Il segretario Fnsi ha aperto nella sede della Civiltà Cattolica la tre giorni di iniziative dedicate all’importanza di promuove una informazione responsabile e inclusiva. Con lui il presidente Giulietti, il segretario del Cnog, Guido D’Ubaldo, il sottosegretario all’Editoria Martella, i rappresentati di Articolo21 e delle confessioni religiose. Padre Spadaro: «Usiamo le parole per costruire insieme la nostra democrazia».
Religiosi, politici e giornalisti a confronto sui temi
dell’informazione e su come veicolare messaggi in grado di costruire
ponti e non muri. Questo il filo conduttore della prima giornata di
“Parole non pietre”, la manifestazione promossa dall’associazione
Articolo21 con la Federazione nazionale della Stampa italiana,
l’Usigrai, l’Ordine dei giornalisti del Lazio, il Centro Astalli, la
Civiltà Cattolica e numerose altre realtà, in programma da venerdì 28
febbraio a domenica 1 marzo. All’apertura dei lavori, nella sede della
Civiltà Cattolica, insieme con il direttore della rivista, padre Antonio
Spadaro, erano presenti, fra gli altri, il segretario generale e il
presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti; la
portavoce e il coordinatore del comitato scientifico di Articolo21,
Elisa Marincola e Roberto Natale; il segretario del Cnog, Guido
D’Ubaldo; il sottosegretario all’Editoria, Andrea Martella; padre Mauro
Gambetti, custode del Sacro Convento di San Francesco; Paolo Ruffini,
prefetto del Dicastero delle Comunicazioni della Santa Sede; Ruth
Dureghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma; Alessandra
Trotta, moderatora della Tavola Valdese; Abdellah Redouane, segretario
generale del Centro islamico culturale d’Italia; il disegnatore Mauro
Biani, che ha donato all’iniziativa la vignetta “Parole non pietre”. La
senatrice a viva Liliana Segre e Muhammad Abd al-Salam, segretario
dell’Alto Comitato per l’attuazione documento sulla fratellanza, hanno
inviato un video messaggio di saluto.
«Occorre una riflessione
nella categoria che parta dal rispetto delle persone per contrastare la
demagogia e i linguaggi dell’odio, anche affinché i giornalisti
recuperino il loro ruolo nella costruzione dell’opinione pubblica. E
occorre usare le parole con responsabilità, raccontando i fatti per
quello che sono. Così come è necessario contrastare gli algoritmi
dell’odio e della paura», ha affermato il segretario generale Lorusso,
dopo l’introduzione di Elisa Marincola.
«Il confronto – ha
aggiunto – può e a volte deve essere aspro, ma non può diventare una
chiamata alle armi. E non si può cadere nell’inganno che la mancanza di
regole nella rete si possa tradurre in libertà di offendere o nel
superamento del ruolo dei professionisti dell’informazione, perché
profilare gli utenti, creare le camere dell’eco significa aprire le
porte alla diffusione di paure e rancori. Al contrario, il confronto è
necessario per superare gli steccati e aprire la società, anche per
superare quelle disuguaglianze che contribuiscono a creare il clima che
genera odio. E il ruolo dell’informazione nel superare le
disuguaglianze, le discriminazioni e fake news è fondamentale.
L’inclusione e l’attenzione agli ultimi devono essere punti cardine di
un percorso per creare una società più giusta e far sì che le parole
possano tornare ad avere il loro significato e a non essere usate come
pietre».
Guido D’Ubaldo ha ribadito la necessità di prendere le
distanze da polemiche violente e di scegliere le parole giuste per
disinnescare linguaggio di odio e per costruire ponti e non muri.
Roberto Natale si è soffermato sui concetti della Carta di Assisi e ha
ribadito che l’articolo 21 della Costituzione non può essere preso a
pretesto per sdoganare insulti e incitamento all’odio.
«Si
rovesci la tendenza in atto sul dilagare delle fake news come in questi
giorni» e si punti ad un «valore dell’informazione che parta dalla
attendibilità delle fonti», ha chiesto il sottosegretario alla
presidenza del Consiglio Andrea Martella. «La stampa – ha aggiunto – ha
un ruolo decisivo e il governo ha il dovere di mettere i giornalisti
nelle condizioni di svolgere al meglio le loro funzioni. Momenti come
questo hanno a che fare con la qualità della nostra convivenza.
Imprescindibile il ruolo dell’informazione: le parole possono essere
mezzo per ferire, attaccare, mortificare le diversità, alzare muri,
separare, creare nemici». E dunque è necessario, «un atto, che sviluppi
un codice di linguaggio allontanando le parole d’odio», ha concluso.
«Vogliamo
comunicare un messaggio di coesione sociale, cioè vogliamo essere uniti
per costruire la nostra società. Questo incontro, in particolare,
questa prima sessione, mette insieme giornalisti, politici, religiosi
perché tutti noi insieme abbiamo parole per costruire insieme la nostra
democrazia», ha evidenziato Antonio Spadaro.
«La sintesi delle
differenze crea qualcosa di bello. La cifra della comunicazione è una
contaminazione vicendevole, un’arte sviluppata attraverso la parola
viva», ha osservato padre Gambetti, puntando l’attenzione
sull’importanza di educare ed educarsi. Paolo Ruffini ha ricordato
l’interesse della Santa Sede per i temi della manifestazione e nello
specifico per il tema dell’etica degli algoritmi. Mentre Abdellah
Redouane e Alessandra Trotta hanno evidenziato l’importanza di aver
voluto raccogliere i punti di vista delle diverse confessioni religione.
In
chiusura il monito di Giuseppe Giulietti a dar vita ad una informazione
capace di costruire, anziché distrugge, ribadendo il ruolo centrale
dell’intermediazione nella formazione dell’opinione pubblica e le
responsabilità dei media nella costruzione di dialogo e confronto. Al
termine della mattinata i presenti hanno firmato il manifesto “Parole
non pietre”, realizzato dalla illustrazione di Mauro Biani.