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Papa Francesco ai giornalisti in occasione di San Francesco di Sales

(* di Papa Francesco)

L’invito a “venire e vedere”, che accompagna i primi emozionanti incontri di Gesù con i discepoli, è anche il metodo di ogni autentica comunicazione umana. Per poter raccontare la verità della vita che si fa storia (cfr. Messaggio per la 54ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, 24 gennaio 2020) è necessario uscire dalla comoda presunzione del “già saputo” e mettersi in movimento, andare a vedere, stare con le persone, ascoltarle, raccogliere le suggestioni della realtà, che sempre ci sorprenderà in qualche suo aspetto. «Apri con stupore gli occhi a ciò che vedrai, e lascia le tue mani riempirsi della freschezza della linfa, in modo che gli altri, quando ti leggeranno, toccheranno con mano il miracolo palpitante della vita», consigliava il Beato Manuel Lozano Garrido [1] ai suoi colleghi giornalisti.

Desidero quindi dedicare il messaggio, quest’anno, alla chiamata a “venire e vedere”, come suggerimento per ogni espressione comunicativa che voglia essere limpida e onesta: nella redazione di un giornale come nel mondo del web, nella predicazione ordinaria della Chiesa come nella comunicazione politica o sociale. “Vieni e vedi” è il modo con cui la fede cristiana si è comunicata, a partire da quei primi incontri sulle rive del fiume Giordano e del lago di Galilea.

Consumare le suole delle scarpe

Pensiamo al grande tema dell’informazione. Voci attente lamentano da tempo il rischio di un appiattimento in “giornali fotocopia” o in notiziari tv e radio e siti web sostanzialmente uguali, dove il genere dell’inchiesta e del reportage perdono spazio e qualità a vantaggio di una informazione preconfezionata, “di palazzo”, autoreferenziale, che sempre meno riesce a intercettare la verità delle cose e la vita concreta delle persone, e non sa più cogliere né i fenomeni sociali più gravi né le energie positive che si sprigionano dalla base della società. La crisi dell’editoria rischia di portare a un’informazione costruita nelle redazioni, davanti al computer, ai terminali delle agenzie, sulle reti sociali, senza mai uscire per strada, senza più “consumare le suole delle scarpe”, senza incontrare persone per cercare storie o verificare de visu certe situazioni. Se non ci apriamo all’incontro, rimaniamo spettatori esterni, nonostante le innovazioni tecnologiche che hanno la capacità di metterci davanti a una realtà aumentata nella quale ci sembra di essere immersi. Ogni strumento è utile e prezioso solo se ci spinge ad andare e vedere cose che altrimenti non sapremmo, se mette in rete conoscenze che altrimenti non circolerebbero, se permette incontri che altrimenti non avverrebbero.

Quei dettagli di cronaca nel Vangelo

Ai primi discepoli che vogliono conoscerlo, dopo il battesimo nel fiume Giordano, Gesù risponde: «Venite e vedrete» (Gv 1,39), invitandoli ad abitare la relazione con Lui. Oltre mezzo secolo dopo, quando Giovanni, molto anziano, redige il suo Vangelo, ricorda alcuni dettagli “di cronaca” che rivelano la sua presenza nel luogo e l’impatto che quell’esperienza ha avuto nella sua vita: «Era circa l’ora decima», annota, cioè le quattro del pomeriggio (cfr v. 39). Il giorno dopo – racconta ancora Giovanni – Filippo comunica a Natanaele l’incontro con il Messia. Il suo amico è scettico: «Da Nazaret può venire qualcosa di buono?». Filippo non cerca di convincerlo con ragionamenti: «Vieni e vedi», gli dice (cfr vv. 45-46). Natanaele va e vede, e da quel momento la sua vita cambia. La fede cristiana inizia così. E si comunica così: come una conoscenza diretta, nata dall’esperienza, non per sentito dire. «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito», dice la gente alla Samaritana, dopo che Gesù si era fermato nel loro villaggio (cfr Gv 4,39-42). Il “vieni e vedi” è il metodo più semplice per conoscere una realtà. È la verifica più onesta di ogni annuncio, perché per conoscere bisogna incontrare, permettere che colui che ho di fronte mi parli, lasciare che la sua testimonianza mi raggiunga.

Grazie al coraggio di tanti giornalisti

Anche il giornalismo, come racconto della realtà, richiede la capacità di andare laddove nessuno va: un muoversi e un desiderio di vedere. Una curiosità, un’apertura, una passione. Dobbiamo dire grazie al coraggio e all’impegno di tanti professionisti –  giornalisti, cineoperatori, montatori, registi che spesso lavorano correndo grandi rischi – se oggi conosciamo, ad esempio, la condizione difficile delle minoranze perseguitate in varie parti del mondo; se molti soprusi e ingiustizie contro i poveri e contro il creato sono stati denunciati; se tante guerre dimenticate sono state raccontate. Sarebbe una perdita non solo per l’informazione, ma per tutta la società e per la democrazia se queste voci venissero meno: un impoverimento per la nostra umanità.

Numerose realtà del pianeta, ancor più in questo tempo di pandemia, rivolgono al mondo della comunicazione l’invito a “venire e vedere”. C’è il rischio di raccontare la pandemia, e così ogni crisi, solo con gli occhi del mondo più ricco, di tenere una “doppia contabilità”. Pensiamo alla questione dei vaccini, come delle cure mediche in genere, al rischio di esclusione delle popolazioni più indigenti. Chi ci racconterà l’attesa di guarigione nei villaggi più poveri dell’Asia, dell’America Latina e dell’Africa? Così le differenze sociali ed economiche a livello planetario rischiano di segnare l’ordine della distribuzione dei vaccini anti-Covid. Con i poveri sempre ultimi e il diritto alla salute per tutti, affermato in linea di principio, svuotato della sua reale valenza. Ma anche nel mondo dei più fortunati il dramma sociale delle famiglie scivolate rapidamente nella povertà resta in gran parte nascosto: feriscono e non fanno troppa notizia le persone che, vincendo la vergogna, fanno la fila davanti ai centri Caritas per ricevere un pacco di viveri.

Opportunità e insidie nel web

La rete, con le sue innumerevoli espressioni social, può moltiplicare la capacità di racconto e di condivisione: tanti occhi in più aperti sul mondo, un flusso continuo di immagini e testimonianze. La tecnologia digitale ci dà la possibilità di una informazione di prima mano e tempestiva, a volte molto utile: pensiamo a certe emergenze in occasione delle quali le prime notizie e anche le prime comunicazioni di servizio alle popolazioni viaggiano proprio sul web. È uno strumento formidabile, che ci responsabilizza tutti come utenti e come fruitori. Potenzialmente tutti possiamo diventare testimoni di eventi che altrimenti sarebbero trascurati dai media tradizionali, dare un nostro contributo civile, far emergere più storie, anche positive. Grazie alla rete abbiamo la possibilità di raccontare ciò che vediamo, ciò che accade sotto i nostri occhi, di condividere testimonianze.

Ma sono diventati evidenti a tutti, ormai, anche i rischi di una comunicazione social priva di verifiche. Abbiamo appreso già da tempo come le notizie e persino le immagini siano facilmente manipolabili, per mille motivi, a volte anche solo per banale narcisismo. Tale consapevolezza critica spinge non a demonizzare lo strumento, ma a una maggiore capacità di discernimento e a un più maturo senso di responsabilità, sia quando si diffondono sia quando si ricevono contenuti. Tutti siamo responsabili della comunicazione che facciamo, delle informazioni che diamo, del controllo che insieme possiamo esercitare sulle notizie false, smascherandole. Tutti siamo chiamati a essere testimoni della verità: ad andare, vedere e condividere.

Nulla sostituisce il vedere di persona

Nella comunicazione nulla può mai completamente sostituire il vedere di persona. Alcune cose si possono imparare solo facendone esperienza. Non si comunica, infatti, solo con le parole, ma con gli occhi, con il tono della voce, con i gesti. La forte attrattiva di Gesù su chi lo incontrava dipendeva dalla verità della sua predicazione, ma l’efficacia di ciò che diceva era inscindibile dal suo sguardo, dai suoi atteggiamenti e persino dai suoi silenzi. I discepoli non solamente ascoltavano le sue parole, lo guardavano parlare. Infatti in Lui – il Logos incarnato – la Parola si è fatta Volto, il Dio invisibile si è lasciato vedere, sentire e toccare, come scrive lo stesso Giovanni (cfr 1 Gv 1,1-3). La parola è efficace solo se si “vede”, solo se ti coinvolge in un’esperienza, in un dialogo. Per questo motivo il “vieni e vedi” era ed è essenziale.

Pensiamo a quanta eloquenza vuota abbonda anche nel nostro tempo, in ogni ambito della vita pubblica, nel commercio come nella politica. «Sa parlare all’infinito e non dir nulla. Le sue ragioni sono due chicchi di frumento in due staia di pula. Si deve cercare tutto il giorno per trovarli e, quando si son trovati, non valgono la pena della ricerca».[2] Le sferzanti parole del drammaturgo inglese valgono anche per noi comunicatori cristiani. La buona novella del Vangelo si è diffusa nel mondo grazie a incontri da persona a persona, da cuore a cuore. Uomini e donne che hanno accettato lo stesso invito: “Vieni e vedi”, e sono rimaste colpite da un “di più” di umanità che traspariva nello sguardo, nella parola e nei gesti di persone che testimoniavano Gesù Cristo. Tutti gli strumenti sono importanti, e quel grande comunicatore che si chiamava Paolo di Tarso si sarebbe certamente servito della posta elettronica e dei messaggi social; ma furono la sua fede, la sua speranza e la sua carità a impressionare i contemporanei che lo sentirono predicare ed ebbero la fortuna di passare del tempo con lui, di vederlo durante un’assemblea o in un colloquio individuale. Verificavano, vedendolo in azione nei luoghi dove si trovava, quanto vero e fruttuoso per la vita fosse l’annuncio di salvezza di cui era per grazia di Dio portatore. E anche laddove questo collaboratore di Dio non poteva essere incontrato in persona, il suo modo di vivere in Cristo era testimoniato dai discepoli che inviava (cfr 1 Cor 4,17).

«Nelle nostre mani ci sono i libri, nei nostri occhi i fatti», affermava Sant’Agostino, [3] esortando a riscontrare nella realtà il verificarsi delle profezie presenti nelle Sacre Scritture. Così il Vangelo riaccade oggi, ogni qual volta riceviamo la testimonianza limpida di persone la cui vita è stata cambiata dall’incontro con Gesù. Da più di duemila anni è una catena di incontri a comunicare il fascino dell’avventura cristiana. La sfida che ci attende è dunque quella di comunicare incontrando le persone dove e come sono.

Il grazie del segretario FNSI Raffaele Lorusso a Papa Francesco

Il messaggio di Papa Francesco per la 55esima giornata delle Comunicazioni sociali è un monito e un invito per i giornalisti, gli editori e gli operatori dell’informazione. In tempo di pandemia, con redazioni sempre più vuote e cronisti in molti casi costretti a restare a distanza dai fatti e dagli stessi luoghi di lavoro, il richiamo alla necessità di tornare all’essenza del giornalismo, che è testimonianza e racconto, ricerca e verifica attenta e scrupolosa, non può e non deve cadere nel vuoto. Occorre riscoprire il giornalismo di inchiesta, tornare a fare informazione sul campo e, come ricorda il Papa, a consumare le suole delle scarpe, valorizzando il lavoro dentro e fuori le redazioni. Il precariato dilagante non può essere l’architrave di un nuovo modello produttivo, come pretendono alcuni editori, ma è soltanto un formidabile acceleratore della definitiva disgregazione del sistema dei media perché spiana sempre più la strada alla prevalenza delle fake news e della narrazione di comodo sulla realtà e sulla verità dei fatti. Non è difficile immaginare quali saranno, nel medio e lungo periodo, le conseguenze destabilizzanti di questo modello per l’opinione pubblica, la tenuta delle istituzioni e la qualità della democrazia.

Vescovo Lauro ai giornalisti in occasione del loro patrono San Francesco di Sales (24 gennaio): “Abitate le parole e state aderenti al dato di realtà. Da artigiani della comunione e dell’incontro date voce ai volti sofferenti di quest’ora”. Solidarietà ai giornalisti del Trentino

“Penso che in questo momento il compito del giornalismo sia anzitutto abitare le parole, far sì che siano aderenti al dato di realtà; c’è il rischio anche per i giornalisti di finire in una narrazione da fake-news, dove il dato di concretezza e di realtà viene meno”. È un passaggio del videomessaggio del vescovo Lauro a tutti i giornalisti (cominciando dai giornalisti cattolici dell’UCSI), in occasione della festa del loro patrono, San Francesco di Sales in calendario domani, domenica 24 gennaio. In occasione della ricorrenza viene diffuso, da tradizione, anche il Messaggio di Papa Francesco per la prossima Giornata delle Comunicazioni sociali (maggio 2021), quest’anno dal titolo “Vieni e vedi”.  “Nel Vangelo – argomenta monsignor Tisi – Gesù ci invita all’autenticità, a un parlare schietto: ‘Il vostro parlare sia sì-sì no-no’. Credo ci sia urgenza, nel comunicare, di andare in questa linea del “sì-sì, no-no”, perché purtroppo vediamo attorno a noi tanta disinformazione. A voi artigiani della comunione e dell’incontro auguro di abitare le parole e stare aderenti al dato di realtà, e in questo tempo di pandemia dare voce ai volti sofferenti di quest’ora: da quello dei malati, a quello di chi conosce la perdita del lavoro a quello di chi all’interno della dinamica sociale fa l’esperienza della solitudine. E date voce ai giovani, i veri dimenticati e silenziati di quest’ora a cui non è data parola e possibilità di esprimersi”. In occasione della ricorrenza viene diffuso, da tradizione, anche il Messaggio di Papa Francesco per la prossima Giornata delle Comunicazioni sociali (maggio 2021), quest’anno dal titolo “Vieni e vedi”.  “Nel Vangelo – argomenta monsignor Tisi – Gesù ci invita all’autenticità, a un parlare schietto: ‘Il vostro parlare sia sì-sì no-no’. Credo ci sia urgenza, nel comunicare, di andare in questa linea del “sì-sì, no-no”, perché purtroppo vediamo attorno a noi tanta disinformazione. A voi artigiani della comunione e dell’incontro auguro di abitare le parole e stare aderenti al dato di realtà, e in questo tempo di pandemia dare voce ai volti sofferenti di quest’ora: da quello dei malati, a quello di chi conosce la perdita del lavoro a quello di chi all’interno della dinamica sociale fa l’esperienza della solitudine. E date voce ai giovani, i veri dimenticati e silenziati di quest’ora a cui non è data parola e possibilità di esprimersi”. Un pensiero, infine, in un quadro di grande incertezza per il mondo dell’editoria, monsignor Tisi lo riserva anche “agli amici giornalisti del Trentino, in questo momento così forte di difficoltà. Cerchiamo – sottolinea – di essere solidali con loro e con le loro famiglie”.   

(Foto di copertina: Papa Francesco, Gabriel Andrés Trujillo Escobedo, Wikimedia)

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SINDACATO

Stipendio da fame: SJG e Ordine dei giornalisti contro il Comune di Brentonico

Il Comune di Brentonico non tiene conto dell’articolo 36 della Costituzione Italiana, che “sancisce il diritto per ogni lavoratore ad una retribuzione proporzionata a quantità e qualità del suo lavoro sufficiente ad assicurare a sé ed alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.
Lo denunciano il Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige SJG-FNSI insieme ad Asspstampa Trento e all’Ordine dei giornalisti della Regione, che chiedono il ritiro del bando per un giornalista, retribuito 5.000 euro lordi all‘anno.

L’amministrazione comunale ha approvato una selezione per un addetto stampa prevedendo un compenso inadeguato rispetto all’incarico e alle mansioni richieste.

Il Sindacato regionale dei Giornalisti FNSI, Assostampa Trento e l’Ordine dei giornalisti del Trentino Alto Adige ritengono inaccettabile che un’amministrazione pubblica offra 5.000 euro lordi all’anno per la gestire i rapporti degli organi di governo con gli organi di informazione; redigere, diffondere e archiviare note e comunicati stampa; curare i rapporti con giornalisti e operatori di testate giornalistiche e radiofoniche; organizzazione conferenze stampa; redigere testi per il sito istituzionale del Comune; curare la comunicazione di eventi istituzionali di interesse per l’Ente e la Comunità locale, anche con riguardo agli eventi organizzati dal Parco naturale locale del Monte Baldo; partecipare ad eventi anche in orario serale e festivo; curare la comunicazione tramite il social network istituzionale (pagina Facebook).

L’attività richiesta dal Comune, oltre a gettare un’ombra sulla capacità amministrativa dell’ente (dato che alcune mansioni sconfinano nella segreteria comunale), rappresenta uno svilimento della professione giornalistica e della dignità del lavoratore, ma anche uno sfregio dei principi fondanti della Repubblica Italiana, che al primo rigo della Carta Costituente ricorda che “la Repubblica è fondata sul lavoro”.
Si chiede pertanto all’amministrazione comunale di Brentonico di ritirare immediatamente il bando in questione e si invitano i colleghi a disertare il bando medesimo che non rispetta i minimi principi costituzionali.

(Foto di copertina: Nicolò Caranti, Wikimedia)

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SINDACATO

Chiusura del Trentino: nessuna apertura da parte della società editrice Sie Spa

Sulla cessazione del quotidiano Trentino, va denunciata la chiusura totale da parte della società editrice SIE SPA dell‘editore Michl Ebner a qualsiasi possibilità di riassorbimento di 18 giornalisti in altre testate della stessa azienda o dello stesso gruppo editoriale o di testate di società controllate. Lo affermano in una nota il comitato di redazione del Trentino insieme con il Sindacato Giornalisti del Trentino Alto Adige e la Federazione Nazionale della Stampa Italiana.

L‘unica concessione riguarda un giornalista che già lavora al sito web del Trentino, che rimane aperto.

L‘azienda è stata sorda ed ha respinto tutte le proposte presentate dalle rappresentanze sindacali dei giornalisti, compresa la proposta del cdr di un reinserimento in azienda con una sensibile riduzione dello stipendio, insistendo sulla richiesta di cassa integrazione a zero ore, già inoltrata due giorni fa con procedura d‘urgenza al Servizio Lavoro della Provincia Autonoma di Trento, ancora prima che si avviasse la procedura di consultazione sindacale e senza comunicarlo alle rappresentanze sindacali, con una evidente forzatura procedurale, continua la nota di Cdr, SJG ed FNSI.

La società editrice dei quotidiani Trentino, Alto Adige, l‘Adige ritiene praticabile come unica soluzione l‘immediata sospensione dal lavoro dell‘intero organico redazionale, annunciando di procedere unilateralmente con la richiesta di Cig a zero ore, anticamera del licenziamento, chiedendo contestualmente l’immediata restituzione dei computer aziendali usati per il lavoro da remoto e le sim aziendali utilizzati nei telefoni cellulari, nonostante i 19 giornalisti possano essere richiamati in qualsiasi momento in servizio per esigenze produttive dal gruppo. In aggiunta, la Sie Spa ha invitato in alternativa i giornalisti a dimettersi al più presto in cambio delle mensilità obbligatorie già dovute dal contratto giornalistico in caso di licenziamento, ha proseguito il comunicato del sindacato dei giornalisti.

Nel corso dell‘infruttuoso incontro, le rappresentanze sindacali dei giornalisti hanno stigmatizzato le reiterate violazioni contrattuali e di legge che potrebbero configurare plurimi comportamenti antisindacali sui quali azienda e FIEG hanno glissato, ritenendoli orpelli inutili che non modificano in alcun modo la decisione di cessazione dell‘attività del Trentino e la contestuale sospensione dell‘organico redazionale, violazioni che saranno poste all’attenzione nelle sedi deputate. Di fatto, l‘azienda ha considerato carta straccia l‘accordo sindacale firmato due mesi fa in occasione della fusione per incorporazione (18 novembre 2020), nel quale si impegnava a non dichiarare ulteriori esuberi rispetto a quelli già certificati nell‘ultimo anno. 

Da ultimo, le rappresentanze sindacali dei giornalisti hanno ricordato alla delegazione aziendale che quello del gruppo Athesia è un comportamento inaccettabile, anche sotto il profilo etico: soltanto lo scorso anno il quotidiano di lingua tedesca Dolomiten, di proprietà dello stesso Ebner, ha percepito oltre sei milioni di euro di contributi pubblici del fondo per le minoranze linguistiche, accaparrandosi oltre il 60 per cento delle risorse messe a disposizione dal governo centrale.

Il Sindacato dei giornalisti SJG ha invitato l‘azienda a tornare sui propri passi ed a presentare un piano degno di questo nome con delle proposte alternative. La Sie Spa si è impegnata a formalizzare una nuova proposta scritta.

Il sindacato proseguirà la mobilitazione al fianco dei colleghi per scongiurare la perdita dei posti di lavoro.

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SINDACATO

Consiglio nazionale Ungp: solidarieta ai colleghi del ‘TRENTINO’

Il Consiglio nazionale dell’Unione nezionale dei giornalisti pensionati (Ungp) ha approvato oggi una mozione, presentata dai colleghi Mauro Lando e Giuseppe Sgambellone, per esprimere solidarieta ai 19 giornalisti del quotidiano “Trentino” messi da un giorno all’altro in cassa integrazione a zero ore per l’imporovvisa chiusura del giornale. Riportiamo di seguito il testo del documento.

o o o

Il Consiglio nazionale dell’Ungp ha preso atto della repentina, e non sindacalmente concordata, decisione dell’editrice Athesia di Bolzano di chiudere da un giorno all’altro il quotidiano “Trentino” di Trento.

Esprime solidarietà ai colleghi e vicinanza ai giornalisti del quotidiano, il quale può vantare una storia gloriosa durata 75 anni.

Sottolinea che la sconcertante e improvvisa decisione dell’editore, praticamente monopolista della carta stampata in Trentino Alto Adige, ha come conseguenza immediata la scomparsa di 19 posti di lavoro.

Ritiene necessario operare unitamente, a livello nazionale e regionale, con la FNSI, il sindacato regionale e il Cdr del “Trentino” per garantire ai colleghi il pieno reinserimento nelle altre testate del gruppo Athesia, salvaguardando la loro professionalità e i livelli occupazionali.

Sollecita l’editore, al fine della salvaguardia del lavoro, a mettere fine allo scandalo dei giornalisti pensionati utilizzati in altre testate al posto dei redattori.

Roma, 19 gennaio 2021

Mauro Lando

Giuseppe Sgambellone

– Leggi anche: SJG, Assostampa Trento e FNSI su chiusura quotidiano ‘TRENTINO’

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SINDACATO

SJG, Assostampa Trento e FNSI su chiusura quotidiano ‘TRENTINO’

Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige (Sjg) ed FNSI sono al fianco dei 19 colleghi dello storico quotidiano ‘Trentino‘, che ha appena compiuto 75 anni, e che domani uscirà in edicola per l’ultima volta.

Nell’ultimo accordo sindacale relativo alla fusione per incorporazione di SETA SPA in SIE SPA del 18 novembre 2020, l’azienda dichiarava che si sarebbe impegnata a presentare entro il mese di gennaio 2021, per ogni giornale del gruppo, un nuovo piano editoriale per il mantenimento dell’autonomia delle testate e per il rilancio delle stesse sul mercato e che, dall’operazione aziendale, non si sarebbero avute ricadute occupazionali eccedenti al numero degli esuberi già individuati dall’azienda nell’ultimo anno. La decisione dell’editore, a giudizio del Sindacato dei giornalisti, è anche la conseguenza di una evidente posizione dominante raggiunta sul mercato editoriale regionale, sulla quale rimane quanto mia necessaria una riflessione in sede politica e parlamentare.

SJG e FNSI ricordano inoltre che ogni iniziativa che riguardi la struttura dell’azienda e le redazioni può essere adottata solo al termine delle procedure e dei tempi previsti dalla legge e dal contratto collettivo di lavoro giornalistico.

La richiesta di messa in cassa integrazione a zero ore dei 19 giornalisti del Trentino sarà oggetto del tavolo di confronto che si aprirà mercoledì 20 gennaio.

SJG, Assostampa Trento ed FNSI chiedono sin d’ora garanzie precise sugli esuberi e sul piano di riassorbimento degli stessi, fiduciosi che un grande gruppo editoriale che continua a credere nell’informazione di qualità veicolata attraverso carta, web, radio e tv possa trovare delle soluzioni alternative per i 19 giornalisti o per una parte significativa di essi.

Proprio in questa prospettiva, lunedì 18 gennaio si riunirà il coordinamento dei Cdr di ‘Alto Adige’, ‘Trentino’ e ‘l’Adige’ per decidere insieme a SJG ed FNSI una comune linea di azione.

Rocco Cerone segretario regionale SJG
Raffaele Lorusso segretario generale FNSI

– Leggi anche: Chiusura per Covid del quotidiano “Trentino”, Sindacato e Ordine del Veneto a fianco dei colleghi

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Casagit PREVIDENZA E SALUTE

Casagit: Azzolini scrive al Sindacato dei giornalisti TAA

Riceviamo e riportiamo integralmente una lettera inviata al Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige da Luciano Azzolini, componente del Consiglio di amministrazione di Casagit Salute.

Gentile Segretario
e gentili colleghi,

ho preferito lasciar trascorrere il periodo natalizio, ma ora mi sento in dovere di rubarvi qualche minuto per fornire alcune precisazioni relativamente alla mozione approvata dall’Assemblea dei delegati della Casagit il 15 dicembre scorso e firmata anche dal sottoscritto, in quanto componente del Consiglio di amministrazione della mutua Casagit Salute. Nei giorni successivi, sul sito del Sindacato dei giornalisti del TAA, il Consiglio direttivo ha pubblicato una nota in cui, tra l’altro, esprime “dissenso e preoccupazione”  perché “il provvedimento, qualora fosse approvato, metterebbe a rischio la tenuta degli uffici delle Consulte regionali di Casagit che sono l’unico servizio espresso sul territorio a favore dei colleghi e gli stessi posti di lavoro delle dipendenti”.

Ecco il testo della mozione approvata dall’Assemblea dei Delegati Casagit:

“L’Assemblea, ascoltata l’informativa sul contributo a Fnsi, rilevato come da anni tutti debbano affrontare e accettare sacrifici economici talvolta molto pesanti, fermo restando il contributo alle Associazioni Regionali di Stampa, impegna la Presidenza della Casagit a procedere ad un’ ulteriore trattativa con la Fnsi al fine di concordare con la stessa un importo del contributo alla stessa coerente con l’ attuale situazione dei giornalisti e comunque contenuto nei due/terzi dell’importo attuale, fissando inoltre la scadenza temporale in dodici mesi, in modo da consentire l’eventuale adeguamento annuale”.

La mozione assicura una sostenibilità piena e garantita per le Associazioni regionali (attualmente percepiscono da Casagit un milione e 200mila euro, ammontare che non verrà toccato) al contrario di quanto scritto nella nota del direttivo del sindacato regionale. Non c’è quindi  alcuna penalizzazione delle Associazioni regionali e né alcuna messa in discussione del posto di lavoro delle dipendenti. Si chiede, invece, una riduzione del contributo che Casagit garantisce alla Fnsi. Contributo che ammonta a 637mila euro l’anno. Ciascuno sul contenuto della mozione la può pensare come crede, ciò che, invece, non si può accettare è la strumentalizzazione che ne viene fatta, affermando l’opposto di quanto scritto e approvato dall’Assemblea dei delegati.

La nota del sindacato regionale afferma inoltre che “si dissocia e prende le distanze” dalla mia scelta di votare la mozione. Non voglio fare nessuna polemica. Sono più di 40 anni che sono iscritto al sindacato unitario, da quando Antonio Cembran mi coinvolse nel Cdr dell’Adige, e ho sempre ritenuto di appartenere ad una realtà associativa fondata sul rispetto reciproco, sul dialogo, sul faticoso confronto fra le diverse sensibilità e posizioni con l’obiettivo di includere il più possibile tutti i colleghi. Oggi, almeno per la mia esperienza, devo dire che non è più così. 

Un cordiale saluto e Buon Anno 
Luciano Azzolini

– Leggi anche: Sjg, dissenso e preoccupazione per mozione dell’assemblea Casagit

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SINDACATO

Video33/Sdf: Sjg e Fistel Cisl assicurano continuità e salvaguardia dei posti di lavoro

Sindacato Giornalisti del Trentino Alto Adige-FNSI insieme a Fistel Sgb Cisl di Bolzano hanno firmato con la nuova proprietà di Video33/Sdf, B33, un accordo per la continuità aziendale e la salvaguardia dei 13 posti di lavoro: sette giornalisti e sei tecnici di produzione. Lo rende noto un comunicato congiunto del Sindacato regionale giornalisti FNSI- Fistel Sgb Cisl Bolzano.

Da sottolineare – prosegue la nota – la trasformazione di due contratti Frt in Ccnlg FNSI-Aertanti Corallo e la prosecuzione dei due praticantati giornalistici in contratti a tempo indeterminato. Intesa che rafforza in tal modo le redazioni italiana e tedesca con tutte le tutele tipiche previste dal contratto giornalistico dell’emittenza locale privata.

Soddisfazione è stata espressa dai segretari Rocco Cerone e Bianca Catapano per le garanzie occupazionali e sulle prospettive di sviluppo dell’azienda da parte della nuova proprietà, la Famiglia Baronio, che ha già una significativa presenza professionale nel settore radiotelevisivo in Italia con Telecolor.

Sindacato Giornalisti e Fistel Sgb Cisl sono fiduciosi di potere instaurare con la nuova proprietà future relazioni industriali nell’ottica della reciproca collaborazione e confronto continuo nell’interesse dei lavoratori e dell’azienda, conclude il comunicato sindacale.

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SINDACATO

Stipendio da fame: Sindacato e Ordine dei giornalisti contro il Comune di Mezzolombardo

Il Comune di Mezzolombardo non tiene conto dell’articolo 36 della Costituzione Italiana, che “sancisce il diritto per ogni lavoratore ad una retribuzione proporzionata a quantità e qualità del suo lavoro sufficiente ad assicurare a sé ed alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.
Lo denunciano il Sindacato dei Giornalisti del Trentino Alto Adige-FNSI e l’Ordine dei Giornalisti della Regione, che chiedono il ritiro del bando per un giornalista , retribuito 450 euro lordi al mese più Iva.

L’amministrazione comunale ha approvato una selezione che scade lunedì 11 gennaio per un addetto stampa prevedendo un compenso inadeguato rispetto all’incarico e alle mansioni richieste.

Il Sindacato regionale dei giornalisti FNSI e l’Ordine dei giornalisti del Trentino Alto Adige ritengono inaccettabile che un’amministrazione pubblica offra 5.400 euro lordi all’anno oltre all’Iva per la direzione del bollettino comunale, la gestione dei rapporti istituzionali con gli organi di informazione e l’organizzazione di conferenze stampa, la raccolta di informazioni relativa all’attività amministrativa e la rassegna stampa quotidiana (comprensiva del monitoraggio e aggiornamento dei “social-network” istituzionali) ed il controllo continuo dell’Albo della Provincia Autonoma di Trento e della Comunità Rotaliana Koenisberg in relazione a provvedimenti di interesse per l’amministrazione.

L’attività richiesta dal Comune, oltre a gettare un’ombra sulla capacità amministrativa dell’ente (dato che alcune mansioni sconfinano nella segreteria comunale), rappresenta uno svilimento della professione giornalistica e della dignità del lavoratore, ma anche uno sfregio dei principi fondanti della Repubblica Italiana, che al primo rigo della Carta Costituente ricorda che “la Repubblica è fondata sul lavoro”.

Si chiede pertanto all’amministrazione comunale di Mezzolombardo di ritirare immediatamente il bando in questione e si invitano i colleghi a disertare il bando medesimo che non rispetta i minimi principi costituzionali.

(Immagine di copertina: Giskard, Wikimedia commons)

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SINDACATO

Inpgi, equo compenso, carcere e bavagli, Lorusso: «Bene il premier Conte, ora soluzioni in tempi brevi»

«Le parole del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sulle questioni più urgenti per il mondo dell’informazione, pronunciate nel corso della conferenza stampa di fine anno, sono incoraggianti. L’auspicio è che i tavoli aperti possano portare a soluzioni in tempi brevi». Lo afferma il segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, Raffaele Lorusso.

«Il premier – aggiunge – conferma la volontà del governo di mettere in sicurezza l’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani salvaguardandone l’autonomia, senza alimentare ipotesi suggestive, ma attraverso un processo di allargamento della platea degli iscritti ai comunicatori e misure di rafforzamento, su cui è in corso il confronto fra presidenza del Consiglio, ministeri competenti, Inpgi e Fnsi. Allo stesso modo, va affrontato il problema della lotta al precariato e della definizione dell’equo compenso per i giornalisti lavoratori autonomi, oggetto di discussione fra il sottosegretario con delega all’editoria, Andrea Martella, Fnsi e Fieg, sul quale si attendono le prime risposte entro febbraio».

Per il segretario Fnsi, «analoga accelerazione è auspicabile per l’approvazione dei progetti di legge per contrastare le querele bavaglio e cancellare il carcere per i giornalisti. Si tratta di proposte ferme in parlamento. Le stesse Camere non possono più rimandare la riforma del servizio pubblico radiotelevisivo. Su questi temi non sono irrilevanti la volontà politica e l’impulso del governo. Per questo – conclude – la Federazione nazionale della Stampa italiana continuerà a portare avanti le istanze della professione con spirito costruttivo in tutti i tavoli di confronto per favorire le soluzioni».

(Fonte: FNSI)

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Inpgi PREVIDENZA E SALUTE

Conte: «Garanzia pubblica impossibile per l’Inpgi, lavoriamo per allargare la platea»

Aprendo la tradizionale conferenza stampa di fine anno, il presidente del Consiglio tocca alcuni temi che riguardano il presente e il futuro della categoria e ribadisce la disponibilità del governo al confronto. Se l’equo compenso è «una questione molto complicata», per l’Ente di previdenza l’auspicio è che «possa camminare con le proprie gambe».

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte conferma la disponibilità del governo a mettere in sicurezza l’Inpgi. Lo fa durante la tradizionale conferenza stampa di fine anno, ribadendo i vincoli di legge e l’impossibilità di qualsiasi sostegno diretto e indiretto ad una Cassa previdenziale privatizzata quale è l’istituto di previdenza dei giornalisti, e dunque l’impossibilità di perseguire l’idea di una ‘garanzia pubblica’ per l’Ente, ma anche auspicando «che si allarghi la base della platea contributiva ai comunicatori e si riesca a costruire un equilibrio finanziario ed economico che – afferma – consenta all’Inpgi di camminare con le gambe proprie. Dobbiamo lavorare insieme».

Introducendo la conferenza stampa, aperta da un minuto di silenzio in ricordo delle vittime del Covid e in solidarietà dei loro familiari, Conte tocca poi alcuni temi di rilievo per la professione, dalle querele bavaglio, all’abolizione del carcere per i cronisti, fino alla definizione dell’equo compenso per i lavoratori autonomi, ribadendo l’apertura dell’esecutivo al confronto e a lavorare con i rappresentanti della categoria.

Se sull’equo compenso il premier esprime la consapevolezza che si tratta di «una questione molto complicata» e che «complici anche le difficoltà dello scenario macroeconomico, purtroppo si sta diffondendo sempre più il precariato», riguardo al carcere per il reato di diffamazione a mezzo stampa «si tratta – rileva – di trovare un punto di equilibrio fra il diritto fondamentale alla manifestazione del pensiero e un grumo di diritti di pari dignità costituzionale».

E ricordando, infine, che su iniziativa della ministra Lamorgese e del sottosegretario Martella è stato riattivato l’Osservatorio del Viminale sulle minacce ai cronisti, tema che «seguiamo con grande attenzione», Conte conclude osservando che sulle querele bavaglio «ci sono varie iniziative parlamentari ed è giusto si trovi una sintesi: il governo è disponibilissimo a dare il suo contributo».

(Fonte: FNSI; foto: governo.it)