Partecipando al direttivo del sindacato regionale aperto ai redattori e ai collaboratori del quotidiano, il segretario Fnsi ha auspicato l’intervento delle istituzioni, locali e nazionali, augurando di poter «riportare la discussione sui binari di un confronto costruttivo». Cerone (Sjg): «Faremo presente al Servizio lavoro della Provincia il mancato rispetto della dignità dei lavoratori».
«Ferma restando la libertà imprenditoriale dell’editore del ‘Trentino’, posta la specificità di un gruppo che controlla la quasi totalità dell’informazione locale, ci si aspetterebbero flessibilità e disponibilità nel riassorbimento dei lavoratori, nella ricollocazione all’interno del gruppo e nell’incentivazione all’esodo. A queste richieste di buon senso, avanzate da Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige e Federazione nazionale della Stampa italiana, l’editore si è chiuso a riccio, anzi, ha eretto un muro, dimostrandosi disinteressato al futuro dei lavoratori». Lo ha detto il segretario generale della FNSI, Raffaele Lorusso, intervenendo a Trento a un incontro del direttivo del Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige aperto all’assemblea dei redattori del ‘Trentino’ e ai collaboratori strategici della testata.
«Questo tipo di impostazione è inaccettabile, anche perché l’editore percepisce risorse pubbliche cospicue, pari a sei milioni lo scorso anno, sia pure per una testata diversa dal Trentino. Non si può pensare di drenare così tante risorse pubbliche disinteressandosi delle ricadute sociali, occupazionali e sul pluralismo dell’informazione di queste operazioni», ha proseguito Lorusso, per il quale «l’azione dell’editore, oltre a non essere condivisibile nella sostanza, per la chiusura di una testata che cancella un pezzo di storia al territorio, è inaccettabile anche nella forma, perché non si può pensare di chiudere una testata in 24 ore. Se questo modello fosse stato adottato in tutto il Paese, ora parleremmo di carneficina sociale», ha aggiunto.
«Io – ha infine precisato il segretario Fnsi – spero che di questi temi si facciano carico non solo la comunità locale e i lettori, ma anche chi rappresenta il territorio, il sindaco, il presidente della Provincia di Trento fino al governo che arriverà nelle prossime ore. Ci auguriamo di riportare la discussione sui binari di un confronto costruttivo, perché è in gioco il pluralismo dell’informazione e il diritto dei cittadini ad essere informati. Temi che non riguardano soltanto il Trentino-Alto Adige, ma tutto il Paese e dei quali dovrà farsi carico il nuovo governo. Il rilancio del Paese non può prescindere da un’informazione plurale e di qualità, che metta al centro la dignità del lavoro e delle persone, sempre più calpestata da una precarietà inaccettabile».
A moderare l’incontro il segretario del Sjg, Rocco Cerone. «Domani – ha anticipato – saremo al Servizio lavoro della Provincia di Trento e faremo presente in quella sede, che a livello locale fa le veci del ministero del Lavoro, il comportamento dell’azienda e il mancato rispetto della dignità dei lavoratori. Faremo presente all’azienda anche la condizione dei collaboratori strategici, che hanno perso il lavoro da un giorno all’altro».