Categorie
FREELANCE Lavoro

Clan Fnsi, documento a Governo e Parlamento contro precariato

La Commissione nazionale lavoro autonomo (Clan) – presieduta da Mattia Motta, segretario generale aggiunto della FNSI, e coordinata da Maurizio Bekar – rivolge una memoria al presidente del Consiglio, al Governo e alle forze parlamentari, evidenziando «preoccupazione per la deriva dei diritti e del mercato del lavoro dell’informazione» e richiedendo interventi urgenti.

Tra le emergenze evidenziate: politiche per il lavoro regolare e contro la precarizzazione, equo compenso, provvedimenti contro le querele bavaglio, ristori Covid e sostegni al reddito anche per gli autonomi senza partita Iva. Inoltre: attuazione della Direttiva Ue sul diritto d’autore; chiarezza sul futuro dell’Inpgi; un freno all’impiego dei pensionati nelle redazioni; riforma dell’Ordine. E una valutazione positiva sul nuovo contratto con Anso e Fisc per l’editoria locale, «che va nelle direzioni giuste». Tra le richieste contenute nel documento: norme contro il precariato e contro lo sfruttamento del finto lavoro autonomo e aiuti ai datori di lavoro solo se vincolati all’occupazione regolare.

Parallelamente l’attuazione delle leggi sull’equo compenso, inapplicate ai giornalisti dal 2012: per la legge 27/2012 serve l’emanazione da parte del ministero della Giustizia dei parametri per la liquidazione giudiziale dei compensi. E per la 233/2012 l’individuazione dell’equo compenso per i collaboratori delle redazioni, tramite la Commissione presieduta dal sottosegretario all’Editoria.

Servono poi provvedimenti per scoraggiare le querele temerarie; ristori per il Covid-19 anche per i giornalisti non titolari di partita Iva; sostegni al reddito dei non dipendenti, spesso segnati da discontinuità lavorative.

Per la Clan Fnsi, vanno riviste ed estese anche ai lavoratori autonomi degli Ordini professionali norme come l’Iscro (Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa), prevista finora solo per le Partite Iva della Gestione Separata Inps. Va inoltre data attuazione alla Direttiva Ue sul diritto d’autore e nel mercato digitale, «fornendo certezze che i proventi non giungano solo agli editori ma anche ai giornalisti». E servono norme per impedire di continuare ad utilizzare i pensionati nel normale circuito produttivo delle redazioni, e ciò per favorire un ricambio generazionale e le assunzioni.

È poi «urgente una riforma dell’Ordine dei giornalisti e delle norme di accesso alla professione, riconoscendo che oramai gli autonomi sono la maggioranza e che “giornalista è chi esercita effettivamente la professione”», si legge nel documento.

Positiva infine la valutazione del nuovo contratto con Anso e Fisc per i periodici e le testate on line locali, che «segna importanti passi avanti nelle direzioni giuste, sia per i dipendenti che per i collaboratori».

PER APPROFONDIRE

Il documento integrale della Commissione nazionale lavoro autonomo è pubblicato nella sezione Lavoro autonomo – Commissione e assemblee del sito.

(Fonte: FNSI)

Categorie
PREVIDENZA E SALUTE

La Cassazione: chi svolge attività giornalistica deve essere iscritto all’Inpgi

L’iscritto all’Ordine dei giornalisti che svolge attività giornalistica in un ufficio stampa, non importa se di un ente pubblico o di un privato, deve essere iscritto all’Inpgi. Lo ha ribadito la Corte di Cassazione in una recente sentenza, come riporta il blog a cura dell’Istituto, Inpginotizie.it.

Intervenuta sul ricorso proposto da una Asl che aveva contestato il verbale ispettivo dell’Inpgi con il quale erano stati richiesti contributi previdenziali per due giornalisti dipendenti dell’azienda sanitaria, denunciati ad altro ente, la Suprema Corte ha ribadito, inoltre, che ai fini dell’iscrizione alla Cassa previdenziale non conta il contratto di lavoro applicato, quanto le mansioni effettivamente svolte.

«La Corte – si legge sul InpgiNotizie – dopo aver ricostruito la storia dell’assicurazione previdenziale Inpgi sotto il profilo normativo, giunge alla conclusione che l’attività svolta dagli iscritti all’Albo presso gli uffici stampa non può che essere giornalistica. Con la decisione in questione sono stati enunciati due principi di diritto fondamentali: “deve essere considerata giornalistica l’attività svolta nell’ambito dell’ufficio stampa di cui alla L. 150/2000 per il quale il legislatore ha richiesto il titolo dell’iscrizione all’albo professionale e previsto un’area speciale di contrattazione con la partecipazione delle OO.SS. dei giornalisti”; e “in presenza di svolgimento di attività giornalistica l’iscrizione all’Inpgi ha portata generale a prescindere dalla natura pubblica e privata del datore di lavoro e dal contratto collettivo applicabile al rapporto”».

In particolare, si rimarca ancora da via Nizza, «va sottolineata la valenza del secondo principio, in quanto si riafferma ciò che da anni l’Istituto persegue costantemente con la sua attività amministrativa, ispettiva e legale e cioè assicurare il corretto adempimento contributivo nei confronti dell’Inpgi da parte di qualsiasi datore di lavoro che abbia alle proprie dipendenze giornalisti che svolgono attività giornalistica».

(Fonte: FNSI; Fotografia: Sergio D’Afflitto, CC wikimedia)

Categorie
Formazione GRUPPI SINDACATO

‘Verità, inclusione, fake news’, ultimi giorni per iscriversi al corso di alta formazione per giornalisti

C’è tempo fino al 10 marzo 2021 per iscriversi al corso di alta formazione sul tema ‘Raccontare la verità – Come informare promuovendo una società inclusiva e combattere le fake news’, organizzato web dall’Università degli studi di Padova in collaborazione con Federazione nazionale della Stampa italiana, Sindacato giornalisti Veneto e associazione Articolo 21. (Qui il link all’avviso di selezione pubblicato sul sito web dell’ateneo).

Il corso, rivolto ai giornalisti e a chi opera nell’ambito della comunicazione, è frutto dell’alleanza fra il mondo della ricerca e il mondo dell’informazione sancita dal Protocollo sottoscritto dal rettore dell’Università, Rosario Rizzuto e dal segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso a ottobre 2019. Nell’iniziativa sono coinvolti anche il Sindacato Giornalisti Trentino, l’Ordine dei giornalisti del Veneto e l’Inpgi.

Sono previste dieci lezioni online, ogni 15 giorni, il sabato dalle 9 alle 13 e qualche venerdì dalle 14.30 alle 18.30, al termine delle quali verrà rilasciato un diploma universitario. A tenere le lezioni saranno coloro che studiano l’informazione e coloro che l’informazione la fanno, vale a dire docenti universitari di facoltà umanistiche e scientifiche e giornalisti esperti.

La quota di iscrizione è stata fissata in 500 euro. È previsto uno sconto ai primi venti giornalisti non dipendenti under 45 che formalizzano la propria adesione e la cui richiesta sarà accettata.

PER APPROFONDIRE
Tutte le informazioni utili e il form da compilare per richiedere l’iscrizione sono disponibili sul sito web del Sindacato giornalisti Veneto.

Categorie
Articolo 21 GRUPPI

Bielorussia, perquisiti gli uffici del sindacato giornalisti. Ifj e Efj: «Intervenga la comunità internazionale»

Perquisizioni e arresti di giornalisti e attivisti per i diritti umani in Bielorussia. La mattina del 16 febbraio, il segretario dell’Associazione Bielorussa dei Giornalisti (Baj) Barys Haretski è stato brevemente trattenuto dalle forze di sicurezza bielorusse. Anche l’avvocato Aleh Aheyeu e il presidente dell’Associazione Andrei Bastunets sono stati fermati e gli uffici del sindacato perquisiti. E altre perquisizioni sono state effettuate nel corso della mattinata dagli agenti di pubblica sicurezza nelle case e negli uffici di giornalisti e attivisti per i diritti umani in varie città del Paese.

A darne notizia, rilanciando le informazioni fornite dallo stesso sindacato nazionale dei giornalisti e da media locali, sono la Federazione internazionale e la Federazione europea dei giornalisti. «Queste operazioni di polizia – si legge sul sito web della Ifj – hanno preso di mira diverse organizzazioni che si occupano di diritti umani. Il raid è condotto sulla base dell’articolo 342 del codice penale che punisce chi “organizza e prepara azioni che violano gravemente l’ordine pubblico”. Gli investigatori stanno cercando di individuare le fonti di finanziamento per le manifestazioni di massa organizzate nel Paese per contestare l’esito delle elezioni fraudolente del 9 agosto 2020».

Come riporta il sito web della Baj, agenti di polizia in tenuta antisommossa si sono presentati a casa della giornalista freelance Larisa Shchyrakova a Homel. Perquisita anche l’abitazione del giornalista Ales Burakou Jr nella regione di Mahilou, mentre risulta ricercato un altro giornalista di Homel, Anatoly Gotovchits.

Le Federazioni internazionale ed europea dei giornalisti fanno appello all’Osce, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, al Consiglio d’Europa e all’Unione europea perché intervengano per ripristinare lo stato di diritto in Bielorussia.

«Da settimane denunciamo l’intensificarsi della repressione delle forze democratiche in Bielorussia. Dopo un procedimento amministrativo e penale contro i giornalisti, la dittatura bielorussa sta ora attaccando l’organizzazione che rappresenta i giornalisti. È giunto il momento che la comunità internazionale agisca finalmente per porre fine agli abusi del presidente illegittimo Lukashenko», afferma il presidente dalla Efj, Mogens Blicher Bjerregard.

Per il presidente della Ifj, Younes Mjahed «questo è un altro palese attacco alla libertà di stampa. Condanniamo con forza – aggiunge – quanto accaduto ai colleghi della Baj e a tutti i giornalisti e difensori dei diritti umani finiti nel mirino e chiediamo al governo di Lukashenko di interrompere una volta per tutte i suoi attacchi contro la stampa. Chiediamo inoltre alle organizzazioni internazionali di adottare misure rigorose per sostenere la libertà di stampa in Bielorussia».

(Fonte: FNSI)

Categorie
SINDACATO

Iscrizione al Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige Südtirol (Mitgliedschaft 2021)

Care colleghe, cari colleghi, 

Nonostante la pandemia che ha caratterizzato la prima e la seconda parte del 2020, l’attività sindacale è addirittura aumentata, con numerose vertenze e trattative sindacali e legali che hanno visto impegnato il gruppo dirigente del sindacato con il supporto del dipartimento sindacale e legale della FNSI con la consulenza degli avvocati Bruno Del Vecchio di Roma e Simona D’Arpino di Trento. Vale la pena di ricordare che Sindacato dei Giornalisti del Trentino Alto Adige (primo in Italia) ha firmato il contratto giornalistico con la Provincia Autonoma di Trento per l’applicazione dal 2021 del contratto giornalistico della P.A. presso l’ufficio stampa della giunta provinciale ed enti collegati nonché per il consiglio provinciale. Analoga trattativa è in corso con la Provincia Autonoma di Bolzano, che dovrebbe arrivare a maturazione nel corso del 2021. Sindacato dei giornalisti che è stato molto impegnato a fianco dei colleghi dell’Alto Adige, del Trentino e dell’Adige, che li ha visti protagonisti della recente fusione delle due società editrici SETA in SIE, e dei colleghi delle storiche emittenti di Bolzano Video33/SDF, che recentemente hanno cambiato proprietà.

Nonostante le restrizioni causate dal coronavirus, abbiamo cercato di dare risposte a tutte le colleghe e ai colleghi che si sono rivolte/i  agli uffici del sindacato dei giornalisti. Senza contare l’attività di rappresentanza e di collegamento in giunta e consiglio nazionale della Fnsi e negli altri organismi di categoria, che è continuata da remoto.

Da sottolineare inoltre il grande lavoro svolto come ufficio di corrispondenza della CASAGIT e poi dell’INPGI e del Fondo Complementare dalle nostre insostituibili segretarie.

Un cenno all’attività di lobbying sul governo e sul parlamento che la FNSI d’intesa con le associazioni regionali di stampa e l’INPGI stanno realizzando per continuare ad assicurare autonomia ed un futuro all’istituto di previdenza, pur in una situazione che si conferma molto preoccupante del mercato del lavoro giornalistico, aggravato anche dalle conseguenze della pandemia.

Con il tesoriere Heinrich Pernter, altra colonna del sindacato dei giornalisti, che continua a garantire serietà e correttezza del buon andamento dei conti, abbiamo ritenuto utile brevemente riepilogare che il contributo che vi viene chiesto è indirizzato a continuare ad offrire servizi a favore dei colleghi che hanno un costo. A questo riguardo, ricordiamo la disdetta del salone al piano terra in via dei Vanga che ci consente un risparmio (tra affitto ed utenze) di circa quindicimila euro all’anno. Risparmio indispensabile per consentire di concentrarci sui servizi essenziali per le/i colleghe/i.

Nell’augurare  dunque a tutti voi un buon inizio d’anno, vi ricordiamo che il 31 gennaio 2021 scade il termine per il rinnovo dell’iscrizione al sindacato regionale.  

Tutte le quote d’iscrizione restano invariate:

65 € per i professionali e i freelance; 50 € per i collaboratori.

Restano confermate le agevolazioni per i nuovi iscritti praticanti e collaboratori. All’atto della prima iscrizione, per il primo anno, i praticanti non dovranno, quindi, versare la quota annuale, ma solo la quota di servizio dello 0,30%. La quota annuale verrà versata dai praticanti nuovi iscritti solamente a partire dal secondo anno. 

Per i giornalisti collaboratori nuovi iscritti, la quota annuale versata all’atto dell’iscrizione avrà valore per i primi due anni di iscrizione.

 Un riepilogo delle quote 2021:

  • Professionali: quota di servizio dello 0,30% più quota annuale di 65 €.
  • Pensionati: solo quota di servizio dello 0,30%.
  • Freelance (professionali cui non può essere applicata la quota dello 0,30%): quota fissa di 65 €.
  • Collaboratori: quota annuale di 50 €.

La quota può essere versata esclusivamente con bonifico bancario sul c/c presso la Cassa di Risparmio di Bolzano, Agenzia 2, Corso Libertà 84, IBAN: IT95 O 060 4511 6020 0000 0238 000.

Il tesoriere
Heinrich Pernter​ 

Il segretario regionale
Rocco Cerone

Tutta la documentazione necessaria all’iscrizione è scaricabile alla pagina: Iscriversi / Wie wird man Gewerkschaftsmitglied?


Liebe Kolleginnen, liebe Kollegen,  

die Gewerkschaftsarbeit hat trotz Pandemie zugenommen. Die Führung der regionalen Gewerkschaft hat im abgelaufenen Jahr zahlreiche Verhandlungen geführt und ist zu vielen Streitfällen gerufen worden. Unterstützt wurde sie dabei von der Rechtsabteilung der FNSI und von den Anwälten Bruno Del Vecchio und Simona D’Arpino. 

Denkwürdig ist, dass die Journalistengewerkschaft Trentino Südtirol als erste Gewerkschaftsorganisation in Italien einen Arbeitsvertrag für Journalisten in der öffentlichen Verwaltung im Trentino für das Jahr 2021 unterzeichnet hat. Dieser Vertrag gilt im Presseamt der Trentiner Landesregierung und den dazugehörigen Ämtern sowie im Trentiner Landtag. Ähnliche Verhandlungen gibt es auch in Bozen, die im Laufe des Jahres 2021 abgeschlossen werden dürften. 

Die Gewerkschaft hat auch die Kollegen des Alto Adige, des Trentino und des Adige begleitet. Die Gesellschaften, die diese Zeitungen herausgeben, sind fusioniert, indem die SETA in der SIE aufging. 

Begleitet wurden auch die Kollegen der historischen TV-Sender Video33/SDF, deren Besitzer gewechselt hat. 

Trotz der Einschränkungen, die die Coronaregeln der Arbeit auferlegt haben, haben wir versucht, alle Anliegen der Kolleginnen und Kollegen zu befriedigen, die sich an das Gewerkschaftsbüro gewandt haben. 

Wir haben weiters die Verbindung zum Vorstand der Journalistengewerkschaft in Rom gehalten sowie mit dem Nationalrat, auch mit Hilfe elektronischer Medien, sowie mit den Einrichtungen unserer Berufsgruppe. 

Hervorheben möchte ich die großartige Arbeit unserer unersetzbaren Sekretärinnen im Korrespondenzbüro für die Casagit, das INPGI und den Zusatzrentenfonds.  

Schließlich möchte ich euch noch über die Lobbyarbeit der FNSI informieren, die auf Regierung und Parlament gemeinsam mit dem INPGI Druck macht, damit unsere Rentenversicherungsanstalt auch weiterhin besteht und ihre Aufgabe auf unabhängige Weise ausführen kann. Die Lage des INPGI ist jedoch besorgniserregend und die Pandemie verschlimmert sie weiter. 

Gemeinsam mit Schatzmeister Heinrich Pernter, einer wichtigen Stütze der Gewerkschaft, der dafür sorgt, dass die Bilanz der Gewerkschaft stimmt, wollte ich euch zeigen, dass euer Beitrag dazu dient, euch Dienste anzubieten, die nutzen, aber auch etwas kosten. 

Um Kosten zu sparen, haben wir den Mietvertrag für den Saal im Erdgeschoß in der Wangergasse gekündigt. Dadurch sparen wir etwa 15.000 Euro pro Jahr an Miete und Betriebskosten. Dieses Geld steht nun für die Arbeit im Dienst an den Kolleginnen und Kollegen zur Verfügung. 

Ich wünsche euch einen guten Jahresbeginn und erinnere euch, dass die Frist für die Verlängerung der Mitgliedschaft in der regionalen Journalistengewerkschaft am 31. Jänner endet. 

Die Mitgliedsbeiträge bleiben unverändert: 

65 € für die Berufsjournalisten und die Freelance ; 50 € für die Mitarbeiter 

Für die neuen Praktikanten und Mitarbeiter gibt es Ermäßigungen. Praktikanten müssen im ersten Jahr nur den Dienstleistungsbetrag von 0,30 % bezahlen. Der jährliche Mitgliedsbeitrag wird erst ab dem zweiten Jahr fällig. Für die Mitarbeiter deckt der Mitgliedsbeitrag für das erste Jahr auch das zweite ab. 

Übersicht über die Gewerkschaftsbeiträge 2021: 

  • Berufsjournalisten: Dienstleistungsbeitrag von 0,30 % und Jahresbeitrag von 65 €
  • Pensionisten: nur Dienstleistungsbeitrag von 0,30 %
  • Freelancer (Berufsjournalisten, denen der Dienstleistungsbeitrag nicht berechnet werden kann): Mitgliedsbeitrag von 65 €.
  • Mitarbeiter: Jahresbeitrag von 50 €

Der Mitgliedsbeitrag kann nur auf das Konto der Sparkasse, Agentur 2, Freiheitsstraße 84, bezahlen werden. IBAN: IT95 O 060 4511 6020 0000 0238 000

Der Schatzmeister
Heinrich Pernter

Der Regionalsekretär
Rocco Cerone


Categorie
SINDACATO

Chiusura ‘Trentino’, l’assemblea dei giornalisti boccia all’unanimità il piano dell’azienda

«Sulla chiusura del giornale Trentino, richiesta unilaterale dell’azienda di cassa integrazione biennale a zero ore per i 19 giornalisti del quotidiano. L’assemblea dei giornalisti ha infatti bocciato all’unanimità il piano dell’azienda che prevedeva le dimissioni volontarie di 6 persone, per potere poi essere riassunte daccapo, perdendo anzianità aziendale ed istituti contrattuali precedenti, a Medialpi e Radio Dolomiti. Mentre altri 3 sarebbero transitati al sito web». Lo rende noto un comunicato del Comitato di redazione, d’intesa con Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige e Fnsi.

«Gli elementi maggiormente critici – spiega il Cdr – erano il lavoro pubblicitario redazionale da svolgere nella concessionaria pubblicitaria, vietato dalla legge ordinistica, e dalla rinuncia al contratto giornalistico Fnsi-Fieg della carta stampata maturato per quello delle radio e tv locali Fnsi Aeranti e Corallo».

Il Cdr, incalzano i giornalisti, «ha rilevato una chiusura totale da parte dell’azienda che non ha concesso nulla per quanto riguarda gli incentivi all’esodo e non ha fatto alcun passo in avanti per prevedere percorsi di rientro dei giornalisti messi in cassa integrazione in posizioni soddisfacenti all’interno del gruppo».

Sindacato regionale dei giornalisti e Federazione nazionale della Stampa italiana hanno messo a verbale la loro contrarietà «per il venire meno del rapporto fiduciario incrinato dal disatteso accordo sindacale del 18 novembre 2020 sulla fusione per incorporazione, nel quale l’azienda si impegnava a non dichiarare ulteriori esuberi oltre a quelli già richiesti con i contratti di solidarietà».

Categorie
SINDACATO

Chiusura ‘Trentino’, Lorusso: “Non c’è rilancio del Paese senza informazione di qualità”

Partecipando al direttivo del sindacato regionale aperto ai redattori e ai collaboratori del quotidiano, il segretario Fnsi ha auspicato l’intervento delle istituzioni, locali e nazionali, augurando di poter «riportare la discussione sui binari di un confronto costruttivo». Cerone (Sjg): «Faremo presente al Servizio lavoro della Provincia il mancato rispetto della dignità dei lavoratori».

«Ferma restando la libertà imprenditoriale dell’editore del ‘Trentino’, posta la specificità di un gruppo che controlla la quasi totalità dell’informazione locale, ci si aspetterebbero flessibilità e disponibilità nel riassorbimento dei lavoratori, nella ricollocazione all’interno del gruppo e nell’incentivazione all’esodo. A queste richieste di buon senso, avanzate da Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige e Federazione nazionale della Stampa italiana, l’editore si è chiuso a riccio, anzi, ha eretto un muro, dimostrandosi disinteressato al futuro dei lavoratori». Lo ha detto il segretario generale della FNSI, Raffaele Lorusso, intervenendo a Trento a un incontro del direttivo del Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige aperto all’assemblea dei redattori del ‘Trentino’ e ai collaboratori strategici della testata.

«Questo tipo di impostazione è inaccettabile, anche perché l’editore percepisce risorse pubbliche cospicue, pari a sei milioni lo scorso anno, sia pure per una testata diversa dal Trentino. Non si può pensare di drenare così tante risorse pubbliche disinteressandosi delle ricadute sociali, occupazionali e sul pluralismo dell’informazione di queste operazioni», ha proseguito Lorusso, per il quale «l’azione dell’editore, oltre a non essere condivisibile nella sostanza, per la chiusura di una testata che cancella un pezzo di storia al territorio, è inaccettabile anche nella forma, perché non si può pensare di chiudere una testata in 24 ore. Se questo modello fosse stato adottato in tutto il Paese, ora parleremmo di carneficina sociale», ha aggiunto.

«Io – ha infine precisato il segretario Fnsi – spero che di questi temi si facciano carico non solo la comunità locale e i lettori, ma anche chi rappresenta il territorio, il sindaco, il presidente della Provincia di Trento fino al governo che arriverà nelle prossime ore. Ci auguriamo di riportare la discussione sui binari di un confronto costruttivo, perché è in gioco il pluralismo dell’informazione e il diritto dei cittadini ad essere informati. Temi che non riguardano soltanto il Trentino-Alto Adige, ma tutto il Paese e dei quali dovrà farsi carico il nuovo governo. Il rilancio del Paese non può prescindere da un’informazione plurale e di qualità, che metta al centro la dignità del lavoro e delle persone, sempre più calpestata da una precarietà inaccettabile».

A moderare l’incontro il segretario del Sjg, Rocco Cerone. «Domani – ha anticipato – saremo al Servizio lavoro della Provincia di Trento e faremo presente in quella sede, che a livello locale fa le veci del ministero del Lavoro, il comportamento dell’azienda e il mancato rispetto della dignità dei lavoratori. Faremo presente all’azienda anche la condizione dei collaboratori strategici, che hanno perso il lavoro da un giorno all’altro».

Categorie
Articolo 21 GRUPPI

Ekaterina Ziuziuk presidente del presidio Articolo21 Trentino Alto Adige

Il direttivo del presidio regionale di Articolo 21 del Trentino Alto Adige ha nominato all’unanimità Ekaterina Ziuziuk alla carica di presidente. Ziuziuk, già portavoce dell’Associazione bielorussi in Italia “Supolka”, segue da tempo la repressione del dissenso politico in corso in Bielorussia, a seguito delle presidenziali del 2020. “Si tratta di scelta che per Articolo 21 è motivo di prestigio, e rafforza il mandato di difendere la libertà d’opinione e di stampa in tutto il mondo”, dichiara il portavoce del presidio del Trentino Alto Adige Roberto Rinaldi.

Di seguito, riportiamo un testo della neoeletta presidente

A fine giugno dell’anno scorso ho creato una cartella sul mio computer intitolata “Elezioni 2020”. Archiviavo i comunicati stampa che a partire da fine giugno 2020 ho iniziato a inviare alle redazioni dei media italiani per informarli sulla situazione che si stava creando in Bielorussia. Pensavo che, dopo le elezioni del 9 agosto, quella cartella sarebbe diventata inutile, che sarebbe finito tutto. Speravo che il bene avrebbe vinto e il male sarebbe stato sconfitto, ma dentro di me avevo una raggelante certezza che il Paese stava andando incontro ad una tragedia. E così è stato: il 9 agosto 2020 il movimento della resistenza bielorussa ha preso un altro slancio, molto più forte di tutto quello che avevamo visto negli ultimi 26 anni. Il male ha vinto – con l’80% dei consensi, secondo i risultati ufficiali annunciati dal comitato centrale per le elezioni.

Quello che è successo dopo è estremamente doloroso. La polizia ha usato violenza senza precedenti contro i cittadini pacifici e disarmati scesi in strada perché era l’unico modo per capire in quanti erano quelli che hanno effettivamente votato per un candidato alternativo. Si è visto che erano tantissimi. Non solo nella capitale, ma in molte altre città bielorusse, grandi e piccole.

Le forze dell’ordine hanno usato i manganelli e il gas lacrimogeno, le granate stordenti e le pallottole di gomma in una maniera massiccia ed indiscriminata. Abbiamo scoperto che sparate a distanza ravvicinata, le pallottole di gomma fanno lo stesso effetto di quelle normali. Successivamente, il regime ha agito sempre con la stessa metodica crudeltà per reprimere ogni forma del dissenso.

Ad oggi il bilancio di questo confronto è il seguente: 4 morti (chissà di quanti altri non sappiamo), 1.000 casi di tortura documentati (e chissà quanti altri di cui non si è parlato), 33mila persone arrestate, processate e condannate per la partecipazione alle manifestazioni non autorizzate.

Poco fa la notizia sul campo di concentramento in via di allestimento ha scosso il popolo bielorusso, ma in fondo non l’ha stupito.

Tutte queste cose sembrano surreali, perché stanno accadendo nel centro geografico dell’Europa, a sole due ore e mezzo di volo dall’Italia. Stanno accadendo oggi.

Purtroppo, siamo costretti a costatare che il tema della Bielorussia è uscito di scena. In questo momento tutti gli occhi sono puntati sulla Russia, ma non significa affatto che la situazione in Bielorussia sia rientrata. Al contrario: il numero dei prigionieri politici è in aumento – a oggi sono 220 – e la repressione si fa sempre più dura. Solo nella giornata di ieri, a Minsk, sono state arrestate più di 160 persone, anche se non c’erano manifestazioni di massa.

In Bielorussia è facile finire nel mirino delle forze dell’ordine. Basta poco: trovarsi per strada, esporre la bandiera bianco-rossa alla finestra della propria abitazione, indossare i pantaloni bianchi e la giacca rossa, postare una foto con la bandiera sui social o lasciare un commento di dissenso. Questi piccoli gesti, banali per un cittadino di un Paese libero e democratico, in Bielorussia sono sufficienti per essere processati e condannati alle pene reali: multe salate, ma anche reclusione.

In parallelo alle misure punitive contro i cittadini, il regime dittatoriale sta reprimendo in ogni modo la libertà della parola. Nel periodo dal 9 agosto 2020 ad oggi i giornalisti sono stati fermati quasi 500 volte, nove sono in carcere, contro 19 sono stati aperti i procedimenti penali. La storica testata indipendente Tut.by è stata privata della licenza. Tutto questo solo perché i giornalisti stavano facendo il loro lavoro: raccontavano i fatti che ho citato.

Il destino del Paese rimane sempre e comunque nelle mani del popolo. Ma anche da fuori possiamo contribuire con la nostra solidarietà e con le azioni concrete: la diffusione di informazione e partecipazione alle iniziative di aiuti umanitari destinati alle vittime delle repressioni. Soprattutto è importante continuare a parlare di quello che sta accadendo, perché è più difficile commettere i reati alla luce del sole.

La proposta di ricoprire l’incarico del presidente della sezione Trentino Alto Adige è arrivata a sorpresa, ma allo stesso tempo nel momento giusto. Sono onorata e felice di accettarla. Ringrazio Articolo 21 per la fiducia e per questa ottima opportunità di fare da cassa di risonanza al mio popolo e dare la voce a chi non ce l’ha.

Categorie
GRUPPI

Ungp: al via l’indagine sul futuro della professione

L’organismo sindacale di base della Fnsi ha deciso di promuovere un sondaggio fra le giornaliste e i giornalisti in pensione per far conoscere l’attività dell’Unione, raccogliere suggerimenti, sollecitare collaborazione. Nella convinzione che «fare di più, meglio, insieme, si può, si deve», spiegano Comitato esecutivo e Consiglio nazionale.

L’Unione nazionale giornalisti pensionati (Ungp) avvia un sondaggio rivolto a tutte le colleghe e i colleghi in quiescenza, iscritti o meno al sindacato, per far conoscere l’attività dell’Unione, raccogliere suggerimenti, sollecitare collaborazione e stimolare l’adesione al sindacato. «I vostri pareri, qualunque sia la decisione che prenderete in merito a quest’ultimo obiettivo, ci saranno utili per adeguare i nostri programmi alla nuova realtà della categoria», si legge sul sito web dell’organismo sindacale di base.

Il questionario, proposto dalla consigliera Patrizia Disnan, componente del Comitato esecutivo nazionale dell’Ungp, è stato definito grazie alla collaborazione della professoressa Laura Rizzi, docente di Econometria presso il Dipartimento di scienze economiche e statistiche dell’Università degli studi di Udine, che assisterà l’Unione pensionati sotto il profilo tecnico nella fase di raccolta e analisi dei dati.

La compilazione del questionario richiede pochi minuti. Il sistema informatico consentirà a chi avrà compilato, anche in forma anonima, il questionario di metterlo direttamente a disposizione del Dipartimento universitario che curerà l’elaborazione dei dati.

«Se l’iniziativa avrà il successo che ci auguriamo, la stessa modalità di consultazione potrà essere utilizzata per sollecitare pareri, opinioni e proposte delle pensionate e dei pensionati, iscritti o meno al sindacato, sui temi che più da vicino ci riguardano come giornalisti in quiescenza e più in generale come componenti di una categoria professionale che rivendica una propria autonomia e soggettività sociale», auspicano Comitato esecutivo e Consiglio nazionale Ungp.

«Siamo consapevoli – aggiungono – delle difficoltà che in questi mesi la nostra categoria sta attraversando, di cui la crisi dell’Inpgi è una conseguenza. I diritti dei lavoratori sono stati erosi, il sindacato è sotto attacco, il precariato dilaga, l’emorragia dei posti di lavoro non si ferma. C’è bisogno di progetti innovativi, che partano dalla base e si avvalgano dell’apporto di tutti. Servono iniziativa e partecipazione. Noi pensionati mettiamo in cima alle priorità il futuro della professione e il destino dei giovani colleghi e colleghe, in un’ottica di collaborazione fra le generazioni. Fare di più, meglio, insieme, si può, si deve. Siamo tanti, noi pensionati, ancora molto giovani per effetto dei prepensionamenti.

Rappresentiamo una forza da mettere in gioco, una nuova leva a disposizione di tutti, e per questo abbiamo bisogno delle indicazioni dei nostri colleghi».

PER APPROFONDIRE
Il ‘Questionario Ungp per il futuro della professione’ è disponibile a questo link.

(Fonte: FNSI)

Categorie
Lavoro SINDACATO

‘TRENTINO’: SJG, lettera di Cgil, Cisl, Uil, Acli e Arci rileva mancaza di una voce

“La lettera aperta di Cgil, Cisl, Uil, Acli ed Arci  del Trentino testimonia come la chiusura del Trentino non costituisce solo un problema per la categoria dei giornalisti e per i 19 colleghi rimasti senza lavoro ma per l‘intera società civile trentina che sta prendendo consapevolezza e coscienza della mancanza di una voce prima come Alto Adige, poi come Trentino, che hanno accompagnato la crescita e lo sviluppo di questa terra per 75 anni”. Lo afferma in una nota il Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige SJG-FNSI.

Il segretario Rocco Cerone ricorda inoltre che il tema è stato sollevato questa mattina con il Vescovo di Bolzano Bressanone Ivo Muser nel corso dell‘incontro con Ordine, Assostampa e Federazione della Stampa in occasione della ricorrenza del patrono dei giornalisti San Francesco di Sales.

Di seguito riportiamo la lettera inviata all’editore Michl Ebner nel pomeriggio di oggi .

Lettera apertaa Michl Ebner e al consiglio d’amministrazione della Sie

La storia del nostro Paese ci ha insegnato che esistono due categorie di imprenditori: quelli che costruiscono e quelli che distruggono. Quelli che creano valore per la propria azienda e per la società e quelli che, al contrario, privatizzano i profitti e socializzano le perdite. Ci sono insomma gli Olivetti e quelli per cui il capitale umano, l’identità e la storia di un’impresa (in questo caso, un’impresa particolare com’è un giornale) sono null’altro che circostanze minute e trascurabili.Crediamo che la proposta che giovedì 28 gennaio i rappresentanti della Sie porteranno al tavolo della trattativa con il sindacato e i lavoratori del Trentino definirà senza equivoci da quale parte intende collocarsi la lunga storia imprenditoriale del gruppo Athesia e quella della Sie, che di Athesia è parte integrante. Costruttori o distruttori: è questa la scelta.Tagliare, licenziare (perché cassa integrazione a zero ore significa licenziamento), cancellare 75 anni di storia del giornale Trentino è sicuramente la decisione più facile che si potesse adottare. Ma è anche la decisione più pigra, meno lungimirante, più freddamente ragionieristica di fronte a un ventaglio di possibilità che, in un gruppo che vanta oltre mille addetti, potevano e dovevano essere vagliate e costruite, come del resto era stato più volte assicurato alla redazione del Trentino, sia in documenti ufficiali, sia verbalmente, dal presidente e da autorevoli esponenti del consiglio d’amministrazione Sie.Ad esempio, nel mondo tedesco, a cui Athesia è culturalmente vicina, è stata sperimentata già da numerose aziende la settimana corta. Con la benedizione del ministro del Lavoro tedesco Hubertus Heil, gruppi come Bosch, Zf Friedrichshafen e Daimler hanno concluso accordi per ridurre l’orario di lavoro e salvaguardare l’occupazione. In un settore come quello dei giornali, in cui si lavora su sette giorni, l’operazione sarebbe anche più agevole e avrebbe la conseguenza, non secondaria, di migliorare la qualità della vita dei lavoratori.Ma l’argomento più importante è di un altro tipo: l’editoria europea di successo ci ha dimostrato che la logica difensiva dei tagli alla lunga si rivela miope e controproducente. L’informazione ha bisogno di investimenti, di piani editoriali innovativi, che sappiano far fruttare il digitale: l’esempio di Le Monde, il secondo quotidiano francese, che deve la sua solidità economica alla crescita degli abbonamenti, soprattutto digitali, dovrebbe indicare una strada che è sicuramente difficile e tuttavia è praticabile. Esistono ancora giornali e siti d’informazione (aperti 24 ore su 24), capaci di fidelizzare i lettori con una lettura della realtà scrupolosa e approfondita. Ma di sicuro non si fanno senza giornalisti: il sito internet del Trentino senza giornalisti è un contenitore vuoto, che fa rimbalzare in home page curiosità stantie, amenità ininfluenti, fatti già raccontati da altri mille siti internet. Un sito internet senza giornalisti non dà notizie e non fa informazione libera, curiosa, scomoda.In questi anni di tagli continui al personale, si sta perdendo l’essenza di questo lavoro, che è quella di raccontare il mondo anche nei suoi anfratti più nascosti e nelle sue asperità. Solo in questo modo il giornale risponde alla sua responsabilità precipua, che è quella di essere un presidio della democrazia.Auspichiamo che, giovedì prossimo, la proposta della Sie ai giornalisti del Trentino possa diventare un esempio positivo e indicare una strada da seguire non solo nel mondo editoriale, viste le difficoltà economiche che si prospettano a causa della congiuntura della pandemia. Crediamo che Athesia e Sie abbiano la forza e le capacità imprenditoriali per costruire un progetto lungimirante, che poggi le sue fondamenta non sul sacrificio occupazionale, ma sull’innovazione organizzativa, sulle idee e su nuovi contenuti editoriali.Auspichiamo anche che la Provincia di Trento si faccia interprete della necessità di salvaguardare un patrimonio di competenze e professionalità per continuare a mantenere sul nostro territorio un sistema dell’informazione dinamico e di qualità, che solo un’ampia e diversificata offerta informativa può garantire. Per questa ragione sollecitiamo l’assessore Achille Spinelli ad attivarsi subito con l’editore perché vengano percorse tutte le strade possibili per arrivare ad una ripresa dell’attività, anche con la creazione di prodotti editoriali alternativi, e al mantenimento dell’occupazione tutelandone la professionalità.

Andrea Grosselli Michele Bezzi Walter Alotti
Cgil del Trentino Cisl del Trentino Uil del Trentino

Luca Oliver Enrico Paissan Andrea La Malfa
Acli del Trentino Anpi del Trentino Arci del Trentino