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SINDACATO

SJG, Assostampa Trento e FNSI su chiusura quotidiano ‘TRENTINO’

Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige (Sjg) ed FNSI sono al fianco dei 19 colleghi dello storico quotidiano ‘Trentino‘, che ha appena compiuto 75 anni, e che domani uscirà in edicola per l’ultima volta.

Nell’ultimo accordo sindacale relativo alla fusione per incorporazione di SETA SPA in SIE SPA del 18 novembre 2020, l’azienda dichiarava che si sarebbe impegnata a presentare entro il mese di gennaio 2021, per ogni giornale del gruppo, un nuovo piano editoriale per il mantenimento dell’autonomia delle testate e per il rilancio delle stesse sul mercato e che, dall’operazione aziendale, non si sarebbero avute ricadute occupazionali eccedenti al numero degli esuberi già individuati dall’azienda nell’ultimo anno. La decisione dell’editore, a giudizio del Sindacato dei giornalisti, è anche la conseguenza di una evidente posizione dominante raggiunta sul mercato editoriale regionale, sulla quale rimane quanto mia necessaria una riflessione in sede politica e parlamentare.

SJG e FNSI ricordano inoltre che ogni iniziativa che riguardi la struttura dell’azienda e le redazioni può essere adottata solo al termine delle procedure e dei tempi previsti dalla legge e dal contratto collettivo di lavoro giornalistico.

La richiesta di messa in cassa integrazione a zero ore dei 19 giornalisti del Trentino sarà oggetto del tavolo di confronto che si aprirà mercoledì 20 gennaio.

SJG, Assostampa Trento ed FNSI chiedono sin d’ora garanzie precise sugli esuberi e sul piano di riassorbimento degli stessi, fiduciosi che un grande gruppo editoriale che continua a credere nell’informazione di qualità veicolata attraverso carta, web, radio e tv possa trovare delle soluzioni alternative per i 19 giornalisti o per una parte significativa di essi.

Proprio in questa prospettiva, lunedì 18 gennaio si riunirà il coordinamento dei Cdr di ‘Alto Adige’, ‘Trentino’ e ‘l’Adige’ per decidere insieme a SJG ed FNSI una comune linea di azione.

Rocco Cerone segretario regionale SJG
Raffaele Lorusso segretario generale FNSI

– Leggi anche: Chiusura per Covid del quotidiano “Trentino”, Sindacato e Ordine del Veneto a fianco dei colleghi

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Casagit PREVIDENZA E SALUTE

Casagit: Azzolini scrive al Sindacato dei giornalisti TAA

Riceviamo e riportiamo integralmente una lettera inviata al Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige da Luciano Azzolini, componente del Consiglio di amministrazione di Casagit Salute.

Gentile Segretario
e gentili colleghi,

ho preferito lasciar trascorrere il periodo natalizio, ma ora mi sento in dovere di rubarvi qualche minuto per fornire alcune precisazioni relativamente alla mozione approvata dall’Assemblea dei delegati della Casagit il 15 dicembre scorso e firmata anche dal sottoscritto, in quanto componente del Consiglio di amministrazione della mutua Casagit Salute. Nei giorni successivi, sul sito del Sindacato dei giornalisti del TAA, il Consiglio direttivo ha pubblicato una nota in cui, tra l’altro, esprime “dissenso e preoccupazione”  perché “il provvedimento, qualora fosse approvato, metterebbe a rischio la tenuta degli uffici delle Consulte regionali di Casagit che sono l’unico servizio espresso sul territorio a favore dei colleghi e gli stessi posti di lavoro delle dipendenti”.

Ecco il testo della mozione approvata dall’Assemblea dei Delegati Casagit:

“L’Assemblea, ascoltata l’informativa sul contributo a Fnsi, rilevato come da anni tutti debbano affrontare e accettare sacrifici economici talvolta molto pesanti, fermo restando il contributo alle Associazioni Regionali di Stampa, impegna la Presidenza della Casagit a procedere ad un’ ulteriore trattativa con la Fnsi al fine di concordare con la stessa un importo del contributo alla stessa coerente con l’ attuale situazione dei giornalisti e comunque contenuto nei due/terzi dell’importo attuale, fissando inoltre la scadenza temporale in dodici mesi, in modo da consentire l’eventuale adeguamento annuale”.

La mozione assicura una sostenibilità piena e garantita per le Associazioni regionali (attualmente percepiscono da Casagit un milione e 200mila euro, ammontare che non verrà toccato) al contrario di quanto scritto nella nota del direttivo del sindacato regionale. Non c’è quindi  alcuna penalizzazione delle Associazioni regionali e né alcuna messa in discussione del posto di lavoro delle dipendenti. Si chiede, invece, una riduzione del contributo che Casagit garantisce alla Fnsi. Contributo che ammonta a 637mila euro l’anno. Ciascuno sul contenuto della mozione la può pensare come crede, ciò che, invece, non si può accettare è la strumentalizzazione che ne viene fatta, affermando l’opposto di quanto scritto e approvato dall’Assemblea dei delegati.

La nota del sindacato regionale afferma inoltre che “si dissocia e prende le distanze” dalla mia scelta di votare la mozione. Non voglio fare nessuna polemica. Sono più di 40 anni che sono iscritto al sindacato unitario, da quando Antonio Cembran mi coinvolse nel Cdr dell’Adige, e ho sempre ritenuto di appartenere ad una realtà associativa fondata sul rispetto reciproco, sul dialogo, sul faticoso confronto fra le diverse sensibilità e posizioni con l’obiettivo di includere il più possibile tutti i colleghi. Oggi, almeno per la mia esperienza, devo dire che non è più così. 

Un cordiale saluto e Buon Anno 
Luciano Azzolini

– Leggi anche: Sjg, dissenso e preoccupazione per mozione dell’assemblea Casagit

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SINDACATO

Video33/Sdf: Sjg e Fistel Cisl assicurano continuità e salvaguardia dei posti di lavoro

Sindacato Giornalisti del Trentino Alto Adige-FNSI insieme a Fistel Sgb Cisl di Bolzano hanno firmato con la nuova proprietà di Video33/Sdf, B33, un accordo per la continuità aziendale e la salvaguardia dei 13 posti di lavoro: sette giornalisti e sei tecnici di produzione. Lo rende noto un comunicato congiunto del Sindacato regionale giornalisti FNSI- Fistel Sgb Cisl Bolzano.

Da sottolineare – prosegue la nota – la trasformazione di due contratti Frt in Ccnlg FNSI-Aertanti Corallo e la prosecuzione dei due praticantati giornalistici in contratti a tempo indeterminato. Intesa che rafforza in tal modo le redazioni italiana e tedesca con tutte le tutele tipiche previste dal contratto giornalistico dell’emittenza locale privata.

Soddisfazione è stata espressa dai segretari Rocco Cerone e Bianca Catapano per le garanzie occupazionali e sulle prospettive di sviluppo dell’azienda da parte della nuova proprietà, la Famiglia Baronio, che ha già una significativa presenza professionale nel settore radiotelevisivo in Italia con Telecolor.

Sindacato Giornalisti e Fistel Sgb Cisl sono fiduciosi di potere instaurare con la nuova proprietà future relazioni industriali nell’ottica della reciproca collaborazione e confronto continuo nell’interesse dei lavoratori e dell’azienda, conclude il comunicato sindacale.

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SINDACATO

Stipendio da fame: Sindacato e Ordine dei giornalisti contro il Comune di Mezzolombardo

Il Comune di Mezzolombardo non tiene conto dell’articolo 36 della Costituzione Italiana, che “sancisce il diritto per ogni lavoratore ad una retribuzione proporzionata a quantità e qualità del suo lavoro sufficiente ad assicurare a sé ed alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.
Lo denunciano il Sindacato dei Giornalisti del Trentino Alto Adige-FNSI e l’Ordine dei Giornalisti della Regione, che chiedono il ritiro del bando per un giornalista , retribuito 450 euro lordi al mese più Iva.

L’amministrazione comunale ha approvato una selezione che scade lunedì 11 gennaio per un addetto stampa prevedendo un compenso inadeguato rispetto all’incarico e alle mansioni richieste.

Il Sindacato regionale dei giornalisti FNSI e l’Ordine dei giornalisti del Trentino Alto Adige ritengono inaccettabile che un’amministrazione pubblica offra 5.400 euro lordi all’anno oltre all’Iva per la direzione del bollettino comunale, la gestione dei rapporti istituzionali con gli organi di informazione e l’organizzazione di conferenze stampa, la raccolta di informazioni relativa all’attività amministrativa e la rassegna stampa quotidiana (comprensiva del monitoraggio e aggiornamento dei “social-network” istituzionali) ed il controllo continuo dell’Albo della Provincia Autonoma di Trento e della Comunità Rotaliana Koenisberg in relazione a provvedimenti di interesse per l’amministrazione.

L’attività richiesta dal Comune, oltre a gettare un’ombra sulla capacità amministrativa dell’ente (dato che alcune mansioni sconfinano nella segreteria comunale), rappresenta uno svilimento della professione giornalistica e della dignità del lavoratore, ma anche uno sfregio dei principi fondanti della Repubblica Italiana, che al primo rigo della Carta Costituente ricorda che “la Repubblica è fondata sul lavoro”.

Si chiede pertanto all’amministrazione comunale di Mezzolombardo di ritirare immediatamente il bando in questione e si invitano i colleghi a disertare il bando medesimo che non rispetta i minimi principi costituzionali.

(Immagine di copertina: Giskard, Wikimedia commons)

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SINDACATO

Inpgi, equo compenso, carcere e bavagli, Lorusso: «Bene il premier Conte, ora soluzioni in tempi brevi»

«Le parole del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sulle questioni più urgenti per il mondo dell’informazione, pronunciate nel corso della conferenza stampa di fine anno, sono incoraggianti. L’auspicio è che i tavoli aperti possano portare a soluzioni in tempi brevi». Lo afferma il segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, Raffaele Lorusso.

«Il premier – aggiunge – conferma la volontà del governo di mettere in sicurezza l’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani salvaguardandone l’autonomia, senza alimentare ipotesi suggestive, ma attraverso un processo di allargamento della platea degli iscritti ai comunicatori e misure di rafforzamento, su cui è in corso il confronto fra presidenza del Consiglio, ministeri competenti, Inpgi e Fnsi. Allo stesso modo, va affrontato il problema della lotta al precariato e della definizione dell’equo compenso per i giornalisti lavoratori autonomi, oggetto di discussione fra il sottosegretario con delega all’editoria, Andrea Martella, Fnsi e Fieg, sul quale si attendono le prime risposte entro febbraio».

Per il segretario Fnsi, «analoga accelerazione è auspicabile per l’approvazione dei progetti di legge per contrastare le querele bavaglio e cancellare il carcere per i giornalisti. Si tratta di proposte ferme in parlamento. Le stesse Camere non possono più rimandare la riforma del servizio pubblico radiotelevisivo. Su questi temi non sono irrilevanti la volontà politica e l’impulso del governo. Per questo – conclude – la Federazione nazionale della Stampa italiana continuerà a portare avanti le istanze della professione con spirito costruttivo in tutti i tavoli di confronto per favorire le soluzioni».

(Fonte: FNSI)

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Inpgi PREVIDENZA E SALUTE

Conte: «Garanzia pubblica impossibile per l’Inpgi, lavoriamo per allargare la platea»

Aprendo la tradizionale conferenza stampa di fine anno, il presidente del Consiglio tocca alcuni temi che riguardano il presente e il futuro della categoria e ribadisce la disponibilità del governo al confronto. Se l’equo compenso è «una questione molto complicata», per l’Ente di previdenza l’auspicio è che «possa camminare con le proprie gambe».

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte conferma la disponibilità del governo a mettere in sicurezza l’Inpgi. Lo fa durante la tradizionale conferenza stampa di fine anno, ribadendo i vincoli di legge e l’impossibilità di qualsiasi sostegno diretto e indiretto ad una Cassa previdenziale privatizzata quale è l’istituto di previdenza dei giornalisti, e dunque l’impossibilità di perseguire l’idea di una ‘garanzia pubblica’ per l’Ente, ma anche auspicando «che si allarghi la base della platea contributiva ai comunicatori e si riesca a costruire un equilibrio finanziario ed economico che – afferma – consenta all’Inpgi di camminare con le gambe proprie. Dobbiamo lavorare insieme».

Introducendo la conferenza stampa, aperta da un minuto di silenzio in ricordo delle vittime del Covid e in solidarietà dei loro familiari, Conte tocca poi alcuni temi di rilievo per la professione, dalle querele bavaglio, all’abolizione del carcere per i cronisti, fino alla definizione dell’equo compenso per i lavoratori autonomi, ribadendo l’apertura dell’esecutivo al confronto e a lavorare con i rappresentanti della categoria.

Se sull’equo compenso il premier esprime la consapevolezza che si tratta di «una questione molto complicata» e che «complici anche le difficoltà dello scenario macroeconomico, purtroppo si sta diffondendo sempre più il precariato», riguardo al carcere per il reato di diffamazione a mezzo stampa «si tratta – rileva – di trovare un punto di equilibrio fra il diritto fondamentale alla manifestazione del pensiero e un grumo di diritti di pari dignità costituzionale».

E ricordando, infine, che su iniziativa della ministra Lamorgese e del sottosegretario Martella è stato riattivato l’Osservatorio del Viminale sulle minacce ai cronisti, tema che «seguiamo con grande attenzione», Conte conclude osservando che sulle querele bavaglio «ci sono varie iniziative parlamentari ed è giusto si trovi una sintesi: il governo è disponibilissimo a dare il suo contributo».

(Fonte: FNSI; foto: governo.it)

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Articolo 21 GRUPPI

Il sindaco di Trento ringrazia i giornalisti, ricordando Agitu

Ianeselli durante incontro con Keller (Odg) e Cerone (Sjg): “L’informazione fondamentale strumento di controllo del potere”

“L’informazione continua ad essere fondamentale. Nonostante la disintermediazione garantita dai social, che ti consentono di avere un rapporto diretto con i cittadini, resta indispensabile il ruolo di chi controlla il potere, indagando e facendo domande. Per questo ringrazio i giornalisti per il loro lavoro, essenziale sia a livello nazionale e internazionale, sia a livello locale, tanto più in questo periodo di pandemia”.

Proprio a causa del Covid, non c’è stato quest’anno il tradizionale scambio di auguri tra la Giunta comunale e i giornalisti. Ma il sindaco Franco Ianeselli ha voluto comunque ringraziare la categoria, autorevolmente rappresentata stamattina alla conferenza stampa di fine anno dal presidente dell’ordine dei giornalisti regionale Mauro Keller e dal segretario del Sindaco dei giornlisti del Trentino Alto Adige Rocco Cerone. Dopo aver augurato al sindaco di “intrattenere sempre buoni rapporti con la stampa”, Keller ha sottolineato come “la trasparenza debba passare sempre attraverso le domande dei giornalisti: e le domande bisogna continuare a farle finché non si ottiene risposta”.

A proposito dell’intermediazione che spesso “dà fastidio”, Cerone ha ricordato i 50 giornalisti uccisi nel 2020 (dati di Reporters sans frontières), anticipando che “in occasione della giornata mondiale della libertà di stampa, il 3 maggio, Trento, città del Concilio, ospiterà un evento sul tema”. Del resto, come ha ricordato il sindaco, da sempre città dei diritti umani, Trento si è già messa a disposizione per “ospitare i giornalisti minacciati per il loro lavoro e per le loro inchieste”.

Il breve momento di riflessione sul ruolo dell’informazione si è concluso con un ricordo di Agitu Ideo Gudeta, l’imprenditrice di origine etiope uccisa ieri nella sua casa di Frassilongo. “Poco fa, a nome di tutta la Giunta, ho deposto una corona di fiori davanti al negozio di Agitu a Trento. L’ho incontrata più volte in passato, l’ultima in campagna elettorale in piazza Santa Maria Maggiore. Ricordo che ci siamo incoraggiati a vicenda. E quando ieri sera, durante il Consiglio comunale, il presidente Piccoli ci ha dato la notizia della sua morte, nessuno più riusciva a parlare”, ha concluso Ianeselli.

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Inpgi PREVIDENZA E SALUTE

Appello: precariato e sfruttamento, serve dignità del lavoro per salvare l’INPGI. Le prime 750 firme

Le prese di posizione, gli appelli, le misure attorno al salvataggio dell’istituto di previdenza dei giornalisti italiani devono partire da un principio di realtà: oggi due giornalisti su tre in Italia sono precari. Senza contratto regolare, senza tutele e senza diritti. Testate nazionali o editori locali non fa differenza. Carta stampata, Tv, digitale: lo sfruttamento dei collaboratori che oggi reggono la dorsale informativa italiana è dappertutto.

Al default sociale dei giornalisti precari concorre anche la Legge sull’equo compenso, votata dal Parlamento nel 2012 e oggi ancora lettera morta. Nonostante questo, sono spesso precari le giornaliste e i giornalisti che gettano luce sulle periferie di questo Paese, che scrivono dalle zone di camorra e delle mafie senza avere copertura di alcuna natura, e alcuna “pubblica garanzia”. Sono temi da cui attendiamo risposte dal premier Giuseppe Conte, dal Governo, dal Parlamento. Perché la precarietà rende precario lo stesso articolo 21 della Costituzione e nega il principio della “giusta mercede” e del rispetto della dignità della persona.

Qui non si tratta di contrapposizione tra giornalisti, men che meno con dei “mostri sacri” della professione. E rivolgendo l’appello al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, un faro che illumina il rispetto dell’Articolo 21 della Costituzione e la tutela dell’indipendenza del “Quarto potere”, non è nostra intenzione “tirare la giacchetta” – come troppo spesso accade – al presidente.  

Questo è tuttavia un grido di allarme, dolore e speranza. Si tratta di dignità del lavoro. Di dignità del lavoro nella professione giornalistica, in Italia. Quando si parla di giornalisti, di previdenza e quindi di regolarità contributiva (e retributiva) non si può tacere la realtà quotidiana di persone che lavorano 8, 10 ore al giorno con la prospettiva del 31/12, tutti gli anni, da dieci anni. E questo accade a collaboratori, cococo, false partite Iva che puntualmente vengono condotte nell’alveo del lavoro dipendente ogni volta

Questo lavoro spesso è portato avanti da persone senza un contratto stabile, senza diritti né tutele. Un alveo che, dati alla mano, non è marginale nell’economia dell’Ente di previdenza e che non si può definire in altro modo che “sfruttamento”. Precariato e sfruttamento stanno affossando l’Inpgi, e anche “la qualità della democrazia” in Italia, come sostiene Agcom nel Secondo Osservatorio sul giornalismo.

Questo appello, nato dal basso da una serie di giornaliste e giornalisti precari, in una notte – una notte – ha raccolto oltre 750 firme. Segno che non siamo soli. Segno che dobbiamo continuare a lottare per la dignità delle persone e del lavoro, per la salvaguardia e l’indipendenza della professione, e quindi di Inpgi. Segno che, oggi più che mai, nessuno si salva da solo.

L’APPELLO: Precariato e sfruttamento: dignità del lavoro per salvare Inpgi

Difendere il lavoro per salvare la professione giornalistica. Contrastare il precariato per dare maggiore solidità all’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani. Sono gli obiettivi che si prefigge il Comitato “Dignità delle persone, dignità del lavoro”, promosso da un gruppo di giornalisti precari con l’obiettivo di sensibilizzare le istituzioni sulla necessità di dare un futuro di diritti e di certezze a migliaia di giornalisti costretti a lavorare senza alcun riconoscimento e con retribuzioni vergognose.

Il nostro appello è rivolto innanzitutto al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, affinché dall’alto del suo magistero richiami il Governo e il Parlamento a rivolgere l’attenzione, con l’adozione di provvedimenti mirati.

Comprendiamo l’appello al Capo dello Stato sottoscritto da illustri colleghi in pensione e alcuni direttori per salvaguardare l’autonomia e la sostenibilità dell’Inpgi. Oltre che preoccupazione, dai sottoscrittori di quella petizione ci saremmo aspettati, però, coerenza e un po’ di autocritica. Fra loro, infatti, ci sono giornalisti pensionati che continuano a lavorare senza versare i contributi alla gestione principale dell’Inpgi. Da questo punto di vista, stupisce che chi continua a esercitare la professione, proclamandosi giornalista quando porta in tv esponenti di clan della malavita e artista quando si tratta di pagare i contributi, si preoccupi adesso della situazione dell’Inpgi. Lo stesso discorso vale per i direttori di importanti testate, che utilizzano quotidianamente giornalisti precari, senza porsi il problema dell’esiguità delle retribuzioni e della sostanziale assenza di diritti.

Riteniamo che non ci possa essere previdenza senza lavoro regolare. Per questo ci rivolgiamo al Presidente della Repubblica affinché sensibilizzi Parlamento e Governo ad affrontare e risolvere il problema del precariato e dello sfruttamento nel settore dell’informazione.

Seguono firme

Domenico Affinito

Roberto Aiello

Gianmarco Aimi

Andrea Alba

Emilio Albertario

Anna Alberti

Francesca Alibrandi

Claudio Almanzi

Daniela Altimani

Marina Amaduzzi

Chiara Amati

Gioacchino Amato

Silvia Ambrosi

Francesca Ambruosi

Laura Amorosi

Mariateresa Amoruso

Antonio Andreotti

Monica Andolfatto

Gianpaolo Annese

Paolo Animato

Lucia Anselmi

Alessio Antonini

Antonella Ardito

Armando Federico Ascolese

Daniele Astolfi

Lucia Aterini

Gerardo Ausiello

Fabio Azzolini

Andreina Baccaro

Susanna Bagnoli

Ivana Baiunco

Furio Baldassi

Marcella Baldassini

Ida Baldi

Roberta Balzotti

Corrado Barbacini

Fabrizia Barbarisi

Guido Barbato

Giuseppe Gio Barbera

Massimiliano Barberis

Giorgio Barbieri

Sara Barovier

Carlo Bartoli

Marco Bartolini

Marco Baruffi

Stefania Basile

Lorenzo Basso

Maurizio Bekar

Stefano Belfiore

Valeria Bellagamba

Sandro Bennucci

Walter Berghella

Paolo Berizzi

Serena Bersani

Guido Besana

Alessandra Betto

Cristina Bianchi

Giuseppe Bianco

Alessandro Biggi

Matteo Billi

Paola Biondi

Marco Bisiach

Nazzareno Bisogni

Alessio Bocchetti

Gianpaolo Boetti

Tiziana Bolognani

Silvia Bombelli

Donata Bonometti

Giancarlo Borriello

Paolo Borrometi

Annalisa Boschini

Alberto Bragaglia

Rosi Brandi

Marco Brando

Ines Brentan

Chiara Brilli

Valentina Brini

Bruno Brunello

Claudia Brunetto

Viviana Bruschi

Christian Brusamonti

Stefano Buda

Andrea Bulgarelli

Lucio Bussi

Paolo Butturini

Rita Cacciami

Antonio Caiazza

Alessandro Calabrese

Angela Calabrese

Giuseppina Calisti

Mimma Calligaris

Elisabetta Campana

Roberta Campanella

Giada Campus

Riccardo Cannavale

Alessia Cannizzaro

Michela Canova

Rinaldo Cao

Arnaldo Capezzuto

Fabrizio Cappella

Giacomo Capuano

Dora Carapellese

Nicoletta Caraglia

Gabriele Carchella

Francesco Cardella

Chiara Carenini

Antonella Carlin

Daniele Carlon

Agnese Carnevali

Giovanna Carollo

Amalia Carosi

Giorgio Carozzi

Monica Casata

Andrea Casazza

Antonello Cassano

Antonio Castro

Marco Catalani

Maria Cava

Paolo Cavallo

Renato Cavallo

Beppe Ceccato

Patrizia Centi

Ezio Cerasi

Francesco Cerisano

Rocco Cerone

Elena Chemello

Claudio Chiarani

Simona Chiariello

Nicola Chiarini

David Ciaralli

Gisella Cicciò

Giuseppe Cipriani

Luca Cipriano

Delia Cipullo

Paola Cireddu

Linda Cittadini

Carmen Clericuzio

Gabriele Cocchi

Paola Colaprisco

Silvia Collecchia

Rocco Coletti

Luigi Colomba

Paolo Colombatti

Luca Colombo

Gianni Colussi

Roberto Conte

Matteo Contessa

Marco Conti

Coordinamento dei precari di Repubblica

Simona Coppa

Elisa Corsini

Pietro Corvi

Cristina Cosentino

Giacomo Costa

Alessandra Costante

Giuliana Covella

Tiziana Cozzi

Andrea Cremonesi

Danilo Cretara

Antonella Cripta

Massimiliano Crosato

Erika Culiat

Francesco Cutro

Giuseppe Cutro

Sandro Cuzari

Oscar D’Agostino

Paolo Dal Ben

Roberta D’Angelo

Mario D’Argenio

Renato D’Argenio

Benedetta Dalla Rovere

Rosa De Angelis

Monica De Benedetto

Olimpia De Casa

Chiara De Carli

Gerardo De Fabrizio

Annarita De Feo

Cristiano Degano

Matteo Dell’Antico

Erika Dellacasa

Gisella Dellamonaca

Piero Dellecave

Giulio Delfino

Anna Del Freo

Roberta De Maddi

Clementina De Maio

Dario De Martino

Salvatore Del Giudice

Angelo De Nicola

Prospero Dente

Alex De Palo

Veronica Deriu

Felice De Sanctis

Amalia De Simone

Francesca Des Loges

Francesca Detotto

Maurizio Di Biagio

Riccardo Di Blasi

Monica Di Carlo

Monica Di Fabio

Luca Difrancescantonio

Pietro Di Lazzaro

Chiara Di Michele

Gina Di Meo

Marzio Di Mezza

Stefania Di Mitrio

Marco D’Incà

Raffaele Dinoia

Franco Di Parenti

Roberto Di Perna

Laura Di Russo

Daniela Dirceo

Maurizio Di Schino

Lorenzo Dolce

Poljanka Dolhar

Giuliano Doro

Luciana Doronzo

Guido D’Ubaldo

Daniela D’Uffizi

Daniela Ducoli

Luciana Esposito

Salvatore Esposito

Roberto Esse

Silvia Fabbi

Nina Fabrizio

Francesco Facchini

Daniela Faiella

Carla Falcone

Marzio Fatucchi

Elio Felice

Matteo Femia

Adriana Fenzi

Maurizio Ferrari

Andrea Ferro

Erica Ferro

Salvatore Ferro

Paola Fichera

Dario Fidora

Nicola Filipovic

Guido Filippi

Raffaele Fiorella

Enzo Fontanarosa

Guido Fontanelli

Francesca Forleo

Alessandro Foroni

Elisa Forte

Walter Fortini

Maria Giovanna Fossati

Tommaso Fregatti

Doris Fresco

Silvia Gadotti

Lidia Galeazzo

Adele Galetta

Anna Galvani

Silvia Garambois

Silvia Garbarino

Valeria Garbin

Fulvio Gardumi

Giuliano Gargano

Carlo Gattai

Claudio Gelain

Lella Genzale

Luca Geronico

Francesca Ghidini

Mariachiara Giacosa

Emanuela Giampaoli

Sabino Giannattasio

Stefano Giantin

Enrico Giardini

Silvia Gigli

Roberto Ginex

Luca Ginetto

Moreno Gioli

Mauro Giordano
Marco Girella

Francesco Gironi

Gianfranco Giuliani

Silvio Giulietti

Caterina Giusberti

Patrizia Giustarini

Mirella Gobbi

Antonella Gramaglia

Domenico Gramazio

Annalisa Grandi

Marco Grasso

Vincenzo Grasso

Alessandro Grasso Peroni

Carlo Gravina

Cristina Greco

Matteo Guarda

Stefania Guernieri

Massimo Guerra

Giuseppe Guerriero

Caterina Giusberti

Maurizio Gussoni

Massimo Ieppariello

Doriana Imbimbo

Antonella Inciso

Marco Ingino

Stefano Jesurum

Desiree Klain

Giovanni Lanzi

Adele Lapertosa

Davide Lattanzi

Nevio Lavagnoli

Grazia Leone

Roberto Leone

Valentina Leone

Gabriella Leonzi

Graziella Leporati

Paolo Levi

Cristina Liguori

Paola Liloia

Roberta Lisi

Antonella Loi

Francesca Lombardi

Daniele Lo Porto

Angelo Loreto

Sara Lorusso

Emanuele Losapio

Francesco Loscalzo

Antonio Lovascio

Cristiano Lozito

Marina Lucchin

Lucia Lunghini

Giancarlo Macaluso

Matteo Macor

Marco Maffettone

Claudio Mafrici

Aldo Maggioni

Renzo Magosso

Monica Mainardi

Ivano Maiorella

Sandro Maiorella

Pier David Malloni

Giuseppe Mallozzi

Marina Mancini

Alessandra Mancuso

Claudio Mangini

Lorenzo Mansutti

Vera Mantengoli

Luca Mantovani

Paola Manzoni

Federica Marangio

Alessia Marani

Antonella Marano

Rosalia Marcantonio

Matteo Marcello

Massimo Marciano

Alessia Marconi

Achille Marelli

Valentina Maresca

Ermanno Mariani

Claudio Marincola

Emanuele Marinelli

Chiara Marsilli

Alessandro Martegani

Bepi Martellotta

Fabiana Martini

Anna Martino

Giuseppe Marzano

Enzo Massaro

Paolo Mastri

Roberto Mastroianni

Massimo Mastrolonardo

Miriam Mauti

Francesca Mazzola

Salvo Messina

Lucio Michieli

Pino Miglini

Mariangela Milani

Francesca Mineo

Enrico Mirani

Annalisa Misceo

Vera Mocella

Ina Modica

Gianni Molinari

Antonella Monaco

Giovanni Monforte

Alessandra Montalbelti

Paolo Montalto

Ciro Montanari

Alessandra Montemurro

Pietro Montone

Luca Morazzano

Tommaso Moretto

Andrea Morigi

Nicola Morisco

Lorenzo Moroni

Maurizio Moscatelli

Mattia Motta

Sam Mouazin

Olga Mugnaini

Antonella Mulè

Filippo Mulè

Gianluca Murgia

Valentina Murrieri

Carlo Muscatello

Matteo Naccari

Laura Naimoli

Francesca Nardomarino

Grazia Napoli

Roberto Natale

Giancarlo Navach

Giovanni Negri

Cristina Negro

Giorgio Neri

Walter Nerone

Andrea Nicastro

Franco Nicastro

Laura Nicastro

Lucilla Niccolini

Luigi Nicolosi

Giusy Nicosia

Alberto Nigro

Mauro Nucci

Fabio Nuccio

Angelo Oliveto

Pierpaolo Olivo

Sonia Oranges

Vito Orlando

Fabiana Pacella

Gianluca Pacella

Saverio Paffumi

Maurizio Paglialunga

Paolo Pagnanelli

Aldo Palaoro

Pierluigi Palladini

Giancarlo Maria Palombi

Angelo Pangrazio

Roberto Paolo

Elisabetta Paraboschi

Danila Paradiso

Alfonso Parziale

Vittorio Pastanella

Francesca Patanè

Serafino Paternoster

Davide Patitucci

Mara Pedrabissi

Alessandro Pellizzari

Mario Pennella

Patrizia Pennella

Giulio Perotti

Paolo Perucchini

Davide Pesce

Marco Peschiera

Daniela Pesoli

Pier Paolo Petino

Simona Petricciuolo

Angiola Petronio

Adele Piazza

Alfredo Picariello

Amedeo Picariello

Ivana Picariello

Rodolfo Picariello

Giuseppe Picciano

Monica Pietrangeli

Paolo Piffer

Renzo Pincini

Alessandro Pintimalli

Fernanda Pirani

Saimen Piroddi

Gabriella Piroli

Luigi Pisano

Simona Pisoni

Oreste Pivetta

Antonio Pizzo

Nadia Plucani

Gabriele Porro

Antonio Prigiobbo

Antonello Profita

Gabriele Porro

Marco Preve

Cristina Puglisi

Anna Puricella

Nicola Quadrelli

Gianni Quagliarella

Ivan Quiselli

Elisabetta Raffa

Marco Raffa

Alessandro Ragazzo

Roberto Raschiatore

Francesco Rataj

Piero Rauber

Claudio Reale

Roberto Reale

Marika Remondelli

Stefano Renna

Silvia Resta

Valentina Rigano

Alberto Rimedio

Giuseppe Rizzuto

Edmondo Rho

Jacopo Ricca

Federica Riccio

Renato Riccio

Gianluce Rocca

Carlotta Rocci

Maurizio Romanato

Ivo Romano

Paolo Romano

Gianluca Rossellini

Emanuele Rossi

Andrea Rossini

Ruben Rotundo

Mimmo Rubio

Roberta Ruggiero

Carla Ruocco

Sandro Ruotolo

Antonella Russoniello

Andrea Rustichelli

Giorgio Ruta

Luigi Salvati

Massimiliano Salvo

Andrea Sambugaro

Domenico Sammartino

Giorgio Santelli

Enrico Santi

Paolo Sarandrea

Dario Sarnataro

Andrea Sbardellati

Antonella Scambia

Daniela Scano

Katia Scapellato

Claudio Scarinzi

Davide Schiavon

Manuel Scordo

Roberto Secci

Simonetta Selloni

Piergiorgio Severini

Maurizio Severino

Giuseppe Sgambellone

Valentino Sgaramella

Alessandra Sgarbossa

Margherita Siani

Gian Mario Sias

Claudio Silvestri

Alberto Simone

Silvia Sinibaldi

Vassily Sortino

Ilaria Sotis

Paola Spadari
Gianfranco Summo

Fausto Spano

Giovanni Spano

Beppe Spatola

Giovanni Sperandeo

Giusi Spica

Cristoforo Spinella

Renato Spiniello

Giampiero Spirito

Nicola Sposato

Laura Squizzato

Silvia Squizzato

Chiara Spat

Gianfranco Stabile

Marco Staglianò

Giovanni Stefani

Nicola Stella

Ingrid Stratti

Rosella Strianese

Andrea Tagliaferri

Ilario Tancon

Edda Taramasco

Francesco Tartara

Chiara Tenca

Alessandra Testa

Marina Testa

Silvia Tironi

Giulio Todescan

Carmine Tolino

Pietro Trebiciani

Valerio Tripi

Marco Tripisciano

Nello Trocchia

Lorenzo Trombetta

Viviana Trombetta

Francesco Truscia

Roberto Turetta

Davide Uccella

Marco Ursano

Rosangela Urso

Alessandra Vaccari

Roberto Vacchini

Alessio Vallerga

Vincenzo Varagona

Michele Varì

Tony Vece

Marina Verdenelli

Maria Paola Vergallito

Dea Verna

Raffaele Vitali

Massimo Vitalia

Antonio Vuolo

Beppe Vigani

Laura Viggiano

Marco Vignudelli

Lucia Visca

Marco Volpati

Marzia Zamattio

Martina Zambon

Domenico Zappella

Maria Zegarelli

Massimo Zennaro

Marcello Zinola

Alessandro Zorco

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Casagit PREVIDENZA E SALUTE

Sjg, dissenso e preoccupazione per mozione dell’assemblea Casagit

L’ufficio della consulta Casagit di Bolzano è l’unico servizio concreto fornito ai colleghi sul territorio. A garantirlo è la struttura del sindacato che mette a disposizione sede e dipendenti: il tutto per un contributo di circa 40mila euro all’anno, che equivale a poco più di 50 euro all’anno per iscritto alla cassa.

L’assemblea dei delegati di Casagit Salute, lo scorso 15 dicembre, ha approvato una mozione presentata dalla minoranza che impegna la presidenza a ridurre i contributi a FNSI e Assostampa regionali. Soldi che vengono impiegati per assistere i colleghi più fragili e in difficoltà e che vengono dagli stipendi degli stessi giornalisti con il versamento della quota del 3,60, un obbligo contrattuale che dal 1974 per volontà della Fnsi ha gettato le basi per la nascita di Casagit.

Che senso ha questa mozione se non quella di mettere a rischio tutto il sistema di solidarietà e di autonomia costruito negli anni dal sindacato?

«Deve essere chiaro che senza associazioni di stampa regionali non ci sarà più la tutela legale dei colleghi, l’assistenza contrattuale, fiscale, previdenziale. C’è chi pensa di riemergere dopo la sconfitta congressuale bruciando le istituzioni. L’attuale maggioranza in FNSI è forte dell’80% dei consensi espressi al congresso di Levico.

«Il Consiglio direttivo del Sindacato Giornalisti del Trentino Alto Adige esprime dissenso nei confronti della mozione presentata dal gruppo di minoranza e approvata dall’assemblea dei delegati di Casagit Salute lo scorso 15 dicembre 2020 nella quale si impegna il Presidente Daniele Cerrato a tagliare il contributo annuale alla Fnsi e alle Assostampa regionali.

Il provvedimento, qualora fosse attuato, metterebbe a rischio la tenuta degli uffici delle consulte regionali di Casagit che sono l’unico servizio espresso sul territorio a favore dei colleghi e gli stessi posti di lavoro delle dipendenti».

La Casagit è nata dalla volontà della Fnsi che ha portato all’interno del contratto di lavoro la quota di contribuzione a carico dei lavoratori pari al 3,60%.

La lettura incontrovertibile della mozione concretizza un attacco senza precedenti alla FNSI, socio unico della Casagit e pilastro dell’autonomia e dell’indipendenza della professione.

Fra i promotori della mozione figura Luciano Azzolini, eletto in Trentino Alto Adige e attuale componente della Consulta nonché membro del Cda di Casagit Salute. Il consiglio direttivo del Sindacato Giornalisti del Trentino Alto Adige si dissocia dalla sua scelta e ne prende le distanze, ribadendo la necessità di tutelare i colleghi giornalisti e di conseguenza i posti di lavoro.

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SINDACATO

Lotta al precariato e Inpgi, FNSI: «Sì ai tavoli con il governo, ma pronti alla mobilitazione»

La Federazione nazionale della stampa italiana (FNSI) prende atto della dichiarata volontà del governo di giungere in tempi brevi a soluzioni negoziate su lotta al precariato, equo compenso e messa in sicurezza dell’Inpgi. La giunta esecutiva e la Consulta delle Associazioni regionali di Stampa hanno condiviso con il segretario generale Raffaele Lorusso la volontà di arrivare a risultati soddisfacenti, attraverso il confronto costruttivo con gli editori e lo stesso governo.

Il sostegno pubblico al settore è indispensabile e imprescindibile, ancor più in una situazione di difficoltà resa drammatica dalla pandemia. Allo stesso tempo, è auspicabile che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il governo trovino il coraggio, mancato fino ad oggi, per dar seguito alle dichiarazioni di intenti, mettendo in campo provvedimenti concreti per tutelare e rafforzare il mercato del lavoro. La dignità delle persone, la lotta alle diseguaglianze, il diritto a un’equa retribuzione non possono essere temi buoni soltanto per i convegni e i talk show, ma richiedono una chiara volontà politica per adottare interventi mirati e risolutivi.

Con la stessa celerità e la stessa determinazione con cui vengono messe a punto e sostenute norme “ad aziendam”, nonostante i rilievi dell’Unione europea, da parlamento e governo è lecito attendersi un’accelerazione su proposte di legge e provvedimenti che riguardano il settore nel suo complesso – dalla cancellazione del carcere per i cronisti al contrasto alle querele bavaglio, fino alla riforma del servizio pubblico radiotelevisivo  – da tempo in discussione e finiti su un binario morto.

Lo stesso discorso vale per la messa in sicurezza dell’Inpgi. Nel dare atto al governo di aver espresso la disponibilità a intraprendere un percorso graduale e condiviso di messa in sicurezza dei conti dell’Istituto, con provvedimenti da inserire già nella prossima legge di Bilancio e sgombrando il campo da equivoci legati a presunte garanzie pubbliche, peraltro vietate dalla legge, la Fnsi sarà al fianco del gruppo dirigente dell’Inpgi nella battaglia per l’autonomia, presupposto indispensabile per garantire la libertà di informazione.

Alla parole devono seguire i fatti. Il primo banco di prova, da questo punto di vista, sarà il mercato del lavoro. L’impegno del governo ad adottare un provvedimento sul contrasto al precariato nel caso in cui le parti sociali non trovassero un accordo entro il prossimo 15 febbraio dovrà essere mantenuto. Ulteriori rinvii e perdite di tempo richiederanno la messa in campo di tutte le azioni di mobilitazione e di lotta.

(Fonte: FNSI)