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PREVIDENZA E SALUTE

Inpgi2: definite modalità per l’esonero parziale dei contributi

Con la pubblicazione ufficiale del Decreto Ministeriale del 17 maggio 2021, avvenuta lo scorso 28 luglio, sono state definite le modalità operative per la fruizione dell’esonero parziale dei contributi dovuti per l’anno 2021 dai colleghi liberi professionisti iscritti alla Gestione separata, previsto dall’art.1, commi 20-22 della legge di bilancio per il 2021.

L’esonero, così come specificato con nota del Ministero del Lavoro dello scorso 29 luglio, riguarda le somme dovute a titolo di contributo soggettivo (sia contributo minimo 2021 che saldo 2020) la cui scadenza di pagamento ricada nell’anno 2021. Non sono comprese nell’agevolazione, quindi, le somme da versare a titolo di contributo integrativo e di maternità.

La misura – che rientra tra gli interventi disposti dal Governo per contenere gli effetti negativi, sul piano economico, determinati dalla situazione di emergenza da Covid-19 – è riservata agli iscritti che nell’anno 2019 abbiano conseguito un reddito professionale annuo non superiore a 50.000 euro e che, nel corso dell’anno 2020, abbiano subito una riduzione del fatturato e dei compensi di almeno il 33% rispetto all’importo del 2019.

A prescindere da tale requisito, inoltre, possono beneficiare dell’esonero parziale anche i colleghi che abbiano avviato l’attività nell’anno 2020. Al contrario, sono esclusi dall’esonero tutti coloro che hanno iniziato l’attività nel 2021. Sono, altresì, esclusi dal beneficio tutti coloro che, nell’anno 2021, siano titolari di un trattamento di pensione o che abbiano svolto attività di lavoro dipendente.

Per poter beneficiare dell’esonero parziale, i colleghi in possesso dei requisiti previsti dovranno presentare all’INPGI – a decorrere dalle ore 10:00 del prossimo 23 agosto e fino alle ore 24:00 31 ottobre 2021 – una apposita domanda predisposta su un modulo in formato telematico on line, compilabile esclusivamente accedendo all’ area riservata agli iscritti del sito www.inpgi.it utilizzando le proprie credenziali.

Coloro che non siano in possesso di credenziali attive o che le abbiano dimenticate potranno dotarsi di nuove credenziali seguendo la procedura descritta al seguente link.

Per quanto riguarda la misura dell’esonero parziale – per la quale la legge di Bilancio ha stabilito comunque un tetto massimo individuale di 3.000 euro – l’importo effettivo spettante a ciascun richiedente sarà definito solo a seguito dell’emanazione di un nuovo Decreto ministeriale che suddividerà le risorse stanziate tra tutti gli Enti previdenziali privatizzati dei professionisti, in base alle relative domande presentate. Gli importi definitivi, quindi, saranno riparametrati dal Ministero in misura proporzionale tra tutti i beneficiari e successivamente comunicati dall’Istituto agli aventi diritto.
Pertanto, sia ai fini della fruizione che della quantificazione della misura dell’esonero, non avrà alcuna rilevanza l’ordine di presentazione delle domande, purchè venga rispettato il termine di invio del 31 ottobre 2021.

Una volta che gli uffici avranno esaminato le istanze, l’eventuale rigetto sarà comunicato agli interessati entro il 15 novembre 2021.

(Fonte: InpgiNotizie)

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SINDACATO

Gazzetta del Mezzogiorno, Sjg auspica ritorno in edicola

Il Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige (Sjg), stigmatizzando la scelta dell’editore di non prorogare il contratto di affitto, auspica un imminente ritorno delle pubblicazioni della Gazzetta del Mezzogiorno, proseguendo una storia iniziata 130 anni fa. Facendo seguito all’appello di tanti colleghi rimasti da un giorno all’altro senza lavoro, ai numerosi lettori privati di un punto di riferimento per tutto il Meridione, il Sindacato rilancia le proposte del segretario generale della FNSI Raffaele Lorusso e dell’Assostampa Puglia Bepi Martellotta, affinché si concilino al più presto le procedure di votazione dei creditori nell’ambito della procedura fallimentare che interessa la società proprietaria della testata oppure affinché si profili una soluzione temporanea, revocando la sospensione dell’esercizio provvisorio di Edisud per riportare il giornale da subito in edicola.

“Conosciamo bene il dramma che rappresenta la chiusura di una testata locale, sia per i lavoratori, sia per i lettori. In Trentino Alto Adige abbiamo vissuto una situazione simile lo scorso gennaio, con la chiusura del quotidiano storico ‘Il Trentino’, che ha non ha solo comportato la perdita del posto di lavoro per 40 colleghi, ma ha generato sfiducia e indignazione in tutta la popolazione. Ci auguriamo quindi che tutti gli attori facciano la propria parte per riportare la Gazzetta del Mezzogiorno alle stampe il prima possibile”, precisa il Sindacato.

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SINDACATO

Regione TAA, selezione pubblica per colleghi disoccupati

“Il Sindacato, l’Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige ed Assostampa Trento auspicano una selezione pubblica per l’assunzione dei due giornalisti all’ufficio stampa del Consiglio Regionale, unico strumento in grado di garantire trasparenza e risposte ai numerosi disoccupati, frutto della crisi dell’editoria che sta interessando anche la nostra regione”. Lo affermano in una nota congiunta il segretario regionale Rocco Cerone ed i presidenti Mauro Keller e Patrizia Belli, esortando l’assemblea legislativa ad impegnare l’ufficio di presidenza ad indire un concorso pubblico che consideri come titolo preferenziale la disoccupazione. Ciò per dare una risposta anche ai tanti colleghi del quotidiano Trentino rimasti senza lavoro.

(Foto: LucasD, wikimedia)

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SINDACATO

Chiusura ferie estive – Schließung wegen Ferien

L’ufficio del Sindacato regionale dei giornalisti, dell’INPGI e della CASAGIT resterà chiuso per ferie da mercoledì 4 agosto a mercoledì 25 agosto 2021.  

Die Büros der Journalistengewerkschaft, des INPGI und der CASAGIT bleiben vom Mittwoch, 4. August bis Mittwoch, 25. August 2021 wegen Ferien geschlossen.

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FREELANCE

Precari, Rinaldi (Clar): sfruttamento anche in Trentino Alto Adige

“Durante i mesi estivi i quotidiani e in generale i media si avvalgono di collaboratori esterni , colleghi precari, per coprire turni e ferie, spesso inviati a coprire eventi e manifestazioni culturali, specie nell’ambito dello spettacolo più in generale, a fronte di pochi euro di compenso”. Lo scrive in una nota, il coordinatore della Commissione lavoro autonomo del Trentino Alto Adige, Roberto Rinaldi.

“Chi accetta sa di dover affrontare viaggi con i propri mezzi, uscite notturne (festival e rassegne si svolgono la sera), lavoro in condizioni difficili e poco riconosciuti anche sotto il profilo della professione. Anche in Trentino Alto Adige si assiste ad uno sfruttamento dei precari e semplici collaboratori, spingendo sulla leva della passione e dell’interesse per tutto quello che riguarda stimoli che derivano dalla propria formazione di studio e di vita privata. Presentazioni, interviste, recensioni che vengono retribuite in modo vergognoso da editori che in questo modo si garantiscono una visibilità e una copertura mediatica e le relazioni pubbliche con gli enti e le direzioni artistiche di chi organizza. Molti pur di scrivere accettano anche di farlo gratuitamente. Viene a meno la qualità e l’autonomia intellettuale e si autoalimenta un mercato pubblicistico a buon mercato. Parlare di equo compenso è obbligatorio anche nel settore della cultura e dello spettacolo, Cenerentola per molti giornali”, afferma Rinaldi.

Anche la Commissione lavoro regionale (Clar) fa proprio l’appello del segretario generale aggiunto FNSI Mattia Motta di sollecitazione al Governo dell’avvio del tavolo sull’equo compenso.

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SINDACATO

Ventaglio, Mattarella: ‘Proteggere libertà e pluralismo dei media’

Le parole del Capo dello Stato «rappresentano un richiamo per tutti», rilevano il segretario generale Lorusso e il presidente Giulietti. L’auspicio, incalzano, «è che al suo intervento possano seguire azioni concrete da parte di governo e Parlamento per tutelare la sicurezza dei giornalisti, governare la fase di transizione digitale, rilanciare il mercato del lavoro e garantire la previdenza».

Il «mondo dell’informazione», e «della carta stampata in particolare», ha «subito anch’esso le conseguenze della pandemia». Un «ripensamento di modello non può prescindere dalla riaffermazione dei fondamentali diritti di libertà che sono il perno della nostra Costituzione e della Ue. Prendo a prestito le parole della risoluzione che il Parlamento Ue ha dedicato alla relazione della Commissione sullo Stato di diritto, in cui viene definita centrale “la protezione della libertà e del pluralismo dei media” e “la sicurezza dei giornalisti”». Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel discorso alla cerimonia del Ventaglio ai giardini del Quirinale.

«Va assicurata –aggiunge il Capo dello Stato – la massima attenzione alla proposta annunciata dalla Commissione Europea di un provvedimento normativo per la libertà dei mezzi di espressione, così come l’annuncio della presentazione, il prossimo autunno, di una direttiva per la protezione dei giornalisti contro le azioni “bavaglio” dirette a far tacere, o a scoraggiare, le voci dei media». E ancora: «Alla cornice di sicurezza entro cui devono poter operare i giornalisti, in virtù della loro specifica funzione, si aggiunge l’esigenza di agire affinché il processo di ristrutturazione e di riorganizzazione del comparto industriale dei media non veda indebolirsi il loro contributo alla vita democratica del Paese», evidenzia Mattarella.

«Garantire rigore e autonomia significa prendere atto che ai giornalisti iscritti all’Ordine e, dunque, chiamati a svolgere un’attività racchiusa nell’ambito di specifiche regole deontologiche, vanno applicate quanto meno garanzie eguali alle categorie di lavoratori, a partire dall’ambito previdenziale, nel quale è ragionevole che valga, per la prestazione pensionistica, la garanzia pubblica assicurata a tutti i lavoratori dipendenti. Lo stesso criterio è bene che trovi applicazione in materia di ammortizzatori sociali», osserva inoltre.

«Le parole del presidente della Repubblica sul pluralismo dell’informazione e sulla necessità di proteggere il lavoro dei giornalisti rappresentano un richiamo per tutti», è il commento di Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Fnsi. «Al Capo dello Stato – proseguono – va il sentito ringraziamento della Federazione nazionale della Stampa italiana perché, come già in altre occasioni nel corso del suo mandato, ha sottolineato il ruolo fondamentale della stampa, evidenziando la necessità di garantirne rigore e autonomia, non soltanto con il rispetto delle regole deontologiche, sempre più spesso calpestate con la certezza dell’impunità, ma anche attraverso specifiche garanzie per il lavoro e per la previdenza».

L’auspicio dei vertici del sindacato «è che all’intervento del presidente della Repubblica possano seguire azioni concrete sia da parte del Parlamento, dove da tempo giacciono proposte di legge per difendere la libertà e l’autonomia dei giornalisti, sia da parte del governo. I richiami del Quirinale, uniti a quelli della Commissione europea nel rapporto sullo Stato di diritto, rendono, infatti, ineludibile, nell’ambito delle azioni per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, l’apertura di un tavolo per una riforma organica del mondo dell’informazione e del settore editoriale, necessaria – concludono Lorusso e Giulietti – per governare la fase di transizione digitale, rilanciare il mercato del lavoro e garantire la previdenza».

Al centro dell’intervento del presidente Mattarella anche la scuola, con l’esigenza di «tornare a una vita scolastica ordinata e colmare le lacune che si sono formate», il rapporto con l’Europa, il programma Next Generation e il Pnrr, con «gli interventi e le riforme programmate» che «devono adesso diventare realtà», e, naturalmente, il Covid-19, i vaccini e le polemiche sul green pass che stanno caratterizzando gli ultimi giorni. «La libertà è condizione irrinunziabile, ma chi limita oggi la nostra libertà è il virus non gli strumenti e le regole per sconfiggerlo», scandisce. Così come «importante e significativo – prosegue – è stato l’intervento della Corte Costituzionale. Confido che il Parlamento saprà completare il necessario percorso di riforma, assicurando che non si possa mettere il bavaglio alla ricerca della verità e sapendo bilanciare correttamente questo valore con la tutela della reputazione e della dignità delle persone».

Infine un «appello» alla categoria. «Nel giornalismo affiora, talvolta, l’assioma che un’affermazione non smentita va intesa come confermata», dice il Capo dello Stato. «Ad esempio, vista la diffusa abitudine di trincerarsi fantasiosamente dietro il Quirinale quando si vuole opporre un rifiuto o di evocarlo quando si avanza qualche richiesta, il Presidente della Repubblica sarebbe costretto a un esercizio davvero arduo e preminente: smentire tutte le fake news, fabbricate, sovente, con esercizi particolarmente acrobatici. Faccio appello – conclude – alla professionalità dei giornalisti e alla loro etica professionale».

(Fonte: FNSI)

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FREELANCE Lavoro

Clan Fnsi, documento a Governo e Parlamento contro precariato

La Commissione nazionale lavoro autonomo (Clan) – presieduta da Mattia Motta, segretario generale aggiunto della FNSI, e coordinata da Maurizio Bekar – rivolge una memoria al presidente del Consiglio, al Governo e alle forze parlamentari, evidenziando «preoccupazione per la deriva dei diritti e del mercato del lavoro dell’informazione» e richiedendo interventi urgenti.

Tra le emergenze evidenziate: politiche per il lavoro regolare e contro la precarizzazione, equo compenso, provvedimenti contro le querele bavaglio, ristori Covid e sostegni al reddito anche per gli autonomi senza partita Iva. Inoltre: attuazione della Direttiva Ue sul diritto d’autore; chiarezza sul futuro dell’Inpgi; un freno all’impiego dei pensionati nelle redazioni; riforma dell’Ordine. E una valutazione positiva sul nuovo contratto con Anso e Fisc per l’editoria locale, «che va nelle direzioni giuste». Tra le richieste contenute nel documento: norme contro il precariato e contro lo sfruttamento del finto lavoro autonomo e aiuti ai datori di lavoro solo se vincolati all’occupazione regolare.

Parallelamente l’attuazione delle leggi sull’equo compenso, inapplicate ai giornalisti dal 2012: per la legge 27/2012 serve l’emanazione da parte del ministero della Giustizia dei parametri per la liquidazione giudiziale dei compensi. E per la 233/2012 l’individuazione dell’equo compenso per i collaboratori delle redazioni, tramite la Commissione presieduta dal sottosegretario all’Editoria.

Servono poi provvedimenti per scoraggiare le querele temerarie; ristori per il Covid-19 anche per i giornalisti non titolari di partita Iva; sostegni al reddito dei non dipendenti, spesso segnati da discontinuità lavorative.

Per la Clan Fnsi, vanno riviste ed estese anche ai lavoratori autonomi degli Ordini professionali norme come l’Iscro (Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa), prevista finora solo per le Partite Iva della Gestione Separata Inps. Va inoltre data attuazione alla Direttiva Ue sul diritto d’autore e nel mercato digitale, «fornendo certezze che i proventi non giungano solo agli editori ma anche ai giornalisti». E servono norme per impedire di continuare ad utilizzare i pensionati nel normale circuito produttivo delle redazioni, e ciò per favorire un ricambio generazionale e le assunzioni.

È poi «urgente una riforma dell’Ordine dei giornalisti e delle norme di accesso alla professione, riconoscendo che oramai gli autonomi sono la maggioranza e che “giornalista è chi esercita effettivamente la professione”», si legge nel documento.

Positiva infine la valutazione del nuovo contratto con Anso e Fisc per i periodici e le testate on line locali, che «segna importanti passi avanti nelle direzioni giuste, sia per i dipendenti che per i collaboratori».

PER APPROFONDIRE

Il documento integrale della Commissione nazionale lavoro autonomo è pubblicato nella sezione Lavoro autonomo – Commissione e assemblee del sito.

(Fonte: FNSI)

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PREVIDENZA E SALUTE

La Cassazione: chi svolge attività giornalistica deve essere iscritto all’Inpgi

L’iscritto all’Ordine dei giornalisti che svolge attività giornalistica in un ufficio stampa, non importa se di un ente pubblico o di un privato, deve essere iscritto all’Inpgi. Lo ha ribadito la Corte di Cassazione in una recente sentenza, come riporta il blog a cura dell’Istituto, Inpginotizie.it.

Intervenuta sul ricorso proposto da una Asl che aveva contestato il verbale ispettivo dell’Inpgi con il quale erano stati richiesti contributi previdenziali per due giornalisti dipendenti dell’azienda sanitaria, denunciati ad altro ente, la Suprema Corte ha ribadito, inoltre, che ai fini dell’iscrizione alla Cassa previdenziale non conta il contratto di lavoro applicato, quanto le mansioni effettivamente svolte.

«La Corte – si legge sul InpgiNotizie – dopo aver ricostruito la storia dell’assicurazione previdenziale Inpgi sotto il profilo normativo, giunge alla conclusione che l’attività svolta dagli iscritti all’Albo presso gli uffici stampa non può che essere giornalistica. Con la decisione in questione sono stati enunciati due principi di diritto fondamentali: “deve essere considerata giornalistica l’attività svolta nell’ambito dell’ufficio stampa di cui alla L. 150/2000 per il quale il legislatore ha richiesto il titolo dell’iscrizione all’albo professionale e previsto un’area speciale di contrattazione con la partecipazione delle OO.SS. dei giornalisti”; e “in presenza di svolgimento di attività giornalistica l’iscrizione all’Inpgi ha portata generale a prescindere dalla natura pubblica e privata del datore di lavoro e dal contratto collettivo applicabile al rapporto”».

In particolare, si rimarca ancora da via Nizza, «va sottolineata la valenza del secondo principio, in quanto si riafferma ciò che da anni l’Istituto persegue costantemente con la sua attività amministrativa, ispettiva e legale e cioè assicurare il corretto adempimento contributivo nei confronti dell’Inpgi da parte di qualsiasi datore di lavoro che abbia alle proprie dipendenze giornalisti che svolgono attività giornalistica».

(Fonte: FNSI; Fotografia: Sergio D’Afflitto, CC wikimedia)

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Formazione GRUPPI SINDACATO

‘Verità, inclusione, fake news’, ultimi giorni per iscriversi al corso di alta formazione per giornalisti

C’è tempo fino al 10 marzo 2021 per iscriversi al corso di alta formazione sul tema ‘Raccontare la verità – Come informare promuovendo una società inclusiva e combattere le fake news’, organizzato web dall’Università degli studi di Padova in collaborazione con Federazione nazionale della Stampa italiana, Sindacato giornalisti Veneto e associazione Articolo 21. (Qui il link all’avviso di selezione pubblicato sul sito web dell’ateneo).

Il corso, rivolto ai giornalisti e a chi opera nell’ambito della comunicazione, è frutto dell’alleanza fra il mondo della ricerca e il mondo dell’informazione sancita dal Protocollo sottoscritto dal rettore dell’Università, Rosario Rizzuto e dal segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso a ottobre 2019. Nell’iniziativa sono coinvolti anche il Sindacato Giornalisti Trentino, l’Ordine dei giornalisti del Veneto e l’Inpgi.

Sono previste dieci lezioni online, ogni 15 giorni, il sabato dalle 9 alle 13 e qualche venerdì dalle 14.30 alle 18.30, al termine delle quali verrà rilasciato un diploma universitario. A tenere le lezioni saranno coloro che studiano l’informazione e coloro che l’informazione la fanno, vale a dire docenti universitari di facoltà umanistiche e scientifiche e giornalisti esperti.

La quota di iscrizione è stata fissata in 500 euro. È previsto uno sconto ai primi venti giornalisti non dipendenti under 45 che formalizzano la propria adesione e la cui richiesta sarà accettata.

PER APPROFONDIRE
Tutte le informazioni utili e il form da compilare per richiedere l’iscrizione sono disponibili sul sito web del Sindacato giornalisti Veneto.

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Articolo 21 GRUPPI

Bielorussia, perquisiti gli uffici del sindacato giornalisti. Ifj e Efj: «Intervenga la comunità internazionale»

Perquisizioni e arresti di giornalisti e attivisti per i diritti umani in Bielorussia. La mattina del 16 febbraio, il segretario dell’Associazione Bielorussa dei Giornalisti (Baj) Barys Haretski è stato brevemente trattenuto dalle forze di sicurezza bielorusse. Anche l’avvocato Aleh Aheyeu e il presidente dell’Associazione Andrei Bastunets sono stati fermati e gli uffici del sindacato perquisiti. E altre perquisizioni sono state effettuate nel corso della mattinata dagli agenti di pubblica sicurezza nelle case e negli uffici di giornalisti e attivisti per i diritti umani in varie città del Paese.

A darne notizia, rilanciando le informazioni fornite dallo stesso sindacato nazionale dei giornalisti e da media locali, sono la Federazione internazionale e la Federazione europea dei giornalisti. «Queste operazioni di polizia – si legge sul sito web della Ifj – hanno preso di mira diverse organizzazioni che si occupano di diritti umani. Il raid è condotto sulla base dell’articolo 342 del codice penale che punisce chi “organizza e prepara azioni che violano gravemente l’ordine pubblico”. Gli investigatori stanno cercando di individuare le fonti di finanziamento per le manifestazioni di massa organizzate nel Paese per contestare l’esito delle elezioni fraudolente del 9 agosto 2020».

Come riporta il sito web della Baj, agenti di polizia in tenuta antisommossa si sono presentati a casa della giornalista freelance Larisa Shchyrakova a Homel. Perquisita anche l’abitazione del giornalista Ales Burakou Jr nella regione di Mahilou, mentre risulta ricercato un altro giornalista di Homel, Anatoly Gotovchits.

Le Federazioni internazionale ed europea dei giornalisti fanno appello all’Osce, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, al Consiglio d’Europa e all’Unione europea perché intervengano per ripristinare lo stato di diritto in Bielorussia.

«Da settimane denunciamo l’intensificarsi della repressione delle forze democratiche in Bielorussia. Dopo un procedimento amministrativo e penale contro i giornalisti, la dittatura bielorussa sta ora attaccando l’organizzazione che rappresenta i giornalisti. È giunto il momento che la comunità internazionale agisca finalmente per porre fine agli abusi del presidente illegittimo Lukashenko», afferma il presidente dalla Efj, Mogens Blicher Bjerregard.

Per il presidente della Ifj, Younes Mjahed «questo è un altro palese attacco alla libertà di stampa. Condanniamo con forza – aggiunge – quanto accaduto ai colleghi della Baj e a tutti i giornalisti e difensori dei diritti umani finiti nel mirino e chiediamo al governo di Lukashenko di interrompere una volta per tutte i suoi attacchi contro la stampa. Chiediamo inoltre alle organizzazioni internazionali di adottare misure rigorose per sostenere la libertà di stampa in Bielorussia».

(Fonte: FNSI)