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Gino Strada a Trento nel 2018: ‘Di Guerra e di Pace’

Roberto Rinaldi

Gino Strada venne a Trento il 7 settembre 2018 in occasione del 17esimo “Incontro nazionale di Emergency” intitolato “Di Guerra e di Pace”. Per ascoltarlo erano arrivati a migliaia da tutta Italia: un’ affluenza record tanto da  far decidere agli  organizzatori di installare  uno schermo in piazza Duomo, oltre che riempire in pochi minuti tutti i posti disponibili all’auditorium Santa Chiara e al Teatro Sociale. Un uomo capace di andare sempre oltre l’apparenza dei fatti, che altri preferivano per convenienza o per incapacità, nell’analizzare senza pregiudizi di sorta. Gino Strada era un oratore appassionato e anche in quell’occasione si era pronunciato senza mai ricorrere alla retorica, segno del prestigio e della capacità di analizzare temi fondamentali per una civiltà che si ritenga democratica, possedeva. Chi c’era a Trento non può dimenticare il suo accorato ed ennesimo appello per fermare tutte le guerre, indistintamente da qualunque causa, azione, o rivendicazione.

L’unico motivo era quello di capire gli effetti dell’immigrazione, la causa dei conflitti con i conseguenti crimini contro l’umanità che ne derivano. L’aumento di povertà nel mondo e di come questo questa si rifletteva in Italia. Era il 2018, e ricordandolo ora, appare non solo d’attualità ma un discorso premonitore se si pensa a cosa è accaduto con la pandemia. Gino Strada non usava mezzi termini nel contrastare la propaganda e l’utilizzo dei media quando l’intento è quello di confondere l’opinione pubblica. Nel riportare le sue parole pubblicate in quell’occasione su Rumor(s)cena, la frase: “Un medico chirurgo che non ama i giri di parole e mira al cuore del problema quando dice che in Italia si è venuta a creare “un’assuefazione all’odio” per alimentarsi sempre più a fronte di una “perdita di valori, di eguaglianza e fratellanza”, danno la misura di quanto fosse indispensabile la sua voce.

«Quelli che erano i valori con i quali la mia generazione è cresciuta, si sono rovesciati. Costituiscono però la base di qualsiasi società civile e smettere di parlarne o di considerarli importanti, è il primo passo verso quella decadenza che abbiamo sotto gli occhi quotidianamente. Il mondo è a testa in giù e quando si smette di parlare di valori e principi si va verso la deriva, all’insorgenza degli estremismi e totalitarismi”. All’auditorium Santa Chiara Gino Strada fu il protagonista del dibattito: “Uno straccio di umanità” insieme a Rossella Miccio, presidente di Emergency e Amalia De Simone una giornalista specializzata in inchieste. Gino Strada, un medico impegnato a salvare le vittime di guerra, non si era risparmiato nel “praticare la resistenza umana”. Una resistenza pacifica orientata ad aiutare chi soffre perché esiste “un’eguaglianza nella sofferenza che non va mai trascurata”, così come è importante “sostenere pratiche di pace e di eguaglianza e la pratica dei diritti è la pratica della pace”. Schivo nell’evitare la celebrità aveva spiegato di sentirsi a disagio e incredulità per la notorietà che lo accompagnava: “La banalità del nostro lavoro è stato scambiato per straordinario ma non ci vedo nulla del genere nello svolgere il proprio mestiere con dedizione”.

Per lui era normale curare ovunque le guerre procuravano vittime, feriti e dolore, senza dimenticare l’ Italia: “undici milioni di italiani non riescono ad accedere alle cure sanitarie per ragioni economiche e logistiche”, ed era il 2018. L’impegno di Emergency in Italia: “una piccola organizzazione che è riuscita a curare gratuitamente tra il 1994 e il 2018 9 milioni di persone”. Senza dimenticare la Costituzione italiana quando si scagliò contro la partecipazione di contingenti militari all’estero, come quello in Afghanistan: “Una violazione della nostra Costituzione e di fatto contro la volontà popolare”. Sul tema dell’immigrazione spiegò che le scelte politiche attuate contribuivano solo ad aggravare le condizioni di chi viene respinto. Sulla Libia disse: “creano condizioni di vita disumane in luoghi che sono dei lager”. Nulla è cambiato dal 2018 ad oggi. “Lo straniero viene visto come un nemico grazie anche ad una responsabilità dei mass media nell’alimentare un’informazione che influisce sul pensiero delle persone e di conseguenza si distorce la realtà”. Ci mancherà.

Fonte: Articolo21