Si è tenuta nella mattinata di oggi l’Assemblea elettiva del Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige. All’appuntamento sono intervenuti, assieme al segretario uscente Rocco Cerone, anche il presidente della Federazione nazionale della stampa italiana (FNSI), il segretario generale Raffaele Lorusso e i segretari Matteo Naccari (Ars Emilia Romagna), Monica Andolfatto (Sindacato giornalisti del Veneto), Claudio Silvestri (Sindacato giornalisti della Campania), Gianfranco Summo (presidente della Fondazione Casagit).
Rirportiamo di seguito l’intervento del segretario Cerone nella sua interezza.
Care Colleghe, Cari Colleghi,
Prima di cominciare i lavori, desidero sottolineare un concetto a me molto caro e che ispira la mia azione sindacale, che è quello della squadra: da soli non si va da nessuna parte. Ed è questo il filo conduttore della giornata, che vede oggi riuniti in questa sala i rappresentanti dei vari enti di categoria che rappresentano la nostra squadra, la squadra del segretario Raffaele Lorusso e di Controcorrente, squadra alla quale anche il Sindacato Giornalisti del Trentino Alto Adige, Associazione Regionale di Stampa di frontiera ha dato e continua a fornire il suo contributo.
Per me è stato un onore guidare il Sindacato Giornalisti del Trentino Alto Adige, prendendo il testimone in corsa da Stefan Wallisch, dopo la sua promozione a responsabile ANSA di Bolzano e di Trento.
A causa della pandemia da coronavirus non abbiamo potuto svolgere la nostra assemblea regionale lo scorso anno.
Desidero ringraziare i nostri ospiti: i segretari dei sindacati confederali ed autonomi del Trentino Alto Adige che ci onorano della loro presenza e con i quali abbiamo svolto lavoro di squadra nei contratti per il profilo del giornalista pubblico per la Provincia di Trento, la Regione TAA e le Camere di Commercio di Trento e Bolzano ed ora per la Provincia Autonoma di Bolzano e che hanno partecipato con noi alle manifestazioni sulla libertà di stampa a Trento e a Bolzano il 1° ed il 18 giugno. Occorre continuare questa proficua collaborazione, perché la difesa di questi valori non è un tema che interessa solo i giornalisti, ma tutti i cittadini.
Ci onorano della loro presenza: il presidente ed il segretario generale della FNSI Giuseppe Giulietti e Raffaele Lorusso, la vicesegretaria Alessandra Costante con delega agli uffici stampa e coordinatrice nazionale di Controcorrente, il direttore Tommaso Daquanno, la presidente dell’INPGI Marina Macelloni, il presidente della CASAGIT Gianfranco Giuliani, il candidato presidente del CNOG Carlo Bartoli, oltre ai segretari regionali e presidenti delle ARS Monica Andolfatto del Sindacato Veneto, Matteo Naccari dell’ASER di Bologna, Claudio Silvestri del SUGC di Napoli, Marco Gardenghi con il quale abbiamo organizzato il XXVIII congresso di Levico e gli avvocati che ci assistono nelle numerose vertenze Simona D’Arpino e Bruno Del Vecchio.
Il Sindacato Giornalisti del Trentino Alto Adige è parte integrante della FNSI che è e rimane il cuore del sistema.
E qui desidero ricordare alcuni illustri colleghi che mi hanno preceduto ai vertici degli istituti di categoria e che hanno lasciato una traccia importante nel loro percorso: i compianti Piero Agostini e Gianni Faustini, al quale insieme all’Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige e d’intesa con la famiglia dedicheremo una borsa di studio. Sul riconoscimento si diffonderà poi il presidente Mauro Keller.
Tra gli illustri colleghi che mi hanno preceduto Toni Visentini, Giosè Marzano, Stefan Wallisch, Peter Malfertheiner, già vicesegretario del SGTAA, ed ora nuovo fiduciario CASAGIT, successore di Franz Volgger, rappresentante della Cassa sul territorio per lunghissimo tempo. Peter, a cui va il mio amichevole grazie, ha deciso di occuparsi esclusivamente di Casagit e di non volersi ricandidare nel direttivo regionale. Sono sicuro che non mi e non ci farà mancare il suo contributo.
Caratteristica peculiare del SGTAA fin dalla sua fondazione nel 1972 è stata quella di avere sempre collaborato proficuamente con tutti gli altri enti di categoria, tanto è vero che le riunioni dei Consigli Direttivi sono sempre state allargate alla Consulta Sindacale, nella quale sono rappresentati sempre oltre ai cdr, INPGI, CASAGIT, ODG, UNGP, GUS, anticipando quel coordinamento degli enti statuito poi nella modifica statutaria della FNSI di 4 anni fa.
In primo piano la drammatica emergenza lavoro anche in Trentino Alto Adige, aggravata dalla violenta e brutale chiusura all’inizio dell’anno dello storico giornale Trentino, fondato 76 anni dal CLN Alta Italia.
Modalità di chiusura senza preavviso che ha lasciato sulla strada 40 colleghi tra collaboratori e dipendenti, soltanto 3 dei quali poi riassorbiti part time nel sito del giornale oltre al direttore diventato vicedirettore dell’Alto Adige e che ha costretto il Sindacato Regionale a denunciare l’editore per condotta antisindacale, comportamento sanzionato dal giudice del lavoro che in una sentenza esemplare ha riaffermato il valore costituzionale del cdr e del sindacato dei giornalisti.
Proprio le chiusure di aziende come il Trentino o la multinazionale GKN hanno indotto il governo all’elaborazione di un decreto legge che prevede multe, l’inserimento in black list e vieta per alcuni anni la possibilità di continuare a ricevere fondi dallo Stato. Credo che questo potrebbe essere un modello da adottare anche al sistema delle aziende editoriali.
Desidero qui pubblicamente ringraziare la FNSI per essere stata vicina in questa vertenza che è nazionale. Non è possibile che un grande gruppo editoriale con 1200 dipendenti che produce reddito ed utili da un lato chiude un giornale e dall’altro continua a beneficiare di contributi milionari dallo Stato: più di sei milioni di euro lo scorso anno; altrettanti quest’anno, di cui tre già versati in giugno al giornale della minoranza linguistica sudtirolese Dolomiten, in contratto di solidarietà da due anni, che, però, continua ad assumere praticanti: 6 in un biennio, 5 alla carta ed 1 al sito web.
Credo che proprio oggi da Bolzano debba venire un forte appello alla politica affinché vengano rivisti i criteri di attribuzione dei finanziamenti a gruppi editoriali come quello facente capo alla famiglia Ebner che licenzia e non rispetta i contratti e che è stato sanzionato dal giudice del lavoro e che continua pervicacemente a far lavorare giornalisti pensionati, prepensionati o collaboratori non giornalisti, che drenano lavoro ai disoccupati. E su questo voglio sottolineare la totale sintonia con l’UNGP regionale ed il suo presidente Beppe Sgambellone.
Accanto a questo grave vulnus al pluralismo dell’informazione, desidero sottolineare le prime risposte che siamo riusciti a dare grazie al lavoro che il sindacato regionale in strettissima collaborazione con la FNSI ha consentito – primi in Italia – di firmare il contratto del profilo del giornalista pubblico nella Provincia Autonoma di Trento (novembre 2020) e poi dell’analogo contratto nella giunta della Regione TAA, valido anche per le Camere di Commercio di Trento e Bolzano (marzo 2021), poi della dirigenza dell’ufficio stampa PAT (giugno 2021) ed ora con la Provincia Autonoma di Bolzano ed il consiglio regionale.
Contratti che, oltre a sistemare colleghi che avevano già il contratto privatistico FIEG-FNSI, di cui hanno potuto beneficiare colleghi e colleghe inquadrati con contratti amministrativi, sta consentendo di creare nuova occupazione e quindi nuove posizioni INPGI, CASAGIT ed iscrizioni alla FNSI. E in questo percorso, la firma del contratto è solo un punto di partenza, per l’estensione contrattuale ad altri colleghi/e.
Tutele sanitarie rese possibile grazie all’accordo FNSI/CASAGIT per estendere anche ai colleghi della PA le stesse identiche garanzie e servizi, anche senza l’1% da parte degli enti pubblici.
Desidero a questo punto sottolineare inoltre la preziosa attività svolta dal vicesegretario e componente di giunta FNSI Lorenzo Basso con il presidente del GUS regionale Marco Nicolò Perinelli insieme a Silvia Gadotti e Roberto Rinaldi ed alla presidente di Assostampa Trento Patrizia Belli nel fare rete tra i lavoratori precari, free lance e degli uffici stampa, che costituiscono ormai l’ossatura della professione giornalistica. In particolare è in corso una trattativa con la PAT, il Consorzio dei Comuni per estendere il contratto giornalistico pubblico e per elaborare dei minimi contrattuali sotto i quali non si possa scendere, in sinergia con il lavoro della CLAN.
Il Sindacato del Trentino Alto Adige (SJG) è in prima fila per contrastare la piaga del precariato e dello sfruttamento lavorativo che caratterizza il nostro settore. Anche sul nostro territorio, al pari di quanto avviene in tutto il Paese, ci scontriamo contro un mercato dell’editoria caratterizzata dall’abuso di contratti atipici, come Cococo o false partite Iva, che nel corso dell’ultimo decennio hanno soppiantato il contratto regolare di lavoro e dissestato il nostro istituto di previdenza. Ed è proprio dalle difficoltà del sistema previdenziale, costruito su base solidaristica, che i giornalisti italiani oggi rischiano di perdere la propria autonomia, in ragione della diffusione del precariato.
Sono migliaia le colleghe e i colleghi che vivono in condizioni di precarietà e sfruttamento. Si tratta di un’area grigia, ormai estesa a macchia d’olio in tutte le realtà dell’informazione italiana, che non compare sui nostri giornali e nelle nostre televisioni, ma che rappresenta circa i due terzi dell’intera forza lavoro in ambito giornalistico.
Anche a livello regionale, le testate locali, i siti internet, le televisioni e gli uffici stampa si servono da anni di collaboratori o liberi professionisti, in sostituzione dei giornalisti dipendenti. La crisi che colpisce ora l’istituto di previdenza dei giornalisti italiani arriva da lontano, e parte proprio dalle redazioni locali, dove colleghe e colleghi senza contratto regolare, e che possono perdere il lavoro da un giorno all’altro, coprono interi settori giornalistici e si occupano di trovare notizie giorno e notte.
Con la chiusura del quotidiano “Trentino”, lo scorso gennaio, assieme ai 19 giornalisti con contratto regolare, altri 20 colleghi precari hanno perso il lavoro. Parliamo di persone che, dopo dieci o 15 anni di lavoro, non hanno potuto accedere ad alcun ammortizzatore sociale, se non quello predisposto dalla gestione separata dell’Inpgi per i liberi professionisti rimasti disoccupati.
Nella nostra regione stimiamo la presenza di oltre un centinaio di lavori giornalisti precari. Abbiamo notizia di giornalisti che scrivono oltre mille articoli all’anno per un solo committente, con cui lavorano da oltre un decennio, configurando in tal modo un rapporto di lavoro che non può in alcun modo essere giustificato da rapporti atipici e precari.
Nel corso degli ultimi anni, abbiamo sollevato più volte il problema, partecipando attivamente a tutte le iniziative messe in campo dalla FNSI e cercando di richiamare l’attenzione sulla necessaria applicazione della normativa rimasta, ad oggi, lettera morta. Da una parte vi è la legge 27/2012 (di cui siamo in attesa dell’emanazione da parte del ministero della Giustizia dei parametri per la liquidazione giudiziale dei compensi), dall’altra la legge 233/2012, per l’individuazione dell’equo compenso dei collaboratori delle redazioni.
Come SJG non abbiamo solo chiesto un incontro all’attuale sottosegretario, Giuseppe Moles, di cui siamo ancora in attesa di risposta, ma abbiamo investito del problema anche gli esponenti politici locali. Nei mesi passati abbiamo portato la questione agli Stati generali del lavoro della Provincia Autonoma di Trento ed abbiamo proposto che le Province autonome continuino ad essere laboratorio sui temi delle politiche del lavoro anche nel settore giornalistico.
Un cenno infine al lavoro di squadra che il sindacato regionale ha svolto insieme all’ODG ed in particolare al presidente Mauro Keller, con il quale spesso siamo intervenuti nei sempre più frequenti casi di esercizio abusivo della professione, ovvero di lavoro giornalistico spacciato per lavoro di comunicazione, con conseguente evasione contributiva all’INPGI.
L’esempio più scandaloso è rappresentato dalla Camera di Commercio di Bolzano, ente pubblico presieduto dall’editore giornalista Michl Ebner, con il segretario generale Alfred Aberer, giornalista anch’egli, che, nonostante siano stati richiamati da Ordine e Sindacato, continuano a non applicare il contratto giornalistico, anche all’indomani della firma del contratto giornalistico approvato per i dipendenti di Regione e Camere di Commercio di Bolzano e Trento.
Anche in questo caso rivolgo un appello alla politica ed in particolare al presidente della Regione Maurizio Fugatti affinchè faccia applicare e rispettare i contratti che l’ente Regione stesso ha firmato.
Per quanto riguarda l’INPGI, dopo il saccheggio avvenuto da parte degli editori con la complicità del Governo che hanno consentito la fuoriuscita dalla professione di tremila colleghi nell’ultimo decennio, ora si trova ad affrontare questa situazione di squilibrio dei conti causata dal rubinetto sempre aperto in uscita e con l’afflusso di nuove risorse con il contagocce in entrata.
Nell’auspicare che il tavolo governativo faccia la sua parte, credo che il lavoro sinergico tra ARS/FNSI ed INPGI debba continuare e stanare le situazioni che eludono il lavoro giornalistico con grave danno anche per l’INPGI.
Avviandomi verso la conclusione, desidero sottolineare che tutte le persone – anche non iscritte al sindacato – che hanno bussato alla porta del sindacato hanno sempre ricevuto risposta.
Sui numeri si diffonderà il tesoriere, ma credo che le iscrizioni, la cui tendenza è in progressiva aumento nell’ultimo triennio, testimonino l’attaccamento al Sindacato Regionale.
Desidero infine ricordare le numerose attività svolte a Trento e a Bolzano negli ultimi due anni insieme alla FNSI, al Sindacato Veneto e ad Articolo 21, per riaffermare il ruolo sociale di presidio di libertà e di democrazia del SJG.
Voglio concludere questo mio intervento ribadendo un concetto a me caro, ovvero che nella mia vita professionale e sindacale mi sono sempre sentito e considerato un privilegiato per avere avuto la possibilità prima di lavorare in RAI ed adesso, avendo concluso la mia attività professionale, di potere continuare a rappresentare i colleghi e le colleghe della Regione.
Chiedo a voi tutti di rinnovare questo consenso e questa fiducia nei confronti della squadra di colleghe e colleghi che, riconoscendosi nello spirito del Sindacato di servizio espresso da Controcorrente hanno espresso la disponibilità di mettersi a disposizione della categoria. Perchè credo sia nel DNA del Sindacato Giornalisti del Trentino Alto Adige fin dal 1972 quello di interpretare al meglio il sindacato di servizio che ha caratterizzato la nostra attività in questi anni.
Un ringraziamento sentito e di cuore a Carmen, Barbara e Monica per il grande lavoro svolto a favore di tutti iscritti e non iscritti al sindacato, per le pratiche Casagit, Inpgi e gli altri enti di categoria: costituiscono uno dei pilastri del Sindacato dei Giornalisti; l’altro pilastro è rappresentato dal Tesoriere Heinrich Pernter. Senza di loro il sindacato non esisterebbe.
Vi chiederei di rivolgere a loro quattro un sentito applauso.
Grazie a tutti voi.
Vielen dank!