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PREVIDENZA E SALUTE

Smart working, proroga per lavoratori fragili e con figli under 14

La disposizione normativa, introdotta con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge di conversione del decreto Aiuti-bis, si applica anche al settore giornalistico. Tutti i dettagli nella circolare esplicativa predisposta dagli uffici della Fnsi.

Smart working fino a fine anno per i lavoratori fragili e per i genitori di figli minori di 14 anni (in questo caso a patto che nel nucleo familiare non vi sia già un genitore che non lavora o che percepisce ammortizzatori sociali). Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge di conversione del decreto Aiuti-bis, diventa efficace la proroga fino al 31 dicembre 2022 del diritto al lavoro agile per queste due tipologie di lavoratori, a condizione che sia compatibile con le mansioni da svolgere. La nuova disposizione normativa si applica anche al settore giornalistico.

Il lavoro agile – regolato con legge del 2017, cui si è fatto gran ricorso, nella formulazione emergenziale, nei mesi della pandemia e del lockdown – non è una diversa tipologia di rapporto di lavoro, «bensì – come ricorda il ministero del Lavoro – una particolare modalità di esecuzione della prestazione di lavoro subordinato introdotta al fine di incrementare la competitività e di agevolare la conciliazione dei tempi di vita e lavoro».

La prestazione lavorativa viene eseguita in parte all’interno di locali aziendali e in parte all’esterno, senza una postazione fissa, entro i soli limiti di durata massima dell’orario di lavoro giornaliero e settimanale derivanti dalla legge e dalla contrattazione collettiva. Ai lavoratori in modalità “agile” va garantita la parità di trattamento economico con chi svolge la stessa mansione totalmente in presenza.

PER APPROFONDIRE
Tutti i dettagli di interesse per i giornalisti nella circolare esplicativa predisposta dagli uffici della Fnsi allegata in calce.

 Circolare proroga smart working

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GRUPPI

Libertà di stampa, flash mob a Trento e Napoli

Una doppia iniziativa per denunciare la stretta delle autorità di Mosca contro cronisti e media indipendenti e per ricordare Antonio Megalizzi e Mario Paciolla assieme ai loro familiari. Con il presidente della Fnsi anche i rappresentanti dei giornalisti di Trentino Alto Adige e Campania e dell’associazione Articolo21.

«Non possiamo tacere sui bavagli della Russia, una situazione che dura da venti anni e che per lungo tempo è stata ignorata in Italia per interessi politici. Ora si arriva a un atto estremo con la chiusura del giornale di Anna Politkovskaja, e alla condanna di 22 anni di Ivan Safronov. Voci messe a tacere che noi abbiamo il compito di tenere vive e ricordare». Lo ha detto il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, al flash mob organizzato a Trento venerdì 9 settembre 2022 con il Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige all’indomani della revoca della licenza di pubblicazione a Novaya Gazeta e della sentenza contro l’ex reporter di Vedomosti e Kommersant.

In contemporanea, collegati con Trento, nella sede del Sindacato unitario giornalisti Campania, a Napoli, a manifestare per denunciare la stretta delle autorità russe contro giornalisti e media indipendenti, insieme con il segretario regionale Claudio Silvestri c’erano i genitori di Mario Paciolla, il cooperante Onu e giornalista ucciso nel 2020 in Colombia in circostanze ancora avvolte nel mistero, il cronista Mimmo Rubio, costretto a vivere sotto scorta a causa delle minacce ricevute per via del suo lavoro, rappresentanti del mondo dell’associazionismo campano.

«Sono passati due anni dalla morte di Mario e attendiamo ancora una verità chiara. Vogliamo sapere, non ci accontentiamo di quello che dice l’Onu, quindi andremo avanti nella nostra ricerca, in questo percorso di verità e giustizia. Vogliamo che questa storia non venga dimenticata, così come invece voleva l’Onu subito dopo averci comunicato la notizia della morte di Mario, chiedendoci se volevamo la restituzione del corpo», ha ribadito Anna Motta, madre di Mario Paciolla. E il padre, Pino Paciolla, ha aggiunto: «Da subito l’Onu ha classificato la morte di Mario come suicidio, il che non è assolutamente vero».

Durante il collegamento, i genitori del giornalista e cooperante napoletano hanno virtualmente abbracciato la famiglia di Antonio Megalizzi, cronista ucciso a Strasburgo nel 2018, presente a Trento insieme con rappresentanti dell’Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa. Alla Fondazione Megalizzi e all’Obct sono state consegnate le targhe conferite loro da Articolo21 per i vent’anni dell’associazione.

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PREVIDENZA E SALUTE

Trattenuta 1% Inps, precisazione della FNSI

Dal primo luglio 2022, le trattenute pensionistiche che i giornalisti dipendenti troveranno sui rispettivi cedolini paga saranno le stesse della generalità dei lavoratori dipendenti assicurati presso l’Inps. Lo precisa la FNSI in merito alla trattenuta dell’1%, recentemente applicata su alcuni cedolini paga, avente la dicitura “contributo aggiuntivo Inps 1%”.

Come noto, lo scorso 1° luglio, la funzione previdenziale svolta dall’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani «Giovanni Amendola» (Inpgi) è stata trasferita, limitatamente alla gestione sostitutiva dell’Ago, all’Istituto nazionale della previdenza sociale (Inps), come previsto dalla Legge 30 dicembre 2021, n. 234, al comma 103. Con effetto dalla medesima data sono pertanto iscritti all’assicurazione generale obbligatoria (Inps) per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti dei lavoratori dipendenti anche i giornalisti professionisti, i pubblicisti e i praticanti, titolari di un rapporto di lavoro subordinato di natura giornalistica.

L’articolo 3-ter del Dl 19 settembre 1992, n. 384, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 novembre 1992, n. 438, ha introdotto (a decorrere dal 1° gennaio 1993), a favore dei regimi pensionistici ai quali sono iscritti i lavoratori dipendenti pubblici e privati, un’aliquota aggiuntiva a carico del lavoratore, nella misura dell’1%, sulle quote eccedenti il limite della prima fascia di retribuzione pensionabile. Detto contributo aggiuntivo è dovuto nei casi in cui il regime pensionistico di iscrizione preveda aliquote contributive a carico del lavoratore dipendente inferiori al 10%, come nel caso dei giornalisti, per i quali si ricorda che il contributo previdenziale a carico del lavoratore è del 9,19%, mentre il 23,81% è a carico del datore di lavoro.

Tenuto conto che la prima fascia di retribuzione pensionabile è stata determinata per l’anno 2022 in € 48.279,00, l’aliquota aggiuntiva dell’1% deve essere applicata sulla quota di retribuzione eccedente il predetto tetto retributivo che, rapportato a dodici mesi, è pari a € 4.023,25, da arrotondare a € 4.023,00. Si precisa al riguardo che, ai fini del versamento del contributo aggiuntivo in questione, deve essere osservato il criterio della “mensilizzazione”. Ne deriva quindi che il calcolo del contributo deve essere verificato a fine anno, o comunque nel mese di cessazione del rapporto, al fine di procedere ad eventuali operazioni di conguaglio.

Per maggiori dettagli, si invita a consultare la Circolare Inps n. 15 del 28-01-2022 a cui si rimanda integralmente.

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FREELANCE

Orlando firma decreto per il bonus 200 euro ad autonomi e professionisti

I giornalisti lavoratori autonomi, partite Iva e titolari di contratti di collaborazione coordinata e continuativa che nel 2021 hanno percepito un reddito non superiore a 35mila euro potranno fare domanda all’Inpgi nei termini, con le modalità e secondo lo schema che lo stesso Ente predisporrà.

Il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando, ha firmato oggi, mercoledì 10 agosto 2022, il decreto che disciplina i criteri e le modalità per la concessione dell’indennità una tantum introdotta dal decreto Aiuti quale misura di sostegno al potere d’acquisto dei lavoratori autonomi e dei professionisti conseguente alla crisi energetica e al caro prezzi in corso.

L’indennità è destinata – oltre che ai lavoratori autonomi e ai professionisti iscritti alle gestioni previdenziali dell’Inps – anche ai professionisti iscritti agli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza e, quindi, anche ai giornalisti (lavoratori autonomi, partite Iva e titolari di contratti di collaborazione coordinata e continuativa) iscritti alla gestione separata dell’Inpgi che, nel periodo d’imposta 2021, hanno percepito un reddito complessivo non superiore a 35.000 euro.

I giornalisti destinatari della misura una tantum, pari a 200 euro e corrisposta a seguito di presentazione di apposita domanda, devono essere iscritti all’Inpgi2 alla data di entrata in vigore del decreto Aiuti e devono aver eseguito almeno un versamento, totale o parziale, per la contribuzione dovuta alla gestione separata Inpgi.

Quanto alle modalità di presentazione della domanda, i giornalisti dovranno presentare istanza all’Inpgi nei termini, con le modalità e secondo lo schema che lo stesso Ente predisporrà.

L’indennità è corrisposta sulla base dei dati dichiarati dal richiedente e nella disponibilità dell’ente erogatore al momento del pagamento ed è soggetta a successiva verifica, anche attraverso le informazioni fornite in forma disaggregata per ogni singola tipologia di redditi dall’amministrazione finanziaria e ogni altra amministrazione pubblica che detenga informazioni utili.

Il decreto firmato dal ministro del Lavoro è stato trasmesso al ministero dell’Economia e delle Finanze poiché – come già anticipato anche dalla Fnsi – la misura potrà essere attuata esclusivamente con apposito decreto del ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Mef.

Il decreto Aiuti aveva istituito, nello stato di previsione del ministero del Lavoro, uno speciale Fondo per l’indennità una tantum per i lavoratori autonomi e i professionisti avente una dotazione finanziaria di 500 milioni di euro, poi implementata dal decreto Aiuti Bis a 600 milioni per l’anno 2022, che ne costituisce limite complessivo di spesa.

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SINDACATO Uncategorized

Chiusura estiva uffici Sindacato, Inpgi e Casagit

L’ufficio del Sindacato regionale dei giornalisti, dell’INPGI e della CASAGIT resterà chiuso per ferie da lunedì 8 agosto a sabato 20 agosto 2022.

Die Büros der Journalistengewerkschaft, des INPGI und der CASAGIT bleiben vom Montag, 8. August bis Samstag, August 2022 wegen Ferien geschlossen.

(Foto di Tamás Juhász da Pixabay)

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PREVIDENZA E SALUTE

Da Inpgi a Inps, le istruzioni in materia di pensioni

Con la circolare 92 del 28 luglio 2022, l’Inps ha illustrato la nuova disciplina per il pensionamento dei giornalisti dopo il trasferimento al Fondo Pensione Lavoratori Dipendenti dell’Istituto nazionale di presidenza sociale, a fare data dal 1° luglio 2022. Due i regimi previsti, a seconda se il diritto alla pensione sia stato perfezionato secondo le regole vigenti all’Inpgi entro il 30 giugno o maturato dopo tale data. Riportiamo di seguito la sintesi delle due situazioni e gli altri approfondimenti pubblicati su InpgiNotizie.it.

Diritto alla pensione perfezionato entro il 30 giugno 2022
I giornalisti che al 30 giugno 2022 hanno maturato i requisiti pensionistici previsti dalla normativa Inpgi conseguono le prestazioni pensionistiche secondo tale normativa, anche dopo tale data. Lo schema di seguito riporta analiticamente i requisiti Inpgi alla data del 30 giugno.

PENSIONE DI VECCHIAIA. Almeno 20 anni di contributi a 67 anni di età. DEROGA DONNE: 60 anni di età con 20 anni di contributi (anche in pro-quota Legge Vigorelli) al 31 dicembre 2016.

PENSIONE DI ANZIANITA’. 62 anni e 5 mesi di età e 40 anni e 5 mesi di contributi Inpgi. DEROGA: 57 anni di età e 35 anni di contributi (anche in pro-quota Legge Vigorelli) al 31 dicembre 2016.

PREPENSIONAMENTO. 62 anni di età (5 anni di anticipo rispetto alla vecchiaia Ago) e 25 anni e 5 mesi di contributi Inpgi. CONDIZIONI: una assunzione ogni 2 prepensionamenti; almeno 3 mesi di Cigs anche non continuativi nel corso dell’intero periodo decretato; divieto di qualsiasi rapporto di lavoro (dipendente, autonomo, collaborazione, cessione del diritto di autore) con la medesima azienda e le altre del Gruppo.

PENSIONE DI INVALIDITA’. Totale e permanente inabilità ad esercitare l’attività professionale giornalistica dipendente. Almeno 180 contributi mensili, ovvero non meno di 60 dei quali almeno 12 nel quinquennio precedente la domanda di pensione. Cessazione effettiva dell’attività professionale giornalistica subordinata.

PENSIONE INDIRETTA. Almeno 180 contributi mensili, ovvero non meno di 60 dei quali almeno 12 nel quinquennio precedente la domanda di pensione.

PENSIONE ANTICIPATA FORNERO. Uomini: 42 anni e 10 mesi di contributi. Donne: 41 anni e 10 mesi di contributi. Finestra = 3 mesi.

TOTALIZZAZIONE. Vecchiaia: 66 anni di età e 20 anni di contributi (Finestra = 18 mesi). Anzianità: 41 anni di contributi (Finestra = 21 mesi).

In questi casi, le eventuali pregresse contribuzioni nel Fondo Pensione Lavoratori Dipendenti dell’Inps o nelle altre Gestioni Inps saranno valorizzate nel trattamento pensionistico solo se risulta perfezionato il diritto anche nei rispettivi regimi previdenziali. In caso contrario, sarà liquidata la sola pensione ex Inpgi e per le altre contribuzioni sarà liquidata una prestazione supplementare al perfezionarsi dei requisiti.

PENSIONE AI SUPERSTITI. Per i decessi avvenuti entro il 30 giugno 2022, continua ad applicarsi la normativa Inpgi, sia nelle misure percentuali di reversibilità che nei criteri di ripartizione tra i vari superstiti.

PENSIONE DI INVALIDITA’. I requisiti Inpgi devono essere stati maturati entro il 30 giugno 2022. In questo caso, la domanda può essere presentata all’Inps anche dopo il 1° luglio 2022.

Giornalisti che non hanno perfezionato (secondo la normativa vigente Inpgi) il diritto a pensione entro il 30 giugno 2022
A far data dal 1° luglio 2022 il regime pensionistico dei giornalisti è uniformato a quello degli iscritti al Fondo Pensione Lavoratori Dipendenti dell’Inps. Pertanto, i giornalisti possono conseguire le prestazioni pensionistiche riconosciute agli iscritti a tale fondo. Non sono riconosciute, invece, quelle prestazioni per le quali era previsto il perfezionamento del relativo requisito contributivo prima del 1° luglio 2022. Di conseguenza, per i giornalisti non è ammesso il pensionamento con la cosiddetta “Quota 100” e “Opzione donna”, i cui requisiti dovevano essere perfezionati entro il 31 dicembre 2021. Viene, invece, concessa – dal 1° luglio 2022 – la pensione anticipata “Quota 102” (64 anni di età e 38 anni di contribuzione, da perfezionare entro il 31 dicembre 2022). Di seguito la sintesi delle principali novità.

PENSIONE AI SUPERSTITI. Per i decessi successivi al 1° luglio 2022, si applica la disciplina in vigore nell’assicurazione generale obbligatoria Inps. La pensione di reversibilità è calcolata applicando le aliquote di reversibilità, previste dalla disciplina dell’assicurazione generale obbligatoria alla pensione diretta in pagamento (o comunque maturata) al momento del decesso.

PENSIONI DI INVALIDITA’. Dal 1° luglio 2022 i giornalisti possono presentare domanda per conseguire i trattamenti previdenziali d’invalidità in vigore presso l’Inps con decorrenza dal 1° agosto 2022.

QUOTA 102. Dal 1° luglio 2022 i giornalisti che perfezionano 64 anni di età e 38 anni di contribuzione possono accedere alla pensione anticipata. Per i lavoratori con contribuzione al 31 dicembre 1995 deve essere verificata la presenza di almeno 35 anni di contribuzione al netto di disoccupazione e malattia.

PREPENSIONAMENTI. L’Inps ha chiarito che, sulla base degli orientamenti ministeriali, nei confronti dei giornalisti professionisti continua a trovare applicazione anche dopo il 1° luglio 2022 la disciplina speciale sui prepensionamenti di cui all’articolo 37, comma 1, lettera b), della legge n. 416 del 1981. Ai giornalisti pubblicisti – ad oggi esclusi dalla possibilità di essere prepensionati – si applicherà l’articolo 37, comma 1, lettera a), della legge 5 agosto 1981, n. 416 (disciplina prevista per i lavoratori poligrafici). In ogni caso, le istruzioni applicative saranno fornite dall’Inps con una successiva circolare.

CUMULO DEI TRATTAMENTI PENSIONISTICI CON REDDITI DA LAVORO. A decorrere dal 1° luglio 2022, per le pensioni già liquidate dall’Inpgi al momento del trasferimento o che saranno liquidate in favore dei giornalisti iscritti all’Inps trova applicazione la disciplina generale prevista nel Fondo Pensione Lavoratori Dipendenti. Ciò comporta che per i redditi riferiti agli anni 2020 e 2021 continuerà ad applicarsi l’abbattimento per il cumulo, mentre per i redditi definitivi riferiti al 2022 la trattenuta sarà operata soltanto per 6 mesi anziché sull’intero anno. A partire dai redditi del 2023 non trovano più applicazione le limitazioni previste dall’articolo 15 del Regolamento Inpgi e non verrà operata alcuna trattenuta.

CUMULO PENSIONI DI INVALIDITA’. Dal 1° luglio 2022 le pensioni d’invalidità sono cumulabili con i redditi da lavoro del beneficiario secondo la disciplina prevista per l’assegno ordinario di invalidità. Per i titolari di assegno di invalidità che continuano a lavorare è prevista una trattenuta per incumulabilità, che non opera se il reddito posseduto dal pensionato è inferiore a quattro volte il trattamento minimo annuo (oggi pari a circa 27 mila euro), mentre è pari al 25% dell’importo di pensione se il reddito supera quattro volte il trattamento minimo annuo e al 50% dell’importo di pensione, se il reddito supera cinque volte il trattamento minimo annuo (circa 34 mila euro). In ogni caso non si applica la trattenuta quando la pensione è liquidata con più di 40 anni di contributi e se l’importo dell’assegno è inferiore al trattamento minimo (oggi circa 6.800 euro). In caso di trasformazione dell’assegno di invalidità in pensione di vecchiaia la pensione diventa completamente cumulabile con i redditi da lavoro. La pensione di invalidità è incompatibile con l’attività giornalistica e comporta la revoca della pensione.

MODALITA’ DI PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE DI PENSIONE. Tutte le domande devono essere presentate esclusivamente mediante i seguenti canali: sito internet inps.it, accedendo tramite SPID almeno di livello 2, CNS, o CIE; Contact Center; Patronati.

Le prime istruzioni per quanto riguarda riscatti e ricongiunzioni 
Sia le richieste di ricongiunzione ex legge 7 febbraio 1979, n. 29, che quelle di riscatto dei periodi contributivi presentate all’Inpgi1 entro il 30 giugno 2022 e non ancora lavorate, continueranno ad essere definite secondo la normativa vigente presso l’Inpgi. I relativi oneri – compresi quelli già in corso di pagamento rateale – dal mese di luglio saranno versati all’Inps, secondo le modalità che saranno comunicate dall’Istituto di previdenza sociale. Le richieste di ricongiunzione dei periodi contributivi versati nelle Gestioni sostitutive ed esclusive dell’Ago e quelle di riscatto dei periodi contributivi presentate dai giornalisti dal 1° luglio 2022 saranno definite secondo la normativa generale applicata dal Fpld dell’Inps. La relativa contribuzione sarà accreditata nel Fpld e seguirà i criteri di calcolo generali e non quelli ex Inpgi. Dalla stessa data non è più ammessa la ricongiunzione tra i periodi contributivi versati nella gestione ex Inpgi e quelli versati nel Fpld dell’Inps, atteso l’avvenuto ricongiungimento di fatto nella medesima gestione, seppur con sistemi di calcolo diversi. Per l’accredito dei periodi contributivi figurativi, a decorrere dal 1° luglio 2022, si applica la normativa generale Inps.

PER APPROFONDIRE
Riportiamo in allegato la circolare Inps 92 del 28 luglio 2022. Nella sezione “Documenti” del sito è stata creata un’apposita area “Da Inpgi a Inps – Materiali utili” nella quale sono raccolte le circolari, le Faq realizzate dalla Fnsi e i materiali di interesse per i giornalisti in merito al passaggio all’Inps, dal 1° luglio 2022, della funzione previdenziale svolta dall’ex Inpgi.

 Trasferimento Inpgi1 in Inps Faq Fnsi 01ago22

 Circolare Inps 92 del 28lug2022

 Circolare Inps 92 del 28lug2022 Allegato1

 Circolare Inps 92 del 28lug2022 Allegato2

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PREVIDENZA E SALUTE

Ministeri tagliano stipendi e pensioni giornalisti. Fnsi: ‘Misura iniqua, si intervenga subito’

Il passaggio dei giornalisti dall’Inpgi all’Inps non può comportare alcun aumento della contribuzione previdenziale. Né per gli attivi né per i pensionati. Se le burocrazie ministeriali fingono di non capire, tocca alla politica rimediare ad una situazione di palese illegittimità. La Fnsi ha già interessato della questione i ministeri competenti, chiedendo di rimediare ad un’ingiustizia che sa di abuso. In caso contrario, il ricorso all’autorità giudiziaria sarà inevitabile. La decisione dei ministeri del Lavoro e dell’Economia di dar corso ad una delibera approvata dal cda dell’Inpgi a giugno 2021, prima dell’approvazione della norma che dispone il passaggio dell’Inpgi all’Inps, rischia di creare un corto circuito.

In pratica, a partire da gennaio 2022 e per i prossimi cinque anni, i giornalisti attivi e pensionati dovranno subire un prelievo previdenziale addizionale dell’uno per cento mensile. Il provvedimento era stato adottato dall’Inpgi nell’ambito delle misure di riequilibrio dei conti sollecitate dal governo. Con il passaggio all’Inps tale maggiorazione è diventata inutile, oltre che iniqua, dal momento che dal primo luglio 2022 i giornalisti sono equiparati a tutti gli iscritti al Fondo pensione lavoratori dipendenti dell’Inps.

Per questo l’Inpgi aveva sospeso l’applicazione della delibera, chiedendo ai ministeri di verificare se il contributo straordinario potesse considerarsi superato in ragione del passaggio all’Inps. Il ministero del Lavoro aveva chiesto un parere all’Avvocatura dello Stato, ma poi ha deciso di dar corso alla delibera senza aspettare la risposta.

Chiarita la forzatura compiuta dalla burocrazia, tocca alla politica intervenire. È quello che la Fnsi ha chiesto ai ministeri, facendo presente che l’applicazione del contributo aggiuntivo dell’uno per cento creerebbe una disparità di trattamento: i giornalisti attivi e pensionati verserebbero all’Inps più di tutti gli altri lavoratori. Senza un provvedimento correttivo, saranno inevitabili i contenziosi. Azioni legali contro lo Stato di cui i solerti dirigenti che hanno ideato questo scempio saranno chiamati a rispondere.

(Fonte: FNSI)

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FREELANCE

Ex fissa: autonomi e precari, c’è chi vive fuori dal mondo

Un «incontro decisivo» utile a individuare una soluzione per risolvere il problema dell’ex fissa. È quanto auspica il deputato e giornalista Emilio Carelli che, dalle colonne del Sole 24 Ore di oggi, venerdì 24 giugno 2022, fa anche sapere di aver incontrato Andrea Orlando e di averne ricevuto «la disponibilità a darci una mano». Il tema era stato affrontato in una interrogazione del parlamentare di Coraggio Italia alla quale il ministro del Lavoro ha risposto a fine aprile. E viene ora rilanciato, alla vigilia del passaggio della gestione principale dell’Inpgi in Inps, ripescando l’ipotesi – si legge sempre sul quotidiano di Confindustria – di attingere alle risorse presenti in alcuni fondi dell’Inpgi che dovrebbero essere riallocate.

Idea cui replicano i giornalisti precari e autonomi della Commissione lavoro autonomo (Clan) della Fnsi, presieduta dal segretario generale aggiunto Mattia Motta. «Siamo allibiti – scrivono in un nota – di fronte all’atteggiamento di alcuni pensionati giornalisti in preda a un egoismo fuori tempo e fuori misura che vogliono drenare risorse per finanziare una prestazione insostenibile economicamente come il fondo “Ex Fissa”, costruito negli anni ’80 con la consapevolezza che il debito sarebbe ricaduto sulle future generazioni, che oggi fanno rima con lavoro povero e precariato. Le poche risorse disponibili per la categoria devono andare all’occupazione e a sostenere il lavoro di chi non avrà mai la pensione». Questa la posizione della Clan Fnsi sull’ipotesi di riallocare parte dei fondi che, come prevede il Cnlg, sono depositati presso l’Inpgi per “far fronte alle esigenze sociali che le parti (Fieg-Fnsi), in esercizio della loro autonomia, valuteranno come meritevoli di tutela”.

«Se in questo momento ci fosse da “riallocare” fondi – prosegue la nota – dovrebbero essere semmai indirizzati a forme di contrasto al precariato e di sostegno al lavoro autonomo, a incentivi all’inclusione e alle tante finalità sociali sindacalmente prioritarie, per aiutare i più deboli piuttosto che per il pagamento dell’iniquo fondo contrattuale “Ex Fissa” destinato a pensionati privilegiati».

«Dalle parole del deputato di Coraggio Italia, Emilio Carelli, che ha avanzato la proposta – incalza la Commissione degli autonomi e freelance della Federazione nazionale della Stampa – emerge anche inaccettabile la posizione del ministro del lavoro, Andrea Orlando. Lo stesso che è stato sollecitato più volte a intervenire con norme di contrasto del precariato giornalistico, non trova di meglio da fare che assecondare le richieste di pensionati iperprivilegiati e ipertutelati. Il deputato Carelli fa il paladino dei ricchi, compreso se stesso, visto che anche lui vorrebbe che gli si pagasse un’ex fissa particolarmente cospicua. Auspichiamo che Fnsi e Inpgi non assecondino le richieste assurde di chi rivendica privilegi del passato a discapito di chi lavora nell’incertezza quotidiana senza alcun diritto e con retribuzioni da fame, con un Equo compenso per i giornalisti inattuato da ormai 10 anni. Un contesto che ci spinge ancora con più forza a chiamare alla mobilitazione la categoria sulla precarietà dell’articolo 21 della Costituzione».

(Fonte: FNSI)

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PREVIDENZA E SALUTE

Bonus 200 euro ai giornalisti, a chi spetta e come ottenerlo

La circolare del direttore della Fnsi, Tommaso Daquanno, con il commento della norma introdotta dal Decreto Aiuti e le indicazioni pratiche per lavoratori dipendenti, pensionati e lavoratori autonomi che, se in possesso dei requisiti, potranno beneficiare della una tantum da erogare nel mese di luglio 2022.

Anche i giornalisti lavoratori dipendenti, pensionati e lavoratori autonomi potranno beneficiare – qualora in possesso dei requisiti previsti – della una tantum di 200 euro prevista dal Decreto Aiuti (Decreto legge 50/2022) che verrà erogata nel mese di luglio 2022.

Le modalità per ottenere l’indennità variano in base alla situazione contrattuale dei potenziali beneficiari e l’erogazione è subordinata al verificarsi di specifiche condizioni (come ad esempio una retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non eccedente l’importo di 2.692 euro lordi nel caso dei lavoratori dipendenti).

Per i dipendenti, inoltre, è previsto che il lavoratore consegni al datore di lavoro una autodichiarazione (allegata in calce) nella quale dichiara, fra l’altro, di non essere titolare di un trattamento pensionistico o del reddito di cittadinanza.

Nessuna richiesta per ottenere il beneficio va inoltrata dai “titolari di uno o più trattamenti pensionistici a carico di qualsiasi forma previdenziale obbligatoria” che abbiano – fra gli altri requisiti previsti – un reddito non superiore per l’anno 2021 a 35mila euro.

Mentre, per quanto riguarda l’erogazione a lavoratori autonomi e professionisti iscritti alle gestioni previdenziali dell’Inps e ai professionisti iscritti agli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza, come la Gestione separata Inpgi, sarà necessario attendere un apposito decreto del ministro del Lavoro, di concerto con il ministro dell’Economia e delle Finanze, in corso di emanazione.

I requisiti, il commento della norma, le indicazioni pratiche per ottenere il beneficio sono illustrati nella nota di sintesi redatta dal direttore della Fnsi, Tommaso Daquanno, allegata di seguito.

 Circolare Fnsi – Bonus 200 euro Luglio 2022

 Autocertificazione – Bonus 200 euro Luglio 2022

(Fonte: FNSI)

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SINDACATO

Lorusso a Trento: ‘Esiste la democrazia se esiste un’informazione libera’

Lavoro giornalistico, Lorusso a Trento: «Esiste la democrazia se esiste un’informazione libera» Intervenendo al convegno ‘Pensare al futuro’, organizzato dall’Ucsi regionale, il segretario generale Fnsi è tornato sulle criticità che attanagliano il settore. «Difficile chiedere a un giornalista precario di consumare le suole delle scarpe per illuminare le periferie del mondo se non ha nemmeno i soldi per potersi comprare le scarpe», ha rilevato.

“Riportare il lavoro al centro dell’interesse sociale e dell’agenda politica e con esso la dignità di chi lavora” E’ quanto ha ribadito stamani il segretario della FNSI Raffaele Lorusso intervenendo a Trento al corso di aggiornamento per giornalisti promosso dal’UCSI del Trentino Alto Adige: “ Ascoltare discernere comunicare. Un nuovo stile di fare informazione”.
Ciò vale anche per il mondo del giornalismo, caratterizzato da una pesante crisi, non solo editoriale (ogni anno la carta stampata perde il 10% della sua diffusione) , ma anche delle dinamiche che regolano i rapporti di lavoro: precariato in primo luogo.
Un tema ripreso anche dal presidente nazionale dell’UCSI Vincenzo Varagona che non ha nascosto il timore di un rischio drammatico per il futuro dell’informazione in Italia a causa della diffusione del precariato e della progressiva mancanza di pluralismo.

L’incontro, moderato dal presidente dell’UCSI del Trentino Alto Adige, Giustino Basso e svoltosi alla vigilia della giornata mondiale delle comunicazioni sociali, che quest’anno ha per tema “Ascoltare con l’orecchio del cuore”, si è sviluppato attraverso tre interventi.
Il primo di Vincenzo Varagona che ha sottolineato come dopo i verbi Vieni e Vedi dello scorso messaggio del Pontefice, l’ascolto rappresenta l’altra grande virtù per fare un buon giornalismo.
Il secondo di Alberto Laggia, inviato di Famiglia Cristiana che ,ha affrontando il delicato tema dell’informazione come testimonianza, ha messo in evidenza l’importanza dell’ascolto di più fonti con umiltà e facendosi prossimo senza fermarsi alla “prima osteria” al fine di offrire un’informazione solida, equilibrata e completa
I lavori sono stati conclusi dall’intervento del segretario della Fnsi Raffaele Lorusso che parlando di crisi dell’editoria e comunicazione omologata , è ritornato sul tema della dignità lavoro più volte sottolineato negli interventi di papa Francesco.
“Le sfide che ci aspettano, tra cui l’innovazione- ha affermato Lorusso- vanno affrontate in termini di politiche del lavoro, perché ora i giornalisti vivono nel ricatto di dover informare senza aver riconosciuti i propri diritti di lavoratori, in una situazione simile a quella di tante altre categorie di lavoratori, come i rider. Forse è bene ricordare che esiste una democrazia e dei diritti sociali e civili perché esiste un’informazione libera e pluralista, non perché è il contrario”,

All’incontro è intervenuto anche il segretario del sindaco dei giornalisti del trentino alto Adige Rocco Cerone, che ha auspicato, su alcune tematiche, uno stretto collegamento fra UCSI e sindaco giornalisti.

In apertura, è stata data lettura di un messaggio di saluto dall’arcivescovo di Trento, Lauro Tisi impossibilitato ad intervenire all’incontro perché trattenuto a Roma alla Conferenza Episcopale.