Gli uffici del Sindacato dei giornliasti del Trentino Alto Adige, compresi quelli dei fiduciari regionali di Inpgi e Casagit, rimarranno chiusi al pubblico per la pausa estiva da mercoledì 5 a martedì 25 agosto 2020.
Categoria: SINDACATO
«È auspicabile che questa vertenza, che la Fnsi continuerà a sostenere e per la quale torna a chiedere all’editore di avviare un confronto nel merito senza pregiudiziali e inutili esibizioni muscolari, possa segnare l’inizio di una più ampia mobilitazione», ammonisce il segretario generale. Il presidente Clan, Mattia Motta: «Valiamo più di 7 euro ad articolo». La solidarietà ai collaboratori delle Assostampa regionali e dei Coordinamenti di precari.
«Lo sciopero dei collaboratori del Messaggero ha fatto cadere il velo di ipocrisia che, fino ad oggi, ha permesso agli editori e agli stessi organi di informazione, fatte salve poche eccezioni, di ignorare le gravi condizioni di precarietà lavorativa in cui versano numerosi giornalisti. Il rifiuto opposto dai collaboratori ad un nuovo taglio dei già esigui compensi, che l’editore sta cercando di imporre con la formula “prendere o lasciare”, è un atto di denuncia forte e perentorio, che ci auguriamo possa essere ascoltato soprattutto dal governo». Così il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, sulla mobilitazione dei giornalisti non dipendenti del quotidiano di via del Tritone.
«Pensare di affrontare le numerose criticità strutturali del settore dell’informazione, aggravate dall’emergenza sanitaria, soltanto con il taglio continuo a sistematico del costo e dei posti di lavoro, come purtroppo avviene da più di un decennio, dimostra l’incapacità di elaborare una visione e una strategia di sistema che, partendo da riforme necessarie e ineludibili, avvii il rilancio di un settore vitale per la vita pubblica e la tenuta delle istituzioni democratiche», aggiunge Lorusso.
«È pertanto auspicabile – incalza il segretario generale – che questa vertenza, che la Fnsi continuerà a sostenere e per la quale torna a chiedere all’editore di avviare un confronto nel merito senza pregiudiziali e inutili esibizioni muscolari, possa segnare l’inizio di una più ampia mobilitazione.
«Lo sciopero dei collaboratori del Messaggero ha fatto cadere il velo di ipocrisia che, fino ad oggi, ha permesso agli editori e agli stessi organi di informazione, fatte salve poche eccezioni, di ignorare le gravi condizioni di precarietà lavorativa in cui versano numerosi giornalisti. Il rifiuto opposto dai collaboratori ad un nuovo taglio dei già esigui compensi, che l’editore sta cercando di imporre con la formula “prendere o lasciare”, è un atto di denuncia forte e perentorio, che ci auguriamo possa essere ascoltato soprattutto dal governo». Così il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, sulla mobilitazione dei giornalisti non dipendenti del quotidiano di via del Tritone.
«Pensare di affrontare le numerose criticità strutturali del settore dell’informazione, aggravate dall’emergenza sanitaria, soltanto con il taglio continuo a sistematico del costo e dei posti di lavoro, come purtroppo avviene da più di un decennio, dimostra l’incapacità di elaborare una visione e una strategia di sistema che, partendo da riforme necessarie e ineludibili, avvii il rilancio di un settore vitale per la vita pubblica e la tenuta delle istituzioni democratiche», aggiunge Lorusso.
«È pertanto auspicabile – incalza il segretario generale – che questa vertenza, che la Fnsi continuerà a sostenere e per la quale torna a chiedere all’editore di avviare un confronto nel merito senza pregiudiziali e inutili esibizioni muscolari, possa segnare l’inizio di una più ampia mobilitazione.
L’informazione e la tutela della dignità della persona e del lavoro devono tornare al centro del confronto con il governo e con gli editori. La crescita delle diseguaglianze, che mette sempre più a rischio la tenuta sociale del Paese, interessa da tempo anche il mondo dell’informazione: ne prendano atto anche i cosiddetti giornalisti garantiti, per alcuni dei quali la precarietà da sbattere in prima pagina è sempre e soltanto quella di altre categorie di lavoratori».
LE REAZIONI
Mattia Motta, segretario generale aggiunto Fnsi e presidente Clan: «Tutti i giornalisti non dipendenti devono uscire dall’invisibilità. Valiamo più di 7 euro»
«Immaginate un’azienda in cui il datore di lavoro decide di fare il “padrone” e taglia gli stipendi del 30%, non accetta il benché minimo dialogo e impone di decidere entro un mese: “prendere o lasciare, quella è la porta”. Aggiungete che a questi lavoratori – colleghi che fanno lo stesso mestiere, quotidianamente, da anni – non viene riconosciuto né il contratto di lavoro corretto né la dignità della piena rappresentanza sindacale. Quella che stiamo vivendo è una pagina veramente triste dell’editoria italiana e non riguarda solo giornalisti ed editori: lo sciopero dei collaboratori del Messaggero parla a tutti: alle istituzioni, per dire che i co.co.co. sono una forma di sfruttamento legalizzato e vanno abrogati e che l’equo compenso non è più rinviabile; ai cittadini si rivolge per far capire che il lavoro di cronisti e corrispondenti che informano milioni di persone vale molto di più di sette euro a notizia». Così Mattia Motta, segretario generale aggiunto Fnsi e presidente Clan, commenta lo sciopero indetto dall’Assemblea dei collaboratori della testata di via del Tritone e dalla Federazione nazionale della Stampa italiana.
«Danno “voce” a milioni di cittadini e oggi, per farsi sentire, devono chiudere i taccuini. Stiamo parlando di giornalisti che, di fatto, fanno i corrispondenti, i cronisti e sono riferimenti per i propri territori: lo sciopero è loro diritto ed è l’unica arma per mandare un segnale all’arroganza dell’editore che non apre alcuna trattativa. Giornalisti senza tutele, sottopagati, e sottoposti a un ultimatum irricevibile. Rinnovo l’invito all’editore ad aprire un tavolo con il sindacato e congelare i tagli previsti per il 14 luglio. Oggi i collaboratori del Messaggero sono usciti dalla condizione di invisibilità comune a tutti giornalisti precari in Italia: tutti i giornalisti non dipendenti devono uscire dall’invisibilità, facciamoci sentire: valiamo più di 7 euro ad articolo».
Lorenzo Basso, lavoratore autonomo componente della Giunta esecutiva Fnsi: «Solidarietà e vicinanza ai colleghi»
«È d’obbligo oggi esprimere solidarietà e vicinanza ai collaboratori de “Il Messaggero”, che incrociano le braccia di fronte ad un ultimatum inaccettabile da parte dell’azienda. Da anni costretti a lavorare sottopagati e privi di tutele, questi nostri colleghi, tra i primi in Italia, hanno portato alla ribalta – assieme alla Fnsi – un tema di cui si parla da troppo tempo, il compenso dei giornalisti di quotidiani e delle agenzie di stampa impiegati con contratti precari. I collaboratori scioperano contro una diminuzione ulteriore del compenso per ciascun articolo. Bisogna ricordare come i compensi dei collaboratori de “Il Messaggero” (7 euro lordi a pezzo) non garantiscano in ogni caso una vita libera e dignitosa per i lavoratori, come invece sancisce la Carta costituzionale. In un momento in cui i collaboratori di diverse testate sono in stato di agitazione per paventati tagli ai compensi dei più deboli, lo sciopero dei colleghi rappresenta un segnale importante per tutti i collaboratori e i lavoratori del comparto giornalistico, e sollecita il Governo a riprendere al più presto i lavori del tavolo per l’applicazione della legge dell’equo compenso. L’iniziativa mette inoltre in evidenza il problema della mancata applicazione del contratto di categoria, che negli ultimi vent’anni ha portato all’affermazione di una fascia sempre più estesa di lavoratori poveri.
Ordine e Sindacato giornalisti del Veneto: «Solidarietà ai colleghi»
#nonvalgo7euro: no al taglio unilaterale di compensi già al limite della soglia di sopravvivenza. Sindacato e Ordine dei giornalisti del Veneto esprimono solidarietà ai collaboratori giornalisti non dipendenti del Messaggero di Roma da oggi venerdì 10 luglio in sciopero per tre giorni fino domenica 12 luglio.
L’astensione dal lavoro è stata decisa dall’Assemblea dei giornalisti non dipendenti del quotidiano edito da Caltagirone (lo stesso che pubblica Il Gazzettino) che si è costituita nella sede della Fnsi sotto l’egida della Commissione lavoro autonomo nazionale (Clan) della stessa Federazione nazionale della stampa italiana, e che lo scorso 23 giugno aveva dichiarato lo stato di agitazione chiedendo inutilmente un tavolo di confronto.
Al centro della protesta la comunicazione via mail ricevuta lo scorso 15 giugno a ogni giornalista non dipendente con cui l’azienda intimava all’interessato di firmare entro il 14 luglio l’accettazione “prendere o lasciare” della decurtazione media del 20% del tariffario in essere.
La lotta dei giornalisti non dipendenti del Messaggero di Roma è una lotta di tutti perché fotografa lo stato di grave precariato in cui sono costretti a lavorare, per la stragrande maggioranza, i giornalisti non dipendenti in tutte le regioni, anche la nostra. Un fenomeno che l’Ordine e il Sindacato dei giornalisti del Veneto hanno denunciato e continuano a denunciare in tutte le sedi anche quelle istituzionali. Contrastare lo sfruttamento e il precariato dei giornalisti non dipendenti significa tutelare anche i giornalisti dipendenti e l’intero settore dell’editoria in crisi ben prima del Covid, e spesso a causa di editori incapaci di visioni strategiche di rilancio e capaci solo di tagliare il costo del lavoro – dentro e fuori le redazioni – incuranti del ruolo fondamentale che l’informazione di qualità e professionale ricopre per la crescita e lo sviluppo democratico della società.
Editori pronti a invocare libertà, autonomia, indipendenza, autorevolezza, credibilità del “prodotto giornale” pagando a cottimo in media da 7 a 20 euro a pezzo i giornalisti non dipendenti – fondamentali per la raccolta delle notizie sul territorio – e costringendo i giornalisti dipendenti a compiti di desk e con organici ridotti all’osso. Ecco perché la lotta dei collaboratori del Messaggero di Roma per diritti e tutele va sostenuta e condivisa perché in ballo c’è il futuro della professione, della sua dignità, del suo valore, della sua specificità.
La solidarietà dell’Asva
Dopo la comunicazione unilaterale dell’editore del taglio dei compensi dei collaboratori, il neonato coordinamento dei collaboratori del quotidiano Il Messaggero è arrivato alla proclamazione di uno sciopero. È un segnale forte, soprattutto da parte di un gruppo di giornalisti senza tutele, che lavorano sul campo e che “costruiscono” il giornale portando ogni giorno notizie, immagini, video. Anche se si tratta di una realtà geograficamente lontana dalla Valle d’Aosta, l’Associazione Stampa Valdostana esprime vicinanza e solidarietà in questa lotta ai colleghi e li supporterà in tutte le loro battaglie.
Il sostegno del Coordinamento giornalisti non contrattualizzati Rai
Il Coordinamento dei giornalisti non contrattualizzati della Rai, ancora operativo in attesa della conclusione dei tempi tecnici di concretizzazione dell’accordo concluso e concordato, esprime la propria completa solidarietà ai collaboratori del Messaggero in lotta; invita la Fnsi a proporre concrete soluzioni di regolamentazione del ruolo e dell’attività dei giornalisti freelance che, a legislazione e contratto vigenti, superino l’attuale giungla di comportamenti illegali o immorali da parte di quegli editori che calpestano e disprezzano la dignità dei lavoratori e delle proprie famiglie; si impegna a sostenere eventuali ulteriori azioni di lotta che la Federazione dovesse ritenere utili e opportune a sostegno delle componenti più deboli della categoria.
Riteniamo sia giunto il tempo di porre un freno agli abusi sui contratti atipici e all’attacco alle tutele e ai diritti dei lavoratori che oggi colpisce le fasce meno garantite ma che, come tutti vediamo, ha come obiettivo finale quelle garantite.
Non esiste Stato democratico dove i giornalisti siano ricattabili e non possano esprimere le loro opinioni in piena libertà nel rispetto delle leggi e delle norme che regolano la vita delle nostre società.
L’attacco alla libertà della stampa, quale che sia la forma che assume e quali che siano le categorie contrattuali o gli istituti che colpisce, è un attacco contro la libertà di tutti, contro i nostri principi costituzionali e contro le basi su cui si fonda lo stare insieme della nostra società.
Il tempo dell’arretramento è finito.
Il coordinamento dei collaboratori del quotidiano Libertà di Piacenza: «Forte solidarietà»
Il coordinamento dei collaboratori del quotidiano Libertà di Piacenza esprime forte solidarietà nei confronti dei colleghi del Messaggero a cui è stato a proposto un inaccettabile taglio dei compensi che ancora una volta umilia e svilisce il lavoro dell’intera categoria facendo peraltro ricadere, come troppo spesso succede, il peso di certe scelte sulla parte più debole e meno tutelata del settore.@fnsisocial
«L’accordo non è stato ancora formalizzato, in attesa dello sblocco del piano nazionale delle frequenze in via di definizione al ministero dello Sviluppo Economico. Il passaggio potrebbe avvenire in tempi brevi», spiega il segretario del Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige (SJG), Rocco Cerone
Si è tenuto nei giorni scorsi a Bolzano, presso la sede del Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige (SJG), un incontro sul futuro di Video33/Sdf, al quale hanno partecipato l’amministratore di Rosengarten media Albino Leonardi, Pierluigi e Simone Baronio, titolari della rete televisiva Telecolor di Cremona, i segretari regionali del Sindacato dei giornalisti Rocco Cerone e di Sgb Cisl Michele Buinerba. Lo rende noto un comunicato congiunto dei sindacarti.
«L’accordo – spiegano le sigle sindacali – non è stato ancora formalizzato, in attesa dello sblocco del piano nazionale delle frequenze in via di definizione al ministero dello Sviluppo Economico a Roma. Il passaggio potrebbe avvenire in tempi brevi».
SGJ ed Sgb Cisl hanno ricevuto rassicurazioni sulla continuità aziendale e sul mantenimento degli attuali 14 dipendenti. Il prossimo incontro avverrà entro il mese di luglio.
(Fonte: FNSI)
Nell’introdurre il segretario generale Lorusso, il presidente Conte ha sottolineato l’importanza dei media nel periodo della pandemia. «Riconoscimento importante, ma per garantire la funzione essenziale dell’informazione occorrono interventi mirati e riforme di sistema e garantire la qualità del lavoro dei giornalisti», rileva il vertice del sindacato. Un momento dell’incontro al Casino del Bel Respiro di Parco di Villa Pamphilj.
Seconda giornata degli Stati generali dell’economia dedicata al confronto con gli enti locali e le parti sociali. Al tavolo, con i rappresentanti di Regioni, Comuni e Province, anche Vittorio Colao e alcuni componenti del Comitato di esperti e gli esponenti di sindacati e associazioni di categoria. Per la Federazione nazionale della Stampa italiana è intervenuto il segretario generale Raffaele Lorusso, accompagnato dal direttore Tommaso Taquanno.
Nell’introdurre l’intervento del segretario generale della Fnsi, il presidente Conte ha sottolineato l’importanza del ruolo degli organi di informazione, in particolare in questa fase di emergenza «con tutti i cittadini a casa, tutti chiamati a rispettare le misure di distanziamento fisico e a rinunciare alle normali abitudini di vita. Se abbiamo raggiunto un risultato è perché tutta la comunità nazionale, in ciascuna delle sue componenti, ha fatto la sua parte. Per questo voglio dare atto pubblicamente del ruolo che hanno avuto la stampa e gli organi di informazione», ha detto Conte.
«Il riconoscimento del ruolo degli organi di informazione durante la fase dell’emergenza da parte del presidente del Consiglio ribadisce l’importanza e il ruolo strategico della stampa. Un ruolo fondamentale per consentire la formazione di un’opinione pubblica matura e consapevole e per rafforzare le istituzioni democratiche, che deve essere sostenuto con interventi mirati e riforme di sistema», è il commento del segretario generale Lorusso al termine dell’audizione nel corso degli Stati generali.
«Siamo grati al presidente del Consiglio per aver ricordato il ruolo fondamentale svolto dalla stampa nel periodo dell’emergenza sanitaria e per l’attenzione che il governo riserva al settore – sottolinea Lorusso -. Un’attenzione dimostrata anche dall’invito del sindacato dei giornalisti agli Stati generali dell’economia, insieme con le altre parti sociali».
Nel corso dell’intervento, il segretario generale della Fnsi ricorda le criticità del settore, già al centro del confronto con il sottosegretario all’Editoria, Andrea Martella. La crisi strutturale dell’editoria, che dura da più di un decennio, è aggravata dal ruolo sempre più preponderante esercitato dai colossi della rete, a partire da Google e Facebook, che dopo aver di fatto prosciugato il mercato della pubblicità negli Stati Uniti, stanno stravolgendo anche il mercato europeo. «La direttiva europea sul diritto d’autore va recepita con urgenza nel nostro ordinamento – dice Lorusso –. Chi utilizza gli investimenti degli editori e il lavoro dei giornalisti per fare profitti deve essere chiamato a riconoscere la giusta remunerazione. I giganti della rete devono pagare le tasse, i cui proventi vanno destinati a sostenere l’informazione».
Il segretario generale della Fnsi fa poi riferimento alle incursioni in Italia di organizzazioni straniere, in particolari russe e cinesi, come documentato da Ue e Nato, che utilizzano le fake news per provare a condizionare l’opinione pubblica italiana. «Per questo – osserva – occorre sostenere la buona informazione e proteggere la privacy digitale dei cittadini».
I mesi della pandemia hanno inciso pesantemente sui bilanci delle aziende editoriali: senza interventi di sostegno c’è il rischio di effetti deleteri per l’occupazione. Per la Fnsi è necessario sostenere i processi di trasformazione digitale già in atto nel mondo dell’informazione, a patto che siano legati alla tutela dell’occupazione e alla lotta al precariato. «Bisogna superare – rileva Lorusso – la logica dei finanziamenti erogati al solo fine di favorire l’esodo anticipato dei giornalisti dal mondo del lavoro. In un quadro generale di lotta alle disuguaglianze, è necessario affrontare il tema della dignità del lavoro giornalistico e del contrasto alla precarietà dilagante. L’informazione di qualità presuppone qualità del lavoro, quindi diritti, tutele e garanzie oggi assenti per migliaia di giornalisti. L’informazione di qualità non si può difendere lasciando che il perimetro del lavoro subordinato venga progressivamente ridotto per aprire la strada al lavoro precario, attraverso il ricorso massiccio a forme di lavoro atipico che offendono la dignità delle persone».
(Fonte: FNSI; foto: governo.it)
Il quotidiano Alto Adige 75 anni. Fondato dal Cnl, è uscito per la prima volta in edicola il 24 maggio del 1945. Per l’anniversario il giornale pubblica uno speciale con un editoriale del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che sottolinea il «ruolo positivo, di dialogo, di fattiva costruzione di una comunità moderna e aperta». Come ribadisce il direttore Alberto Faustini, «oggi la convivenza faticosamente conquistata ci pare un diritto quotidiano quasi scontato, ma rileggendo il giornale di oltre cinquant’anni fa e mettendosi nei panni del lettore, possiamo davvero immaginare una situazione ben diversa. Non che oggi prevalgano le buone notizie, ma sul fronte della convivenza abbiamo fatto passi da gigante. Certo il giornale ora si occupa dell’endemico ‘disagio’ degli italiani, di proposte provocatorie legate ancora e sempre, ma non solo, alla toponomastica, talora tendenti ancora a rilanciare l’autodeterminazione. Ma la dinamite sembra sotterrata per sempre».
Per il presidente Mattarella, «la storia – e l’attualità – dei giornali e dell’editoria locale è parte vitale di quel tessuto democratico che ha consentito al nostro Paese di progredire nel benessere e nei diritti». Nel suo saluto in un occasione del 75° anniversario di fondazione del quotidiano Alto, il capo dello Stato ribadisce anche che «l’essenziale principio di libertà, sancito dall’articolo 21 della Costituzione, trova necessaria attuazione proprio nella ricchezza che deriva dalle diversità e dalla molteplicità».
«L’Alto Adige-Sud Tirol, nato per iniziativa di chi aveva combattuto per la Liberazione dal nazifascismo, si è trovato nella sua vita a presidiare un altro fondamento costituzionale: la tutela delle minoranze, solennemente affermata dall’articolo 6. Le vicende di questi decenni non ci hanno risparmiato momenti di difficoltà, ormai lontani, ma possiamo ben dire che l’Italia, nel percorso che prese avvio dall’accordo De Gasperi-Gruber, è diventata un modello di integrazione e di convivenza per l’intera Europa», prosegue il presidente della Repubblica.
«L’Unione Europea – conclude Mattarella – ha avuto la significativa ispirazione di definirsi come ‘unione di minoranze’. In questo cammino l’Alto Adige e il Trentino hanno svolto un ruolo positivo, di dialogo, di fattiva costruzione di una comunità moderna e aperta. Ogni giorno sono stati capaci di descrivere e dare voce a forze sociali, civili, economiche, a cittadini che operavano per lo sviluppo e per una sua migliore qualità».
Gli auguri del Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige
«Non
possiamo che sottoscrivere le parole del presidente della Repubblica
Sergio Mattarella, che ha ricordato il duplice ruolo dell’Alto Adige
Trentino che hanno accompagnato i 75 anni di storia dell’Alto Adige Sued
Tirol», commenta il segretario del Sindacato Giornalisti del Trentino
Alto Adige Journalisten Gewerkschaft, Rocco Cerone.
«Buon compleanno
Alto Adige Trentino: l’augurio più sincero – prosegue – è di continuare a
portare alta la bandiera dei valori costituzionali racchiusi
nell’articolo 21 sulla libertà di stampa e nell’articolo 6 sulla tutela
delle minoranze linguistiche, che sono nel Dna dei due giornali. È
importante celebrare questa ricorrenza soprattutto in un momento di
crisi accentuata nel settore dell’editoria, che costituisce uno sprone a
continuare per almeno altri 75 anni. Auguri Alto Adige Trentino».
Come avvenuto in occasione delle disposizioni introdotte per il contrasto all’epidemia da Covid-19 – dai Dpcm, ai decreti legge ai decreti e circolari mini-steriali – gli uffici della Federazione nazionale della stampa italiana hanno individuato le misure riguardanti il settore e predisposto un documento di agevole lettura. Le domande più frequenti rivolte alla Fnsi e le risposte, già pubblicate sul sito federale, vengono adesso raccolte anche in una guida ragionata in formato pdf (presente al link o scaricabile in calce all’articolo).
Il rinnovo del bonus per i lavoratori autonomi anche per i mesi di aprile e maggio, per la cui eroga-zione occorre comunque attendere un decreto inter-ministeriale. La proroga dei contratti delle agenzie di stampa. La proroga al 31 dicembre del termine per il riequilibrio dell’Inpgi. Il rifinanziamento de-gli ammortizzatori sociali e l’accredito all’Istituto di previdenza dei giornalisti dei contributi figurativi per la Cig in deroga con causale “Covid 19”. Tra conferme e novità, sono queste alcune delle numerose misure previste dal decreto ‘Rilancio’, pubblicato in Gazzetta Ufficiale martedì 19 maggio 2020, che riguardano anche i giornalisti e, più in generale, il settore dell’informazione. Si tratta di misure che sosterranno, sia pure in modo non esaustivo, il comparto e la professione e vanno nella direzione auspicata dalla FNSI nel corso dei numerosi confronti intercorsi con il Governo durante il periodo dell’emergenza. È un’interlocuzione che dovrà proseguire nelle settimane e nei mesi a venire. L’informazione, della cui importanza tutti hanno do-vuto prendere atto in queste settimane, deve essere sostenuta. Occorre valorizzare il lavoro dei giornali-sti, contrastando la precarietà e il lavoro irregolare.
Il Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige ha confermato la convenzione con il CAAF della CGIL di Trento e della CGIL-AGB di Bolzano per la compilazione della dichiarazione dei redditi, ma con modalità diverse a causa dell’emergenza sanitaria in corso.
A Bolzano sarà possibile contattare la consulente Sig.ra Loredana Sartor al numero 333/7865808 con la quale potrà concordare un appuntamento presso la Sede di Via Trieste 76 per l’elaborazione della dichiarazione.
A Trento sarà possibile contattare la consulente Sig.ra Valentina Boschele c/o CAAF CGIL al n. 345 4595241, per accordarsi sulla consegna della documentazione e sulla modalità di compilazione della dichiarazione, con orario da lunedì a venerdì 8-18.
Vi preghiamo di allegare alla documentazione la dichiarazione dell’anno scorso (mod. 730/19, UNICO/19), copia di un documento di validità in corso, copia del codice fiscale, un recapito telefonico e copia della convenzione per l’applicazione della tariffa agevolata.
N.B per coloro che desiderano avere copia del CU2020 dell’Inpgi e/o il riepilogo delle spese mediche Casagit, possono farne richiesta ai nostri uffici prima di contattare gli uffici di Bolzano e Trento, specificando a quale indirizzo email spedire la documentazione.
IMPORTANTE: in allegato troverete tre documenti:
1. Convenzione tra la CGIL Servizi e il Sindacato regionale Giornalisti TAA;
2. Elenco dei documenti necessari per la dichiarazione 730/2020
Auspichiamo in questo modo di venire incontro alle Vostre esigenze.
Il segretario regionale
Rocco Cerone
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Bozen, den 21. Mai 2020
Liebe Kolleginnen und Kollegen,
die Journalistengewerkschaft Trentino Südtirol hat die Konvention mit dem Steuerbeistandszentrum des AGB/CGIL erneuert. Das Zentrum übernimmt daher auch heuer das Ausstellen der Steuerklärung. Wegen des Coronavirus verläuft dies jedoch anders als in den vergangenen Jahren.
In Bozen sollte Frau Loredana Sartor von Steuerbeistandszentrum CGIL-AGB in der Trieststraße Nr. 78 unter der Rufnummer 333/7865808 angerufen werden. Mit Ihr könnt ihr Einzelheiten vereinbaren und wie und wo die Unterlagen abgegeben werden sollen.
Wer hingegen seine Steuererklärung in Trient ausstellen lassen möchte, sollte Frau Valentina Boschele vom Steuerbeistandszentrum CGIL Trient von Montag bis Freitag von 8 bis 18 Uhr unter der Rufnummer 345 45 95 241 anrufen. Mit ihr könnt ihr Einzelheiten vereinbaren und wie und wo die Unterlagen abgegeben werden sollen. Bitte legt die Steuererklärung des letzten Jahres (mod.730/19, UNICO/19) bei, die Kopie eines gültigen Personalausweises, die Kopie eurer Steuernummer, die Telefonnummer, über die ihr erreichbar seid und die Kopie der Konvention, die euch einen günstigeren Tarif sichert.
Wer eine Kopie des CUD2020 des Inpgi und/oder eine Aufstellung der Arztspesen der CASAGIT möchte, kann dies bei unseren Büros beantragen. Das sollte geschehen, bevor die Büros der Steuerbeistandszentren in Bozen oder Trient kontaktiert werden. Bitte gebt die E-Mail-Adresse an, an die die Unterlagen geschickt werden sollen.
WICHTIG: In der Anlage findet ihr drei Dokumente:
1. Abkommen zwischen CGIL-AGB und regionaler Journalistengewerkschaft;
2. Verzeichnis der erforderlichen Unterlagen für die Steuererklärung 730/2020.
Wir hoffen, euch damit das Abfassen der Steuererklärung erleichtert zu haben.
Der Regionalsekretär
Rocco Cerone
Il Sindacato dei Giornalisti del Trentino Alto Adige solidarizza con i colleghi dell’ANSA in sciopero contro un piano insensato che rischia di minare uno degli imprescindibili presidi e dei baluardi dell’informazione dei territori.
Lo afferma in una nota il segretario regionale Rocco Cerone.
D’intesa con la FNSI, anche il SJG affiancherà i giornalisti dell’ANSA nelle azioni che cdr e fiduciari riterranno di assumere.
Rinviato a lunedì 18 maggio lo sciopero di giornalisti e tecnici di Video33/Sdf. Lo annunciano – in una nota – il Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige/Südtirol (Sjg-FNSI) e la Fistel–Sgb Cisl.
Dopo l’indizione dello sciopero, la proprietà ha pagato la mensilità di febbraio. Rimangono inevase ancora marzo e aprile, che scadrà il 15 maggio.
Considerando che i ritardi dei pagamenti sono avvenuti ripetutamente anche negli ultimi due anni, rimane lo stato di agitazione dei dipendenti e lo sciopero viene pertanto aggiornato a lunedì 18 maggio prossimo.
Si rimane comunque a disposizione della proprietà per una trattativa seria in merito al futuro dell’azienda. Se non cambierà l’atteggiamento di assoluta mancanza di trasparenza tenuto fino ad oggi dalla stessa, tutte le decisioni assunte nell’assemblea del personale svoltasi lo scorso 4 maggio si intendono confermate.
In sciopero giornalisti e tecnici di Video33/SDF venerdì 8 maggio 2020. Lo annunciano in una nota congiunta il Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige Journalisten-Gewerkschaft (Sjg-FNSI)e la Fistel-Sgb Cisl.
La decisione per sollecitare il pagamento degli ultimi tre mesi di stipendio: febbraio, marzo ed aprile 2020 e di tutte le spettanze ad essi collegate. Non avendo ricevuto alcun impegno credibile sulla tempistica dei pagamenti delle retribuzioni arretrate, nonostante tre infruttuose riunioni in videoconferenza per raggiungere un accordo per la cassa integrazione per l’emergenza Covid-19 e per accedere alla Cig in deroga, le due organizzazioni sindacali sono state costrette a prenderne atto e a confermare lo stato di agitazione.
L’assemblea congiunta di giornalisti e tecnici ha dato mandato a Sindacato Giornalistie Fistel-Sgb Cisl di proclamare lo sciopero, riservandosene la revoca se i vertici di RosengartenMedia Srl provvederanno all’accredito delle competenze arretrate dei dipendenti sui rispettivi conti correnti entro giovedì 7 maggio.
Sindacato Giornalistie Fistel-Sgb Cisl si riservano qualsiasi altra azione per tutelare il patrimonio aziendale ed i diritti dei lavoratori.
Non avendo ricevuto alcun impegno credibile sulla tempistica dei pagamenti delle retribuzioni arretrate, nonostante tre infruttuose riunioni in videoconferenza per raggiungere un accordo per la cassa integrazione per l’emergenza Covid-19 e per accedere alla Cig in deroga, le due organizzazioni sindacali sono state costrette a prenderne atto e a confermare lo stato di agitazione.
Rocco Cerone (Sjg-FNSI)
Michele Buonerba (Sgb Cisl)
Bianca Maria Catapano (Fistel-Sgb Cisl)
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Journalisten und Techniker von Video33/SDF sind am Freitag, 8. Mai zum Streik aufgerufen: Das teilen in einer gemeinsamen Stellungnahme die Journalistengewerkschaft Trentino-Südtirols und die Fachgewerkschaft Fistel im SGBCISL mit.
Der Arbeitsausstand ist ausgerufen worden, um die Bezahlung der ausstehenden drei Monatsgehälter für Februar, März und April 2020 sowie die damit zusammenhängenden Ansprüche einzufordern.
Da die beiden Gewerkschaften keine glaubwürdige Zusage hinsichtlich des Zeitpunkts der Auszahlung der ausständigen Gehälter erhalten haben und drei Sitzungen per Videokonferenz nicht zu einer Einigung über den Lohnausgleich infolge der COVID-19-Notsituation und zum Zugang zum außerordentlichen Lohnausgleich geführt haben, sahen sie sich gezwungen, die Protestmaßnahmen zu bestätigen.
Bei einer Versammlung haben die Journalisten und das technische Personal die Journalisten-gewerkschaft und die Fistel SGBCISL beauftragt, einen Streik auszurufen. Sie behalten sich vor, den Streik zu widerrufen, falls die Verantwort-lichen der Rosengarten Media GmbH den Beschäftigten die ausständigen Gehälter bis Donnerstag 7. Mai überweisen.
Die Journalistengewerkschaft und die Fistel SGBCISL behalten sich weitere Schritte vor, um die Rechte der Arbeitnehmer zu wahren.
Rocco Cerone (Sjg-FNSI)
Michele Buonerba (Sgb Cisl)
Bianca Maria Catapano (Fistel-Sgb Cisl)