizioni spesso precarie, riferito quanto avevano visto e verificato. Peccato solo che nel presentare il loro lavoro si sia abusato della parola racconto che (anche se la cosa a molti sfugge) può essere anche narrazione di fantasia mentre la cronaca è più saldamente legata ai fatti. Altra questione controversa è quella dei giornalisti fatti allontanare dalla Russia. Questo è un tema delicato. La legge sull’informazione approvata in quel paese accentua in maniera intollerabile la stretta repressiva sulla libertà di espressione, ma è palesemente (fino a prova contraria) rivolta all’interno. Mantenere attivi uffici di corrispondenza significa documentare i fatti che avvengono nel paese, primo dovere del giornalismo, cosa opportunamente ribadita dalla BBC.

Dicevo all’inizio dei paradossi. In questa storia non ci sono dubbi che ci siano un aggressore e un aggredito. Stare dalla parte degli Ucraini è un dovere politico e morale. Ma piccole e un po’ miserabili “guerre culturali” (mi scuso per l’uso del termine davanti al dramma vero) sui tassi di atlantismo degli italiani, come se la Nato fosse Amnesty o Save The Children, lasciano veramente il tempo che trovano. Alcuni di noi fino a pochi mesi fa sono stati sbeffeggiati perché accentuavamo le critiche al regime putiniano dicendo che se si colpisce il giornalismo indipendente si creano le premesse per qualsiasi avventura. I sovranisti ci hanno risposto che invece era un modello in funzione anti islamica, altri che mancavamo di realismo. Adesso che esplodono le bombe tutti mischiano le carte. Il paradosso sta nel fatto che i primi a invitare alla prudenza rispetto a un escalation militare sono in Italia (e negli stessi Stati Uniti) i generali, gente che la guerra l’ha vista, combattuta, che sa dove potremmo andare a finire seguendo spinte isteriche o emotive.

E allora che fare? Si sta in campo come hanno fatto i nostri migliori inviati: dalla parte dei civili sempre e comunque. È la loro sofferenza che ci interroga e che deve guidarci. Per questo la prima richiesta da avanzare è sempre quella del cessate il fuoco. Se vuoi la pace prepara e sostieni la pace. Il resto lo lasciamo agli altri, a chi gioca a fare il dottor Stranamore dal salotto di casa, con editoriali di fuoco o da uno studio tv mentre in realtà detesta in primo luogo proprio chi è contro la guerra.

(Fonte: Sindacato dei giornalisti del Veneto, Sgv)

Categorie
GRUPPI

Assostampa Alto Adige, solidarietà al popolo ucraino

Le immagini del bombardamento dell’ospedale di Mariupol sono l’ennesima brutalità della guerra in Ucraina. In nessun conflitto, purtroppo, non ci sono vittime. Ma quando viene colpito un ospedale con bambini e madri in stato di gravidanza tutto assume un contorno più drammatico. Assostampa Alto Adige esprime vicinanza al popolo ucraino

Un nuovo conflitto ha sconvolto la comunità internazionale, l’Unione europea e tutti noi, che mai pensavamo che alle nostre porte potessero di nuovo tornare carri armati, fucili e nuove vittime. Nessuna guerra è giusta, ma nel caso di Kiev non c’è nessun dubbio su chi sia lo Stato aggredito e chi sia l’aggressore. Per questo motivo come giornalisti e cittadini europei Assostampa Alto Adige non può non esprimere la solidarietà e la vicinanza al popolo dell’Ucraina e ai tanti cittadini di quella Nazione che vivono nella nostra Provincia con l’angoscia di sapere che amici e parenti sono lontani e in pericolo.

Siamo consapevoli della necessità di raccontare tutti gli eventi, compresa una guerra, con la neutralità propria della nostra professione, che tutte le voci vadano sentite e tutte le opinioni ascoltate. Ma di fronte al ritorno di una politica di potenza che pensavamo fosse figlia di un retaggio del passato e di fronte alla repressione del dissenso a Mosca, compreso il carcere per i giornalisti che raccontano fatti che il governo e il suo presidente ritengono non veri, non possiamo non prendere una decisa e precisa posizione contro scelte scellerate che mettono a rischio la pace e democrazia.

Ci stringiamo intorno alla popolazione dell’Ucraina e ci auguriamo che il buonsenso prevalga sulle armi. Viviamo in una terra che ha fatto della convivenza tra gruppi linguistici e culture il suo punto di forza. Motivo per cui riteniamo che un’alternativa alla guerra sia e deve essere possibile.

(Foto: Wikimedia Commons; Apartment building destroyed, Lysychansk, Lugansk region. Author: Ліонкінг)

Categorie
GRUPPI

Assostampa Trento, vicini al popolo e ai giornalisti ucraini

La domanda che molti dinnanzi al conflitto Russia Ucraina si pongono è : “Noi cosa possiamo fare?” A parte donare e aprire le nostre case ai profughi, l’altra azione fondamentale riguarda il pensiero: ossia esprimere il proprio dissenso alla guerra e la propria solidarietà ai colleghi giornalisti di Ucraina e Russia.

Nei giorni scorsi la presidente dell’Associazione di stampa di Trento, Patrizia Belli, ha incontrato le donne ucraine di Rovereto per spiegare loro che l’associazione condanna la guerra ed è solidale nei confronti dei giornalisti ucraini. E non solo ha ricevuto la loro totale partecipazione ma anche il dono della bandiera Ucraina che le donne avevano cucito a mano. Una bandiera per tenere accesa l’attenzione verso la libertà di stampa in Ucraina ma anche in Russia. È recente infatti la decisione del governo russo di applicare pene che arrivano fino a 15 anni di carcere per coloro che vengono giudicati colpevoli di dire “guerra”, “invasione” o “offensiva” o gettano discredito sulle forze armate o invitano la gente a manifestare. L’Assostampa Trentina condanna questa forma di censura che calpesta i diritti fondamentali della libertà di stampa e esprime piena solidarietà a tutti gli operatori dell’informazione e ribadisce il proprio fermo “NO” all’invasione dell’Ucraina . Bene hanno fatto gli intellettuali a ricordare che in questa guerra, lo zar di Russia si preoccupa molto più dell’informazione che delle sanzioni economiche. Ne è dimostrazione che si sta cercando di chiudere tutti i canali di informazione diversi da quelli ufficiali.

Totale la solidarietà al popolo ucraino e in particolare ai giornalisti ucraini che si trovano in prima linea come il piccolo The Kyiv Independent: il quotidiano nato dopo la controversa chiusura del Kyiv Post (il più antico quotidiano ucraino in lingua inglese), che – attivo da soli tre mesi – si sovvenziona grazie ai lettori. E lo fa con una missione: “Dire la verità”. E il “piccolo” Kyiv Independent si è conquistato la fama di fonte attendibile, tanto che le sue notizie sono rilanciate dalle testate di tutto il mondo.

L’impegno di Assostampa trentina è – e sarà – quello di continuare a sostenere i nostri colleghi: i giornalisti ucraini e i giornalisti russi che sfidano censure, bavagli e ritorsioni in nome della libertà di stampa.

Per approfondire
L’8 novembre 2021 chiude il Kyiv Post. I cronisti e il resto dello staff sono stati licenziati. Una parte di loro però ha deciso di continuare a informare perchè, hanno scritto, “L’Ucraina ha bisogno di una fonte di notizie di cui fidarsi” e così è nato il Kyiv Independent. Alla guida del giornale c’è Olga Rudenko, 32enne ex vicedirettrice del Kiyv Post. La redazione ha conquistato consensi e, dato non secondario, i fondi per sostenersi. Il capitale iniziale è arrivato da una sovvenzione di emergenza europea e oggi vive grazie al contributo dei lettori. Poi la guerra e il piccolo giornale è diventato fondamentale per mostrare al mondo cosa accade. Chi volesse può sostenerlo su Patreon e GoFundMe. Inoltre sul sito web della Efj (European Federation journalist), è possibile sottoscrivere il documento di sostegno all’Ucraina. ttps://europeanjournalists.org/blog/2022/02/25/we-stand-in-solidarity-joint-statement-in-support-of-ukraine/