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SINDACATO

Sjg in prima linea contro le querele bavaglio

Il Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige-FNSI esprime vicinanza e solidarietà ai colleghi Dania Mondini e Claudio Loiodice per il processo che li vede imputati per diffamazione a seguito della pubblicazione del libro inchiesta “L’affare Modigliani”, con cui hanno aperto uno squarcio nel mondo del mercato delle opere d’arte falsificate. Ancora una volta, si rileva come le querele temerarie rappresentino una limitazione inaccettabile della libertà di stampa e del diritto di cronaca sancito dall’articolo 21 della Carta costituzionale, compromettendo il diritto e il dovere dei giornalisti di informare e il diritto dei cittadini ad essere adeguatamente informati.
La prima udienza del processo di Mondini e Loiodice si è tenuta oggi presso il Tribunale di Trento, mentre la prossima udienza è stata fissata per il 13 gennaio del 2021. Il Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige rimarrà accanto ai colleghi, ribadendo come un’informazione libera e priva di condizionamenti sia il presupposto per una democrazia matura.

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FREELANCE

Ianeselli (Trento), appello a Moles per equo compenso

“La mancanza di un equo compenso, oltre ad essere profondamente iniquo, costituisce per il settore giornalistico una drammatica emergenza”, scrive il sindaco di Trento.

Il sindaco di Trento, Franco Ianeselli, ha scritto una lettera al sottosegretario di Stato per l’informazione e l’editoria, Giuseppe Moles, affinché dia in tempi brevi attuazione alla legge 233 del 31 dicembre 2012 sull’equo compenso nel settore giornalistico.

“La stampa – scrive il primo cittadino nell’appello – svolge un ruolo fondamentale nel garantire il principio costituzionale della libertà di manifestazione del pensiero, e proprio per questo risulta fondamentale garantire all’esercito dei lavoratori precari del settore la corresponsione di una remunerazione proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro svolto”.

Il testo della lettera:

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GRUPPI

Sjg, solidarietà a giornalisti bielorussi

Sdegno e solidarietà ai colleghi bielorussi per la liberticida chiusura dell’Associazione dei Bielorussi BAJ: lo esprime in una nota il Sindacato Giornalisti del Trentino Alto Adige Journalisten Gewerkschaft.

Siamo particolarmente vicini alla presidente dell’Associazione Bielorussi in Italia Supolka, con sede a Trento, Ekaterina Ziuziuk, presidente del gruppo regionale di Articolo21, sottolinea il segretario regionale Rocco Cerone.

Il provvedimento del governo bielorusso si inserisce in una serie di azioni, non solo in Europa, tese a tappare la voce ai giornalisti, rei di fare soltanto il loro dovere: informare i cittadini.

Il regime dittatoriale ed antidemocratico bielorusso pensa di avere spento le voci dei 1500 giornalisti, redattori, editori, fotografi, cameraman, dopo averne arrestato ventisette, che giacciono tuttora in carcere.

Interpretando il pensiero della FNSI  e del Sindacato Europeo dei Giornalisti – conclude Cerone – questa lotta deve risvegliare le coscienze sul dramma che si sta consumando in Bielorussia:

Sosterremo Ekaterina Ziuziuk e l’Associazione Bielorussi in italia Supolka in tutte le iniziative che riterrà di organizzare a sostegno dei colleghi bielorussi.

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GRUPPI

Gino Strada a Trento nel 2018: ‘Di Guerra e di Pace’

Roberto Rinaldi

Gino Strada venne a Trento il 7 settembre 2018 in occasione del 17esimo “Incontro nazionale di Emergency” intitolato “Di Guerra e di Pace”. Per ascoltarlo erano arrivati a migliaia da tutta Italia: un’ affluenza record tanto da  far decidere agli  organizzatori di installare  uno schermo in piazza Duomo, oltre che riempire in pochi minuti tutti i posti disponibili all’auditorium Santa Chiara e al Teatro Sociale. Un uomo capace di andare sempre oltre l’apparenza dei fatti, che altri preferivano per convenienza o per incapacità, nell’analizzare senza pregiudizi di sorta. Gino Strada era un oratore appassionato e anche in quell’occasione si era pronunciato senza mai ricorrere alla retorica, segno del prestigio e della capacità di analizzare temi fondamentali per una civiltà che si ritenga democratica, possedeva. Chi c’era a Trento non può dimenticare il suo accorato ed ennesimo appello per fermare tutte le guerre, indistintamente da qualunque causa, azione, o rivendicazione.

L’unico motivo era quello di capire gli effetti dell’immigrazione, la causa dei conflitti con i conseguenti crimini contro l’umanità che ne derivano. L’aumento di povertà nel mondo e di come questo questa si rifletteva in Italia. Era il 2018, e ricordandolo ora, appare non solo d’attualità ma un discorso premonitore se si pensa a cosa è accaduto con la pandemia. Gino Strada non usava mezzi termini nel contrastare la propaganda e l’utilizzo dei media quando l’intento è quello di confondere l’opinione pubblica. Nel riportare le sue parole pubblicate in quell’occasione su Rumor(s)cena, la frase: “Un medico chirurgo che non ama i giri di parole e mira al cuore del problema quando dice che in Italia si è venuta a creare “un’assuefazione all’odio” per alimentarsi sempre più a fronte di una “perdita di valori, di eguaglianza e fratellanza”, danno la misura di quanto fosse indispensabile la sua voce.

«Quelli che erano i valori con i quali la mia generazione è cresciuta, si sono rovesciati. Costituiscono però la base di qualsiasi società civile e smettere di parlarne o di considerarli importanti, è il primo passo verso quella decadenza che abbiamo sotto gli occhi quotidianamente. Il mondo è a testa in giù e quando si smette di parlare di valori e principi si va verso la deriva, all’insorgenza degli estremismi e totalitarismi”. All’auditorium Santa Chiara Gino Strada fu il protagonista del dibattito: “Uno straccio di umanità” insieme a Rossella Miccio, presidente di Emergency e Amalia De Simone una giornalista specializzata in inchieste. Gino Strada, un medico impegnato a salvare le vittime di guerra, non si era risparmiato nel “praticare la resistenza umana”. Una resistenza pacifica orientata ad aiutare chi soffre perché esiste “un’eguaglianza nella sofferenza che non va mai trascurata”, così come è importante “sostenere pratiche di pace e di eguaglianza e la pratica dei diritti è la pratica della pace”. Schivo nell’evitare la celebrità aveva spiegato di sentirsi a disagio e incredulità per la notorietà che lo accompagnava: “La banalità del nostro lavoro è stato scambiato per straordinario ma non ci vedo nulla del genere nello svolgere il proprio mestiere con dedizione”.

Per lui era normale curare ovunque le guerre procuravano vittime, feriti e dolore, senza dimenticare l’ Italia: “undici milioni di italiani non riescono ad accedere alle cure sanitarie per ragioni economiche e logistiche”, ed era il 2018. L’impegno di Emergency in Italia: “una piccola organizzazione che è riuscita a curare gratuitamente tra il 1994 e il 2018 9 milioni di persone”. Senza dimenticare la Costituzione italiana quando si scagliò contro la partecipazione di contingenti militari all’estero, come quello in Afghanistan: “Una violazione della nostra Costituzione e di fatto contro la volontà popolare”. Sul tema dell’immigrazione spiegò che le scelte politiche attuate contribuivano solo ad aggravare le condizioni di chi viene respinto. Sulla Libia disse: “creano condizioni di vita disumane in luoghi che sono dei lager”. Nulla è cambiato dal 2018 ad oggi. “Lo straniero viene visto come un nemico grazie anche ad una responsabilità dei mass media nell’alimentare un’informazione che influisce sul pensiero delle persone e di conseguenza si distorce la realtà”. Ci mancherà.

Fonte: Articolo21

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PREVIDENZA E SALUTE

Inpgi2: definite modalità per l’esonero parziale dei contributi

Con la pubblicazione ufficiale del Decreto Ministeriale del 17 maggio 2021, avvenuta lo scorso 28 luglio, sono state definite le modalità operative per la fruizione dell’esonero parziale dei contributi dovuti per l’anno 2021 dai colleghi liberi professionisti iscritti alla Gestione separata, previsto dall’art.1, commi 20-22 della legge di bilancio per il 2021.

L’esonero, così come specificato con nota del Ministero del Lavoro dello scorso 29 luglio, riguarda le somme dovute a titolo di contributo soggettivo (sia contributo minimo 2021 che saldo 2020) la cui scadenza di pagamento ricada nell’anno 2021. Non sono comprese nell’agevolazione, quindi, le somme da versare a titolo di contributo integrativo e di maternità.

La misura – che rientra tra gli interventi disposti dal Governo per contenere gli effetti negativi, sul piano economico, determinati dalla situazione di emergenza da Covid-19 – è riservata agli iscritti che nell’anno 2019 abbiano conseguito un reddito professionale annuo non superiore a 50.000 euro e che, nel corso dell’anno 2020, abbiano subito una riduzione del fatturato e dei compensi di almeno il 33% rispetto all’importo del 2019.

A prescindere da tale requisito, inoltre, possono beneficiare dell’esonero parziale anche i colleghi che abbiano avviato l’attività nell’anno 2020. Al contrario, sono esclusi dall’esonero tutti coloro che hanno iniziato l’attività nel 2021. Sono, altresì, esclusi dal beneficio tutti coloro che, nell’anno 2021, siano titolari di un trattamento di pensione o che abbiano svolto attività di lavoro dipendente.

Per poter beneficiare dell’esonero parziale, i colleghi in possesso dei requisiti previsti dovranno presentare all’INPGI – a decorrere dalle ore 10:00 del prossimo 23 agosto e fino alle ore 24:00 31 ottobre 2021 – una apposita domanda predisposta su un modulo in formato telematico on line, compilabile esclusivamente accedendo all’ area riservata agli iscritti del sito www.inpgi.it utilizzando le proprie credenziali.

Coloro che non siano in possesso di credenziali attive o che le abbiano dimenticate potranno dotarsi di nuove credenziali seguendo la procedura descritta al seguente link.

Per quanto riguarda la misura dell’esonero parziale – per la quale la legge di Bilancio ha stabilito comunque un tetto massimo individuale di 3.000 euro – l’importo effettivo spettante a ciascun richiedente sarà definito solo a seguito dell’emanazione di un nuovo Decreto ministeriale che suddividerà le risorse stanziate tra tutti gli Enti previdenziali privatizzati dei professionisti, in base alle relative domande presentate. Gli importi definitivi, quindi, saranno riparametrati dal Ministero in misura proporzionale tra tutti i beneficiari e successivamente comunicati dall’Istituto agli aventi diritto.
Pertanto, sia ai fini della fruizione che della quantificazione della misura dell’esonero, non avrà alcuna rilevanza l’ordine di presentazione delle domande, purchè venga rispettato il termine di invio del 31 ottobre 2021.

Una volta che gli uffici avranno esaminato le istanze, l’eventuale rigetto sarà comunicato agli interessati entro il 15 novembre 2021.

(Fonte: InpgiNotizie)

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SINDACATO

Gazzetta del Mezzogiorno, Sjg auspica ritorno in edicola

Il Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige (Sjg), stigmatizzando la scelta dell’editore di non prorogare il contratto di affitto, auspica un imminente ritorno delle pubblicazioni della Gazzetta del Mezzogiorno, proseguendo una storia iniziata 130 anni fa. Facendo seguito all’appello di tanti colleghi rimasti da un giorno all’altro senza lavoro, ai numerosi lettori privati di un punto di riferimento per tutto il Meridione, il Sindacato rilancia le proposte del segretario generale della FNSI Raffaele Lorusso e dell’Assostampa Puglia Bepi Martellotta, affinché si concilino al più presto le procedure di votazione dei creditori nell’ambito della procedura fallimentare che interessa la società proprietaria della testata oppure affinché si profili una soluzione temporanea, revocando la sospensione dell’esercizio provvisorio di Edisud per riportare il giornale da subito in edicola.

“Conosciamo bene il dramma che rappresenta la chiusura di una testata locale, sia per i lavoratori, sia per i lettori. In Trentino Alto Adige abbiamo vissuto una situazione simile lo scorso gennaio, con la chiusura del quotidiano storico ‘Il Trentino’, che ha non ha solo comportato la perdita del posto di lavoro per 40 colleghi, ma ha generato sfiducia e indignazione in tutta la popolazione. Ci auguriamo quindi che tutti gli attori facciano la propria parte per riportare la Gazzetta del Mezzogiorno alle stampe il prima possibile”, precisa il Sindacato.

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SINDACATO

Regione TAA, selezione pubblica per colleghi disoccupati

“Il Sindacato, l’Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige ed Assostampa Trento auspicano una selezione pubblica per l’assunzione dei due giornalisti all’ufficio stampa del Consiglio Regionale, unico strumento in grado di garantire trasparenza e risposte ai numerosi disoccupati, frutto della crisi dell’editoria che sta interessando anche la nostra regione”. Lo affermano in una nota congiunta il segretario regionale Rocco Cerone ed i presidenti Mauro Keller e Patrizia Belli, esortando l’assemblea legislativa ad impegnare l’ufficio di presidenza ad indire un concorso pubblico che consideri come titolo preferenziale la disoccupazione. Ciò per dare una risposta anche ai tanti colleghi del quotidiano Trentino rimasti senza lavoro.

(Foto: LucasD, wikimedia)

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SINDACATO

Chiusura ferie estive – Schließung wegen Ferien

L’ufficio del Sindacato regionale dei giornalisti, dell’INPGI e della CASAGIT resterà chiuso per ferie da mercoledì 4 agosto a mercoledì 25 agosto 2021.  

Die Büros der Journalistengewerkschaft, des INPGI und der CASAGIT bleiben vom Mittwoch, 4. August bis Mittwoch, 25. August 2021 wegen Ferien geschlossen.

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FREELANCE

Precari, Rinaldi (Clar): sfruttamento anche in Trentino Alto Adige

“Durante i mesi estivi i quotidiani e in generale i media si avvalgono di collaboratori esterni , colleghi precari, per coprire turni e ferie, spesso inviati a coprire eventi e manifestazioni culturali, specie nell’ambito dello spettacolo più in generale, a fronte di pochi euro di compenso”. Lo scrive in una nota, il coordinatore della Commissione lavoro autonomo del Trentino Alto Adige, Roberto Rinaldi.

“Chi accetta sa di dover affrontare viaggi con i propri mezzi, uscite notturne (festival e rassegne si svolgono la sera), lavoro in condizioni difficili e poco riconosciuti anche sotto il profilo della professione. Anche in Trentino Alto Adige si assiste ad uno sfruttamento dei precari e semplici collaboratori, spingendo sulla leva della passione e dell’interesse per tutto quello che riguarda stimoli che derivano dalla propria formazione di studio e di vita privata. Presentazioni, interviste, recensioni che vengono retribuite in modo vergognoso da editori che in questo modo si garantiscono una visibilità e una copertura mediatica e le relazioni pubbliche con gli enti e le direzioni artistiche di chi organizza. Molti pur di scrivere accettano anche di farlo gratuitamente. Viene a meno la qualità e l’autonomia intellettuale e si autoalimenta un mercato pubblicistico a buon mercato. Parlare di equo compenso è obbligatorio anche nel settore della cultura e dello spettacolo, Cenerentola per molti giornali”, afferma Rinaldi.

Anche la Commissione lavoro regionale (Clar) fa proprio l’appello del segretario generale aggiunto FNSI Mattia Motta di sollecitazione al Governo dell’avvio del tavolo sull’equo compenso.

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SINDACATO

Ventaglio, Mattarella: ‘Proteggere libertà e pluralismo dei media’

Le parole del Capo dello Stato «rappresentano un richiamo per tutti», rilevano il segretario generale Lorusso e il presidente Giulietti. L’auspicio, incalzano, «è che al suo intervento possano seguire azioni concrete da parte di governo e Parlamento per tutelare la sicurezza dei giornalisti, governare la fase di transizione digitale, rilanciare il mercato del lavoro e garantire la previdenza».

Il «mondo dell’informazione», e «della carta stampata in particolare», ha «subito anch’esso le conseguenze della pandemia». Un «ripensamento di modello non può prescindere dalla riaffermazione dei fondamentali diritti di libertà che sono il perno della nostra Costituzione e della Ue. Prendo a prestito le parole della risoluzione che il Parlamento Ue ha dedicato alla relazione della Commissione sullo Stato di diritto, in cui viene definita centrale “la protezione della libertà e del pluralismo dei media” e “la sicurezza dei giornalisti”». Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel discorso alla cerimonia del Ventaglio ai giardini del Quirinale.

«Va assicurata –aggiunge il Capo dello Stato – la massima attenzione alla proposta annunciata dalla Commissione Europea di un provvedimento normativo per la libertà dei mezzi di espressione, così come l’annuncio della presentazione, il prossimo autunno, di una direttiva per la protezione dei giornalisti contro le azioni “bavaglio” dirette a far tacere, o a scoraggiare, le voci dei media». E ancora: «Alla cornice di sicurezza entro cui devono poter operare i giornalisti, in virtù della loro specifica funzione, si aggiunge l’esigenza di agire affinché il processo di ristrutturazione e di riorganizzazione del comparto industriale dei media non veda indebolirsi il loro contributo alla vita democratica del Paese», evidenzia Mattarella.

«Garantire rigore e autonomia significa prendere atto che ai giornalisti iscritti all’Ordine e, dunque, chiamati a svolgere un’attività racchiusa nell’ambito di specifiche regole deontologiche, vanno applicate quanto meno garanzie eguali alle categorie di lavoratori, a partire dall’ambito previdenziale, nel quale è ragionevole che valga, per la prestazione pensionistica, la garanzia pubblica assicurata a tutti i lavoratori dipendenti. Lo stesso criterio è bene che trovi applicazione in materia di ammortizzatori sociali», osserva inoltre.

«Le parole del presidente della Repubblica sul pluralismo dell’informazione e sulla necessità di proteggere il lavoro dei giornalisti rappresentano un richiamo per tutti», è il commento di Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Fnsi. «Al Capo dello Stato – proseguono – va il sentito ringraziamento della Federazione nazionale della Stampa italiana perché, come già in altre occasioni nel corso del suo mandato, ha sottolineato il ruolo fondamentale della stampa, evidenziando la necessità di garantirne rigore e autonomia, non soltanto con il rispetto delle regole deontologiche, sempre più spesso calpestate con la certezza dell’impunità, ma anche attraverso specifiche garanzie per il lavoro e per la previdenza».

L’auspicio dei vertici del sindacato «è che all’intervento del presidente della Repubblica possano seguire azioni concrete sia da parte del Parlamento, dove da tempo giacciono proposte di legge per difendere la libertà e l’autonomia dei giornalisti, sia da parte del governo. I richiami del Quirinale, uniti a quelli della Commissione europea nel rapporto sullo Stato di diritto, rendono, infatti, ineludibile, nell’ambito delle azioni per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, l’apertura di un tavolo per una riforma organica del mondo dell’informazione e del settore editoriale, necessaria – concludono Lorusso e Giulietti – per governare la fase di transizione digitale, rilanciare il mercato del lavoro e garantire la previdenza».

Al centro dell’intervento del presidente Mattarella anche la scuola, con l’esigenza di «tornare a una vita scolastica ordinata e colmare le lacune che si sono formate», il rapporto con l’Europa, il programma Next Generation e il Pnrr, con «gli interventi e le riforme programmate» che «devono adesso diventare realtà», e, naturalmente, il Covid-19, i vaccini e le polemiche sul green pass che stanno caratterizzando gli ultimi giorni. «La libertà è condizione irrinunziabile, ma chi limita oggi la nostra libertà è il virus non gli strumenti e le regole per sconfiggerlo», scandisce. Così come «importante e significativo – prosegue – è stato l’intervento della Corte Costituzionale. Confido che il Parlamento saprà completare il necessario percorso di riforma, assicurando che non si possa mettere il bavaglio alla ricerca della verità e sapendo bilanciare correttamente questo valore con la tutela della reputazione e della dignità delle persone».

Infine un «appello» alla categoria. «Nel giornalismo affiora, talvolta, l’assioma che un’affermazione non smentita va intesa come confermata», dice il Capo dello Stato. «Ad esempio, vista la diffusa abitudine di trincerarsi fantasiosamente dietro il Quirinale quando si vuole opporre un rifiuto o di evocarlo quando si avanza qualche richiesta, il Presidente della Repubblica sarebbe costretto a un esercizio davvero arduo e preminente: smentire tutte le fake news, fabbricate, sovente, con esercizi particolarmente acrobatici. Faccio appello – conclude – alla professionalità dei giornalisti e alla loro etica professionale».

(Fonte: FNSI)