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SINDACATO

Sjg contro inerzia di Comuni e Provincia sui compensi nei bandi per giornalisti

Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige, Gruppo uffici stampa regionale e Assostampa Trento, d’intesa con la Fnsi, «deplorano l’inerzia del Consorzio dei Comuni e dell’assessore provinciale agli Enti locali Mattia Gottardi sul tema dei compensi irrisori contenuti nei bandi per i giornalisti che collaborano con i municipi Trentini».

Da oltre un anno, spiega in una nota il sindacato territoriale, «sono stati avviati contatti con il presidente Paride Gianmoena e con il direttore Marco Riccadonna e successivamente con l’assessore provinciale agli Enti locali Mattia Gottardi per discutere dell’applicazione del contratto del profilo del giornalista pubblico PAT almeno nei grandi comuni e dell’elaborazione di un equo compenso negli altri municipi che continuano ad emettere bandi che prevedono compensi che offendono la dignità dei lavoratori, ma senza giungere ad alcun risultato. Dispiace – rimarcano i rappresentanti sindacali – perché una collaborazione andrebbe a sostegno delle municipalità offrendo loro la consulenza circa la normativa giornalistica inerente gli uffici stampa».

Sia la Provincia Autonoma di Trento sia il Consorzio dei Comuni, proseguono i giornalisti trentini, «sembrano rinunciare alle competenze autonomistiche mentre non più tardi del 7 aprile a Roma è stato siglato un accordo quadro nazionale tra l’Aran e la Fnsi sugli uffici stampa della pubblica amministrazione, Comuni compresi. Non sembra interessare inoltre ai dirigenti del Consorzio dei Comuni l’accordo contrattuale sul lavoro autonomo del contratto collettivo di lavoro giornalistico siglato dalla Fnsi con Anso e Fisc per siti online e periodici locali che prevedono retribuzioni dignitose, che indiscutibilmente rappresentano un parametro da prendere come riferimento».

Facendo appello proprio alle competenze autonomistiche della PAT, «che ha consentito la firma del primo contratto giornalistico pubblico in Italia, il sindacato dei giornalisti – concludono Assostampa regionale, Gruppi Uffici Stampa e Assostampa provinciale – è disponibile in qualsiasi momento ad aprire un confronto serio sul tema».

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SINDACATO

Fnsi-Aran, firmato l’accordo che regola i contratti dei giornalisti della PA

Dopo il parere favorevole del Consiglio dei ministri, lo scorso 10 marzo, alla pre-intesa raggiunta dalle parti il 5 maggio 2021 e dopo il via libera della Corte dei conti, giovedì 7 aprile 2022 la firma che rende il testo definitivamente efficace.

Aran, Federazione nazionale della Stampa italiana e Confederazioni sindacali rappresentative dei comparti di contrattazione della Pubblica amministrazione hanno sottoscritto oggi, giovedì 7 aprile 2022, il testo definitivo dell’Accordo per la specifica regolazione di raccordo del personale profili informazione della PA. Ad apporre la firma sono stati il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo, il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso e i rappresentanti delle sigle sindacali della Pubblica amministrazione.

Dopo il parere favorevole da parte del Consiglio dei ministri, lo scorso 10 marzo, all’ipotesi di accordo raggiunta dalle parti il 5 maggio 2021, e dopo il via libera della Corte dei conti, con la firma di oggi il testo, che resta invariato, diviene definitivamente efficace. Entrerà in vigore l’8 aprile 2022.

L’accordo riguarda il personale dipendente dalle Amministrazioni ricomprese nei comparti di contrattazione collettiva di cui al Contratto collettivo nazionale quadro del 13 luglio 2016 che svolge attività di informazione ai sensi della legge 150/2000 inquadrato nei profili professionali appositamente istituiti dai contratti di comparto del triennio 2016-2018.

L’intesa consente l’inquadramento dei giornalisti che saranno assunti nei quattro comparti del settore pubblico (funzioni centrali, funzioni locali, sanità, istruzione e ricerca) salvaguardando le posizioni di lavoro dei colleghi assunti prima del 2018 con contratto di lavoro Fieg-Fnsi e ai quali, in seguito ad alcune pronunce della Corte costituzionale, non era più applicabile il contratto di lavoro dei giornalisti.

Ai fini del reinquadramento, il testo individua le confluenze del personale tenendo conto delle qualifiche del contratto di lavoro giornalistico e delle aree o categorie del contratto di riferimento e riconosce un assegno ad personam con i relativi criteri di riassorbibilità.

Confermata anche la possibilità di aderire a Casagit Salute e ribaditi, infine, il diritto insopprimibile del giornalista alla libertà di informazione e di critica, il dovere di rettifica e l’obbligo inderogabile al rispetto della verità sostanziale dei fatti.

PER APPROFONDIRE

Allegata di seguito la circolare esplicativa del direttore della Fnsi, Tommaso Daquanno, inviata alle Associazioni Regionali di Stampa e alla Giunta esecutiva.  Circolare Accordo Aran – Fnsi

(Fonte: FNSI)

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SINDACATO

Contrarietà Sjg a smantellamento dell’ufficio stampa Comune di Bolzano

Da quella che era la composizione originaria dell’ufficio stampa del Comune di Bolzano di 4 posti (2 a tempo pieno e 2 a tempo parziale 50%), ad oggi rimane un solo giornalista e non si comprende come sia possibile in un momento storico in cui la funzione informativa delle pubbliche amministrazioni assume sempre più rilevanza, depotenziare così drasticamente il diritto dei cittadini di Bolzano ad essere informati, anche alla luce del valore costituzionalmente garantito del diritto degli stessi di essere correttamente e tempestivamente messi al corrente delle attività del municipio. Senza contare la necessità di garantire una informazione che tenga correttamente conto delle esigenze di bilinguismo che con la presenza di una sola unità giornalistica non potrà essere assicurata.
Nessuna risposta da parte del sindaco – nonché collega giornalista – Renzo Caramaschi e dell’amministrazione comunale alla richiesta di un incontro urgente, anche alla luce anche dell’approvazione da parte della Provincia autonoma di Bolzano del contratto del profilo del giornalista pubblico, firmato oltre che dalla PAB anche dal Consorzio dei Comuni e dall’Azienda sanitaria e, di conseguenza, valido anche nei Comuni altoatesini.
La modifica unilaterale della pianta organica dell’ufficio stampa costituisce un vulnus alla contrattazione giornalistica che se non risolta pacificamente sfocerebbe in un contenzioso legale.

(Foto: Mauro Mazzio, Wikimedia)

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SINDACATO

Solidarietà SJG ai giornlisti di Editoriale nazionale

Il Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige solidarizza ed è al fianco del coordinamento dei Comitato di redazione del gruppo Editoriale Nazionale che pubblica Qn, Quotidiano.net, il Resto del Carlino, la Nazione e Il Giorno, che ha proclamato l’astensione dal lavoro domenica 3 aprile contro la decisione dell’azienda del presidente della Fieg, Andrea Riffeser Monti, di tagliare la foliazione del lunedì.

Pubblichiamo nell’ordine il comunicato diffuso ieri sabato 2 aprile alle colleghe e ai colleghi e il botta e risposta fra editore e cdr di oggi

Alle colleghe e ai colleghi,
il Coordinamento dei Comitati di redazione del gruppo Editoriale Nazionale (Qn, Quotidiano.net, il Resto del Carlino, la Nazione e Il Giorno) proclama sciopero per la giornata di domani, domenica 3 aprile, dopo la decisione dell’azienda di tagliare drasticamente la foliazione del lunedì, impoverendo i fascicoli di cronaca nazionale, sportivi e di cronaca locale.
Nei tavoli con l’azienda, i Cdr hanno tentato invano di porre un argine all’ennesimo ridimensionamento dei giornali deciso dall’editore Andrea Riffeser Monti che non sazio di un piano di crisi che prevede decine di prepensionamenti, di un pesante regime di cassa integrazione del corpo redazionale, chiede ancora sacrifici ai giornalisti riducendo al minimo le presenze domenicali e massacrando il giornale del lunedì, come già avvenuto al Giorno. Tutto questo ingannando i lettori con campagne pubblicitarie fasulle annunciando più pagine quando in realtà vengono più che dimezzate.
I giornalisti dell’Editoriale Nazionale sono stanchi di vedere bistrattate testate storiche e radicate da secoli in importanti città da chi pensa solo ai propri tornaconti personali. Per questo motivo lo sciopero di domani impedirà la pubblicazione di giornali ridotti all’osso che i nostri lettori non meritano, non aggiornando anche i siti delle testate.
I Cdr organizzeranno altre forme di manifestazione e di lotta nei prossimi giorni.

A tutti i giornalisti del Gruppo
Ho letto con dispiacere e profonda amarezza la mail dei Comitati di Redazione che annuncia lo sciopero per domani. Non Vi nascondo che questa azione oltre ad essere in spregio a qualsivoglia buona regola di corrette relazioni industriali, si inserisce in un momento di grande difficoltà per il settore e l’azienda.
Ricordo a tutti che come Vostro Editore da oltre trent’anni ho garantito a Voi e alle Vostre famiglie la regolarità nei pagamenti delle retribuzioni.
Contrariamente a quanto riferito le iniziative di riduzione del costo del lavoro sono necessarie per garantire la continuità aziendale e per far fronte all’aumento insostenibile dei costi delle materie prime, Vi ricordo a tal proposito che il costo della carta, dell’energia, delle lastre, è aumentato più del doppio in questo ultimo periodo.
Il piano di prepensionamenti al contrario di quanto viene riferito deve essere visto come un’opportunità. L’azienda a fronte di investimenti cospicui è riuscita ad ottenere l’accesso al beneficio pensionistico per numerosi di Voi, che senza alcun intervento traumatico ha raggiunto il traguardo pensionistico lasciando il testimone a tantissimi nuovi giornalisti che sono stati inseriti anche nella neonata redazione web che conta ormai più di 34 unità.
Come Vostro Editore sono profondamente deluso perché tale iniziativa appare non solo inopportuna ma anche ingiusta soprattutto perché si colloca in un momento difficilissimo per le nostre aziende e per l’intero settore che mi pregio ancora di presiedere come FIEG, il cui solo scopo è quello di ricercare nuove risorse per sostenerci e dare continuità alle aziende editoriali.
Confido che tale iniziativa sindacale del tutto inaspettata, che peraltro mi risulta non condivisa da tutte le redazioni, possa essere ancora revocata per il bene delle nostre testate storiche e per i lettori che ingiustamente verrebbero privati del loro giornale.
Andrea Riffeser Monti
Bologna, 3 aprile 2022

All’attenzione dell’editore Andrea Riffeser Monti
intanto le ricordiamo che da chi è editore, come lei, di una azienda condannata in passato per comportamento antisindacale non prendiamo lezioni di sindacato. Conosciamo benissimo le difficoltà che vive il mondo dell’editoria e la situazione della nostra impresa, sappiamo che i costi dell’energia e delle materie prime aumentano e infatti a gennaio abbiamo concordato di alzare il numero di giornate di cassa integrazione, tagliando ulteriormente le buste paga, proprio per aiutare con il nostro sacrificio a far quadrare i bilanci. Tagli che vanno avanti da tantissimi anni: glielo ricordiamo. Vero, i prepensionamenti sono un’opportunità per molti di noi, ma di investimenti non se ne sono visti e nella nuova redazione web non ci sono stati ancora inserimenti, anzi per ora non è altro che una sommatoria dei redattori che già lavoravano a internet. Come lei sa, prepensionamento in questa azienda non vuole dire rinnovamento: il giornale è pieno di articoli firmati dai pensionati, alcuni dei quali continuano a frequentare tranquillamente le sedi del giornale anche dopo la pensione, con tanto di ufficio e stipendio, in barba a ogni regola. Siamo noi a essere delusi da lei che ogni mese ci chiede tagli e intanto pensa a come riscuotere il suo milionario Trattamento di fine rapporto attingendo dalle casse dell’Editoriale Nazionale: risulta dai bilanci. Nessuno di noi si è tirato indietro ai tavoli sindacali, molte nostre proposte sono servite a sistemare tantissime cose che non andavano e anche nell’ultima trattativa abbiamo solo chiesto di non massacrare le cronache locali, quelle sportive e il fascicolo nazionale che come sa sono ancora la principale fonte di reddito di questo gruppo. Sono mesi che ci confrontiamo con i suoi manager, non ci siamo mai sottratti, ma le decisioni non possono essere prese in maniera unilaterale come lei vorrebbe, pensando solo a ridurre il costo del lavoro indiscriminatamente e senza mai pensare al prodotto che viene proposto in edicola e sul web.
Per tutti questi motivi è ora di dire basta a questa politica che la contraddistingue da anni (pagare gli stipendi poi non è qualcosa per la quale essere elogiati, ma è previsto dai contratti e dalle leggi), attingendo da una parte alle nostre buste paga e dall’altra a fondi statali, e per questo ribadiamo lo sciopero di oggi in tutte le redazioni dei nostri giornali (Uor del web compresa) diffidando chiunque dall’aggiornamento dei siti internet delle testate in sciopero. Ai colleghi diciamo che lavorare oggi sarebbe uno sgarbo ai lettori (il prodotto in edicola domani in tutte le regioni sarebbe penoso) e alla loro professionalità in un momento nel quale l’unità del corpo redazionale è fondamentale. L’unica strada per revocare lo sciopero è tornare già da oggi alle edizioni complete, senza accorpamenti.
Il Coordinamento dei Cdr dell’Editoriale Nazionale

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SINDACATO

L’Assegno Unico e Universale (Auu) erogato da Inps anche ai giornalisti

L’Assegno unico e universale è un sostegno economico riconosciuto dall’Inps a tutte le famigliecon figli e quindi anche ai giornalisti, attribuito per ogni figlio a carico e fino al compimento dei21 anni (al ricorrere di determinate condizioni), senza limiti di età per i figli disabili.La sua peculiarità consiste nel fatto che l’accesso al contributo – nella sua misura minima -spetta a tutte le famiglie con figli, a prescindere dal reddito familiare che influisce solo nelladeterminazione dell’ammontare dell’Assegno, come meglio spiegato in seguito.

L’Assegno è definito unico, in quanto finalizzato alla semplificazione e al contestualepotenziamento degli interventi diretti a sostenere la genitorialità e la natalità, e universale inquanto viene garantito in misura minima a tutte le famiglie con figli a carico, anche in assenza diIsee o con Isee superiore alla soglia di euro 40.000. L’importo spettante varia in base allacondizione economica del nucleo familiare sulla base di Isee valido al momento della domanda,tenuto conto dell’età e del numero dei figli nonché di eventuali situazioni di disabilità dei figli. Lo stesso sarà erogato a tutte le famiglie e varrà dal settimo mese di gravidanza fino alcompimento del 21° anno di ciascun figlio fiscalmente a carico.

La prestazione spetta ai nuclei familiari in cui ricorrono le seguenti condizioni:

1. per ogni figlio minorenne a carico e, per i nuovi nati, decorre dal settimo mese digravidanza;

2. per ciascun figlio maggiorenne a carico, fino al compimento dei 21 anni che: – frequenti un corso di formazione scolastica o professionale, ovvero un corso dilaurea; – svolga un tirocinio ovvero un’attività lavorativa e possieda un reddito complessivoinferiore a 8mila euro annui;- sia registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici perl’impiego; – svolga il servizio civile universale;

3. per ogni figlio con disabilità a carico, senza limiti di età.

L’importo dell’Assegno unico e universale per i figli a carico è determinato sulla base dellacondizione economica del nucleo familiare, verificata tenendo conto dell’ Isee in corso di validità. Come detto, l’Assegno unico per i figli a carico, poiché è una misura “universale”, può essererichiesto anche in assenza di Isee ovvero con Isee superiore alla soglia di euro 40mila. In tal caso, saranno corrisposti gli importi minimi dell’Assegno previsti dalla normativa.

Circa l’effettivo importo dell’Assegno è prevista:

– una quota variabile modulata in modo progressivo e si va da un massimo di 175 euro perciascun figlio minore con Isee fino a 15mila euro, a un minimo di 50 euro per ciascunfiglio minore in assenza di ISEE o con ISEE pari o superiore a 40mila euro. Gli importidovuti per ciascun figlio possono essere maggiorati nelle ipotesi di nuclei numerosi (per i figli successivi al secondo), madri di età inferiore a 21 anni, nuclei con quattro o più figli,genitori entrambi titolari di reddito da lavoro, figli affetti da disabilità;

– una quota a titolo di maggiorazioni transitoria per compensare l’eventuale perditaeconomica subita dal nucleo familiare, se l’importo dell’Assegno dovesse risultareinferiore a quello che deriva dalla somma dei valori teorici dell’Assegno al Nucleo Familiare (componente familiare) e delle detrazioni fiscali medie (componente fiscale),che si sarebbero percepite nel regime precedente la riforma.

Per elaborare l’importo dell’Assegno unico universale l’Inps ha rilasciato un appositosimulatore (clicca qui per calcolare).

L’Assegno unico e universale è corrisposto dall’Insp anche ai giornalisti ed è erogato alrichiedente ovvero, a richiesta anche successiva, in pari misura tra coloro che esercitano laresponsabilità genitoriale, mediante accredito su conto corrente bancario o postale, ovveroscegliendo la modalità del bonifico domiciliato. In fase di compilazione della domanda (che si segnala deve essere presentata con cadenzaannuale e quindi rinnovata ogni 12 mesi, relativamente al periodo di erogazione: marzo-febbraio dell’anno successivo) il genitore richiedente potrà indicare le modalità di pagamentoprescelte anche con riferimento all’altro genitore (es. Iban dell’altro genitore, per quanto apropria conoscenza). Qualora il genitore richiedente non dovesse indicare la modalità dipagamento dell’altro genitore esercente la responsabilità genitoriale, quest’ultimo potràprovvedere autonomamente a inserirlo, accedendo alla domanda del richiedente con le propriecredenziali. In tal caso, il pagamento della quota al secondo genitore decorre da quando talescelta di accredito al 50% è stata comunicata all’Inps.

Per le domande presentate a gennaio e febbraio 2022, l’Assegno sarà corrisposto a partire dalcorrente mese di marzo. I relativi pagamenti sono in corso di accredito proprio in questi giorni. Mentre, per le domande presentate dopo il 28 febbraio 2022 l’Assegno unico e universale saràerogato il mese successivo a quello di presentazione della domanda e sarà comprensivo degliarretrati a decorrere da marzo, purché la domanda sia presentata entro il 30 giugno 2022. Per le domande presentate, invece, dopo il 30 giugno 2022, l’assegno unico spetterà solo dal mesedi presentazione della domanda, ma senza arretrati da marzo.

In quanto assegno unico, con l’entrata in vigore dell’Assegno unico e universale, a decorrere dalmese di marzo 2022 sono abrogate le seguenti misure di sostegno alla natalità, in quanto assorbite dall’Assegno:

– il premio alla nascita o all’adozione (Bonus mamma domani);- l’assegno ai nuclei familiari con almeno tre figli minori;

– gli assegni familiari ai nuclei familiari con figli e orfanili;

– l’assegno di natalità (cd. Bonus bebè);

– le detrazioni fiscali per figli fino a 21 anni.

L’Assegno unico, invece, non assorbe né limita gli importi del bonus asilo nido. L’Assegno è inoltre compatibile con la fruizione di eventuali altre misure in denaro a favore deifigli a carico erogate dalle Regioni, Province autonome di Trento e di Bolzano e dagli enti locali. È infine compatibile con il Reddito di Cittadinanza.

Per i percettori del Reddito di Cittadinanza l’importo dell’Assegno è erogato, con le stesse modalità di erogazione del RdC, medianteaccredito sulla carta RdC di cui gli stessi sono in possesso.Per la determinazione del reddito familiare l’Assegno unico non si computa nei trattamentiassistenziali e lo stesso Assegno unico e universale non concorre alla formazione del redditocomplessivo ai fini Irpef.

L’Assegno unico e universale per i figli a carico riguarda tutte le categorie di lavoratori dipendenti( sia pubblici che privati), lavoratori autonomi, pensionati, disoccupati, inoccupati. La misura è riconosciuta a condizione che al momento della presentazione della domanda e pertutta la durata del beneficio, il richiedente sia in possesso congiuntamente dei seguenti requisitidi cittadinanza, residenza e soggiorno:

– sia cittadino italiano o di uno Stato membro dell’Unione europea o suo familiare, titolaredel diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, oppure sia cittadino di unoStato non appartenente all’Unione europea in possesso del permesso di soggiorno UE persoggiornanti di lungo periodo, oppure sia titolare di permesso unico di lavoro autorizzatoa svolgere un’attività lavorativa per un periodo superiore a sei mesi o titolare di permessodi soggiorno per motivi di ricerca autorizzato a soggiornare in Italia per un periodosuperiore a sei mesi;

– sia soggetto al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia;

– sia residente e domiciliato in Italia;

– sia o sia stato residente in Italia per almeno due anni, anche non continuativi, ovvero siatitolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durataalmeno semestrale.

Ai nuclei familiari percettori del Reddito di Cittadinanza l’Assegno unico e universale è corrispostod’ufficio dall’Inps, senza necessità di presentare apposita domanda.L’assegno decorre dal corrente mese di marzo 2022 e la relativa domanda è annuale(comprendendo le mensilità che vanno da marzo a febbraio dell’anno successivo). La stessa poteva essere presentata a partire dal 1° gennaio 2022 da uno dei due genitori esercenti laresponsabilità genitoriale a prescindere dalla convivenza con il figlio, anche autonomamenteattraverso il sito Inps con una agevole procedura, purché in possesso delle credenziali di accesso(tramite Pin, Spid, Cie e Cns) alla sezione myinps del sito web dell’Inps.

La domanda può essere presentata anche mediante tutore del figlio ovvero del genitore,nell’interesse esclusivo del tutelato. Al compimento della maggiore età, i figli possono presentarela domanda in sostituzione di quella eventualmente già presentata dai genitori e richiedere lacorresponsione diretta della quota di Assegno loro spettante.

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SINDACATO

Tagli ai Tg regionali, la Rai condannata per comportamento antisindacale

Accolto il ricorso presentato dai rappresentanti dei giornalisti del servizio pubblico. «L’azienda – rilevano – dovrà fornire al sindacato tutti gli elementi che era stata sollecitata a dare e inoltre pubblicare a sue spese sui principali quotidiani italiani il decreto del Tribunale che dice quanto i vertici hanno sbagliato in questa vicenda».

Il Tribunale civile di Roma ha condannato la Rai per comportamento antisindacale per il taglio dell’edizione notturna dei Tg regionali. La decisione, secondo il giudice, è avvenuta senza la preventiva consultazione del competente organismo sindacale. Il Tribunale ha così dato ragione all’Usigrai, che aveva impugnato davanti al giudice il provvedimento dell’azienda, d’intesa con la Fnsi, presentando denuncia attraverso l’Associazione Stampa Romana.

«Ora la Rai, che non ha voluto sentire ragioni sulla necessità di percorrere le strade previste dal contratto, dovrà rifare tutta la procedura prevista, fornire al sindacato tutti gli elementi che era stata sollecitata a dare e inoltre pubblicare a sue spese sui principali quotidiani italiani il decreto del Tribunale che dice quanto i vertici dell’azienda hanno sbagliato in questa vicenda; soldi pubblici anche questi che si potevano risparmiare semplicemente con il dialogo», rilevano i rappresentanti dei giornalisti del servizio pubblico.

«I nostri appelli al confronto – aggiungono – hanno avuto bisogno del giudice per essere ascoltati, dopo che anche la sollecitazione della commissione di Vigilanza Rai ai vertici aziendali per un dialogo costruttivo erano caduti nel vuoto».

La decisione del giudice, incalza l’ Esecutivo Usigrai, «ristabilisce i fatti anche in relazione all’immagine e alla funzione del sindacato che il mancato rispetto delle regole da parte dell’azienda aveva tentato di intaccare. Evidenzia anche la singolare tempestività con cui l’azienda ha tentato di convocarci per una “informativa” su decisioni già prese mortificando così il ruolo della consultazione in una mera presa d’atto. Bene abbiamo fatto – prosegue l’organismo sindacale – a non rispondere a quello che il giudice ha definito “un tentativo di correre ai ripari” dopo che ci era stato impedito un reale confronto attraverso l’annuncio della decisione già presa da parte dell’Ad Fuortes davanti alla Commissione di Vigilanza. La violazione, scrive il giudice, appare palese».

Per i giornalisti, inoltre, «il tenore inequivocabile delle frasi pronunciate dall’Ad nella sede istituzionale e la precisazione della data in cui la terza edizione sarebbe stata cancellata non dà adito a dubbi su quanto è avvenuto. Ogni tentativo di mettere nell’angolo la rappresentanza dei lavoratori è stato oggi svelato dal provvedimento del Tribunale del lavoro. Chi, tra i vertici aziendali, non ha voluto prendere atto di quanto stava accadendo, chi ha cercato di raccontare una storia diversa, oggi deve fare i conti con questo provvedimento e trarne le dovute conseguenze».

L’Usigrai ringrazia quindi gli avvocati Bruno del Vecchio e Francesco Bronzini «che con il loro lavoro hanno ricostruito e rappresentato in giudizio tutta la vicenda e le giornaliste e i giornalisti della Rai che hanno sostenuto l’azione del sindacato a tutela del contratto e del ruolo della rappresentanza di lavoratrici e lavoratori».

(Fonte: FNSI)

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Petizione contro il precariato giornalistico

In Italia, oggi, una generazione rischia di avere un lavoro precario, a singhiozzo, malpagato, più rischioso perché meno regolato o del tutto senza regole. I giovani giornalisti non sfuggono a questa condizione.

Il Sindacato dei giornlisti del Trentino Alto Adige aderisce quindi alla petizione online lanciata dal Sindacato dei giornalisti della Liguria, che chiede di invertire un processo che ostacola una crescita equilibrata, duratura e sostenibile del Paese.

Il precariato interessa anche a quei giovani giornalisti che collaborano con i giornali più “forti”, come “Repubblica”. Il giornale si pone anzi con straordinaria durezza nei confronti dei propri precari: lo scorso anno, un gruppo di giovani colleghi il cui contratto è rinnovato di anno in anno – spesso a condizioni peggiori – ha richiesto un confronto con l’azienda e il direttore del giornale. La loro richiesta, più volte ripresentata è stata ignorata. A questo punto, alcuni colleghi hanno deciso di rivolgersi al giudice del lavoro. L’azienda ha risposto mettendoli alla porta: contratto non rinnovato. Nessun confronto, nessun dialogo. O mangi ‘sta minestra o salti dalla finestra, come dicevano i nostri nonni quando volevano riassumere cosa potesse volere dire un tempo “lavorare sotto padrone”.

La precarietà è una condizione che mortifica la generazione dei nostri figli, ma tale condizione non è fatale, non è un pedaggio da pagare alla modernità e alla crescita. Al contrario, un lavoro e una vita precaria ostacolano una crescita equilibrata, duratura e sostenibile. Se la pensi come noi ti chiediamo di darci una mano: sottoscrivi questa petizione che inoltreremo a Repubblica.

Per firmare la petizione è necessario collegarsi al link di The Action Network

(In apertura: immagine “Cane da guardia della democrazi@”, Rolli per la campagna contro il precariato)

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Proiettile al quotidiano Alto Adige, solidarietà di Sjg e Odg

Le giornaliste ed i giornalisti non si piegheranno in alcun modo all’atto vile perpetrato oggi ai danni dei colleghi dell’Alto Adige che in questi due anni di pandemia hanno dato spazio a tutte le voci. Lo affermano in una nota congiunta Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige (Sjg), Assostampa di Bolzano e Trento e l’Ordine regionale dei giornalisti (Odg), che esprimono piena solidarietà a tutte le colleghe ed i colleghi del quotidiano altoatesino, fatti oggetto di minacce scritte oltre ad un proiettile.

Episodi come quello odierno unito all’analogo della settimana scorsa ai danni del presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti ed al direttore dell’Azienda Sanitaria trentina Antonio Ferro sono inaccettabili perchè si pongono al di fuori del contesto democratico e non hanno nulla a che vedere con una normale dialettica.

Estremisti fautori di posizioni antiscientifiche stanno approfittando della pandemia solo per ingenerare confusione.
La democrazia di cui la libertà di stampa è uno dei cardini è forte e resisterà a questi gesti inconsulti.

Sindacato, Assostampa di Bolzano e Trento insieme l’Ordine si stringono attorno alla redazione incoraggiandola a proseguire con tranquillità nel suo lavoro e desiderano rassicurare l’opinione pubblica che le giornaliste ed i giornaliste continueranno ad esercitare il mandato professionale che affonda le proprie radici nell’articolo 21 della costituzione repubblicana.
Siamo fiduciosi – conclude il comunicato – che le forze dell’ordine e la magistratura sapranno assicurare alla giustizia i responsabili di questi episodi.

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Un anno senza ‘Trentino’, manifestazione Sjg e Cdr

Esponenti sindacali e di redazione incontrano Fugatti e Ianeselli. Presidente PAT: “Intervento per sbloccare situazione

Nell’anniversario della chiusura del quotidiano Trentino, il comitato di redazione ed il Sindacato dei Giornalisti del Trentino Alto Adige hanno chiesto nel corso dell’incontro con il Presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti il rispetto del piano di gestione degli esuberi, impegno preso dalla società editrice SIE Spa al Servizio Lavoro della PAT il 9 febbraio 2021 per ottenere la CIGS a 0 ore dal Ministero del Lavoro, impegno finora disatteso, a parte i tre colleghi ricollocati part time al sito web. Di fronte allo stallo della trattativa con SIE SPA mai decollata ed all’inerzia dell’Assessorato al Lavoro, Sindacato regionale giornalisti ed FNSI hanno chiesto l’intervento del Ministero del Lavoro per richiedere il rispetto del piano per una gestione non traumatica degli esuberi.

Il Presidente Fugatti ha promesso alla delegazione sindacale il suo intervento personale sui servizi provinciali afferenti l’Assessorato al Lavoro e sulla proprietà per sbloccare la situazione. Il cdr, il Sindacato dei Giornalisti del Trentino Alto Adige e la FNSI sono pronti in qualsiasi momento ad avviare la trattativa con la proprietà per trovare una soluzione condivisa.

Temeraria l’affermazione della SIE Spa, presieduta da Orfeo Donatini, di proprietà di Michl Ebner, secondo la quale il giornale non è stato chiuso dalla sera alla mattina, smentita dal Giudice del Lavoro di Trento, Giorgio Flaim, che, con sentenza del 18 giugno 2021, ha condannato la società editrice SIE Spa per comportamento antisindacale proprio “per non aver fornito al comitato di redazione il tempo per consentire l’informativa necessaria per potere esprimere pareri e formulare proposte”, sentenza passato in giudicato perché non appellata.

Si commenta poi da solo il riferimento da parte di SIE Spa che i collaboratori non “avrebbero perso il posto di lavoro”, in quanto (appunto) solo meri collaboratori. Ebbene, si può dire che l’azienda conferma quanto il Sindacato dei giornalisti (e non solo) afferma da anni: chi lavora per una testata come collaboratore (e spesso con compensi minimi) non ha un posto di lavoro! Si potrebbe dire: “Grazie, SIE: lo hai capito pure tu, finalmente!”

Solidarietà è stata espressa agli 11 giornalisti rimasti in cassa integrazione a zero ore (anticamera del licenziamento) ed agli altri collaboratori rimasti senza lavoro dalla presidente del SGV, Monica Andolfatto, e dalle presidenti dell’Ordine dei giornalisti Lissi Mair, di Assostampa Trento Patrizia Belli nonché dai segretari di Cgil, Cisl, Uil Andrea Grosselli, Walter Alotti, dal presidente ACLI Luca Oliver, intervenuti alla manifestazione e dal Sindaco di Trento Franco Ianeselli, che ha ricevuto una delegazione sindacale e la presidente ODG a Palazzo Geremia.

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David Sassoli, profondo cordoglio del Sjg

Il Sindacato dei Giornalisti del Trentino Alto Adige esprime il più vivo e profondo cordoglio per la scomparsa del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli.

Egli è stato molto vicino alla nascita della Fondazione Antonio Megalizzi ed aveva partecipato proprio a Trento alla presentazione dell’istituzione in sala Depero e successivamente all’Università al conferimento della laurea magistrale ad honorem intitolata alla sua memoria.

Da giornalista, sindacalista poi prestato alla politica condivideva le battaglie per la libertà di stampa e di espressione che aveva portato avanti poi nella sua missione al Parlamento di Strasburgo fino a diventarne il suo massimo rappresentante.

Le più vive condoglianze alla famiglia di David Sassoli da parte del Sindacato dei Giornalisti del Trentino Alto Adige.