Più che un’iniziativa a tutela del pluralismo dell’informazione, quella annunciata da alcuni esponenti della Lega sembra un’azione punitiva contro il gruppo Athesia, e in particolare contro i giornalisti che lavorano nelle testate del Trentino-Alto Adige, assicurando ogni giorno un’informazione libera e professionale. A loro va la solidarietà della FNSI.
È indubbio che la legge 416 del 1981, che pone limiti alle concentrazioni proprietarie a livello nazionale, vada profondamente rivista e aggiornata, anche alla luce dello sviluppo e della diffusione dell’informazione digitale. Nessuno può però usare un tema così delicato come una clava per colpire decine di professionisti, con il risultato di metterne a rischio i posti di lavoro.
A nessuno può sfuggire, infatti, che sono sempre meno coloro che sono disposti a investire nell’editoria. La fase di profonda crisi del settore a livello planetario, anche in Italia rischia di far scomparire testate storiche, facendo venire meno il diritto dei cittadini ad essere informati in molte aree del Paese.
In questo scenario occorre da una parte incoraggiare gli investimenti nell’informazione di qualità e dall’altra ragionare su uno statuto dell’impresa editoriale che salvaguardi l’autonomia delle testate dai possibili interessi delle proprietà e dalle pressioni della politica.
Chissà perché, però, quando si parla di assicurare indipendenza dell’informazione e autonomia delle redazioni – si veda la mai risolta questione del servizio pubblico radiotelevisivo – la politica, salvo rare eccezioni, decida di non decidere.
Raffaele Lorusso
segretario generale della FNSI
Rocco Cerone
segretario del Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige